venerdì 29 luglio 2011

Monte Legnone per la Direttissima – m 2.609 - 29 Luglio 2011


Come si diceva con Andrea62 l'altro giorno, stiamo facendo le gite che avevamo in programma per l'autunno :(
E cosi, quando Nano mi propone la Direttissima non me la lascio sfuggire.
Permettetemi un piccolo elogio al mio amico: saputo che ci tenevo a farla e che avevo timore per quel passaggio di III … decide di accompagnarmi :) Come non essergli grata?
Ci troviamo a Lecco con Pinuccio e via verso Colico. Colazione, pane (eh si … Pinuccio è uno che mangia!) e poi su verso Fontanedo e Rusico.
Non ho ben idea delle altezze ma so che sono circa 2000 m di dislivello per cui, quando si decide di andare fino in fondo alla strada, non protesto :)
La strada è strettissima, a volte addirittura cementata, ma si sale senza troppi problemi. Chi li crea i problemi, invece, è il parcheggio che è davvero scarso.
Iniziamo la salita in uno splendido sentiero nel bosco. Solo più avanti mi rendo conto che non abbiamo preso il Bergamin, un sentiero di costa spaccagambe che pensavo di fare in salita per fare poi questo in discesa. Va benissimo cosi, come detto prima la gita è lunga e impegnativa per cui non protesto se non mi aggiungono altre difficoltà.
Arriviamo al Rifugio Scoggione in un'ora e mezza (circa 800 m di dislivello) guadagnando mezz'ora sulla tabella di marcia … nonostante la mia lentezza!
Nano trasecola … ma davvero siamo saliti in un'ora e mezza? Me lo chiederà almeno 3 volte, incredulo della performance :)
Piccola sosta al rifugio e poi su, verso la baita dei cacciatori dove un locals ci saluta: Andate alla direttissima? Trovere bagnato …
:(
Uff … pazienza.
Aggiriamo il laghetto e iniziamo la salita.
Ripida.
Molto ripida.
TROPPO ripida … e non ci sono più bolli.
Litighiamo con il fango ed i rododendri per salire e 4 mani bastano a malapena. Ci rendiamo conto che, anche se siamo su una traccia ben battuta, abbiamo perso i bolli.
Nano va avanti per capire se si può rimediare all'errore o se dobbiamo (Gulp!) tornare indietro.
Per fortuna, ravanando ancora un pochino, ritroviamo il sentiero (GrandeNano!) e proseguiamo per la cresta.
Finalmente siamo fuori dai rododendri ed inizia il vero divertimento. Roccette, cresta erbosa, spesso esposta … molto esposta, ma sempre fattibile. Arrivata al pezzo critico scopro un pezzetto di catena che ci aiuta a salire.
La parete del Legnone è li che ci guarda, noi l'ammiriamo continuando la progressione.
E' fin troppo breve la cresta e approdiamo al pendio detritico che ci ricongiunge con la cresta proveniente dai Roccoli Lorla.
Quì l'incontro ravvicinato con due giovani Stambecchi che si fanno avvicinare e si mettono in posa per noi su orrendi dirupi.Noi siamo grati a loro di averci fatto partecipe per qualche minuto della loro esistenza
Sono sfinita. Ma manca davvero poco alla cima. Dai … tieni duro Silvietta!
Non siamo soli, vediamo 2 ragazzi che stanno finendo la cresta. Un bel respiro e mi avvio verso gli ultimi metri.
In vetta qualche lacrima mi scappa … il Legnone per me è il ricordo di Rino …
Ci sono già le bandierine e un pensiero corre per forza di cose a Floriano …
Guardo Gipsy: 4 ore e un quarto! Abbiamo guadagnato 3/4 d'ora! Si, lo so, si poteva fare di meglio, ma io sono contentissima cosi!
Ci rilassiamo mangiando (ebbene si … anche Nano mangia!) Scambiamo le foto di vetta con i ragazzi che abbiamo trovato in cima e iniziamo la discesa.
Il sentiero che scende sembra tracciato da un ubriaco … vediamo laggiù il segno ma per arrivarci fa un giro larghissimo … e io faccio molta … ma molta fatica su questi massi instabili, su questo sentiero di cacca :( Uffi … se vado avanti cosi non scenderemo mai!
Finalmente aggiriamo la cresta e arriviamo al Colle Colombano: da qui c'è una strada militare che ci riporterà allo Scoggione.
Che bello, penso, ora il mio passo aumenterà.
Non ho tenuto conto dei ragazzi però … taglia di qui, taglia di la … ma che @@@@@@!
:)
Il tormentone della discesa: loro che prendono in giro me quando siamo sulla “strada” io che li maledico quando prendiamo le scorce.
Arrivati al Rifugio non ci facciamo mancare il pediluvio nella fontana: ci voleva proprio!
Poi giù. Per l'interminabile discesa. Altra sosta a metà strada. Ora il caldo si fa potente. Oggi sembra tornata l'estate :)
Arriviamo a 2 minuti dalla macchina che per l'ennesima volta ci guardiamo in faccia: ma siamo passati di qui? Stamattina mi sa che avevamo tutti la testa da un'altra parte :)
Ma ecco la strada e poco più giù la macchina.
Non faccio in tempo a togliermi lo zaino che sono assalita dalle zanzare :(
Mi cambio alla velocità della luce ed invito i miei soci a fare altrettanto e di corsa scendiamo verso Colico dove uno splendido super mega gelatone ci aspetta.
E' la prima volta di Pinuccio con noi … spero non se la sia presa per le mie prese per i fondelli o per le mie “lamentele” e che si sia divertito tanto quanto noi. Ha dimostrato una ottima conoscenza della montagna e, anche se sono anni che non va più, non ha battuto ciglio per gli oltre 1.800 m di dislivello … spero che sia la prima di una lunga serie di escursioni insieme!
Grazie ragazzi … per me è stata davvero una giornata incantevole!
Il 90% delle foto sono di Nano che ringrazio anche per il servizio fotografico!
Quota partenza: m 743
Quota arrivo: m 2.609
Dislivello secondo Gipsy: m 1.870 circa
Tempo totale, comprese le soste: 8 h 50 m
Km percorsi secondo Gipsy: 14 km
heliSLaLenta

