lunedì 31 maggio 2010

Sentiero delle vasche – 31 Maggio 2010


Solo una piccola premessa tecnnica: non trovo un modo di postare le foto che non sia Hikr (a cui cmq sono molto legata e che quindo sto meditando se rimanerci ancora) o il mio dominio ... :( Per ora mantengo Hikr ... se avete altre idee ...


Roccambolesca la gitarella di oggi.
Non ho dormito stanotte, alle 5 ero in piedi con Isi che, convinto fossero le 7, rognava per mangiare.
Sono inversa e non poco e non ho molta voglia di uscire. Poco dopo le 7 mi telefona l’amico dell’orto: guarda che c’è un bel vento, non fare niente nell’orto.
Uff … che palle.
No, a casa non ci posso proprio stare. Mi costringo a preparare lo zaino ed esco.
Arrivo a Valmadrera, faccio un giretto con la macchina per orientarmi e poi decido il posteggio. Cambio scarponcini e parto.
Ci sono 2 persone davanti a me. Le faccio passare perché tanto io mi fermo a fare tante foto. E non ti sbagliano strada :( ? Mi tocca stare davanti di nuovo.
Arrivati pero’ alla cascata ci fermiamo tutti e 3 per le foto di rito. Riparto e loro dietro. Alla mia foto successiva li faccio passare. Non li incontro piu’ e secondo me ci siamo persi a qualche bivio. Io devo aver cannato solo l’ultimo pero’.
Il sentiero è più o meno come lo ricordavo, solo più acqua. L’ultimo salto di roccia però me lo evito visto che c’è l’alternativa del sentiero. E’ quello più impervio da superare e ho già chiesto troppo al mio ginocchio. Il sentiero però è davvero ripido e melmoso e i miei bastoni dove sono? In macchina, ovviamente …
Arrivo indenne al pratone e subito mi rendo conto che qualcosa non va. Chiedo a dei signori che stanno tagliando l’erba e mi indicano la chiesa. Sono arrivata da dietro invece che da davanti.
Ovviamente non mi fermo, solo 2 minuti per terminare una barretta iniziata chissà quanto tempo fa e poi vado a cercare il sentiero dei massi erratici che dovrebbe portarmi sul sentiero 5 e quindi alla macchina.
Questo è il mio primo vero sentiero dall’operazione. Non per il dislivello ma per la difficoltà. Anche la discesa a tratti è piuttosto ripida e in un punto dove non ero concentrata sono perfino scivolata. Ma arrivo indenne alla macchina.
SMS all’amico di sempre (all’unico Amico che ho) che mi fa i complimenti … è davvero un GRANDE amico, l’unico che ha il coraggio di starmi vicino anche in momenti difficili, quando tutti scappano.


Nota dolente del pomeriggio: Isi ha il collare elisabettiano e sbatte a destra e a manca disperato. Quando si ferma ha lo sguardo sconsolato … povero … mi dispiace tantissimo per lui …


Quota partenza: m non so
Quota arrivo: m altimetro impazzito
Dislivello, secondo il mio altimetro: m 500 ca, calcolato perché stavolta l’altimetro l’ho fatto impazzire io
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto: 3 ore e mezza





sabato 29 maggio 2010

La ciclabile della Valsassina - 29 Maggio 2010

Il tempo non è gran che, alle 15:30 devo partire da casa e allora vado a vedere perché tante macchine sono di solito parcheggiate li. Semplice: c’è un altro ingresso della ciclabile della Valsassina!
E cosi mi ritrovo al cospetto della cascata, la mia prima (e unica) cascata di ghiaccio. Un pensiero corre a Chicco, obbligo …





























Ho fatto un pieno di fiori e qui ve ne propongo una piccola parte.











Perché piccola? Perché ho deciso di lasciare anche Hikr e ora mi devo trovare un posticino gratuito dove appoggiare le mie foto. Avete qualche suggerimento da darmi?
Chiedo scusa per tutto il Work In Progress che oltretutto non è ancora finito. Il fatto di aver deciso di lasciare il dominio mi costringe a modificare parecchie cose.






