mercoledì 24 febbraio 2016

Rifugio Elisa– m 1.525 – 24 Febbraio 2016


Prologo.
A Rongio ci sono stata più di una volta, vuoi che mi perdo? Non si sa mai, metti il navigatore!
Alla terza volta che mi perdo facendo lo stesso giro indicato dal navigatore capitolo, gli dico di riportarmi a casa e arrivata alla Guzzi vado a naso.
E capisco dove sbagliavo. Perché è vero che i navigatori ti fanno fare strade improbabili, però li, dove c'è quel canale, ero io che sbagliavo.
Ok, ho perso circa mezz'ora … è un problema? No, direi di no.

“Mamy, ma è lo stesso posto dove siamo andate poco dopo che sono arrivata da te, vero?”
Si, Kyra, te lo ricordi!
“Oh si, tu dicevi che era noioso mentre io sentivo tanti di quegli odori! E poi, ti ricordi quel muro di neve che avevo paura che non saremmo riuscite a passare?”
Ah si, il muro … quest'anno ci sarà molta meno neve e in ogni caso tu ormai sei una brava cagnetta alpinista con 3 anni di esperienza!
La vedo correre via, coda alta tutta contenta, muso a terra a sentire i mille odori, le mille storie che raccontano.

Confermo: la strada è noiosa. Ma almeno siamo in giro, in mezzo alla natura e con una bella giornata. Anche se non siamo al sole è caldo, qui è ora di mettere le mezze maniche e medito che la maglietta che ho nello zaino è anche lei con le maniche lunghe mannaggia!
Arrivo al bivio con la Gardata (al ritorno sbucherò da qui) e proseguo. Non è che oggi sia in gran forma e mi costringo a non fare soste prima di arrivare almeno a 1000 m slm
La mente vola, cerco di tenere a freno i pensieri negativi o le situazioni che mi mettono ansia e salendo da questa bella ma noiosa strada.
Sento parlare e incontro i primi due signori della giornata; sono seduti, stanno riposando e facendo asciugare le camice bagnate di sudore. Cortesemente saluto e mi sento rispondere: ma io la conosco! Ci siamo visti al Resegone! Una vita fa però! Ricostruita quella giornata facciamo 4 chiacchiere poi riprendo il mio cammino. Non ho voglia oggi di interagire e preferirei la solitudine. Ma come faccio se questo inizia a chiacchierare? Vengono anche loro all'Elisa e mi immagino una discesa insieme … uffa, non ho proprio voglia!
E' arrivato finalmente il momento della mia pausa: ma se quelli mi raggiungono? Non sono antipatici, assolutamente, sono proprio io che non ho voglia.
Non arrivano e io riprendo più tranquilla. Non mi ricorderò di loro fino alla discesa.
Sono stanca. Ecchecavolo: come mai? Saranno 1000 max 1200 m di dislivello! Probabilmente non sono in giornata ma ormai sono in ballo e continuo a ballare anche perché, vedendo come è felice Kyra mi rincuoro e la stanchezza passa.
Arriva il primo strappo con la neve. Dura ma non troppo, anzi, direi perfetta.
Kyra è sparita. La chiamo. Non risponde. La chiamo ancora. Niente.