Partecipanti: Nano, Pinuccio, heliS

domenica 24 luglio 2011

Monte Berlinghera - m 1.930 - 24 Luglio 2011


In questo incredibile luglio non si sa proprio come organizzarsi.
Lasciate perdere mete più ambite e per noi classiche in questa stagione, “ripieghiamo” in Engadina … ma anche li siamo respinti dalla pioggia.
Mi viene in mente il tormentone di Andrea, una montagna che io non voglio saperne di salire (chissà poi perchè?) e cosi la propongo.
Arrivati a San Bartolomeo il vento è notevole. Non demordo e propongo al mio socio il Sasso Canale, che ho già salito anni fa ma a me va bene lo stesso.
Andrea preferisce il Berlinghera, ottima cima panoramica sulle mie amate valli.
In cima ci siamo divertiti a identificare tutto quello che potevamo e scesi a valli non ci siamo fatti mancare un bel gelato.
Che ci si può fare … ci si deve accontentare … per fortuna in montagna si continua ad andare nonostante tutto!
Grazie Andrea per la bella giornata!
Quota partenza: m 1.214
Quota arrivo: m 1.930
Dislivello secondo Gipsy: m 726 circa
Tempo totale, comprese le soste: 5 h
Km percorsi secondo Gipsy: 8 km
heliSLaLenta

sabato 23 luglio 2011

Pizzaccio – m 2.588 - 23 Luglio 2011

Come avevo detto l'altra volta? Mai fare una gita con quelli di On-Ice … E allora perché accetto l'invito quando arriva venerdì?
Mah … perché sono sola?
Ma no … alla fine mi ero pure divertita lo scorso sabato per cui, visto che la comitiva è dimezzata, mi son detta: perché no?
I perchè son presto detti:
1 – mai andare in giro con quelli di On-Ice soprattutto se c'è un gigante che, essendo tale, PRETENDE il posto davanti lasciando la sottoscritta a stare male dietro :( (soffro maledettamente il mal d'auto!)
2 - mai andare in giro con quelli di On-Ice soprattutto se c'è un goloso che PRETENDE di fermarsi a fare colazione in quel di Chiavenna: come fare a dire di no ad un bellissimo krapfen che ha inoltre il sapore antico di quando il papà te lo faceva trovare per colazione?
3 - mai andare in giro con quelli di On-Ice soprattutto se c'è una coppia di spaccamaroni che, non potendosela prendere con il loro mentore, se la prendono con l'unica malcapitata per tutto il santo giorno …
Morale: arrivo a Olmo mezza morta, il mal d'auto si fa sentire. Purtroppo avrò la testa per aria (giramenti e sensazioni di svenimento) per quasi tutto il giorno, praticamente fino a metà discesa. Mentre salgo penso al tratto esposto e alle roccette da fare in discesa, proprio quello che ci vuole con la testa che non ne vuol sapere di stare ferma al suo posto.
Lo spirito goliardico della coppia, inizio a capire, sarà rivolto “contro” di me per tutto il giorno.
E sia. Mi metto l'aureola di Santa e, pazientando, cerco di dar loro corda :)
Arriviamo all'Alpe Lendine dove due splendide signore insistono per offrirci il caffè. E meno male che, chiacchierando con le nostre gentili ospiti, ci indicano la “vera” cima, e non il Mater come qualcuno a caso aveva individuato come la nostra cimetta!
Ripartiamo. Come dislivello siamo circa a metà strada e i 2 spaccamaroni prendono il volo. Sono sempre alla nostra vista, ma io mi rilasso :) chiacchierando con il mio vecchio amico.
Arrivati al lago inizio ad essere davvero stanca. Niente sosta banana … come dicevo? Mai andare in giro con quelli di On-Ice
Ma … MIRACOLO! La coppia Spaccamaroni Antisociali ci aspetta!
Non ci posso credere!
Ma ecco svelato l'arcano: “Nano … dove dobbiamo andare?”
Gulp ….
Come sarebbe dove dobbiamo andare … ma che razza di alpinisti sono questi qui????
Rido a crepapelle, anche perché ora sono davvero alla frutta. Talmente alla frutta che il buon Nano, per non farmi prendere troppo in giro dagli S.A. (che NON sta per sci alpinisti!) passa davanti e mi prende il bastone aiutandomi a salire.
Arriviamo ad una bastionata: “Nano … dove dobbiamo andare?”
Amoh ….. Grande Nano che parte e si dirige verso la cengia (lui non conosce né la zona né il sentiero, ci tengo a precisarlo … lui è bravo di suo!)
E poi la solita solfa per le roccette … fino ad arrivare in vetta.
Arrivati, Kikko non si ferma nemmeno un momento, gira i tacchi e scende.
Io mi rifiuto, lo so che quei nuvoloni neri non sono simpatici, ma guardo il mio mentore e vedo che è tranquillo: ok, si possono fare un paio di foto.
Purtroppo niente foto di gruppo.
Purtroppo niente firma sul libro di vetta.
Purtroppo niente bandierine, per fortuna qui ci sono già anche se vecchiotte.
Scendiamo.
Lo S.A. Number one ha una brillante idea: scendiamo di qui!
Viene immediatamente azzittito dagli altri 2 che però, e purtroppo, accettano la seconda proposta: scendere al lago dopo la cengia senza passare dal sentiero.
Ovviamente ora piove e perfino San Nano alla fine brontola: “Bella eh questa deviazione … splendida idea CorvoNero!!!”
Io intanto ho già superato abbondantemente la frutta e con solo un caffè in corpo da quando abbiamo lasciato la macchina non ce la fò più.
“Arrivati al sentiero mangiamo la banana” promette San Nano .
Il sentiero faticosamente arriva, ma nessuno si ferma …
Va bene, mi fermo io :)
Il duo prosegue (sempre più asociale!) mentre il mio mentore mi tiene compagnia.
Poi scendiamo finalmente sereni, in ambiente tranquillo (senza schiamazzi) chiacchierando del più e del meno.
All'Alpe Lendine le signore ci aspettano ancora con il caffè. Mi coccolo la bimba più piccola e quando è ora di scendere … mi tocca ridarla alla mamma … peccato, era davvero un amore!
La discesa … un tormentone … gli S.A. non mi hanno lasciato perdere un attimo … e cosi la discesa è passata in un baleno :)
Macchina.
Il gigante davanti, ovviamente.
Ad un tornante, per non sboccare proprio nel coppino del gigante, chiedo a CorvoNero di fermarsi.
Cavolo come sto male … mi riprendo solo dopo la sosta pranzo e cosi … altro alterco che dura fino alla macchina.
Che dire … mi sono divertita un mondo … non so gli altri, ma per me è stata una bellissima gita fatta in ottima compagnia!

