mercoledì 22 luglio 2015

Lago Scermendone – m 2.356 – 22 Luglio 2015


Dopo la nottata difficile mi alzo di pessimo umore.
Abluzioni mattutine, stiracchiamenti vari, preparo la colazione. Non vedo l'ora di bermi un bel caffè.
E scema io che non ho controllato a casa, la bomboletta che era già aperta non funziona più. Poco male, ne ho un'altra. Si apre senza problemi. Con un po' di difficoltà riesco a montare il fornellino. E ora l'amara sorpresa: la manopola del gas non si muove.
Le ho provate tutte.
Niente da fare.
E ovviamente non c'è in giro ancora nessuno.
Ancora più di pessimo umore, faccio colazione con due biscotti e un po' di acqua.
Partiamo. Un pezzetto di sentiero l'ho già fatto ieri. Prosegue arrancando tra massi fino a sbucare in una valle bucolica.
Con la luce del primo mattino è meraviglioso. Non riesco a godere appieno ma il ricordo che ho è di un posto davvero da fiaba.
Ora il sentiero è una strada dove c'è anche molta acqua.
Solo che io sono svuotata. Un po' dal mio malessere e un po' dalla mancata colazione.
Arrancando e facendo leva più sulla mia testa che sulle mie gambe arrivo al lago.
E inizio a pensare. Ho dei bei ricordi di questa zona ma non capisco bene dove eravamo. Me lo farò spiegare e intanto inizio a guardarmi intorno. Il prossimo giro: capanna Desio per rientrare poi da questa valle meravigliosa quanto solitaria.
Rientrando incontro ancora la coppia di ieri con Attila (un nome un programma, un patatone che di più non si può) e una famiglia romana che mi è piaciuta molto, non hanno nulla di montanaro ma sono li lo stesso con i bambini.
Al parcheggio ora ci sono tante macchine. Adocchio un paio di ragazzi e mi avvicino con tanta faccia tosta: non riuscite a smollarmi la manopola del gas per piacere?
Niente da fare. Però loro hanno li una baita e mi invitano a bere il mio caffè! La felicità in una tazzina di ottimo caffè. 4 chiacchiere con i simpatici nuovi amici e poi scendiamo, cerchiamo un posto dove mangiare e lo troviamo al campeggio del Sasso Remenno. Ma fa un caldo porco pure qui.
Cià che torniamo a casa. Sono vecchia ormai, 2 gg fuori iniziano a pesarmi.
O forse mi pesa solo dormire in macchina.
O forse è la mia crisi che mi fa sentire 30 anni più di quelli che ho.

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.930 (20 m in meno del gg precedente … altimetro barometrico!
Quota arrivo: m 2.356
Dislivello: m 470 circa
Tempo totale: 4 h 05 m compresa di soste
Km percorsi: 8,8 circa, idem come sopra