Urlo di nuovo, tra l'arrabbiato e il preoccupato. Sento una voce femminile che mi dice “E' QUI!”
Immagino che sia di la da questo muro e che li ci sia il rifugio. Salgo. Ma poi penso che no, Kyra deve stare vicina a me. La chiamo ancora. Arriva correndo giù dal bosco mi si affianca da qui in poi non mi lascerà più. Chissà cosa c'era di cosi tanto interessante?
Intanto io ho scoperto di sentire “le voci” perché salita sul muro non solo non c'è il rifugio, ma non c'è proprio nessuno!
Mah, sarà la stanchezza.
Ora si alternano pezzi di neve ghiacciata a pezzi puliti. Ci sono tratti di pochi metri ma ripidi dove salire non è un problema ma a scendere mi farà venire i sudori freddi, mi sa che metterò i ramponcini perché non ci affondo neppure il tallone.
Ultimo strappo, ora l'ho visto il rifugio, è proprio qui dietro. E meno male perché ora sono davvero stanca. Perché non ho fatto una sosta? Bella domanda. Forse per non beccare i due tipi. Molto più probabilmente perché ho in testa le parole del mio mentore che “non ci si ferma mai, non si mangia mai, non si bene mai” … eccheca....
In ogni modo sono arrivata. La panca è pulita e asciutta, peccato che il sole ora sia nascosto dalle nuvole promesse dalle previsioni. Inizia anche a fare un po' di freddo e dopo essermi coperta inizio a mangiucchiare qualcosa.
E' bello qui. Dietro di noi la Grigna e davanti il lago con il promontorio del San Primo. Mi rendo conto che non c'è alcun rumore. D'estate senti l'acqua che scorre, un uccello che canta, un insetto che passa. D'inverno, cosi come sui ghiacciai d'estate, il silenzio è totale. E io lo adoro. Lo ascolto, lo assaporo e me lo godo.
Ma fa freddo. Mi alzo per guardarmi un po' intorno e mi rendo conto che Kyra ha visto qualcosa giù da quel pendio, piuttosto ripido e con neve ghiacciata. Ecco, questo non deve succedere: la chiamo e lei non mi risponde perché è presa da quello che ha visto. L'ultima educatrice che ho contattato mi ha detto che questo non è un problema, che non devo mettere Kyra nella situazione di eventuale pericolo … certo, la legavo appena arrivata in cima e lei non avrebbe visto quella crosta di formaggio che qualcuno (grrrrrrrrrrr) ha lanciato li qualche giorno fa. Torna tutta contenta, con la sua preda stretta in bocca. Cerco di togliergliela ma lei non è d'accordo. Approfitta di un attimo di mia incertezza per prenderle meglio la bocca e con due morsi la manda giù.
SE BECCO QUELLO CHE BUTTA VIA LE CROSTE DI FORMAGGIO PERCHE' TANTO LE MANGIANO GLI ANIMALI MANDO GIU' LUI A FARE DA CIBO ALLE BESTIOLE!
Permettetemi qui una piccola divagazione perché in discesa troverò un sapientone che si permette di lasciare i suoi rifiuti sul sentiero perché tanto la notte il camoscio li mangia:

