mercoledì 29 dicembre 2010

Monte “Crocino” m 1.392 – Monte Crocione m 1.491 – Monte d’Orimento m 1.391 - 29 Dicembre 2010

Devo dire che i miei exploit con i nuovi amici di Hikr sono un po’ … come dire … ecco: non ci faccio poi una bella figura :)
Gbal, sotto mia richiesta di andare in zona Generoso, mi propone un giro da 5 ore e 45 (precisione sFizzera … anche se non ha messo nei calcoli il fattore correttivo heliS).
Arrivo previsto alla macchina alle 14. E allora, perché non posticipare di mezz’ora la partenza?
Accettato.
Mi fido dell’itinerario e non controllo. Unica cosa rifiuto di portare il set da ferrata perché i miei gomiti ancora non mi permettono di rischiare un “tiraggio di braccia” ma Giulio non si scompone: faremo il sentiero.
Come al solito mi metto in un piccolo pasticcio qui a casa e cosi, un po’ alterata, sbaglio i calcoli per la partenza e quando salgo in macchina e accendo il TomTom e inserisco la località di arrivo ho l’amara sorpresa di scoprire che sono 9 minuti in ritardo :(
Poco male direte voi. Ma io non sono abituata a fare tardi. E poi ho già fatto posticipare l’ora della partenza. E poi si sa che il TomTom calcola ma qualcosa in più ce lo devi sempre mettere.
Uff … mando un sms: arrivo un quarto d’ora dopo. Parto tenendo sotto controllo l’orario del navigatore che mi fa fare anche un giro dell’oca ma alla fine arrivo a Scudellate più o meno puntuale sul ritardo.
Per fortuna Giulio ha trovato parcheggio per entrambe le macchine, mi cambio e partiamo.
Secondo imprevisto della giornata: non troviamo il modo di salire subito in cresta e cosi, facendo un traverso nella direzione opposta perdiamo un sacco di tempo. Quando ci decidiamo a salire siamo abbastanza fuori rotta e si sa, su quel ripido io sono lenta.
Abbiamo anche provato a chiedere a un locale ma ancora un po’ non sapeva nemmeno quale fosse il Monte Crocione.
Arriviamo cosi a quello che abbiamo battezzato Monte Crocino e facciamo una prima sosta.
Non male (ironico): per poco più di 400 m di dislivello 2 ore … cavolo … il Generoso è li che ci guarda e anch’io inizio a guardarlo.
Ma da dove si sale? Dalla cresta non credo proprio.
Aspetto a fare la fatidica domanda e proseguiamo sulla cresta per il Monte Crocione, raggiunto poco dopo.
Qui la domanda è d’obbligo. E la risposta non mi rincuora: non pensavo di trovarlo in quelle condizioni.
Capisco la strada che si vuole fare e mi deprimo un po’. Non sono convinta di fare quel traverso, dipende dalla neve. E poi non ho ancora capito come passare quel canale.
Il fatto è che se arriviamo la e non si passa ci tocca tornare dalla strada fatta e Giulio reputa che sia troppo lungo. Allora desistiamo dal Generoso e ci avviamo al Monte d’Orimento. Poi scenderemo da un sentiero snobbato in salita per poter fare il Crocione.
Arriviamo in cima. Mangiucchiamo qualcosa in piedi (non c’è nemmeno un omino di vetta … sob!) e poi iniziamo la discesa tagliando per i prati.
Alla fine ci siamo fatti una splendida cresta in pieno sole, con un panorama davvero mozzafiato. Mi è piaciuto molto constatare che anche Giulio non ha poi cosi tanta dimestichezza con i nomi dei monti cosi abbiamo potuto sparare nomi a caso, qualcuno preso, altri ovviamente no.
Il sentiero che porta a Erbonne è tranquillo ma poco ciaspolabile per cui le maledette sono tornate sulle spalle.
Ora le chiacchiere non si fermano. Iniziamo e finiamo che siamo alla macchina … bla bla bla …
Una prima uscita. Cosi si è visto chi è imbranata, chi ha qualche problemuccio a guidare e di orientamento e cosi la prox volta il fattore correttivo heliS entrerà nei precisissimi calcoli di Gbal.



