lunedì 25 febbraio 2008

Crocette (Val Quarazza) – m. 1.360 – 24 Febbraio 2008

Grazia mi rimette in riga: niente dislivello questa domenica, curiamo il tuo ginocchio. Andiamo a vedere la casa in Val Quarazza cosi, se ti piace, ci si torna appena apre a passare li qualche giorno.
Ha ragione.
Parto sabato sera, arrivo intorno alle 22. Chiacchiere sul divano fino a mezzanotte e poi nanna.
La mattina prepariamo gli zaini e ci avviamo verso la macchina per raggiungere Paolo e fare colazione insieme.
La macchina non parte.
Acci.
Argo è con noi, tranquillo in macchina.
Proviamo con i cavi della batteria dopo aver tirato fuori la macchina dal box.
Niente da fare. Intanto chiamiamo Paolo che passa a prenderci.
Colazione e poi Macugnaga. Una commissione in paese e poi iniziamo la nostra passeggiata. Argo è il protagonista. E’ il cane che mi piace di piu’ e Argo sa come farsi voler bene. E’ bravissimo, giocherellone come tutti i cuccioli ma ubbidisce abbastanza.
La passeggiata è davvero tranquilla, poca gente e tanto sole.
Arriviamo all’accantonamento (una parola mille ricordi …. ) e Paolo me lo fa visitare tutto, doccia compresa :) E’ spartano ma ch’è tutto, compreso un bellissimo camino.
La zona è bellissima, un torrente che passa di li, tante passeggiate da fare li intorno …. Si, tornero’ molto presto qui!
Paolo è davvero un ottimo ospite, prepara le sedie per svaccarci al sole, stappa un buon vinello e chiacchierando del piu’ e del meno passiamo delle piacevolissime ore. Ogni tanto passa qualcuno. Ogni tanto Argo fa paura a e allora lo si lega.
Passa un gruppo di 15 persone …. La prima volta sulla neve mi vien da dire :)
Sono teneri, per nulla attrezzati e abbastanza sconvolti dalla seppur breve passeggiata. Per loro sarà un’esperienza unica.
E’ ora del rientro. Chiudiamo tutto e ci avviamo verso casa.
Niente dislivello ma tanto sole e una compagnia che, man mano che li conosco, trovo sempre piu’ piacevole.
E poi, vicinissimo a Milano!