Cosa mangia il camoscio?
Il regime alimentare del camoscio è basato sull'erba ma la sua dieta varia a differenza delle piante da una stagione all'altra, da un anno all'altro. Predilige le piante erbacee e in particolare le graminacee e il tasso. Durante la stagione estiva il camoscio mangia anche erica, muschio, licheni.

Ecco, per cui piantiamola di lavarci la coscienza quando lasciamo i nostri rifiuti sui sentieri e sulle cime: GLI ANIMALI DI MONTAGNA NON SONO IN UNO ZOO DOVE SI PORTANO LE NOCCIOLINE ALLE SCIMMIE!
Torniamo a noi. Decido di scendere, voglio passare dalla Gardata e da li il sentiero è un pochino più lungo. Inizio la discesa ma come presupponevo, non entra il tallone nella neve ghiacciata. Quando mi rendo conto che scendere non è solo una tortura lenta, ma diventa anche pericoloso per una imbranata come me e tenuto anche conto che sono anche da sola, risalgo qualche metro fino ad un pianoro e metto i ramponcini. Ora scendo molto meglio, più sicura dei miei passi e quindi anche più serena. Fatti i primi pezzi ghiacciati chi ti incontro? I due signori: apperò … ce ne hanno messo di tempo! 4 chiacchiere poi io giù e loro su.
Il bivio per la Gardata non lo avevo visto all'andata ma è subito dopo la casetta con la meridiana. Non ci penso neanche un momento e lo prendo, con la gioia di Kyra (lei ama i nuovi sentieri!) Ho i ramponcini in mano ma ora immagino che non mi serviranno più per cui li lavo come posso al primo pezzetto di neve e li rimetto nello zaino.
Proseguendo il sentiero diviene davvero sentiero, una flebile traccia nel bosco. Poi devo ringraziare i segni gialli sugli alberi e le peste nella neve, che ora è costante. Neve ghiacciata. Scivolo. Ma porca... … mi rialzo, tutto bene, ho un buon supporto sul fianco dove ho battuto. Ramponcini? No dai, aspettiamo. La situazione però peggiora, dove non c'è neve ghiacciata c'è fango scivoloso e la pendenza del sentiero aumenta. Ad un certo punto lo perdo anche. E ora? Uffi, non ho voglia di risalire. Vado un po' di qui e di la, ovviamente in questo punto niente neve, niente segni. Che mi debba infilare in quel canale? Non ci sono alternative per cui mi infilo e poco dopo vedo il cartello bianco e rosso. Respiro di sollievo. Ancora un po' di acrobazie e poi il sentiero si fa largo, la pendenza diminuisce, arrivano gli aghifoglie e questo mi fa capire che siamo vicino alla Gardata che, per chi non lo sapesse, è una casa.
Sosta. Ho sete, ho finito la tisana e ora devo sfruttare l'acqua che ho portato per Kyra, meno male lei non sembra avere sete, io invece dovrò iniziare ad appesantire lo zaino con un'altra bottiglia.
Da qui alla grotta il sentiero è una autostrada e a parte i due tizi con cui riesco pure a litigare (ma che vuoi, hanno messo un bell'asciugamano sulla roccia prima di sedersi … loro si che sono montanari doc!) per la questione dei rifiuti buttati li in mezzo al sentiero.
Per fortuna non me la prendo più di tanto, mi passa subito e mi godo la discesa con la mia tata.
Arrivati alla grotta bevo, non troppo perché è fredda ma abbastanza per togliere il senso di sete.
Ricordo che quando venimmo qui 3 anni fa c'era un ponte da cui si poteva entrare a vedere per benino il fiume e le vasche che creava. Kyra aveva paura e mi ha aspettato al ponte; questa volta invece Kyra è davanti a me e si infila nel sentierino. Solo davanti al passaggio cementato e sospeso è perplessa ma quando mi vede andare avanti viene con me. Un po' scettica però perché si guarda intorno, mi guarda e poi “Mamy, mi sa che io ti aspetto la al ponte” e se ne torna indietro.
Ha fatto dei passi da gigante da quando l'ho adottata e ora è davvero più autonoma, meno fifona e dove non reputa che per lei sia sicuro non ci sta. Sono strafiera della mia tatina!
Rientrando mi concedo il tempo di fotografare i fiori che stanno diventando copiosi, d'altra parte è primavera … ops, no, manca ancora un mese a primavera … cosi dice il calendario.
La prossima volta che torniamo qui vorrei andare alla Bietti, quella traversata mi ispira assai.

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 400
Quota arrivo: m 1.527
Dislivello: m 1.222 circa
Tempo totale: 7 h 9 m compresa di soste
Km percorsi: 15,5 circa