Quota partenza: m 904
Quota arrivo: m 1.392 – m 1.491 – 1.391
Dislivello secondo Gipsy: m 850 circa
Tempo totale, comprese le soste: 6 h
Km percorsi: 14 circa

lunedì 27 dicembre 2010

Cima Grem – m 2.049 – 27 Dicembre 2010

Voglia di muoversi. La meteo si rimette al bello per lunedì ma le condizioni della neve non sono per niente buone, il rischio valanghe è piuttosto alto … dove andare? Propongo a Luca la Cima Grem che lui ha già salito ma in condizioni estive e nebbiose.
Accetta. La cima è facile, versante sud (quindi assolato!) e sicura.
Il viaggio si perde in chiacchiere, come al solito, e rischiamo di perdere più volte la strada (storia già sentita … )
Passiamo da Zambla attraversando una valle davvero suggestiva. La neve caduta il giorno prima è ancorata saldamente su rocce e alberi: paesaggio davvero incantato che ci lascia a bocca aperta.
A Zambla ho l’impressione che la pista di fondo sia stata riaperta dopo la chiusura forzata dei giorni scorsi causa pioggia.
Si potrebbe salire da qui ma non siamo convinti (oltretutto il dislivello sarebbe minore e io ho bisogno di allenarmi!) e allora scendiamo a Oneta, sperando sempre che il leggero strato di neve sulla strada non ci intralci il percorso.
Arriviamo al parcheggio. Luca è già salito su questa cimetta, io ho letto delle relazioni che partono da qui per cui sono tranquilla.
Solo che vedo 2 sci-alpinisti che si stanno preparando ma non nella direzione che indica il cartello.
Luca mi tranquillizza: io sono salito da li.
Bene, ci prepariamo e partiamo.
Gli sci-alpinisti devono essere alle prime armi perché sono ancora li (e non li vedremo più) per cui iniziamo a salire seguendo le tracce fresche che vediamo.
Sono perplessa. Luca mi ha indicato la cima ed è dall’altra parte della valle.
Saliamo.
Ci raggiunge presto, appena fuori dal boschetto, uno sci-alpinista con una cagnetta bellissima.
Ci dice che siamo sulla strada giusta e che lui arriverà solo alla baita.
Si accoda. Penny, la cagnetta, invece guadagna la pool-position e non la abbandonerà mai.
E’ fantastica, la cagnetta dei miei sogni. Le faccio la corte, la coccolo, cerco di lavorarmi anche il padrone ma niente da fare, non me la lascia :(
Ora vedo l’anticima e il signore mi indica la “vera” cima, o meglio, mi indica dove è la vera cima che è nascosta dall’anticima.
Grrrrrrrrrrrrr LUCA!!! Hai toppato la cima! O almeno cosi ho capito io, perché la cima è da questa parte della valle.
Rincuorata, anche perché il signore mi dice che i suoi amici sono in cima e staranno già scendendo, proseguiamo fino alla baita, dove ci fermiamo a mangiare e bere qualcosa.
Ci raggiungono gli amici che però sono saliti solo sull’anticima … azz …
Salutiamo a malincuore la mia cagnetta e i signori e riprendiamo. Ora il percorso si fa ripido. Luca chiacchiera come se niente fosse ma io non ce la fo’. Ansimo e ho la lingua sotto gli scarponi ma devo salire.
Sbuca la cima. Cosi mi dice Luca. Quando la vedo ho un attimo di sconforto. Io fin la non ci arrivo mica. E poi … quel canale di salita … no, non so mica se me la sento di farlo … ma non doveva essere una MS?
Demoralizzata medito. Anche Luca è perplesso. Immaginiamo che ci sia un falsopiano per raggiungere il canale …
Scolliniamo.
Vedo la cresta.
Vedo la croce
LUCAAAAAAAAAAAAAAAAA !!!! Quello è l’Arera!!!!
Scoppiamo a ridere. La nostra cimetta è li alla fine della cresta che ci aspetta buona buona.
Per fortuna hanno tracciato fino in cima. La cresta a una cornice che, anche se piccola, è davvero poco invitante.
Arriviamo. In 3 ore esatte. Cavolo! Pensavo di averci messo di più! Certo non sono speedy Gonzales ma posso considerarmi soddisfatta della performance.
Foto. Non fa per niente freddo qui in cima. Beviamo e mangiamo qualcosa mentre vediamo un solitario lungo la cresta. Aspettiamo che arrivi cosi ci facciamo fare la foto di vetta.
C’è davvero poca gente in giro nonostante la giornata meravigliosa.
Il solitario arriva, lo guardo.
Ma …. È …. ALBERTO !!!
Com’è piccolo il mondo :)
4 chiacchiere, foto (purtroppo non arriva nessun altro a farci una foto e l’autoscatto qui verrebbe proprio da cani) e poi iniziamo insieme la discesa. Lui è arrivato da un altro sentiero e alla fine della cresta le nostre strade si dividono.
Tornati alla cascina ci fermiamo a goderci ancora un po’ questa splendida giornata. Peccato che il sole si sia velato ma il freddo è più che sopportabile.
Chiacchiere e 1000 programmi per il futuro: ne andasse in porto anche solo un quarto ne sarei felicissima!
Scendiamo.
Come al solito, chiacchierando stiamo scendendo verso Zambla e non verso la macchina.
Secondo me, prima o poi ci perdiamo!
Gli sci-muniti, scendendo, hanno fatto un gran casotto con le tracce (grrrrrrrr!!!) e ora la neve è poca. Io scendo piano, gli scarponi iniziamo a farmi male (la soglia del dolore è sugli 800 m, oltre li sento purtroppo!) e la discesa sembra davvero infinita.
Arrivati all’asfalto ci aspetta una splendida sorpresa: un agrifoglio pieno di bacche rosse e splendido! Una pianta cosi bella davvero non l’avevo mai vista!
Rientro.
Rientriamo dalla Val Seriana che è più veloce. .. hi hi hi … abbiamo trovato una bella coda!
Alla fine però aveva ragione, anche con la coda ci abbiamo impiegato qualche minuto in meno che al mattino.
Casa, birra, Isi …
Alla prossima Luca!