Nota tecnica:
Da Olmo prendiamo il sentiero ben segnalato per l' Alpe Lendine. Da qui si vede la cima, ma non il percorso che si deve fare.
Poco più avanti si prende la rampa sulla dx, sempre seguendo i segnavia, che porta al lago Caprara e subito dopo al passo Lendine.
Dal passo bisogna abbandonare il sentiero segnalato (che porta al passo della Forcola) e portarsi sul lato destro della cresta.
Su tracce non sempre evidenti seguire la cresta fino alle ripide roccette finali, dove bisogna individuare una cengietta esposta che traversa con buona esposizione sulla parete Sud.
La cengia porta alla cresta opposta a quella finora salita e per facili roccette sulla vetta 


Partecipanti:
CorvoNero, Kikko, Nano, heliS
Quota partenza: m 1.070
Quota arrivo: m 2.588
Dislivello secondo Gipsy: m 1.580 circa
Tempo totale, comprese le soste: 7 h 20 m
Km percorsi secondo Gipsy: 16 km
heliSLaLenta

sabato 16 luglio 2011

Monte Torsoleto – m 2.708 - 16 Luglio 2011


Di una cosa ero certa: mai fare una gita con quelli di On-Ice!
Tanto per parafrasare qualcuno: la coerenza non è il mio forte :)
Sono invitata … usti … loro cosi bravi e veloci … che ci faccio io in mezzo a loro?
Decido di accettare la sfida e mi aggrego.
L'indecisione sul percorso è obbligata viste le pessime previsioni meteo. Alla fine decidono di dare fiducia al Grigna e di andare dalle parti dell'Aprica: qui il maltempo arriva dopo!
Il parcheggio di Bione è chiuso fino a metà agosto per cui il ritrovo è al Palataurus.
Subito inizia la caciara che accompagnerà la gita per tutto il giorno (ma dov'è la beata solitudine di boschi e creste?)
Si compattano le macchine e in 2 partiamo alla volta dell'Aprica.
Una sosta caffè degna della compagnia (quindi parecchio casinista) e poi verso la meta.
Non è dove pensavo io. Quando guardo l'altimetro un po' mi spavento: 1700 m di dislivello. Si, lo so che sono capace di farli, ma non alla loro velocità :(
Sono un pochino agitata ma cerco di non pensarci.
C'è una strada luuuuuuuuuuuuuuungaaaaaaaaaaaaaa da percorrere ed il gruppo si sfalda; ci pensa Giotto (G8) a tenerlo unito facendo continuamente avanti/indietro.
All'imbocco del sentiero ci compattiamo. La giornata, iniziata bellissima, si sta rapidamente annuvolando, nuvole di pioggia purtroppo.
La valle è stupenda, piena di acqua, di ruscelli, di cascate, di fiori … peccato davvero non goderla con il sole.
Poco prima di arrivare al Lago Picol (Piccolo ma che in realtà è il più grande delle valli bresciane) inizia a piovere.
Ci copriamo e proseguiamo con un piccolo briefing al lago: arriviamo almeno al bivacco.
Sotto un'acqua a volte torrenziale ma mai davvero brutta giungo al passo; bene, eccomi arrivata, penso. Errore :(
Ora sono stanca, mi hanno fatto fare una sola pausa che non è arrivata nemmeno a sfiorare i 5 minuti, l'albicocca me la sono dovuta mangiare camminando e mezza banana alla sostina sono tutto quello che ho ingurgitato.
La cresta è ventosa, fa freddo, la pioggia va e viene ma continuo imperterrita.
Alla fine non credo di essere arrivata poi tanto dopo del gruppo. Qualcuno che era al bivacco sta scendendo e ci lascia il luogo coperto tutto per noi.
Ora, permettetemi una bella strigliata (simpatica strigliata) agli sci alpinisti che d'inverno ne fanno di ogni in montagna: andare a 2.700 m, anche se luglio e per di più con le previsioni che promettono pioggia, con le scarpette leggere e basse, con i soli pantaloncini corti, un pilettino leggero leggero, senza guanti e magari anche senza niente per la pioggia … beh … :) e più di uno erano in queste condizioni!
Qualcuno, per scaldarsi, si è messo addosso addirittura 2 coperte (non faccio nomi, basta guardare le foto) mentre altri si sono accomodati addirittura sul letto coperte addosso mentre altri preparavano il caffè e la sottoscritta distribuiva la torta che purtroppo si è maciullata nella scatola.
Risate, canzoni, prese per i fondelli animano il bivacco. Qualcuno pensa di andare in cima. Io non favello. Ascolto e aspetto.
No no, col cavolo che salgo.
Ok, andiamo, chi viene?
Ovvio, mi sono aggregata subito. Macchina fotografica e bandierine in tasca (Gipsy però è rimasto al bivacco) salgo con altri 4 arditi più lo splendido 4zampe.
In cima qualcosa non mi torna: ricordo la foto con una croce ma il Grigna insiste: è questa.
Mettiamo le bandierine, foto di vetta e poi, chi ti arriva tutto solo soletto? Kikko! Brontolando come sempre :) Arriva su, non si ferma neanche, gira i tacchi e scende. Non ha neanche voluto fare la foto di vetta con noi … grrrrrrrrrrrrrrr :)
Scendiamo anche noi, ricompattiamo gli zaini, chiudiamo il bivacco e scendiamo da dove siamo saliti rinunciando all'anello che avrebbe allungato di molto la strada.
Ora è tutto tremendamente scivoloso, piove, smette per qualche minuto, poi riprende a piovere e cosi per tutta la discesa.
I guadi che al mattino erano “divertenti” ora sono un pochino complicati al punto che decido (e non sono l'unica) di mettere un paio di volte gli scarponi dentro l'acqua.
Arriviamo cmq indenni e incolumi alla strada e qui ci ricompattiamo.
Si scende per l'infinito sterrato.
Kikko si è ripreso ed ora non lo ferma più nessuno. CorvoNero e Grigna invece non si sono mai risparmiati dallo sparare cazzate e di cantare e anche qui allietano la discesa.
La giornata finisce in un baretto vicino a Sondrio per il panino e la birretta e poi verso casa.
I ringraziamenti:
A Nano, che mi ha invitato, a OrzoBimbo che mi ha scarrozzato, a Grigna che ha scelto la meta, a G8 che mi ha coccolato e a tutti gli altri per la piacevole compagnia.
Partecipanti:
Stefi, Leo, Grigna, CorvoNero, Kikko, Nano, OrzoBimbo, G8, heliS
I numeri:
Circa 4 km di strada sterrata per 400 m di dislivello percorsi in un'ora
Al Bivacco in 3 ore e 43 minuti dalla partenza, vale a dire in 2 ore e 3/4 dal cartello che ne indicava 3 e 45
Dal bivacco circa 500 m ancora per la cima, quindi aggiungere 1 km al percorso e circa 50 m di dislivello.
Discesa: 3 ore totali
Quota partenza: m 1.100
Quota arrivo: m 2.664 Bivacco – 2.708 cima
Dislivello secondo Gipsy + tratto per la cima calcolato: m 1.700 circa
Tempo totale, comprese le soste: 8 h
Km percorsi secondo Gipsy: 21 km
heliSLaLenta

domenica 10 luglio 2011

Cimon della Bagozza - 10 Luglio 2011


Questa relazione è stata preparata da Andrea, la  trovate cliccando su Le foto

Quota partenza: m 1.480
Quota arrivo: m 2.409
Dislivello secondo Gipsy: m 920
Tempo totale: 5 h 40 m
Km percorsi secondo Gipsy: 7,9 km
heliSLaLenta