martedì 21 luglio 2015

Rifugio Ponti m 2.559 – Bocchetta Roma m 2.890 – 21 Luglio 2015


Le parole di oggi:
Scappare: allontanarsi in fretta, fuggire

Un po' dalla quotidianità ma soprattutto dal caldo e dall'afa che mi sta facendo entrare davvero in crisi.
“Vai a Predarossa!” Certo, come no, e la strada? Con la mia macchina bassa ce la faccio? Sono rimasta alla strada brutta e sterrata di anni fa. Invece, con il fatto che paghi 5 € per il transito la strada è praticamente tutta asfaltata e bene, solo pochi metri di sterrato e poche decine di metri di cemento. La galleria è abbastanza larga da non spaventarmi più di tanto in caso di retromarcia (due macchine non ci passano). Problemi zero direi.
Ci accoglie un Disgrazia che più bello di cosi si muore. E tornano alla mente i ricordi di quella giornata. Alle mie preoccupazioni, alla mia fatica, alle gioie e ai dolori che la montagna ti regala.
Ma soprattutto mi torna la mente alla nostra vita precedente, a Pinuccio e al Giuliano che non c'è più.
Sale il magone.
Partiamo dai, finché è fresco!
Non so se ha fatto apposta ma Kyra fa il suo secondo bagno in un torrente. Non si è scomposta, è stata molto tranquilla ed è uscita senza problemi. Devo però ammettere che non l'ha più fatto per cui forse è solo scivolata, ma scivolando oggi e scivolando domani impara che entrare in acqua può anche essere piacevole. Ora la cerca, si bagna volentieri fino alle ascelle e se l'acqua è bassa ci si sdraia dentro. Diamo tempo al tempo e farà anche il bagno.
Seguo i cartelli per il rifugio e mi trovo a risalire la costa della montagna con un sentiero cosi ripido che le gocce di sudore non cadono sugli occhiali ma direttamente per terra. Mamma mia! Eppure non fa cosi caldo! E' la vicinanza della montagna che fa si che non circoli neppure un filo d'aria.
Finita questa ripida salita si inizia a vedere il rifugio. Ci fermiamo a bere e mangiare una mela, oggi ce la prendiamo con molto comodo, tanto stiamo qui a dormire per cui non abbiamo problemi di tempo.
Arrivate al rifugio noto la fontana (non ho portato tantissima acqua, non volevo appesantirmi lo zaino, ho dietro “solo” un litro e mezzo per me e Kyra) e due signori che binocolano la cresta. Subito mi accolgono con cortesia e fanno un sacco di complimenti a Kyra. Sono il gestore e il ragazzo che lavora li. E cosi chiedo: il cane è più che bene accetto, anche in sala pranzo (da notare che la struttura è simile al Brioschi … ed è anche del CAI Milano). Per il pernottamento hanno una stanza piccola che possono dedicare e se già occupata, c'è sempre il locale invernale che a dirla tutta, preferirei alle stanze normali visto che è stato ristrutturato di recente e i letti sono più comodi.
Entro, vorrei un pezzo di cioccolato ma mi faccio ingolosire dalla torta. Buonissima e abbondante, ma 4,5 € mi sembrano davvero tanti.
Riprendiamo il cammino anche se stanno arrivando delle nuvole poco invitanti. Ma vanno e vengono, come spesso accade in montagna. Il rifugista mi dice che al massimo in un'ora sono alla bocchetta e mi fido.
Ricordavo i percorsi fatti nel sentiero Roma … ma quanto sono scomodi! Se segui ben bene i segni hai il percorso agevolato, cmq è tutto su massoni.
Sento parlare, guardo in alto, sono i ragazzi che stanno facendo la cresta e che binocolavano i rifugisti. Foto con zoom e via ancora verso la bocchetta. Incontro solo due personaggi solitari e una coppia con cane.
Attraversiamo due nevaietti per la gioia di Kyra e finalmente arriviamo alla bocchetta.
Di la non si vede molto. No Kyra, non ci andiamo di la, torniamo indietro! Quando vede una catena non capisce più niente!!!
Le nuvole hanno coperto il Disgrazia e vanno e vengono anche alla mia quota ma il mio percorso rimane sempre ben visibile. Effettivamente qui con la nebbia se non sei in due è un bel casotto … meno male che ho il GPS e nel caso non mi rimane che seguirlo passo passo.
Mangiamo, in modo un po' rocambolesco visto che non c'è una roccia piatta.
Tentativo di autoscatto, Kyra stavolta si rifiuta, come darle torto?
Iniziamo la discesa. Con calma, la caviglia duole ancora un po' e con questi massi non si scherza, un attimo farsi di nuovo male. Un paio di passaggi sono ostici per la mia tata, l'aiuto. E' strano, a salire non ha avuto problemi, evidentemente anche per loro la discesa è più complicata della salita.
L'incontro con una coppia ci fa fermare a fare 4 chiacchiere e riposare un po'.
Caffè al rifugio (caruccio anche lui, 2 €) chiacchiere ancora con ragazzo e gestore che mi dicono di non prendere a destra quando è finita la morena (il sentiero di salita non lo faccio più!) ma di stare a sinistra e prendere la vecchia strada dell'Enel.
Va bene, mi indicano come salire la morena e saluto.
Sulla morena scoppia tutta la mia tristezza. Pinuccio che cercava l'arnica, io che continuavo a dirgli che era doronico, Giuliano che brontolava perché ero lenta e la stanchezza e la gioia per quella giornata che non mi lasciavano un attimo.
Ora è solo magone.
Fine della cresta, prendo a sinistra. Rari ometti, poi traccia di sentiero, poi ometti più visibili. Poi guado impossibile. Quante ne ho dette ai ragazzi lassù! E ora? Kyra mi guarda. Attraversiamo a destra e ravaniamo fino ad arrivare a valle, le dico piuttosto indispettita.
La fortuna vuole che appena guadato il torrentello di destra approdiamo sul sentiero.
Meno male, non avevo proprio voglia di ravanare in mezzo ai massi e cespugli.
E' lungo cmq scendere da qui, più comodo ma il dislivello e la lunghezza ci sono.
Trovato un bel masso comodo ci fermiamo, io a fare un pediluvio ghiacciato (la caviglia ringrazia), Kyra a riposare all'ombra.
Ora si inizia a incontrare gente, due ragazzi con un cane bello e buono (Attila … ) che a Kyra però non piace.
Alla macchina mi cambio, e mi incammino verso il sentiero del giorno dopo, tanto per vedere com'è. Mi piace, sarà una bella passeggiata.
Cerco di lavarmi mani e faccia ma anche il sapone 100% oliva non si sciacqua facilmente. Dovrò fare altre prove.
Pappa per entrambe e inizia a gocciolare.
La tenda resta in macchina.
Ma lasciamo parlare Kyra:
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1651401445081491&id=1589584557929847