Quota partenza: m 923
Quota arrivo: m 2.049
Dislivello secondo Gipsy: m 1.150 circa
Tempo totale, comprese le soste: 6 h
Km percorsi: 9,4

giovedì 23 dicembre 2010

Rifugio Lecco by night – m 1.779 – 23 Dicembre 2010

Si, ci abbiamo preso gusto alle notturne … un po’ meno se piove … e piove anche in quota :(
Ma c’era la cena del sito di On-Ice e Giuliano ha invitato Mario e la sottoscritta a partecipare e siccome non sono mica tutti “giusti” si è saliti lo stesso.
Alla fine eravamo in 28, quasi tutti saliti da Valtorta dove il dislivello è di solo 500 m ed essendoci le piste di sci si poteva anche andare sci-muniti.
In 5, invece, abbiamo tenuto duro e siamo saliti da Barzio.
La salita è stata anche divertente: ghiaccio, picio-pacio, laghi e fiumi hanno accompagnato il nostro incedere verso la meta.
“Ci vorranno 2 ore!” sentenzia Giuliano.
Col piffero, rispondo io, ce ne vorranno 3!
Indovinate un po’ chi aveva ragione?
Per fortuna non siamo stati gli ultimi e abbiamo incrociato poco prima del rifugio l’ultimo gruppetto che arrivava da Valtorta.
Serata divertente, ottima compagnia, cena buona.
Discesa.
No, non posso dire di essermi divertita a scendere. Ero stanca e la seconda parte della strada ci ha fatto penare per il ghiaccio. Abbiamo perso un ombrello per strada (il vento … ) e qualcuno ha fatto un paio di scivoloni.
Inoltre pioveva … PIOVEVA!!! Avesse almeno nevicato …
Cmq, ragazzi, ne valeva la pena …