Vetta di Rhon - m 3.136 - 12 Giugno 2011

Nel suo romanzo "Cent'anni di solitudine" Gabriel Garcia Marquez racconta dei quattro anni, undici mesi e due giorni di pioggia per lavare il paese di Macondo da tutte le sue nefandezze e nemmeno questo è stato abbastanza...
Sembra che anche noi ne abbiamo di nefandezze da lavare quindi niente montagna da una montagna di giorni.
Per cui, tempo bello o no, oggi si va. Pioverà? Ci bagneremo … mica ci restringiamo, no? Può essere antipatico ma pazienza, una domenica a casa no, non credo di poterla sopportare.
Consultandomi con Luca si pensa che non si possa troppo osare e allora la mia proposta mira basso … troppo basso … quando arriva la proposta di Luca sorrido: meno male che non si poteva osare!
Accetto immediatamente, la meteo non è malvagia e la zona è nuova. Si spera di avere un po' di sole ma se non ci sarà pazienza, ormai ho imparato che con Luca si arriva cmq in cima.
E la cosa importante per me non è il panorama. Certo, arrivare in cima e vedere il mondo sotto e intorno a noi è bellissimo, ma il panorama ormai l'abbiamo visto un sacco di volte. Prima di tutto viene il percorso che ci porta in cima. La strada che si percorre fa l'80% della gita dal mio punto di vista. Quello che si vive salendo, la scoperta dei fiori, dei luoghi, delle chiacchiere se si è in compagnia e delle meditazioni se si è da soli.
Partiamo presto, la relazione parla di 5-6 ore (noi ce ne abbiamo impiegate 5 e mezza e vista la neve incontrata l'ultimo e più impegnativo tratto ne siamo più che soddisfatti) e poco dopo le 7 e mezza siamo in marcia.
Arriviamo allo splendido bivacco purtroppo chiuso, le chiavi vanno richieste telefonando preventivamente … ma se mi capita un'acquazzone? O un altro problema? Un bivacco dovrebbe essere li anche e soprattutto per le emergenze e visto il percorso possono ben capitare …
Arriviamo allo splendido bivacco, dicevo, in un'ora e 50 minuti. Non fa caldo ma è molto umido e sono bagnata fradicia. Sosta banana mentre ci guardiamo intorno.
Il bivacco è stato ristrutturato nel 2007 dal CAI di Ponte in Valtellina; posto sulle rive del torrente hanno perfino preparato un rubinetto per l'acqua e il posto per il fuoco con tanto di catena per il paiolo!
Il sentiero fino a qui è stato vario. La strada la si può tagliare con uno splendido sentiero nel bosco per una buona metà. Poi diventa una pista piuttosto ripida ma con fondo abbastanza buono per camminare (non altrettanto per i mezzi, per fortuna!).
Da qui in poi niente più bosco ma sassi, erba e fiori. Tantissimi fiori: anemoni, genziane, soldanelle … chi più ne ha più ne metta.
Ovviamente siamo soli, non un cane lungo tutto il percorso se non per il ragazzo incontrato al parcheggio. E' una zona frequentata davvero poco ed è un peccato perché è davvero molto bella.
Saliamo. Arrivati sotto la montagna, dove il sentiero “bello” finisce ed iniziano i “guai” mi devo coprire … si, in salita! Fa freschino e la meteo non è un gran che.
Iniziamo la salita su sfasciumi poco stabili fino ad arrivare proprio sotto la montagna e da li inizia il percorso più ostico.
Fino a che non iniziamo ad incontrare la prima neve. Poi diventa “osticissimo” :(
La meteo sembra peggiorare. Non sono preoccupata per il percorso o per la neve, ma per il maltempo: se ci becca la pioggia qui ti voglio vedere in discesa :(
Ma Luca è tranquillo e continuiamo a salire cercando man mano i segni fino a che la neve si fa continua. Scivolo. Qui non è il caso di scivolare e siccome la mia “polla” la conosco mi sono portata dietro i ramponcini (ma siamo su un versante sud! Non ci sarà più neve!) e me li metto.