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.950
Quota arrivo: m 2.890
Dislivello: m 995 circa
Tempo totale: 9 h 12 m compresa di soste
Km percorsi: 12,7 circa, idem come sopra

sabato 11 luglio 2015

Monti Madonnino m 2.502 e Reseda m 2.383 – 11 Luglio 2015


Le parole di oggi:
Solitudine: lo stare da solo, vivere da solo

Sono abituata da sempre alla solitudine. La maggior parte della gente la reputa una cosa negativa, principalmente perché non è capace di stare da sola. A me invece piace. Mi sono ormai abituata all'idea che se voglio fare quello che reputo più giusto per me (e ora anche per la mia Kyra) devo farlo da sola. Inoltre io da sola ci sto più che bene.
E allora, perché cercare compagnia? Semplice, ho una cimetta che vorrei fare, MOLTO impegnativa, dove da sola ho il timore di non essere in grado di gestire Kyra.
Vuol dire usare le persone? Perché … le persone non si usano mai l'un l'altra? Direi sempre, a volte in senso positivo, troppo spesso in senso negativo.
Cmq, la mia ricerca di compagnia non è andata bene, non importa. Proprio stamattina (è domenica) al bar mi dicevano che ce la dovrei fare da sola con Kyra per la mia mega gitona.
Di una cosa mi sono convinta andando sabato in questa valle superlativa: è meglio che aspetti giornate meno calde. Abbiamo sofferto parecchio sia Kyra che io, bevuto quasi 4 litri di liquidi e siamo tornate distrutte dal caldo.
Ma andiamo con ordine.
Partenza alle 6, dopo aver fatto alzare la vicina all'alba per fare la puntura (io a lei, non mi sento in colpa ;) )
Mi fermo a bere un caffè e mangiare una brioche alla pasticceria Bonati. E' fresco, lascio Kyra in macchina. Arrivata però davanti alla porta leggo il cartello che dice: i cani sono ammessi, torno quindi a prendere la mia tata, felice.
Entro. Chiedo se posso prendere io la brioche, ci metto un po' a sceglierla, poi mi sposto verso il bar e l'addento. In tutto il tempo le commesse erano al banco a non fare nulla visto che il locale è vuoto.
Solo dopo che ho assaggiato la brioche una commessa mi dice che il cane può entrare, ma con la museruola ma visto che non c'è nessuno me la lascia stare dentro.
Scusi? Con la museruola? Lei può chiedermi di tenerla al guinzaglio ma non di metterle la museruola!
Mi spiace, è una direttiva della direzione: UNA volta un cane ha morso un cliente.
Io guardo la mia brioche e dico alla commessa che mi spiace, io la museruola non la metto e le lascio li la brioche anche se morsicata.
Nono, guardi che può restare visto che non ci sono clienti.
Evito altri litigi, mi mangio la mia brioche e vado in bagno. NON prendo il caffè spiegando alla commessa che non lo prendo proprio per la questione museruola, pago e me ne vado.
Vorrei proprio sapere quanti cani entrano in quella pasticceria … mi sembra più corretto mettere il cartello “Vietato l'ingresso ai cani”, quanti padroni metteranno mai la museruola per andare a bere un caffè o comprare dei dolci? Ovviamente ombra nel parcheggio manco a pagarla e con il caldo? Come fai a lasciare il cane in macchina? Soliti vecchi e ritriti discorsi. Prima o poi impareranno che se vuoi i miei soldi devi volere anche il mio cane. O almeno darmi uno spazio fuori, all'ombra e protetto, dove posso lasciarla visto che il tuo parcheggio è enorme!
Sono amareggiata. Sono anche stufa di tutta questa guerra contro i cani, centomila volte meglio degli umani.
Proseguo.
A Carona mi fermo per prendere il Gratta e Sosta, ben 2 € che saranno utilizzati per manutenzione dei sentieri. Puoi anche parcheggiare alle strisce bianche, oggi posto ce n'è e non è tanto lontano dall'inizio del percorso, ma un costo cosi irrisorio e per agevolare noi escursionisti non vedo perché non pagarlo.
Parcheggio e scendo con Kyra. Spero davvero di riuscire a bere il caffè ora.