lunedì 18 febbraio 2008

Valdeserta – m. 2.037 – 17 Febbraio 2008

Arriva Enzo in negozio: bella la gita di ieri, ma il tuo collega mi ha proprio tirato il collo! Troooooooppo veloci per me.
Asp! E io ci dovrei andare insieme, al collega, questa domenica per la Valdeserta.
Simone mi rassicura: c’è gente che non ha mai messo le ciaspole e non va in montagna.
Beh, forse cosi è esagerato ma non importa, non voglio perdermi questa giornata.
Appuntamento 6:15
Arrivo, come al solito, un paio di minuti prima.
Non c’è nessuno.
Passa l’ora ed arriva una macchina.
Poi piu’ nessuno.
Allora mi avvicino e chiedo: aspettate anche voi Simone? SI!
Verso le 6:30 arrivano gli altri …. tranne Simo ovviamente. Ovviamente perché tutti lo sanno che è un ritardatario tranne io :)
E finalmente arriva, si organizzano le macchine e si parte.
Sosta colazione all’ultimo autogrill e poi via verso la valle.
Meno male che io la strada la conosco perché se era per Simone avremmo fatto il giro dell’oca!
Al Devero ora si paga il parcheggio, 5 euro, e hanno finito il parcheggio elicoidale sotterraneo: devo dire un gran bel lavoro. Se ci avessero messo le luci ancora meglio. Ancor meglio se ci avessero fatto i bagni, ma qui non siamo mica in Svizzera!
Mentre ci cambiamo e mettiamo gli Arva arriva una macchina che passa tranquillamente sopra uno dei nostri zaini.
Ohhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!! Gli urlo. E Nicoletta (proprietaria dello zaino) con me.
Questo scende dalla macchina e sapere che dice?
"La macchina è grossa, non potevate non vederla ....."
E' proprio vero che per qualcuno la macchina è un'estensione del .... pene .... (rubo le battute agli spot di "mente Locale" Radio Popolare.
La seconda esperienza l’abbiamo con il primo rifugio che è proprio li sulla destra. Una gran bella scritta CAI con tanto di stemma.
Chiediamo di usare il bagno.
Ci guardano stupiti.
“Ma qui è privato!” ci rispondono.
Ci guardiamo esterrefatte. Nicoletta precisa che siamo del CAI e allora rispondono che è occupato.
No comment.
Andiamo al Bar che non ci nega, anche se di malavoglia, l’uso del bagno.
Le nuvole sono basse, il tempo è davvero bruttino ma confidenti che le previsioni non mentono (danno miglioramento nel pomeriggio) proviamo la funzionalità degli Arva e poi via, verso la Valdeserta.
Qui faccio un pochino da padrona di casa, controllando i ricordi sulla cartina e cosi si arriva, ormai tutti ciaspolati e qualcuno sugli sci, al lago.
Meraviglioso tutto ghiacciato!
E …. Meraviglia! In mezzo alla nebbia compare il blu del cielo.
Le cime degli alberi luccicano di brina e il cielo si fa sempre piu’ blu.
Proseguiamo sul lago fino a che, stante alla cartina, ci sembra si debba prendere a sinistra.
Ora saliamo nel bosco, il tempo sempre piu’ bello. Al sole fa davvero caldo.
Si procede piano, come si fa quando si è in tanti e qualcuno non è abituato alla camminata.
Ci rendiamo conto che qualcuno non ce la fa e allora si decide che la meta sarà l’Alpe di Vadeserta.
Un luogo davvero incantevole, sono qualche sci alpinista (pochissimi) e noi. E il vento.
Mangiamo e poi parte l’istruzione Arva.
E cosi mi sono resa conto che non è poi facilissimo trovare il compagno sotto la neve. Capisco perché si dice sempre che occorre fare spesso le prove. Non è semplice e hai a disposizione pochissimi minuti. C’è da meditare molto bene su questo fatto.
E’ ormai ora di scendere. Qualcuno corre sulla massima pendenza, qualcuno cerca di scendere senza irrigidirsi troppo ma cercando cmq la massima pendenza (io), qualcuno come puo’, data la scarsa abitudine alle ciaspole.
Sul lago ci si raggruppa.
La via del ritorno mi regala una brutta quanto amara sorpresa: il ginocchio duole. Ed ogni passo duole sempre di piu’.
Quando sono finalmente sulla piana del Devero tolgo le ciaspole cosi che il ginocchio mi faccia meno male.
Al Baretto che ci ospitò la mattina si ferma il resto del gruppo a bere qualcosa, mentre il mio equipaggio opta per un rientro immediato (motivi di levatacce al lunedì mattina …. massimo rispetto visto che cmq si va lo stesso in montagna la domenica).
Ora zoppico davvero, il dolore è molto forte.
Sono un po’ depressa: se non mi passa …. Non ci voglio neppure pensare.
Questa settimana sarà dedicata alla cura del ginocchio. Per male che vada, la prossima domenica sarà sugli sci.
Certo che mi ero abituata bene a camminare con le ciaspole, 1.000 – 1.100 m di dislivello erano un buon allenamento ……

BuuuuuuuuuuuAaaaaaaaaaaaaaa!!!!