Proseguo meglio ma i nevai sono infidi per la roccia sotto, i traversi sono piuttosto esposti e il passo rallenta tanto. I tratti di roccette non sono semplici con i ramponi ma avendo la punta dello scarpone libera non faccio neanche troppa fatica. E poi c'è Luca che ogni volta che ce n'è bisogno mi tiene i bastoni, mi allunga una mano, mi incoraggia e mi incita … ha capito che io sono scettica sull'arrivare in cima ed in effetti sto meditando di dirgli di andare avanti, io proseguo e se ce la faccio bene, altrimenti quando lui scende si torna e pazienza.
Ma sto zitta. Mancano 200 m alla vetta. Ogni tanto scende dal cielo qualcosa di ghiacciato. Cerco di ricordare la relazione ma ricordo cose troppo frammentate per cui proseguo.
Ora di metri ne mancano solo 90. Non dico nulla, stringo i denti e salgo. Luca è li che mi aspetta: "Ho visto la croce!" Non gli credo, ma alzando gli occhi vedo anch'io qualcosa che potrebbe sembrare una croce.
Saliamo con molta cautela le ultime roccette. E la croce è li. Siamo in cima.
SIAMO IN CIMAAAAAAAAAAAAAA !!!!!!!!!!!!!!!
Fa un gran freddo! Siamo in mezzo alle nuvole e il panorama sarà per un'altra volta (peccato, avrei visto volentieri la Val Fontana). Abbiamo le mani talmente gelate che non riusciamo nemmeno a mettere le bandierine e poi siamo entrambi consapevoli che non possiamo fermarci qui molto. Oltretutto scende a tratti qualcosa di ghiacciato che ci ha tenuto compagnia per l'ultimo tratto di salita .. non è il caso di rischiare ulteriormente! Non mangiamo, facciamo la foto di vetta e poi iniziamo la lunga e complicata discesa. Ogni passo richiede attenzione, la neve in discesa è ancora più infida, le roccette richiedono attenzione perché non tutti gli appigli sono saldi. Scendiamo piano, concentrati. Ogni tanto ci scappa una battuta e una risata ma poi la concentrazione torna a mille.
Ci sono un paio di punti che fanno riflettere più degli altri.
Il primo: se scivoli, finisci nel canale che ti porta giù e se cadi giù ti raccolgono davvero con il cucchiaino; ovviamente qui il fondo è davvero infido e scivoloso anche se senza neve.
Il secondo è un passaggio con rocce davvero scivolose dove non puoi fare altro che passare di li. Ovviamente, essendoci neve intorno, le rocce sono bagnate :( Facciamo fatica a passare ma tra una piccola scivolata e l'altra usciamo indenni anche da qui. Una catena, per la sicurezza, io l'avrei messa. Il primo passaggio ti puoi attaccare alle rocce ma qui niente … scivoli e basta.
Iniziano i morsi della fame. Ci siamo fermati pochissimo (meno di mezz'ora conteggiando tutte le soste) e visto il dislivello, l'impegno e la concentrazione, il terreno … beh, non sono stanca ma la fame inizia a farsi sentire.
Finalmente, alla fine dell'infida discesa riesco a convincere il mio socio a fermarci. Ciliege e albicocche disidratate e poi ancora goccioline d'acqua che ci fanno rimettere lo zaino in spalla, almeno per arrivare al bivacco.
Scendendo incontriamo gli unici 2 esseri umani della giornata: 2 ragazzi che si fermeranno poco su. 4 Chiacchiere e poi giù al bivacco dove posso finalmente strizzare i calzini :( questi scarponi non sono più impermeabili, mi dovrò ricordare di mettere nello zaino i calzini di ricambio :(((
Nella discesa niente da segnalare se non che sono crollata gli ultimi 300 m. Probabilmente il caldo, iniziato a sentire proprio li … mi ha fatto davvero penare ma non era presto e poi mancava poco alla macchina e non mi sono fermata. E' bastato poco poi per riprendermi … una piccola sosta e sarei scesa meglio ma anche questo è allenamento, andare un pochino oltre alle tue forze!
Grazie Luca per questa splendida cima salita insieme!
Quota partenza: m 1.280
Quota arrivo: m 3.136
Dislivello secondo Gipsy: m 1.855
Tempo totale, comprese le soste: 11 h
Km percorsi: 15,6 km