Il primo bar ha fuori il cartello che dice di lasciare i cani fuori. Ne cerco un altro e mi imbatto in una cagnolona vecchietta, i cui padroni hanno un albergo con Bar. Kyra è stata stupenda con lei, non voleva averci a che fare (antipatie canine) ma si è ben guardata anche solo dall'abbaiarle, vista la veneranda età, si è solo girata brontolando.
E cosi, parlando con la proprietaria, chiedo se posso entrare nel bar con il cane. Evviva! Mi posso bere il caffè! Preparato magistralmente da un bimbo … e mi ritorna il buonumore.
Salgo ancora un pochetto in macchina e parcheggio vicino all'inizio del percorso, andare di sabato ha ancora il suo perché, e ci avviamo. Prima su strada asfaltata, poi troviamo l'imbocco del sentiero estivo. Lo prendiamo solo noi. Non capisco proprio. Ci sono 7 km di strada che fanno superare gli 850 m di dislivello per il rifugio: perché farli su strada?
Non capisco ma mi adeguo. Sul sentiero troveremo acqua, ombra e pochissima gente. E angoli spettacolari, nonché le genziane rosse e gialle, l'iperico e mille altri fiori.
Ora mi sento proprio in paradiso.
Purtroppo il sentiero esce prima del Calvi, un pezzetto di strada ci tocca, ma non importa, va bene anche quella. Incontriamo solo una volta la jeep che fa da navetta: mentre sale ci ringrazia per esserci messe a lato strada, mentre scende ci ringrazia ancora … cosa vuol dire un minimo di cortesia!
Sosta al rifugio, senza entrare visto che anche qui vige il cartello “No ai cani”.
Fuori c'è già tanta gente, immagino cosa troverò al ritorno … e immagino il casino di stasera nella sala pranzo, nelle camerate … no, non ho proprio più voglia di queste cose.
Beviamo, facciamo di nuovo scorta di acqua che sul percorso non troveremo e ripartiamo.
Prima di sbagliare sentiero (“Guai a te se non torni con in tasca una cima, meglio se due!” le parole dell'amico rimbombano e non posso sbagliare) chiedo all'unico escursionista che trovo. Mi conforta, sono sul sentiero giusto. A dire il vero è impossibile sbagliare, è un'autostrada … ma con me non si sa mai.
Iniziamo ad avere tanto caldo e io a essere sotto scorta. Ci fermiamo all'ombra di un sasso. Mangiamo, beviamo e aspetto a ripartire che Kyra abbia finito di ansimare. Ribagno ancora la sua testolina, già bagnata al rifugio, e proseguiamo. Al passo incontro due persone che mi dicono di salire direttamente da li, un po' ripido ma porta in vetta al Madonnino.
Mi fido, anche perché trovo la scritta sul sasso, e parto. Miiiiiii se è ripido! Di quei sentieri che amo tanto: fondo duro con sopra i detriti … una vera goduria!
Due ragazzi stanno scendendo e si fermano, aspettandomi. Non volevano tirarmi i sassi in testa e hanno ragione, in discesa deve essere un inferno.
“Ma tu eri al Benigni sabato scorso! Mi ricordo di Kyra che voleva il mio panino!”
E si, incontri ripetuti, a volte accadono. 4 chiacchiere molto piacevoli e poi ognuno riprende la sua strada.
In cima siamo sole. Una pace, una marea di rondini e le montagne intorno. Alcune le conosco, Diavolo di Tenda, Grabiasca, le altre no ma non per questo sono meno belle.
Solite acrobazie per la foto di vetta, Kyra appiccicata a me in cerca di ombra e quando il sole viene coperto dalle prima nuvole ne siamo contente.
La Val Seriana è tutta una nuvola, un po' come il confine tra la Valle d'Aosta e il Piemonte solo che la è giustificato dalle risaie piemontesi, qui? Mannaggia … la mia montagna Seriana mi sa che rimarrà li insalita.
Sto iniziando a meditare che luglio non è più un mese da montagne per me, meglio aspettare che il caldo vada via, saranno anche giornate più corde ma soffrendo meno sarò anche più veloce. E a proposito di velocità è ora di scendere.
Decido di scendere verso la Valgoglio, preparandomi ad una lunga discesa e quindi ad un lungo traverso; invece trovo il bivio per il Passo Portula molto prima di quello che credevo.
Tornata al Passo Portula ho da prendere una decisione: tentiamo il Reseda oppure scendiamo e andiamo a fare il giro dei laghetti.
Guardo. Penso. Vedo. Vedo una scritta per Passo Reseda. Dai, andiamo a vedere sto passo.