domenica 19 dicembre 2010

Monte Generoso – m 1.701 – 19 Dicembre 2010

Quando capisco che questo we non si lavora né il sabato né la domenica è ormai tardi. Per sabato, giornata bellissima, non riesco ad organizzare nulla anche perché ho io un mezzo impegno a cui pensavo di partecipare andando poi al lavoro nel pomeriggio :(
Provo lo stesso a sentire Ewuska se domenica le va di sgambettare e arriva il solito invito: vieni qui sabato?
Detto fatto. Vado al mio impegno, preparo una crostata e poi parto in tempo per arrivare a Luino con i negozi ancora aperti per andare a comprare un po’ di farine.
Salendo in macchina mi viene in mente il Monte Generoso. Qui è colpa di Hikr, vedo sempre le relazioni di qualcuno che ci sale e io ci sono stata tanti di quegli anni fa che non ricordo praticamente più nulla. Il tempo non è gran che ma il dislivello è poco. Non è pericoloso per cui, secondo me, può essere una buona meta.
Dopo aver fatto le compere passiamo a salutare Chiara e Floriano in negozio e poi a casa di Ewuska a mangiare uno splendido piatti di pizzoccheri.
Guardiamo in internet le relazioni e decidiamo di salire dalla funicolare: poco dislivello, itinerario ipersicuro.
Nanna.
Ci alziamo e vediamo subito che le previsioni hanno azzeccato in pieno: il cielo è nuvoloso.
Facciamo con molta calma colazione poi partiamo alla volta di Mendrisio.
Perdiamo un po’ di tempo e siamo all’osteria La Peonia che sono circa le 10. Sta iniziando a nevicare e decidiamo di andare a bere un caffè, scarponi ai piedi perché nonostante tutto siamo convinte a salire.
Chiediamo al cuoco cosa ne pensa della nevicata: poca cosa, ci dice, copre appena.
Non aspettavamo che questo. Su lo zaino e si parte.
L’itinerario è purtroppo ghiacciato, sotto lo straterello di neve si scivola che è un piacere. Dopo il secondo scivolone decido di calzare le ciaspole e in meno di 5 minuti … raggiungiamo la strada ferrata … grrrrrrrr … le ciaspole ritornano sullo zaino e proseguiamo sotto la leggera nevicata.
Stanno scendendo delle persone, altre salgono; eravamo convinte di essere le sole invece c’è abbastanza gente che ci tiene compagnia.
Piccola sosta mangereccia e poi eccoci all’albergo vetta.
Ci incamminiamo per la cima. Ora il ghiaccio mi preoccupa e sono li li per mettere i ramponi ma tiro la cima.
Nonostante il tempo pessimo si vede che da lassù il panorama è davvero bello. Ma ora il freddo è potente. Facciamo qualche foto, ci mettiamo i ramponi e scendiamo in un baleno, superando la signora scesa prima di noi che piano piano scende cercando di prestare la massima attenzione per non scivolare (ecco perché sono cosi contenta di aver messo i ramponi!)
Troviamo un posticino dove fermarci a mangiare (ebbene si, un’altra volta!) poi scendiamo.
Altra scivolata sul sentiero (e sono 3 … ora basta però!) poi macchina.
Casa.
Siamo arrivate presto, io penso a domani mattina che con Isi dobbiamo andare dal veterinario e declino ogni offerta di cena e pernottamento di Ewuska, Chiara e Floriano … sarà per la prossima volta che non ho questa incombenza.
Il parabrezza è bianco di sale che viene spruzzato dalle macchine che passano. L’acqua per pulire i vetri è sempre ghiacciata nonostante il meccanico abbia messo il prodotto … ma come fare per vederci decentemente? Il viaggio di ritorno è stato un mezzo incubo ma alla fine … casa … Isi … nanna :)

Quota partenza: m 1.172
Quota arrivo: m 1.701
Dislivello secondo Gipsy: m 550 circa
Tempo totale di marcia, comprensiva di tutte le soste: 3 h 50 m
Km percorsi: 8