heliSLaLenta

venerdì 8 luglio 2011

Ninfee al Lago del Segrino - 8 Luglio 2011


“Non ho mai visto le ninfee dal vivo … “
“Ma come! Il Lago del Segrino ne è pieno!”
Detto fatto, oggi finisco presto nell'orto del mio amico e faccio un salto al Segrino, visto che sono li vicino. Mi sono ovviamente portata dietro la macchina fotografica anche se sono molto scettica sul fatto di trovarci davvero le ninfee.
E invece le ho trovate! Meravigliose e tante! Peccato un po' troppo lontane ma si fa quel che si può. Sarebbe stato bello avvicinarsi in barca …
Un po' di info del Segrino tratte da Wikipedia:
Il lago del Segrino è un piccolo lago lombardo prealpino di origine glaciale, in provincia di Como, situato tra i comuni di Canzo, Longone al Segrino e Eupilio. Si ritiene che il suo nome derivi o dalla latino Fons Sacer, ossia Fonte Sacra, trasformatosi col tempo in Sacrinum e quindi Segrìn (in dialetto locale). È famoso per la qualità delle sue acque e per la sua felice e tranquilla posizione, che ispirò numerosi scrittori dell'Ottocento.
Cenni di geologia e geomorfologia
Ha una forma allungata in direzione nord-sud, con una lunghezza di circa 1800 m ed una massima larghezza, verso la parte meridionale, di 400 m. circa. È limitato nei suoi bordi dai ripidi versanti dei monti Pesora e Cornizzolo (1200 m) ad est e Scioscia (671 m) ad ovest, entro i territori dei comuni di Canzo a nord, Eupilio e Longone al Segrino.
Il lago è originato dalla sbarramento della sua valle causato dalla presenza di una morena glaciale; il Tonolli evidenzia la sua singolarità di lago glaciale di valle sospesa sulla sottostante pianura padana. L'assenza di visibili immissari lungo il suo perimetro suggerisce a tutti gli studiosi di quest'area la presenza di sorgenti subacquee di origine carsiche, ipotesi compatibile col fatto che l'intera valle in cui giace è formata da rocce calcaree (calcare di Domaro).
Ad eccezione di un piccolo rigagnolo, che esce dal Lago all'altezza di Eupilio(punt d'inach), e le cui acque si disperdono nei depositi glaciali che ricoprono il versante prealpino verso il sottostante lago di Pusiano, nessun rilevante emissario è osservabile, e nel complesso il suo bilancio idrologico è principalmente controllato da un sistema carsico sotterraneo.
Il confronto della morfologia attuale del lago, con quanto rappresentato nelle vecchie mappe catastali e topografiche evidenzia una progressiva riduzione della superficie del lago, per interrimento, soprattutto nella sua estensione settentrionale, con uno sviluppo delle aree palustri ed una possibile piccola bonifica (avvenuta negli ultimi secoli passati) per un utilizzo agricolo di aree precedentemente ricoperte dalle acque del lago.
Una mappa di inizio Ottocento disegna una piccola isola vicino alla riva orientale del Lago, di questa isoletta non vi è alcuna traccia oggigiorno.
La traccia di Gipsy è di un'altra giornata … ma la lunghezza del percorso non cambia :)
Quota partenza: m 374
Quota arrivo: m 374
Dislivello secondo Gipsy: m 15)
Tempo totale: 1 h
Km percorsi secondo Gipsy: 5 km
heliSLaLenta

martedì 5 luglio 2011

Sentiero Pivion – Traversata Roccoli Lorla – m 1.450 – Alpe Scoggione – m 1.575 - 5 Luglio 2011