Ometti, ambiente superlativo. Man mano che si procede gli ometti diventano più difficili da individuare fino a non vederli più. Decido che, essendo un passo, non devo salire e provo a stare in costa. Niente sentiero, prato ripido che mi porta a quelle rocce. E dopo? Non sono convinta, faccio avanti e indietro un paio di volte poi rinsavisco: torno all'ultimo ometto.
Cerco di riflettere: non ha senso avere messo tutti gli ometti fino a qui e poi più niente, per cui decido per l'unica altra direzione plausibile: salire.
E trovo gli ometti, che mi porteranno ad un colletto. Di certo non è il Passo Reseda.
Mi fermo a riposare dal caldo e a bere.
Guardo la facile cresta: perché no? Saliamo.
Di ometti non ne trovo più ma su quella cima la in fondo mi sembra di vedere un bellissimo ometto di vetta. La cresta è semplice anche se non tracciata. Arriviamo facilmente in vetta e immagino che sia il Reseda. E finalmente una vetta senza simboli religiosi!
Dopo la cima, laggiù, c'è un masso con un ometto, immagino sia il Passo Reseda e sempre senza sentiero scendo, tallonata da Kyra.
Altra breve sosta per decidere il da farsi. Sicuramente c'è una via di cresta che magari porta al Grabiasca ma io ormai devo scendere, sono le due passate e va bene non affrettarsi per essere alla macchina alle due del pomeriggio, ma neanche scendere alle 8 di sera!
Dall'alto ho adocchiato il Lago Rotondo e mi sembra pure di vedere un sentiero. Ho guardato bene se ci fossero salti di roccia ad impedirmi il percorso e sembra di no, che sia tutto tranquillo.
Scendiamo per prati, per fortuna comodi, fino a trovare il sentiero che a tratti perdiamo.
Arriviamo indenni al Calvi, stracolmo di gente a prendere il sole. Una panchina libera, ci accomodiamo, io sopra e Kyra sotto. Beviamo, mangiamo qualcosa e ribeviamo. Poi scorta di acqua e si scende.
Kyra continua a leccarsi una zampetta e nonostante i ripetuti controlli, non vedo nulla che possa giustificare il gesto. Un po' preoccupata penso se sia meglio scendere dalla strada o dal sentiero.
Appena inizio a scendere però la decisione è immediata: sentiero. Là troveremo ombra e acqua per Kyra che sembra davvero stremata dal caldo.
La discesa è interminabile. Ora siamo sfatte entrambe. Al primo torrentello decente entrambe ci bagniamo cercando refrigerio.
Man mano che scendiamo le mie orecchie iniziano a dare i numeri: sentono la banda! Ma pensa …
Arrivati in vicinanza del ponte la banda è sempre più forte: vuoi vedere che non è una allucinazione uditiva?
Purtroppo mi distraggo, sono stanca e prendo una storta … MANNAGGIA!
Intanto lassù, al piccolo borgo, c'è un sacco di gente e la banda che suona.
Salgo e mi fermo a riposare, a parlare con un signore simpaticissimo ma soprattutto a riposare.
Kyra si fa un po' coccolare, fa conoscenza con un cagnolino ma poi si siede tranquilla pensando che “chi vuole, viene a coccolarmi, io sono stanca!”
La banda è una idea della ProLoco di Carona e devo ammettere che l'idea mi piace molto. Non hanno la divisa, è bello vederli cosi, “alla mano”.
Finisce il concerto, io non posso fermarmi ad ascoltare il bis, saluto l'amico che mi ha tenuto compagnia e parto. Devo passare davanti alla banda e lo faccio mentre non suonano.
Kyra, nonostante la folla, è sempre libera. Passiamo davanti ad un bimbo davvero piccolo. Io mi fermo a fare una foto e nel frattempo lui mi viene in mezzo alle gambe perché deve prendere la ciotola, e la porge a Kyra … tatino, voleva darle dell'acqua!!!! Mi sono sciolta di fronte a questo atteggiamento e alla tranquillità della mamma che non ha preso il bimbo in braccio urlando che c'era in giro un cane slegato!
Macchina. Stanche e accaldate.
Il viaggio di rientro va benone. A casa ci sono i mici da sfamare, la macchina da scaricare, la doccia da fare, la cena da cucinare …. vado a dormire con la casa tutta sottosopra ma va bene cosi, la splendida giornata che ho passato ne vale assolutamente la pena!