giovedì 16 dicembre 2010

Notturna al San Primo – m 1.686 – 16 Dicembre 2010

Organizza Nano, mettiamo insieme 6 pazzi. A prendere freddo, pensiamo.
Freddo? Ma dove!!! A salire fa caldo … CALDO!!! Luca_P ha ragione, mi sono coperta troppo, perfino Andrea62 ha un filino di caldo!
La luna è velata ma non importa, la compagnia è bella … anche se ci sono con noi 2 sci-alpinisti :)
L’organizzazione rocambolesca continua, anche se Ewuska non è potuta venire questa volta.
Appuntamento con Andrea62 a Cesana che poi saliamo da Mariomario e Nano; solo che al ritrovo lui non c’è. Sapendo che è molto puntuale lo chiamo: ehm … sono all’albergo genzianella.
Ti vengo a prendere.
Penso che sia l’albergo ristorante che c’è sulla strada e parto.
Strano però, Andrea62 non è tipo da sbagliarsi.
E in effetti, quando vedo che l’albergo non si chiama Genzianella lo richiamo.
Dove sei?
Dove sei tu!
Ebbene si, è già al San Primo … :(
Giro la macchina, sono in ritardo e già immagino Nano e i suoi commenti.
E in effetti noto subito l’espressione e metto le mani avanti: NON E’ COLPA MIA!
Iniziamo subito ridendo la salita al San Primo mentre gli racconto dell’incomprensione avuta con Andrea62. Messaggio al socio il quale, saggiamente, mi dice che ci aspetta al parcheggio del Ghisallo che si sa mai.
Cosi lo recuperiamo. Al posteggio finale invece c’è già Luca_P che ci aspetta. Ora manca solo Simo_il_4 (che arriva da http://www.on-ice.it) e che terrà compagnia a Nano con gli sci.
Solito casotto prima di partire, caciara, torta, ghette … ma portiamo le ciaspole? Quando li mettiamo i ramponi?
Arriva Simo_il_4 e si parte.
Buio. Ma non freddo. La temperatura è bassa, siamo sotto di 8 gradi, credo, ma non lo sento. Sarà che mi sono ipercoperta ma dopo poco dalla partenza mi devo togliere almeno la giacca che non ne posso più! Ho perfino le mani bollenti!
La neve è fredda e ghiacciata, io metterei i ramponi ma Mariomario dice di no, che ancora non è ora. Uffi … mi adatto e faccio bene perché dopo poco la neve è solo dura ma non più cosi ghiacciata.
Si prosegue chiacchierando a coppie. Gli sci-alpinisti ci aspettano, sono gentili, ci si prende bonariamente in giro sulla solita solfa (ci rovinate le tracce – fatevene un’altra – etc …) e si sale … sempre ciacolando.
Ma dove diavolo trovo il fiato? Boh … sta di fatto che al freddo io cammino molto, ma molto meglio.
Arriviamo in cresta. Da qui devo esserci già salita ma non ricordo molto.
Solo che penso che la cima sia quella li dietro. Solo che per raggiungerla ci facciamo proprio la cresta! Una luuuuuuuuuuuuuunga cresta!
Ogni tanto uno dei due sci-alpinisti è a terra (hi hi hi …) e cosi rallentano. O lo fanno apposta, sta di fatto che siamo sempre insieme.
Arriviamo allo strappo finale. Gli sciatori non hanno messo i rampanti e cosi faticano non poco a salire … Luca_P ed io ne approfittiamo e con un balzo finale arriviamo primi alla meta!
PRIMA DEGLI SCI-ALPINISTI !!!
Questa è da annoverare tra gli annali: 2 a piedi, tra cui la sottoscritta, che arrivano prima di 2 sci-alpinisti di On_ice …
Cima, si mangiucchia, ci si mette i ramponi (Andrea62 e la sottoscritta), si tolgono le pelli, si fanno le foto.
Mi viene in mente che non mi hanno ancora chiamato per il we e decido di provare a vedere se il telefono prende. GULP!!! La tasca è completamente aperta :( e del telefono nessuna traccia.
HO PERSO IL TELEFONO! Mi guardano costernati. Pazienza, avevo il backup dei dati. Ma dai che lo ritrovi. Figurati. Ma non l’hai lasciato in macchina? Boh … Certo è strano, la tasca completamente aperta significa che non devo averlo rimesso via … almeno lo spero!
Foto di gruppo. La prepara Nano. Che è un bravissimo fotografo … un po’ meno con gli autoscatti :) Ci fa stare li per delle ore, la macchina non va, poi sbaglia le inquadrature … lo perdoniamo solo perché le foto sono principalmente le sue :) … ma soprattutto perché siamo qui con la sua macchina!
Prima di partire dobbiamo sistemare un po’ di cose: Nano non riesce a mettere lo scarpone dentro quel maledetto attacchino, heliS deve allungare il bastoncino che si è accorciato e con i guanti non ce la fa, Luca_P che non riesce proprio a sistemare quella frontale … l’unico che doveva avere dei problemi invece è già pronto (Andrea62!)
Finiamo gli aggiustamenti tecnici, lasciamo partire gli sci-alpinisti (ma non hanno fifa???) e poi iniziamo la discesa.
Sempre chiacchierando. Meno male che c’è Mariomario che io chissà dove sarei andata!
Il freddo lo abbiamo sentito solo in cresta. Man mano che scendiamo ci torna il caldo. Le contropendenze le sento (e le odio!) ma passano pure loro e alla fine … questo passaggio mica lo abbiamo fatto! Ora siamo a un passo dalla macchina e mi diverto a prenderci in giro per esserci persi proprio alla fine :)
Nano, che non ci fa mancare nulla, ci viene incontro per immortalare il nostro sbaglio.
Il telefono è in macchina :)
Ci si cambia, ultime chiacchiere, ultimi saluti.
Casa.
Doccia.
Calda.
Si, perché tutto sommato a casa infreddolita ci sono arrivata … ma ne valeva davvero la pena!