lunedì 15 febbraio 2016

San Primo dalla direttissima e cresta – m 1.682 – 15 Feb 2016


Giornataccia.
Però ha nevicato.
E sarà l'unica giornata bella della settimana.
Ma è una giornataccia e la mattina proprio no, non me la sento di uscire.
Poi passa.
Il San Primo da Pian Rancio non è lungo, perché non sdoganare le gite pomeridiane?
Alle 13 siamo al parcheggio. Neve. C'è neve, non come l'altra volta che se n'era appena andata via. Carico le ciaspole sullo zaino che non si sa mai e partiamo. La consistenza della neve è perfetta, asciutta e non si scivola. Non è tantissima ma sufficiente.
Mentre saliamo dalla strada innevata mi vengono in mente quei ragazzi che erano saliti dalla direttissima. Guardo avanti e vedo che è tracciata. Perché no? mi dice una vocina dentro. Perché è ripida, rispondo io. Ma poi vince la voglia di ripido e decido di salire da li. Non sono sicura che sia questa la via che viene chiamata direttissima perché io pensavo che salisse più in la sulla cresta invece arriva ai ripetitori ma tanto fa.
Ripida eccome. E poi, la traccia che avevo visto me la devo essere inventata, o meglio, è una traccia di sci per cui me la devo immaginare. Ogni tanto trovo delle impronte (senza ramponi) che scendono e mi consolo.
Ripido, talmente ripido che vedo le gocce del mio sudore scendere e cadere nella neve. KYRAAAAAAAAAAAA !!!! E' sparita. Torna scodinzolando e correndo contenta: sono qui, mamma, mentre tu arranchi io vado a divertirmi un po' nella neve fresca, va bene?
Screanzata … un po' di rispetto! E rido, lei si diverte e lo scopo di oggi era appunto questo, farla divertire.
Finalmente spiana un po' e posso tirare il fiato; Kyra torna vicina a me e poco dopo approdiamo sul sentiero. Incontro due ragazze che scendono (ma è lunedì, che ci fanno in giro?) mentre io cerco di capire chi sono dopo la faticaccia della rampa. C'è aria fredda, prima di arrivare a Terra Biotta decido di coprirmi e meno male perché li ci accoglie un vento gelido gelido. E incontriamo uno sci alpinista, uno di quelli che non se la tira. Kyra gli abbaia e lui si ferma e cerca di fare amicizia. Poi mi rincuora dicendomi che il vento è solo li, ci salutiamo e ognuno per la sua strada.
Oggi, nonostante il vento, decido per la cresta. E' bella, la neve è bella, il panorama è bello, Kyra si diverte e il vento le ha pulito le zampette che si erano riempite di neve quando ha scorrazzato in neve fresca.
Cima. Mentre arrivo sbucano dal sentiero del Martina due signori. Lei è arrabbiata perché il sentiero è scivoloso. Hanno le ciaspole e i ramponi: ma perché non ha messo i ramponi? Mistero. La solita pigrizia immagino. Mi chiedono la foto di vetta e poi scendono. Hanno fatto un bell'anello: partiti da Sormano, a Terra Biotta sono scesi e hanno preso la strada per il Martina a ora tornano a Sormano. Se non ci fosse la storia del parcheggio che a Sormano costa un botto, è un anello da fare.
Vento freddo, mi infratto con Kyra ma fa davvero freddo. Il tempo di mangiare 3 biscotti e di bere un po' di tisana calda e poi scendiamo dalla strada. Incontriamo uno sci alpinista che sale e un ragazzo con le ciaspole. Un traffico per oggi che è lunedì!
Devo ammettere che mi sono divertita pure io, ho bisogno di muovermi e quando sono in montagna il mio morale torna a livelli accettabili, se poi c'è la neve bella come oggi rasenta quasi la gioia.
Bene, abitare qui nel triangolo lariano ha molti lati positivi, compreso il fatto che puoi partire anche di pomeriggio per fare una bella salita.

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.110
Quota arrivo: m 1.687
Dislivello: m 645 circa
Tempo totale: 3 h 26 m compresa di soste
Km percorsi: 8,5 circa

giovedì 11 febbraio 2016

Anello al Monte Barro – m 922 – 11 Febbraio 2016


“Oggi mamma è arrabbiata e mi ha strattonato per tutto il tragitto fino all'imbocco del sentiero! Mica è colpa mia se ha lasciato a casa macchina fotografica e GPS!”
Vero, ero arrabbiata con me stessa ma tu ci hai messo del tuo! Quante volte ti ho spiegato che al guinzaglio non devi tirare???
“Uff … ma tutti quegli odori! Lo sai che per me il tempo non conta e non capisco che poi stiamo via tutta la giornata in mezzo alla natura!”
Hai ragione ma non è colpa mia se ho cercato e cercato educatori per aiutarmi a risolvere il problema e non ne ho trovati! Su, dai … poi però ti sei divertita lungo la cresta e nel bosco, no?
“Si, certo … e ti voglio bene lo stesso!”