:(

:(

:(

:(

:(

lunedì 4 febbraio 2008

Albert Heim Hutte – m. 2.456 – 3 Febbraio 2008

Partenza piu’ che presto ma le ore occorrono per andare oltralpe.
Il tempo è brutto piu’ o meno dappertutto tranne che al nord e, come si faceva un tempo, si va di la.
Meta una capanna svizzera sopra ad una pista di fondo che ho fatto qualche volta: Realp (Andermat).
Per le 8:20 abbiamo le ciaspole ai piedi ed inizia l’avventura.
Dapprima insieme chiacchierando, poi in fila indiana per tagliare i tornanti ed il “gruppo” si sfalda …. la codina (io) rimane indietro, costante della giornata.
Alcuni scialpinisti mi tallonano e mi fermo per farli passare. No no, mi dicono. Uffi, mi tocca sentire il fiato sul collo.
Oggi fa freddo e le mani, nonostante i guanti di piumino, fanno fatica a scaldarsi. Non faccio quindi molte foto anche perché non voglio far aspettare troppo Alberto e Giuseppe che mi aspettano ad ogni incrocio con la strada.
Arriviamo all’albergo Galenstok e il panorama si apre. Ci sono parecchi scialpinisti sulle nostre tracce ma ci divideremo poi in diverse direzioni.
La salita prosegue, con il sole che va e viene e le mie piccole soste per le foto. I traversi si fanno sentire, sono parecchio faticosi, ma ciaspola dopo ciaspola li superiamo tutti.
Nota dolente della salita: il solito scialpinista alquanto frustrato (era da solo e questa la dice lunga!) che cazzia Alberto perché sta nella traccia. Per il quieto vivere Alby si sposta ed io inizio a borbottare. Non ha senso! Anche perché, poi, in discesa, LORO hanno cancellato tutte le tracce di salita rendendo a noi la discesa a volte scomoda …. E allora? Dov’è tutto il problema se stiamo nelle tracce? Saggiamente Alby rientra nella traccia al primo traverso :) e del tedescotto solitario non abbiamo piu’ traccia.
L’ultimo pezzo siamo ormai soli, gli altri hanno preso strade diverse. Giuseppe mette la quarta e ci anticipa al rifugio che si vede la in fondo, proprio su quel cucuzzolo. E quanto tira la salita per quel cucuzzolo!
Me ne rendo conto appena arrivo sotto. Ora c’è vento e freddo per cui non sudo piu’ di tanto, ma la salita è alquanto faticosa anche perché sono 1.000 m su neve senza neppure una “pausa caramella” ed io sono alquanto spossata. Poco male, ragiono mentre arranco verso il rifugio, è tutto allenamento!
Arriviamo. Entriamo. Indovinate un po’ che ciabatte hanno?
Mi vengono in mente quelle dei rifugi italiani (quando ci sono, perché non sempre ci sono!) e qui che ti trovo? Le Crocs! Oltretutto anche della mia misura ! In Italia sarebbero durate pochissimo, ma qui siamo in Svizzera! E si vede anche dal rifugio. Accolti calorosamente, senza farci pagare nulla per aver consumato il nostro pranzo protetti dal vento e al caldo. Meditate, gente …. Meditate!
Arrivano altri 4 amici di Alberto. Si ride, si scherza, si mangia ….. :) E da oggi ho un nuovo nome: Elisa!
Unico neo: la puzza di cibo nel rifugio che si impregna sui vestiti :(
Finito di gozzovigliare ci prepariamo e andiamo sulla cimetta. Vento. Foto di rito e poi giu’ dall’altra parte. Facciamo un pezzo insieme agli amici che ci hanno raggiunto e poi loro scendono verso un altro rifugio (sorry ma non ricordo il nome) dove noleggeranno gli slittini per volare giu’.
Mi offrono un passaggio e non mi spiacerebbe provare l’ebbrezza ma no grazie, sarà per un’altra volta :)
Noi proseguiamo per la nostra strada solo che invece del traverso scegliamo di scendere per pendii …. purtroppo alcuni dei quali un po’ troppo ripidi per me. Poco male, ripenso per la seconda volta, abituero’ un po’ la testa. Pero’ sono ancora qui a rimproverarmi di non aver messo i ramponi, con quelli sarei scesa molto piu’ velocemente.
Sono stanca. Facciamo il conto del dislivello totale e sono 1.100 m.
Non male.
Neppure i tempi sono stati malaccio.
Altra gita consigliatissima.
Incontro con persone davvero simpatiche, una dei quali mio coscritto e che ha frequentato la mia stessa scuola superiore! Com’è piccolo il mondo!