sabato 22 maggio 2010

Monte Legnoncino – m 1.714 – 22 Maggio 2010


Sono sola oggi e ho la domenica impegnata. Che fare? O un appuntamento da quelle parti nel tardo pomeriggio e allora: Legnoncino!
Ci sono già stata e c’è una strada militare che porta fin quasi in cima. Dopo l’ultima gita il ginocchio mi ha fatto parecchio male per cui questa è proprio una gita adeguata.
Parto tardi, ci vuole circa un’oretta per salire in cima. Il parcheggio è pieno, mannaggia! Mi tocca metterla dove c’è il laghetto. Se per caso siete stati in zona e non vi ricordate del laghetto non preoccupatevi, la maggior parte dell’estate è asciutto :)
La strada per fortuna è in ombra, fa già caldo e sono oltretutto le 2 del pomeriggio.
Sono ansiosa per il mio appuntamento pomeridiano e per questo mi sarebbe piaciuto avere compagnia oggi ma i miei impegni non vanno quasi mai d’accordo con quelli degli altri.
Ma torniamo alla mia piccola passeggiatina. Fiori a non finire e gente in cima che mi spinge a tornare indietro a cercare un pezzettino di cresta solitaria e tranquilla.
Questa zona a me ricorda tantissimo Rino, feci con lui e Nano una splendida camminata questo autunno e prima ancora che succedesse quello che è successo il Legnone a me ricorda quella giornata. Ancora sono incredula e mi aspetto di fare a breve un’altra gita con lui. Faccio fatica a farmene una ragione …
Ma è arrivata l’ora di scendere. Con calma. Il panorama intorno a me è notevole, il Legnone è bellissimo con ancora la sua cima bella innevata.
Al parcheggio ci sono ancora quasi tutte le macchine, giornata troppo bella per scendere presto a valle oggi!


Quota partenza: m 1.450 ca
Quota arrivo: m 1.714
Dislivello, secondo il mio altimetro: m 826 ca
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto: circa 2 ore





venerdì 21 maggio 2010

Sassi Rossi di Baiedo – m 800 – 21 Maggio 2010

- CLICCA SUL TITOLO PER VEDERE LE FOTO -

Pomeriggio. Ma si, andiamo a fare 4 passi! Scelgo Baiedo non sapendo bene ancora se risalire al rifugio Riva o se vedere qualcos’altro.

Arrivo ai cartelli e mi incuriosisce questa faccenda dei Sassi Rossi. Certo, è un giretto corto, ma chi vuole lo puo’ abbinare al Rifugio Riva e/o alla traversata al Pialeral.

Il sentiero è sempre bello, più una larga mulattiera. Case e casette si incontrano lungo il tracciato … e si incontrano pure le scolaresche in gita con zelanti insegnanti. Peccato non essere arrivata prima, altrimenti mi fermavo pure io ad ascoltare la lezione all’aperto.

Vista quindi la mia colossale ignoranza in materia, ho scatenato l’amico geologo ed ecco il risultato della ricerca:

I Sassi Rossi di Baiedo costituiscono un affioramento del "Verrucano
Lombardo". Tra il Permiano inferiore (270 milioni di anni fa) e il
Permiano medio-superiore (dunque alla fine dell'era Paleozoica) un
importante sollevamento innalzò tutti i rilievi precedenti. Dai monti
giovani appena formati, e dunque più esposti all'erosione, discesero
corsi d'acqua ripidi e violenti. Essi erosero le rocce metamorfiche e
vulcaniche che costituivano i rilievi stessi e deposero una spessa coltre
di alluvioni rappresentate da rocce rossastre. Tra esse ci sono i conglomerati
(insiemi caotici di frammenti di varie dimensioni tipici delle prime fasi
di erosione di una catena montuosa giovane) facenti parte del cosiddetto
"Verrucano Lombardo". Esso dunque si depositò nel Permiano superiore,
prima dell'era Mesozoica che cominciò 250 milioni di anni fa. Pertanto
camminando su queste rocce state calpestando un terreno che si depositò
prima della comparsa dei Dinosauri.

E ancora:

E' il Verrucano Lombardo che affiora in Valsassina, zona di Introbio, sia in affioramento (foto) che rimaneggiato (conglomerato di conglomerato; il particolare).
Alcune informazioni e bibliografia sul verrucano in valsassina in Gaetani et alii, in Memorie della Soc. Geol. It. vol XXXII, 1986, Atti del Convegno "Geologia Lariana", Varenna 1-5 aprile 1986.