Cuore di cane la mia piccolina, nonostante a volte me la prenda con lei, non si scompone mai e la leccatina mi arriva sempre, anche quando non è che me la merito proprio.
Ebbene si, arrivata al parcheggio cerco il GPS per accenderlo e scopro che è rimasto a casa.
Mi succede di dimenticare l'ovvio quando non seguo il mio rituale nella preparazione dello zaino. Pazienza. Userò il telefono, sia come GPS (MOLTO scarso, purtroppo) che come macchina fotografica. Vorrà dire che ci torno a fare questo anello, ci tengo ad avere la traccia!
Ovviamente mi sento in ansia. Mi perderò? Cavolo, sono sul Barro, come faccio a perdermi? La mia ansia si fa sentire: mando un sms a Giuliano allertandolo che sono senza GPS? Immagino già la risposta: SEI SUL BARRO! COME FAI A PERDERTI?
Lascio perdere, mi sono persa anche alle pendici dei corni, certo che posso perdermi anche qui, ma lui non capisce, lui sa SEMPRE dov'è e dove è la direzione in cui deve proseguire.
Mi faccio coraggio, i cartelli li trovo e sembrano essere precisi … e abbondanti.
In effetti avrò solo un altro timore una volta arrivata all'Eremo ma anche li i cartelli non mancano. Davvero non ci si può perdere sul Monte Barro!
La cresta è bella come me l'aspettavo. Io adoro le creste, mi danno un senso di libertà. Vedere tutto quello che ho intorno, la strada davanti a me da salire e intorno il mondo … libertà! Per cui me la godo. E' una cresta da fare al massimo ad inizio primavera e poi in tardo autunno, l'inverno è la stagione ideale perché il caldo qui è potente e in alcuni punti è bella ripida.
Poche roccette hanno fatto si che mettessi a Kyra il suo imbraco. A lei non piace ma siamo sole e mi sento più sicura cosi. E poi non è che si blocca, corre e va avanti e indietro come se niente fosse, quindi non mi sento assolutamente in colpa: capito tatina?
In cima fa freddo. Mi copro ma un po' mi fermo; mi raggiunge una signora che penso abbia fatto la mia stessa strada, per fortuna non ha paura di Kyra cosi la posso lasciare libera.
Inizio a scendere. Trovo un'altra ragazza che sta salendo e ci fermiamo a chiacchierare.
Sono quasi arrivata all'Eremo e mi rendo conto di aver lasciato il Buff in cima. Cavolo, è uno di quelli a cui tengo di più! Giro i tacchi e risalgo, il giro è corto e il dislivello non è eccessivo per cui me lo posso permettere. Incontro la signora che scende: non ho visto niente in cima. Il vento: vuoi vedere che mi ha fregato il vento? Eppure avevo messo i sassi … In cima dovrei trovare la ragazza, speriamo che lei l'abbia visto il mio Buff.
In cima però non c'è nessuno, deve essere scesa dall'altra parte … ma il mio Buff c'è! Felice io!!
Ritorno a scendere, so che c'è una panchina spettacolare poco prima dell'Eremo e siccome è già mezzogiorno mi fermo a mangiare. Passano un po' di signori che mangeranno al ristorante poco sotto, due in particolare si innamorano di Kyra, un sacco di coccole, le fanno perfino delle foto e poi insieme scendiamo al ristorante. E' piccolo e pieno. Chiedo se hanno tempo di farmi, con molta calma, un caffè. Il ragazzo sembra un po' spiazzato ma mi dice di si. Aspetto tranquilla. Alla fine me lo fa, capisco che è agitato per la sala piena e gli sono ancora più grata per aver trovato il tempo di darmi retta.
Uscendo vedo gente che scende dalle scale e provo anch'io a salire e mi trovo su una terrazza spettacolare che non avevo mai visto: ma che bella! E che panorama da qui!
Ma ora dobbiamo cercare il sentiero. Pochi passi e trovo il cartello che mi interessa. Ora sono tranquilla, il sentiero mi porterà alla macchina e io non mi perderò ^_^
Bel sentiero, poca pendenza, panorami spettacolari (oggi abbiamo una visuale che arriva al Monviso!). Iniziano i primi denti di cane insieme alle immancabili primule e ho visto perfino una poligala già fiorita! Il Barro è un ottimo giardino botanico naturale grazie alla sua posizione.
Ci toccherà tornarci, e non solo per registrare la traccia GPS.