Quota partenza: m 1.125
Quota arrivo: m 1.686
Dislivello secondo Gipsy: m 700 circa
Tempo totale di marcia: 3 h 30 m
Km percorsi: 8 … circa

martedì 14 dicembre 2010

Bivacco Emanuela – m 1.260 – 14 Dicembre 2010

Ma si, tanto per farvi rodere un pochetto :)
In verità la gita, solo di allenamento, non ha nulla di particolare da rendere necessaria una relazione ma mi hanno colpito le valanghe (piccole, per carità) incontrate lungo il sentiero.
Sarà che sono reduce dal corso Neve e Valanghe dedicato dal CAI di Valmadrera ai ciaspolatori ma queste immagini mi hanno fatto riflettere cosi, oltre a postarvi le condizioni delle mie montagne, vi pubblico anche le foto delle valanghe incontrate in un sentiero cosi basso.

domenica 5 dicembre 2010

Corno Occidentale di Canzo - m 1.373 - 5 Dicembre 2010

Che dire … una giornata fantastica!
Ieri bellissimo, ovviamente lavoro mentre il mio nuovo socio si va a stancare un pochetto altrimenti domani mi fa sfigurare.
Arriva un sms: meglio non andare in Engadina a sciare che il brutto arriva prima, che ne dici di stare in zona Canzo?
Il Corno in invernale mi sta qui da quando l’inverno scorso ci è salito Giuliano (http://www.hikr.org/tour/post19958.html) mentre io ero a casa con le stampelle.
Nel frattempo anche Andrea decide di venire in zona con dei suoi amici, ma la loro meta sarà il Cornizzolo. No, non me la sento di andare ancora la e allora, quando arriva Luca a casa mia, accetto la sua proposta convinta che anche lui pensa di salire al Corno.
In effetti i programmi combaciano e allora andiamo a Canzo e alle 8 circa iniziamo ad incamminarci verso Gajum. Seguiamo la strada che ci porterà a tutte e 3 le alpi, la seconda è appena stata sistemata e ho voglia di darle un’occhiata.
Un caffè alla terza e poi su. Luca, preoccupato per me, mi chiede in continuazione se voglio mettere i ramponi ma, anche se ci sono dei pezzetti ghiacciati, si sale a meraviglia.
Qualcuno ci supera, poi si ferma e li superiamo noi. Superiamo degli scout che vanno a dormire nel locale invernale del SEV e arriviamo a scollinare. C’è però un sacco di gente e dopo aver bevuto un pochino della mia splendida tisanina con il fantastico miele del mio amico proseguiamo.
Luca pensa di salire dal SEV, e quindi dal canale.
Gulp!
Io me lo ricordo estivo ed è … RIPIDO!
Da quello che avevo immaginato, pensavo di salire direttamente dal crocefisso ma il mio socio dice che c’è anche li un pezzetto mica troppo bello. Effettivamente quello è il punto che mi lasciava perplessa.
Decido di dare fiducia a Luca e lo seguo. Arrivati al rifugio ci concediamo una banana prima di ramponarci e poi su verso il canale.
Non sono preoccupata, se non mi piace non salgo, molto semplicemente. E poi non abbiamo neppure la picozza, penso, ma ci servirà? La neve è fin troppo soffice quassù.
Dimenticavo di dire che ora viaggiamo tra i 40 e i 50 cm di neve! Tantissima per essere qui e ai primi di dicembre.
Arriviamo al primo canalino. Mmmhhh vabbeh, iniziamo a salire.
Ci seguono 5 o 6 ragazzotti e sento la fanciulla: bene, solidarietà femminile! Siamo le uniche fanciulle.
Solo che la solidarietà finisce all’inizio del secondo canale. La ragazza torna :( Accidenti.