Non fatevi ingannare dal titolo! E' una traversata, ma alla fine i miei metri di dislivello sono stati 1.400 mentre se non si sbaglia strada sono “solo” 1.100
Per una traversata … purtroppo avanti e indietro.
Ma facciamolo noi un passetto indietro. L'idea iniziale è di salire la Direttissima della Nord del Legnone. Un sentiero considerato EEA.
Si può partire sopra Colico ma poi occorre tornare dalla stessa strada.
E allora, cosa ti pensa la Silvietta? Che si puo' traversare dai Roccoli allo Scoggione e prendere li la Direttissima! Che ci vuole …
E' arrivato il momento di informarmi. E' fattibile ma la traversata implica il Pivion che è un sentiero EE, sconsigliato in caso di pioggia e con ramponi ad inizio e fine stagione. Bene, penso, dov'è il problema?
Quando finalmente mi decido ad andare sul serio la relazione la leggo meglio: 3 ore, 450 m di dislivello più i saliscendi . mmmmhhhh … dallo Scoggione poi sono altri 1.200 m e poi la discesa ai Roccoli.
Siccome sulla Direttissima c'è un passaggio di III che mi preoccupa decido che per oggi mi posso accontentare di andare a vedere questa traversata.
So che l'itinerario è segnato, ma faccio fatica a trovarlo. Poi seguo questa traccia anche se un po' perplessa: non sta andando nella direzione che penso. E poi non ci sono più segnali … alla fine mi ritrovo alla presa dell'acquedotto: bene, penso, sono sulla strada giusta!
No … non è vero … ci devono essere 2 prese perché sbuco fuori sulla “normale” al Legnone.
Va bene, tanto è presto. Rileggo bene la relazione e mi rendo conto che ho sbagliato proprio all'inizio.
Torno sui miei passi un po' ridendo e trovo il cartello che prima non avevo notato. Da qui in poi i segnavia sono tantissimi e, relazione alla mano, non posso più sbagliare strada … almeno a salire :)
Il Pivion non inizia subito ed in effetti il sentiero non è male. Scende di circa 300 m fino ad arrivare all'Alpe Rossa dove inizia il tratto più ostico, il Pivion.
Si tratta di sentiero sempre ben segnalato ma esposto, infido, scivoloso in caso di bagnato … e lungo … paurosamente lungo! E poi tutto a saliscendi che alla fine aumentano notevolmente il dislivello.
Al Rifugio Scoggione ci sono i soci del CAI di Colico che stanno lavorando. Scambio 4 chiacchiere con loro che mi danno della pazza all'idea di salire al Legnone dopo il Pivion e non mi sento poi di dar loro tutti i torti! Il sentiero è segnato in 3 ore, togliendo l'ora dove ho cazzeggiato (perdendomi), ce ne ho messe 2 e mezza. Secondo me a salire al Legnone da qui ci impiego “solo” 3 ore ma tra la mia indecisione e quello che i Caini mi dicono mi fanno passare anche quel briciolo di pazzia che mi stava venendo.
Vado poco più su, dove c'è un pianoro con una casetta e un bel praticello. Mi sistemo qui per il meritato riposo. Vedo la cresta davanti a me … peccato, sarà per quest'autunno e da Colico.
E' ora di tornare sui miei passi. Ho dimenticato di dire che il tempo oggi è infame: umido e poco soleggiato … insomma, la giornata peggiore per stare a quote cosi “basse”. Vabbeh, non tutte le ciambelle riescono col buco ;)
Rientro. Perdo il sentiero ogni 3 x 2. Spesso mi aiuto con Gipsy, spessissimo torno all'ultimo segno per ritrovare la retta via; morale: ci ho messo 3 ore a rientrare alla macchina :(
Quota partenza: m 1.450
Quota arrivo: m 1.575
Dislivello secondo Gipsy: m 1.432 (circa 1.100 senza le deviazioni)
Tempo totale, comprese le soste: 9 h
Km percorsi secondo Gipsy: 16 km (circa 13 senza le deviazioni)
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domenica 3 luglio 2011

Dames de Challand: 2 a 1 (Becca Torchè – m 3.016 – Becca Vlou m 3.032) – 3 Luglio 2011


Prologo
Succede quando ormai ci si conosce.
Arriva la mail con la proposta. Accetto senza neanche andare a vedere. Se Luca_P me le propone vuol dire che dovrei essere in grado di salirle.
Poi vado a cercare un po' di relazioni. Ne trovo davvero poche.
La Torchè è escursionistica mentre la Vlou … capisco perché mi ha detto di portare imbraco, cordini e moschettoni! Cavolo … la cresta! Ma che bella idea penso. Penso anche che sia matto a pensare di farle entrambe. Tutte le relazioni che vedo parlano di mazzate sia per una cima che per l'altra e nessuno che le abbia fatte entrambe in traversata.
Bene, penso, domani sarà una gran bella giornatina!