heliSLaLenta & Kyra

Kyra, cana alpinista

mercoledì 10 febbraio 2016

Verso il Cornizzolo – 10 Febbraio 2016


La parola di oggi
La meteoropatia, dal greco μετέωρον (meteoron, cosa che è, che avviene in alto) e πάθος (pathos, passione, malattia), è un termine che sta ad indicare un insieme di disturbi psichici e fisici di tipo neurovegetativo che si verificano in determinate condizioni e variazioni del tempo meteorologico o delle condizioni climatiche stagionali.

Ecco, quindi oggi non è giornata, in più il vento mi porta mal di testa.
Ma devo uscire. Meno male che a due passi da casa c'è questa strada che mi porta su. Oggi va cosi.
Godetevi le foto ;)

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 623
Quota arrivo: m 1.214
Dislivello: m 638 circa
Tempo totale: 4 h 15 m compresa di soste
Km percorsi: 12,9 circa

giovedì 4 febbraio 2016

Piz D'Alben – m 1.865 – 4 Febbraio 2016


Dilettante!
Me lo sento rimbombare nelle orecchie ogni volta che sbaglio strada e devo tornare indietro.
Si, perché io ho due grossi problemi in montagna: non avere assolutamente senso dell'orientamento e, di conseguenza, una grande insicurezza. Queste due cose mi mettono molta ansia, soprattutto nel programmare la gita in un posto nuovo.
La meta non era quella, volevo andare a Pian delle Betulle camminando un po' e facendo un anche del dislivello e cosi, cercando su internet, trovo questa splendida descrizione di Diska che faccio mia. Trovo anche un bell'anello che si potrebbe fare anche se mi sembra un po' lungo per la stagione. Deciderò quando sono la.
Arrivata a Premana zona industriale provo a scendere dalla strada che si stacca sulla sinistra prima del ponte, cosi come dice Diska nella relazione …. cavolo! Non la conoscevo! Sarà molto utile per uscire poi, meno pericolosa dell'altra!
Non ricordavo più che avendo fatto l'area pic nic non c'è più il parcheggio di la dal fiume e cosi rimango spiazzata quando vedo il cartello di divieto di accesso. Torno sui miei passi ma oggi è giorno di lavoro e tutti i parcheggi sono occupati: che fare? Torno indietro e decido di mettere la macchina di fronte ad una già parcheggiata in uno slargo. Controllo che non dia fastidio e poi metto gli scarponi, quelli pesanti; forse sono troppo per oggi ma siccome ieri ha nevicato preferisco essere attrezzata, si sa mai.
Alla partenza non trovo il cartello del rifugio che voglio raggiungere (Ombrega, non lo ricorderò mai sto nome!) e mentre salgo evitando bivi in piano penso che forse sto sbagliando. Ma con Diska non puoi sbagliare, mi ritrovo subito nelle sue descrizioni e cosi, relazione alla mano, salgo passando ogni piccolo abitato splendidamente ristrutturato. La mulattiera è tenuta benissimo e mi fa pensare che qui la gente ci tiene davvero a questi piccoli borghi.
Incontro un ragazzo con un cane che assomiglia tantissimo a Kyra, ma loro salgono spediti; più avanti un signore che si riposa. Li ri-incontrerò al ritorno, hanno una baita poco più sopra e li vicino hanno le bestie. Per tutta la giornata non incontrerò più nessuno.
Salgo, non troppo ripido, abbastanza costante. Arrivo al borgo dove c'è il bivio: il rifugio con Pian delle Betulle da una parte e il Piz D'Alben dall'altra. E' da tempo (anni direi) che ho in mente di salire questa cima ma non era mai il momento. E se c'è troppa neve? E se c'è troppo ghiaccio? Ho ovviamente i ramponi nello zaino ma …. che faccio?
