mercoledì 20 ottobre 2010

Ferrata Due Mani … notturna …– m 1.657 – 20 Ottobre 2010

“Mi sa che qui ci vuole un consulto psicologico: come mai non siamo a casa, davanti al camino, con una tazza di cioccolata fumante o un buon caffè, a mangiare questa buonissima torta?”
Chi parla cosi è Mario mentre, infreddoliti e con il vento che sbatte la porta del bivacco, mangiamo la torta di mele poco prima delle 23.
Si, se non siam pazzi non li vogliamo e cosi lunedì suona il telefono: c’è la luna piena, andiamo?
Andiamo!
Arrivano Mario e Giuliano e salgono un attimo in casa: prendi imbraco e set da ferrata.
Gulp!
Veloce briefing per decidere dove lasciare la seconda macchina e poi via, verso Morterone.
Vediamo l’attacco della ferrata e proseguiamo per lasciare la seconda macchina all’arrivo del sentiero più diretto. Mi cambio le scarpe cosi da lasciare in macchina quelle per guidare e poi giù di nuovo per tornare all’attacco della ferrata.
Ci imbrachiamo subito, Giuliano ed io. Mario è troppo bravo per farlo.
Non porto il casco, non dovrebbe servire, e via. Non fa freddissimo anche se per essere ottobre la temperatura è scesa di parecchio.
Il sentiero è subito ripidissimo e per salire spesso mi aiuto con le mani.
Arriva la ferrata. Abbiamo la frontale accesa perché siamo matti si, ma fino ad un certo punto.
Lascio la macchina fotografica a Giuliano che io sarò troppo impegnata per fare foto e con la solita formazione (Mario, Silvia, Giuliano) iniziamo a salire.
I primi passaggi riesco a farli, anche se sono di braccia. Sono riposata e anche se l’ortopedico mi ha appena detto che devo smettere di arrampicare (perché … ho mai iniziato?!?!?!) io non demordo e salgo.
Spero che il tratto da tirarsi su sia solo questo. Ma non sarà cosi.
La ferrata alterna passi di arrampicata a tratti di sentiero. Ci sono però dei pezzi di ferrata dove non c’è moltissimo secondo il mio punto di vista (e la mia statura) ed è obbligatorio per me tirare con le braccia. Io spero solo che sia una cosa momentanea, che sia perché ho perso l’allenamento, altrimenti devo proprio dare l’addio a itinerari di questo tipo :(
Un paio di volte Mario mi ha aiutato a salire ma nel complesso, con le luci della città sotto di noi, mi sono divertita.
La ferrata è affiancata dal sentiero e quindi ci sono davvero molte vie di fuga; noi però abbiamo scelto solo l’ultima, quella che salta via la parte più ostica e difficile.
“Da qui in poi non c’è più nulla!”
Le ultime parole famose …
Questa parete proprio non me l’aspettavo e cosi non sono contenta quando guardo Mario salire.
Giuliano è li che fotografa ma io preferisco se sta sotto di me che se scivolo … e ovviamente scivolo :( Poco, pochi centimetri perché non ero mica convinta.
In un modo o nell’altro sono passata (quando ho abbracciato l’albero non lo volevo più lasciare!) e sono tornata di buon umore.
Mi piacerebbe tornare a farla di giorno per vedere se mi incrodo ancora, magari di notte le cose si “vedono” diversamente (o meglio … si vedono a fatica!).
Chissà …
Cmq ora c’è ancora un’oretta di salita per arrivare in vetta. Siamo in cresta e il vento è forte e gelido. Saliamo in silenzio, senza frontali, godendoci la luna, le stelle, la cresta …
In vista del bivacco sono ormai un pezzo di ghiaccio. Entro di corsa e mi vesto. Brrrrrrrrrr ma che razza di idee ci vengono! Ridiamo tutti e 3 alla battuta di Mario ma ha ragione, non siamo mica tanto normali.
Il tempo di mangiare la torta e fare un paio di autoscatti che iniziamo la discesa.
Giuliano va ancora in cresta ma io non sono mica convinta. In effetti chiedo e no, non sa mica dove sta andando e allora per evitare di vagare inutilmente al gelo propongo di tornare sui nostri passi e di scendere dal sentiero che conosco.
Fa freddo, fa tanto freddo. Ho le punta delle dita congelate nonostante i guanti. Secondo me siamo davvero vicini allo zero.
La discesa è lunga, come al solito, ma la mia macchinina è li che ci aspetta.
Scendendo mi viene in mente che non ho assolutamente idea di dove ho messo le chiavi di casa … e se le ho lasciate nella porta non entro :( Cioè devo superare un cancello e un portone e se non ho le chiavi … Ma no, vedrai che le hai messe nello zaino. Cerco di focalizzare il momento in cui sono uscita di casa ma non ci riesco.
Ma si, le avrò nello zaino.
Sono pensierosa, non parlano neppure i miei soci. E’ davvero lunga la strada che porta alla seconda macchina!
Arriviamo. Scendo di corsa, apro il bagagliaio e lo zaino … ECCOLE !!!
Ora torno a sorridere, saluto calorosamente i miei soci ringraziandoli per l’infinita pazienza che hanno con me e ci avviamo verso casa.


Quota partenza: m 893
Quota cima: m 1.657
Quota arrivo: m 1.123
Dislivello in salita secondo Gipsy: m 883
Dislivello in discesa secondo Gipsy: m 717
Tempo totale di marcia comprensiva: 3 h 50 m
Km percorsi: 5,3 km



1 commento:

  1. Ciao Helis!

    Abbiamo scoperto il tuo bellissimo blog perchè anche noi siamo amanti della natura e delle gite in montagna. Noi al momento ci siamo focalizzati nel biellese perchè è qui che viviamo e abbiamo realizzato un sito internet. Volevamo chiederti se ti va di fare uno scambio di link. Il nostro sito è www.trekkerpercaso.it.

    Facci sapere. Grazie!

    Ciao!!!


    Antonella e Adolfo

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