Quota partenza: m 700 ca

Quota arrivo: m 800

Dislivello, secondo il mio altimetro: m 100 ca

Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto: un’oretta e mezza





domenica 16 maggio 2010

Capanna Albagno – m 1.864 – 16 Maggio 2010


O meglio: il Tambò mancato. Si perché i “ragazzi” volevano salire sul Tambò, almeno cosi diceva la mail di Nano in cui mi invitava ad unirmi per “pascolare” in zona.
“Ci sarà vento”. Non è una lieta novella. Fa niente, penso. Mi metto in qualche angolino riparato ad aspettarli.
Certo che una levataccia alle 4:30 per andare a pascolare non è da sani di mente e si sa che troppo sana non lo sono per cui, visto che devo fare pure la strada vecchia in quanto le gallerie sono bloccate per allagamenti metto la sveglia senza farmi troppi problemi.
A Bione Nano e Mario arrivano in anticipo per cui non aspetto poi molto.
Colazione al solito posto e poi su per lo Spluga. Solo che mentre ci avviciniamo vediamo che la meteo non è un gran che. Il vento c’è ed è potente. Man mano che si sale pero’ il tempo peggiora. Vediamo un bel gruppo che sale verso il Cecchini. Certo, per me sarebbe meglio questa meta perché se scendo prima qui c’è un paese e c’è un bar mentre alla dogana non c’è nulla.
E poi, penso preoccupata, con questo tempaccio (nebbia vento e neve) non è che sia poi tanto tranquilla a stare qui da sola. Ma non dico nulla. Spero solo che Nano mi lasci le chiavi della macchina. Ho voluto la bicicletta? Moh son cavoli miei.
Arriviamo al passo in mezzo alla bufera. Nano inizia a dire che forse è meglio scendere al Cecchini e io tiro un respiro di sollievo. Racconto a loro le mie paure e mi sono quasi saltati in testa dicendomi che mai e poi mai mi avrebbero lasciato li da sola! Mario mi ha rassicurato che sarebbe stato lui con me.
:)
Arrivano Ewa e Floriano. Rapido consulto e poi si decide per una meta alternativa in Svizzera, da dove arrivano loro che hanno visto il bel tempo.
La scelta cade sulla capanna Albagno. Certo che salire su quella stradina con gli sci sopra la macchina ci fa davvero ridere. Immaginiamo quello che possono pensare i locals che ci vedono e ridiamo ancora. Ridiamo un po’ di meno pensando a Nano che non ha gli scarponcini ma solo quelli da sci. Per fortuna Flo è stato previdente e ha portato un paio di scarponi in più e guarda caso i 2 hanno lo stesso numero di scarpe :)
Partiamo. Si parla di salire la cima. A turno dico a tutti che se vogliono farla è meglio se salgono più in fretta. Io qui non ho problemi, mi metto su un bel prato e li aspetto.
Ma niente. Sono sempre li con me. Per tutta la salita e tutta la discesa fanno “a botte” per ha l’”onere” (mettere voi l’accento dove volete) di aiutarmi. Ad ogni passaggio un po’ complicato per il mio ginocchio, ogni nevaio sono attorniata da loro che mi aiutano e sono pronti a sorreggere un mio scivolone.
La salita va tranquilla chiacchierando. Troppo mi dicono :( faccio scappare gli animali. Uffa … che rompini che sono :)
Arriviamo al rifugio e io sono felice. Pensavo di pascolare sola soletta tutto il giorno invece ho fatto una bellissima salita in compagnia!
Floriano scalpita per salire ma noi abbiamo già apparecchiato. Il vento qui è davvero forte e Nano rinuncia, seguito anche dagli altri 2 tranne Flo che non è molto contento della decisione. Ma alla fine cede anche lui: il vento è davvero troppo e non ne vale la pena.
Mangiamo, le fanciulle preparano il caffè, i maschietti lavano le tazze. Poi fuori per un’altra foto di gruppo quindi la discesa. Mooooooooooooolto lenta. Devo andare piano piano. Il ginocchio inizia a farsi sentire. Speriamo in bene. Scendo piano, sono ormai passati 5 mesi e l’ortopedico mi aveva promesso che in questo periodo sarei tornata a fare quello che facevo prima. Non è proprio cosi ma dai, non mi posso lamentare.
Arriviamo alle macchine e non ci rendiamo conto che è tardi. Solo iniziando la discesa vediamo che ora è cosi, facendo 2 conti, scopriamo che non possiamo fermarci neanche a bere una birra :(
Pazienza. Salutiamo Ewa e Flo e ci avviamo verso Lecco.
A Bione cambio macchina. Saluto commossa i miei 2 anfitrioni e mi avvio verso la Valsassina, guardando sorridendo la lunga coda che scende verso valle …