A volte mi faccio davvero delle domande sciocche, perché la risposta la so già. Il giro che avevo in mente passando dal rifugio è abbastanza lungo ed è meglio aspettare che le giornate si allunghino un po'. E se non salirò in cima pazienza, va bene cosi. Metto via la relazione che ormai non serve più e proseguo. E inizia la prima neve.
Purtroppo sarò sempre all'ombra ma almeno sono nel bosco che mi salva dal vento gelido e a raffiche che sferza le montagne fino a creare gli sbuffi di neve lassù in cima.
Qui passa il Gir di Mont e salendo mi dico che sono pazzi questi che corrono … io sbanfo a farla a piedi! Come dicevo all'inizio ogni tanto mi perdo, devo tornare indietro. La cartina è di aiuto e anche il GPS, dove stranamente questo sentiero è segnalato.
Non mi sono ancora fermata a mangiare la banana e va bene cosi, è la conferma che se la colazione è fatta come si deve le energie ci sono!
Cappelletta. In ristrutturazione. Qui mi fermo, ho sete. Kyra anche. Ormai vedo dall'altimetro che sono all'alpe Chiarino ma questo posto, nonostante le impalcature, mi piace.
Riprendo la via ed ecco poco lontano le case. A parte la prima, un po' discosta dalle altre, che è al sole, è tutto in ombra. E no che non mi fermo! FA FREDDO! Vedo i cartelli per il Pizzo e danno 40 minuti. Non so qual'è, non ho relazione né una foto di cima. Essendo un 1800 immagino che sia abbastanza boschivo e dalla cartina vedo la direzione. La direzione che prendo è giusta ma il sentiero no. Mi fa stare troppo in costa mentre io devo salire altrimenti come faccio a fare 300 m di dislivello in 40 minuti?
Torno. In effetti il sentiero era poco più sopra. Un po' di traverso e poi si sale. Man mano aumenta la neve ma soprattutto aumenta il ghiaccio sul sentiero. I bastoncini sono nello zaino e io cerco di salire a lato, dove ci sono cespugli e il ghiaccio non ha preso. Kyra sembra proprio felice anche se ogni tanto si mordicchia le zampe. Corre avanti e indietro e quando il vento ha accumulato un po' di neve ci si tuffa.
Ormai manca poco, lo zig zag del sentiero si fa più stretto e gli alberi più radi … e il vento si sente di più. Mi fermo prima a mettere il giubbotto, poi anche l'antivento. Guardo Kyra: lo vuoi il cappottino? “Mamma!!! Io ho tanto pelo!” Va bene Kyra, andiamo cosi.
Alzo gli occhi e vedo la croce. Il freddo ora è davvero pungente e fatico a fare gli ultimi metri.
In cima ho la sorpresa di vedere una bella panca di legno con tanto di schienale, segno che qui ci tengono davvero.
Il panorama è notevole e io voglio fare la foto di vetta. Uso lo schienale della panca ma evidentemente non fermo bene la macchina fotografica tramite il cavalletto e mi cade nella neve … MANNAGGIA !!! La pulisco e l'asciugo ma purtroppo quando si accende l'obiettivo non si apre del tutto … mi demoralizzo un po', di prendere la macchina nuova ci sto pensando da tempo ma temporeggiare ancora un po' non mi dispiace. Se do un colpettino con il dito l'obiettivo va a posto e cosi posso fare le mie foto.
Le raffiche di vento non sono continue e cosi decido di fermarmi qui a mangiare perché sotto non ho visto altro posti, dovrei tornare all'Alpe Chiarino e io ho fame.