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.227
Quota arrivo: m 2.502
Dislivello: m 1.600 circa
Tempo totale: 10 h 22 m compresa di soste e concerto bandistico
Km percorsi: 23,2 circa, idem come sopra

mercoledì 8 luglio 2015

Rifugio Bietti – 1.719 m e Perledo – 8 Luglio 2015


Le parole di oggi:
Afa: caldo opprimente; aria soffocante

Per sfuggire all'aria bollente (e non scherzo!) decidiamo di salire alla Bietti, abbiamo l'appuntamento annuale con i pini mughi di quelle parti.
Giornata spettacolare, avvolti nella nuvola che sale e scende e arietta a tratti fresca.
Sudiamo, ovviamente, fa caldo, ma si respira e questo ci basta.
Ci accoglie una fioritura indescrivibile, parleranno le immagini per noi.
Con calma e tranquillità saliamo, io per sentiero e Kyra divagando qui e la.
Due splendide manager che ci accolgono al rifugio, una più peperina di Kyra la mette una volta tanto al suo posto (speriamo abbia imparato qualcosa dalla lezione la mia tata)
Una Cheese cake da urlo e un buon caffè. Nuovi gestori, mi piacciono, si chiacchiera amichevolmente anche con i pochi altri avventori.
Si scende sempre con calma, sempre avvolti nelle nebbie.
Si passa da Parlasco a vedere gli affreschi e Kyra si rifà della lezione della mattina giocando con un cane incontrato nel piazzale del municipio / asilo.
Che dire … giornata rilassante a respirare, finalmente.
Perdonate la quantità assurda di foto, non sono stata in grado di scegliere.