Quota partenza: m 1.283 ca
Quota arrivo: m 1.864
Dislivello, secondo il mio altimetro impazzito di nuovo: m 1.120 ca
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto: 6 ore e mezza





domenica 9 maggio 2010

Traversata bassa Grigne – 9 Maggio 2010


Anche oggi 2 maschietti al seguito, ma avevo anche una compagna femminile :)
Andrea è venuto con un collega e la relativa moglie. Sapevano a che cosa andavano incontro ma hanno insistito lo stesso. A dire il vero non credo si siano trovati poi tanto male. Abbiamo chiacchierato molto, visto che la velocità ed il dislivello contenuto lo permettevano.
Abbiamo deciso di prendere la traversata partendo dai Resinelli, più precisamente dal rifugio Soldanella per terminarla al Rifugio Pialeral.
E’ molto bella la traversata bassa, si passa in mezzo a boschi e prati, con scorci sulla Grignetta non indifferenti … se riesci a vedere qualcosa :( Perché all’inizio la giornata non era poi male ma le cime delle montagne si sono fatte desiderare assai.
Alla fine a noi poco importava tanto eravamo intenti a chiacchierare. E tanto intenta a muover la lingua non ho guardato bene dove ho guadato il primo torrente e …. SPLASH!!!!! con il sedere nell’acqua.
Che figura :(
Mi rialzo un po’ come fa Isi, facendo finta di niente. Per fortuna ho su tutto materiale tecnico e so che in poco tempo mi asciugo. Ma ancora più per fortuna non mi sono fatta nulla (soprattutto al ginocchio) se non una bella ferita nell’orgoglio … :) Ma si, si ride, e per fortuna, anche di queste cose!
Al torrente successivo però, che era ben più grande da guadare, Rolando mi aiuta molto cavallerescamente e passo il guado senza problemi.
Al Pialeral c’è un po’ di gente ma troviamo la panchetta per fermarci a mangiare. Chiacchiere chiacchiere chiacchiere … non la smettiamo più di raccontarcela su.
Ma arriva anche l’ora di andare e riprendiamo il sentiero. Mamma mia ma come sale!
A dire il vero, sale e scende tanto quanto abbiamo fatto all’andata visto che quota di partenza e di arrivo più o meno coincidono ma ci facciamo nel frattempo poco più di 300 m di dislivello.
Probabilmente però non siamo abituati a pensare al ritorno in salita e i pezzi ci sembrano sempre più ripidi.
Quando arriviamo sulla strada poi, tutta in salita, non arriviamo più … è davvero eterna!
Al ritorno una sosta per comprare un po’ di formaggio, ancora 4 chiacchiere a casa mia e poi LORO si avviano verso la pianura … :D :D :D
Giornata davvero piacevole, anche se sono arrivata davvero stanca :( che schiappa che sono!!!



Quota partenza: m 1.350 ca
Quota arrivo: m 1.400
Dislivello, secondo il mio altimetro: m 670 ca
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto: 6 ore e mezza





sabato 8 maggio 2010

Alpe Fraina m 1.400 – 8 Maggio 2010


Gita con 2 maschietti oggi: Nano e Tyco :) Sono sempre felice quando posso uscire con Tyco. Ora, dopo la paura della mia operazione, Tyco mi riconosce e mi ubbidisce … beh, quasi sempre :)
Cmq, per il motivo che ormai sanno anche i sassi, Nano decide di accompagnarmi per la Val Fraina.
Una strada che in poco piu’ di un’ora porta a questo alpeggio molto bello, ben tenuto e abitato almeno d’estate.
La meteo non è un gran che ma visto l’itinerario non ci preoccupiamo.
Saliamo spediti fino a che la sottoscritta non boccheggia. “Ma se sei davanti, non dirmi che sono io che ti tiro per il collo!” sbotta Nano. Ha ragione ma mi faccio sempre prendere dalla sensazione di essere troppo lenta. Cmq, rallentiamo chiacchierando e fotografando. Giuliano mi racconta di quando è stato qui la scorsa stagione, dei giri che potrò farmi questa estate non appena il ginocchio mi permetterà giri un pochino più impegnativi.
Dimenticavo di dire che siamo partiti tardi questa volta a causa di impegni cittadini per cui, arrivati all’alpe, ci concediamo un ristoro a base di bisciola e crostata. Apprezzate anche da Tyco anche se devo dire che ha apprezzato di più la crostata :D
Ci inoltriamo ancora un pochetto nella valle fino al nevaio ma poi inizia a piovere e torniamo sui nostri passi.
Ci mettiamo a sedere sotto la tettoia e mentre chiacchieriamo Tyco inizia ad abbaiare. Un signore di una casa li ci chiama: venite dentro che fa caldo! Ma grazie! Ma non importa, aspettiamo che spiova e poi scendiamo. Dai, almeno per un caffè! Come fare a rifiutarlo? Caffè con grappa oltretutto!!!
Signore gentilissimo, casetta stupenda. 4 chiacchiere su Premana e poi scendiamo, non senza promettergli che se ripasso questa estate mi fermo a salutarlo.
Scendiamo sempre con Tyco attaccato ai nostri calcagni. A tratti pioviggina ma non da troppo fastidio.
A Introbio troviamo finalmente una gelateria degna di questo nome. Cosi … tanto per chiudere in dolcezza la giornata :)
Gita molto tranquilla, 4 passi in mezzo alla natura che rallegrano sempre il cuore.