Alla fine ho le dita delle mani davvero congelate. Kyra vuole cibo, non le sono bastati i croccantini e la barretta; il vento le scompiglia tutto il pelo, ha il musetto pieno di neve e si meriterebbe una pappa da regina … ma dobbiamo ancora scendere. Preparo i bastoncini ma le mani ormai mi fanno un male cane e non riesco a stringerli bene.
Devo stare attenta al ghiaccio, penso ….. ed ecco che il piede va … e mi ritrovo con il sedere per terra … mannaggia! Se mi rompo qualcosa qui ho solo da sperare che prenda il telefono perché altrimenti, ora che mi trovano, muoio congelata!
Pian piano scendo. Kyra mi tiene sempre d'occhio, lei che ha 4 zampe motrici e un baricentro basso basso, sembra che mi dica: ma hai anche tu 4 zampe adesso, perché sei cosi imbranata?
La discesa è breve, arrivata alle case tiro un respiro di sollievo. Faccio qualche foto e poi discesa. A salire ci ho messo poco più di 3 ore ma a me sembra di essere partita da meno di un'ora e in questa stagione ho un po' l'angoscia del buio , anche se ho dietro la frontale; questo per dire che preferisco non fermarmi a cazzeggiare un po' al sole anche se la tentazione è forte.
Arrivata alla chiesetta decido di prendere per la strada A S P (Agro Silvo Pastorale) che credo sia nuova nuova. La prima sorpresa è un immenso albero caduto da poco che è messo in modo tale che non è poi cosi semplice superarlo.
Chiamo Kyra che, la tonta, è scesa dal sentiero dell'andata. Corre da me e mi guarda: da che parte andiamo? Bella domanda. Finalmente trovo il modo di superare l'ostacolo senza rimetterci zaino, giacca o qualche arto e riprendo il mio sentiero. Il cartello dice 10 minuti alla strada e poi altri 10 per l'Alpe Ariale …. questo almeno è quello che credevo ma guardando le foto ora, mentre scrivo, mi accorgo che me lo sono inventato: i 10 minuti sono per lo spiazzo che raggiungo e da cui poi dopo ritornare indietro visto che da li non si va da nessuna parte. La strada è invece proprio all'Alpe, da li preferisco prendere il sentiero che ho fatto all'andata.
Un po' sbagliando, ma di poco, arrivo all'abitato di Dalben, dove c'è il bivio con Pian delle Betulle e mi fermo un po'. Qualche foto (e qui la bella sorpresa che la mia macchina si è ripresa!) uno sguardo li intorno … ora mi potrei ben fermare un pochino a rilassarmi, c'è una panchina di legno lunghissima e comoda, il sole, niente vento e un bel panorama. Ma non sono stanca e mi aspettano due impegni a valle per cui scendo.
Alle prime baite ri-incontro i signori visti all'andata, due chiacchiere, Kyra gioca un po' con l'altra cagnolina e poi riprendiamo la discesa. Sole.
Sono circa 6 ore che siamo in giro. Come spesso mi capita, mi sembra di essere appena partita ma allo stesso tempo di essere stata in giro giorni interi tanto è lo stacco che ho dalla quotidianità quando me ne vado per monti.
Devo ammettere che questa zona, che ho sempre bistrattato, è meravigliosa, di certo ci torniamo e vi invito a visitarla, magari non con il grande caldo di piena estate ma le mezze stagioni penso che qui siano meravigliose.

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 770
Quota arrivo: m 1.878
Dislivello: m 1.260 circa
Tempo totale: 6 h 05 m compresa di soste
Km percorsi: 12,3 circa