Ci hanno superato 2 ragazzi che salgono piano piano. Non mi sembrano in difficoltà ma la condizione della neve non permette di certo di correre. Non è assestata, anche se metti giù la mano non riesci a fare presa e devi stare attenta a dove metti i piedi per evitare che ti scivoli giù … no, non si puo’ di certo correre.
Nonostante tutto decido di salire lo stesso. Tranquilla. Luca fa di tutto per farmi sentire tranquilla e a mio agio. Mi aiuta, mi offre appoggio quando faccio fatica a trovarlo e un paio di volte ho avuto aiuto anche dal ragazzotto che stava dietro di me.
Salire è divertente, alla discesa ci penserò. Ho deciso di fidarmi di Luca e lui è convintissimo che scenderemo incolumi, sia che scendiamo di qui che si decida di scendere dall’altra parte.
Con un po’ di fatica ma sempre tranquilla arrivo in cima insieme ai miei soci.
Foto di vetta, non c’è tempo di fare altro. Ci confrontiamo con gli altri per decidere da che parte scendere e poi propendiamo per la via di salita … sigh!
Uno dei ragazzi che sono saliti con noi è senza guanti e mi viene in mente che io ne ho un paio in più. Glieli offro e accetta senza protestare, per fortuna! Forse lui è stato piu’ sciocco di noi :)
Lasciamo gli altri scendere, io sono l’ultima con Luca che scende e mi aspetta, dandomi consigli su dove mettere i piedi, dove appoggiarmi, dandomi cmq sicurezza con la sua presenza. Alla fine, il ragazzo a cui ho prestato i guanti va avanti, mi lascia i guanti alla fine del canale (poteva anche portarli al rifugio!) e cosi ci ritroviamo soli. Io sono impacciata, dire che non ho paura non  è vero, ma di certo sono tranquilla e cerco di capire come fare per scendere in tranquillità.
La fine del primo canale. Recuperiamo i guanti e scendiamo ad affrontare il secondo, notevolmente meno impegnativo.
Arriva poi l’unico punto in cui ho avuto davvero paura che saremmo volati entrambi giù ed era una roccia scivolosa un po’ altina per me. Ma con Luca superiamo brillantemente anche questo passaggio e poi decidiamo di arrivare al colle e scendere da questa parte della montagna senza ripassare dal rifugio. Piccola sosta mangereccia e poi, ancora con i ramponi ai piedi, scendiamo a Terz’Alpe dove finiamo la mia tisanina con dei biscotti e prendiamo un caffè.
Siamo soddisfatti, a volte basta davvero stare vicini a casa per avere avventure stupende.
La discesa verso Canzo è ghiacciata, scendiamo piano chiacchierando e soccorrendo una “sciura” che cade per 2 volte.
Macchina.
Casa.
Birra.
Devo essere sincera: finalmente, dopo un sacco di tempo, una gita che mi lascia un sapore meraviglioso di avventura in bocca :)
Grazie Luca, alla prossima!

Cosa ho sbagliato in questa giornata?
- La macchina fotografica: dovevo portare quella piccola! Alla fine la mia è finita nello zaino e non ho fatto praticamente foto :(
- Le batterie di Gipsy: si sono esaurite e non me ne sono accorta :(

Quota partenza: m 365
Quota arrivo: m 1.373
Dislivello secondo Gipsy: m 1.053
Tempo totale di marcia, comprensiva delle piccole soste: 7 h circa
Km percorsi: 6,7 km sola andata, un po’ di meno per il ritorno