Quota partenza: m 1.000 ca
Quota arrivo: m 1.400
Dislivello, secondo il mio altimetro: m 500 ca
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto: 3 ore e mezza





sabato 1 maggio 2010

Bivacco Emanuela al Monte Due Mani m 1.315 ca – 1 Maggio 2010





Regione:Mondo »  Italia » Lombardia
Data della gita:1 maggio 2010
Difficoltà escursionismo:T2 - Escursione di montagna
Waypoints:
Tempo:3:00
Salita: 680 m
Discesa: 680 m
Accesso alla località di partenza:Arrivando da Lecco, appena usciti dal tunnel, alla rotonda di Ballabio prendere la provinciale per Morterone e girare alla prima a sinistra (Via Valderia) Poco più avanti si trovano diverse possibilità di parcheggio.
Possibilità di alloggio:Al Bivacco ci sono 2 posti letto





Accidenti, le previsioni per questo primo we di maggio sono davvero pessime. Va bene, penso, domattina mi alzo e se non piove vado a vedere questo bivacco appena risistemato dopo che un masso lo aveva sventrato.
Suona la sveglia alle 7. Mi concedo un’altra mezz’ora, penso, ma suona il telefono.
Gulp! Chi sarà mai a quest’ora?
Chi vuoi che sia … Nano: che fai! Dormi? Vieni a fare 4 passi con me e Mario?
Mah … devo essere a casa per mezzogiorno … pensavo di andare al Bivacco Emanuela.
Va bene, ci vediamo al bar alle 8.
Caffè e poi a cercare l’inizio del sentiero.
Iniziamo a salire tranquilli, pensando al mio ginocchietto. Il sentiero è molto largo all’inizio anche se non bellissimo per la presenza di sassi piuttosto grossini che non fanno camminare poi tanto bene. Poi però diventa sentiero e le cose migliorano anche se ci sono alcuni tratti piuttosto ripidi.
Arrivati ad un cartello, Nano prosegue nella direzione opposta alla cima del Due Mani. Dopo poco Mario ed io facciamo presente il nostro dubbio. Tiro fuori la cartina e “ovviamente” dovevamo proseguire lungo la direzione indicata dal cartello. E qui mi viene in mente il primo consiglio che mi diede Mario: “Non ti fidar … del senso di orientamento di Giuliano … si perde!!!”
Hi hi hi …
Torniamo indietro e riprendiamo il sentiero che in poco tempo ci porta alla meta.
Il bivacco (del CAI di Ballabio) è davvero carino! Pittato di fresco, pulito, arioso e con le tende alle finestre. Peccato che non possa dire niente del panorama che dovrebbe essere su Ballabio e le Grigne visto che eravamo proprio dentro alla nuvola.
Dico ai “ragazzi” di andare pure in cima se vogliono, io sono costretta a fermarmi qui, ma loro declinano. Giuliano girovaga li intorno, Mario ed io ci sediamo sulla panchina a chiacchierare.
Foto di gruppo con il solito brontolo che brontola che non è dritta (mica si mette lui però a inquadrare!) e poi scendiamo.
Piano che è scivoloso e ripido :( Ragazzi … che pena andare in giro cosi! Purtroppo il ginocchio non è ancora a posto e non posso proprio fare di più.
Giuliano becca una primula davvero bellissima. I numeri per portarmi la a fotografarla ma sono molto soddisfatta: è davvero stupenda! Si tratta della Primula auricula e l’abbiamo trovata fiorita su una roccia: uno spettacolo!
Torniamo, casa, doccia … Milano :(



Quota partenza: m 700
Quota arrivo: m 1.315 ca
Dislivello, secondo il mio altimetro: m 680
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto: circa 3 ore