Sveglia alle 3:30
Primo intoppo: non si può più accedere agli anans di Cinisello arrivando dalla SS36. Ora la nuova strada porta direttamente in A4 … ma io ho appuntamento agli anans!
Alla fine riesco a parlare con Luca_P e ci troviamo all'area di servizio dopo Cormano. Lasciata li la mia auto andiamo di filata in Vallèe.
Iniziamo a chiarirci. Si parte dalla Val d'Ayas e non da Issime.
Si sale prima la Torchè e poi, se ce la facciamo, la Vlou passando dal colle.
Mi si ridimensiona tutto … un filino di rammarico per la cresta … tutto sommato il ragazzo non è poi cosi pazzo :) Fatta come l'ha pensata lui diventa anche fattibile!
Il problema è dove lasciare la macchina. Tutte le relazioni parlano di lasciarla Fontaney a circa 1400 m
Iniziamo la salita nella valle. Abbiamo una fortuna sfacciata perché alla fine riusciamo a iniziare a camminare all'alpeggio di Chalex.
Ci teniamo a precisare che, almeno ad oggi (luglio 2011) esiste un divieto di accesso a questa strada che parte da Isollaz. La macchina andrebbe lasciata in corrispondenza dei cartelli dei sentieri (circa 900 m slm). Poco dopo c'è il cartello di divieto. A questo punto io avrei rinunciato alla salita.
Cmq partiamo con un freddo che apprezziamo molto, visto che immaginiamo il caldo del ritorno.
Deve esserci stata una gara podistica per cui il sentiero per il colle Dondeuil è segnalatissimo. Ci mettiamo molto meno del tempo indicato sul cartello :) ma da qui inizia il nostro calvario.
Relazione alla mano, cerchiamo di capire come fare a passare dall'altra parte della valle. Solo al ritorno troveremo la via corretta, per l'andata ci accontentiamo del fiuto di Luca_P che riesce ad individuare il passaggio.
La via non è faticosa in se, ma fino alla bastionata ci impone di fermarci spesso, leggere la relazione, guardarci intorno, cercare di capire dove andare. Perdiamo un po' di tempo, consolati però dai panorami delle due dame che man mano ci si aprono davanti. Per non parlare della flora … che rododendri … un vero spettacolo!
Sotto la bastionata i segni ridiventano evidenti: frecce gialle e vecchi segni rossi ci accompagnano fino in cima. Incontreremo nella giornata solo 3 signori (2 sul sentiero che aspettano il compagno salito in vetta). D'altra parte è anche capibile: anche da Issime c'è un divieto per le auto e il dislivello, unito alle difficoltà, fa desistere molta gente da salire quassù … inizio a capire perché non ci sono troppe relazioni … ed è un vero peccato!
Oggi io non ci sono troppo con la testa, o meglio: la mia testa va per i fatti suoi e faccio davvero fatica a tenerla qui, nella realtà. Questo fa si che le mie performance siano davvero scarsine e arrivo in vetta in circa 3 ore e mezza ma piuttosto stanca.
In vetta una pessima sorpresa: un vento gelido e forte ci spazza via.
Il tempo di guardarci intorno e poi ci rintaniamo poco sotto la vetta a mangiare riparati dal maledetto.
Rimettiamo i musetti fuori per la foto di rito, poi ci rintaniamo sotto la croce a firmare il libro di vetta (da settembre dell'anno scorso una sola firma a fine giugno … sob!) e a discutere sul da farsi.
Luca_P è un po' preoccupato per le manovre da fare con quel vento gelido e la mia testa invece non ne vuole sapere di salire la Vlou.
Alla fine mi sembra onesto un accordo: scendiamo al colle, io lo aspetto e lui sale la seconda dama. Se ci va da solo, essendo bravo e veloce, ci metterà davvero poco. É molto tardi e penso anche al ritorno. Io non ho problemi ad arrivare a casa tardi, Isi non protesta più di tanto, ma Luca_P ha il bimbo che lo aspetta …
Iniziamo la discesa. Abbastanza tranquilla fino alla calata dove per fortuna c'è già attrezzata la sosta con ottimi chiodi, cordini nuovi e un moschettone di calata.
Bene, tiriamo fuori l'attrezzatura, preparo la doppia e la provo. Ci ho messo davvero poco e, udite udite, sembra funzionare!!!
Ci confrontiamo su come scendere e alla fine decidiamo che il primo a scendere sia Luca_P. Sto per preparargli la doppia quando mi dice che non ce n'è bisogno, lui scende cosi. In fin dei conti è solo un III … è un mito quell'uomo!
Arriva il mio turno. Non è lunga la discesa, saranno una decina di metri. E' in un diedro e saranno entrambi i fatti che mi rassicurano ma scendo tranquilla, anzi, mi diverto pure quando mi rendo conto che, contrariamente alle doppie che facevo un tempo, ora riesco a scendere spedita controllando molto bene la mia velocità e la direzione.
Eccoci al colle. Luca_P giustamente insiste perché salga anch'io ma sono già le 14 e poi abbiamo tutta la discesa da fare.
Torneremo per la cresta.
Lui parte. Da dove sono io lo posso seguire per tutta la salita. Cavolo se va veloce! In 20 minuti è in cima! In un'ora esatta è di ritorno :)
Altra piccola sosta, ricomponiamo gli zaini e iniziamo il calvario della discesa.
Ritrovati i segni, decidiamo di seguire degli ometti di vetta che sono molto ben segnalati e rimangono in alto. Scelta erratissima! Ci portano in cresta ma poi di li più nulla. Non siamo sicuri che per cresta si possa scendere al colle e non abbiamo più tanta voglia di ravanare per cui decidiamo di scendere per prati verso la casetta che è il nostro punto di riferimento.
Una discesa davvero infame che però finisce. Al Colle ci arriviamo abbastanza in fretta visto che abbiamo trovato il collegamento che rimane più in alto.
Poi la discesa lunga, tanto lunga quanto corta ci è sembrata la salita.
E' davvero tardi, sono ormai le 18 e 30
E fa ancora caldo :)
Troviamo coda a Verres per l'autostrada chiusa in direzione Aosta … non ci mancava che questa.
Arrivati a Milano (per fortuna senza grossi intoppi) ci rendiamo conto che dovremo fare il giro dell'oca per andare a prendere la mia macchina … e che poi entrambi dovremo entrare a Milano per riprendere il tratto urbano dell'A4 … dobbiamo trovare un nuovo punto di incontro, per oggi è andata cosi. E' andata meravigliosamente bene cosi :)
Grazie Luca_P … giornata fantastica … con l'Avic sempre li in primo piano … uno dei miei tanti tormentoni!
Nota negativa: sono riuscita a far andare in tilt anche Gipsy … ha perso il segnale in cima alla Torchè e non mi sono accorta che non l'ha più ripreso … peccato … non ho il tracciato di tutto il nostro ravanare! Per fortuna, essendo l'altimetro barometrico, il dislivello totale me l'ha calcolato.
Quota partenza: m 1.776
Quota arrivo: m 3.016 – 3.032
Dislivello secondo Gipsy: m 1.500
Tempo totale, comprese le soste: 11 h 9 m
Km percorsi e calcolati a spanne: circa 16 km

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