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.423
Quota arrivo (altezza massima): m 1.781
Dislivello: m 645 circa
Tempo totale: 5 h 19 m compresa di soste, esclusa la visita a Parlasco
Km percorsi: 10,9 circa, idem come sopra

sabato 4 luglio 2015

Cima Piazzotti – 2.349 m – 4 Luglio 2015


Le parole di oggi:
Estate: la stagione più calda dell'anno, compresa fra primavera e autunno

“Vorrei portare Pato, si merita un premio! Ce la fa?”
Cavolo, che domanda importante … non conosco Pato ma ricordo bene il canalone. Con Kyra non ho problemi manco se le faccio salire il Disgrazia ma per altri cani come faccio a prendermi responsabilità?
“Non lo so, il canalone non è gran che ma se non ce la fa ci fermiamo li, la Val Tronella è stupenda e ci appagherà lo stesso!”
Se decidiamo di portare i cani e non siamo sicuri che ce la possono fare dobbiamo essere disposti a non raggiungere la meta. Problemi? No … per un peloso questo ed altro.
E cosi ci si incontra a Bione. Prima di partire occorre far fare amicizia ai cani. Lo so che Kyra non ama i cani grossi e neri e sono un pochino preoccupata. Pato è un patatone, come suggerisce il suo nome, mentre Kyra fa la solita peperina ma alla fine, anche se non giocano insieme, non litigano neanche. Si parte.
Fermata per il caffè e poi su.
Al bar c'è una persona che prende il permesso per la strada. Mi preoccupo. Ma sono salita anche l'altro giorno a sbaffo senza saperlo?
Chiedo: serve per Laveggiolo? E per Pescegallo? No, non serve per nessuno dei due posti, serve per le valli della Val Gerola. E sarebbero? Boh …. Salendo controllo le valli ma non c'è nessun cartello, per ora il dubbio mi rimane, dovrò indormarmi.
La preoccupazione più grande è per Pato, è grande, grasso e nero e il sole caldo dell'estate lo farà soffrire parecchio. Non per nulla è stata scelta la Val Tronella dove so che ci sono torrenti in abbondanza e in effetti, per ogni pozza, cerchiamo di far bagnare i pelosi.
Kyra non si scompone alla presenza di Pato e fa la sua solita escursione tranquilla, annusando tutto, correndo dietro alle marmotte e bagnandosi quando lo reputa opportuno.
Mietta e io invece chiacchieriamo un sacco, fermandoci anche a volte per raccontare cose importanti facendo finta che lo facevamo per Pato, per farlo riposare.
Oggi è caldo, la quota non è alta e io ho davvero paura del caldo. Andare piano, controllando i cani e godendo della loro compagnia, fermarci ad ogni pozza, ammirare il bosco, i fiori, le rocce che si aprono davanti a noi, il Disgrazia che compare li, in mezzo ai due corni … oggi giornata tranquilla cercando di non sudare come al solito.
Arrivati al canale Kyra prende il comando: DI QUI MAMMA!
Tata, Pato non passa, ha un po' di paura delle rocce.
Ahhhhh va bene, aspetta che cerco un posto meno ripido.
E cosi, un po' Kyra e un po' mamma e zia, Pato sale fino in cima … grandissimo! E non solo come stazza!
Vorremmo un posto all'ombra ma ovviamente qui non ci sono alberi. Andiamo al lago dove troviamo la Rimini locale: gente in mutande e reggiseno, ragazzi che fanno il bagno e noi che cerchiamo di far entrare i cani in acqua.
Anche Pato non ama nuotare e il massimo che raggiungiamo è di far bagnare la pancia ad entrambi.
Una volta rinfrescate anche noi decidiamo di salire la cima con l'idea di mangiare li ma fa caldo e anche io inizio a patirlo.
Dalla cima scendiamo fino ad un piccolo laghetto dove siamo soli soletti. Kyra mi si appiccica dietro la schiena per avere un pochino di ombra, Pato si bagna spesso mentre noi chiacchieriamo tranquille.
Poi rifugio per caffè. Io e i pelosi ci mettiamo all'ombra mentre Mietta fa la lucertola.
Prima di scendere vogliamo bagnare ancora i pelosi. Cerco di far entrare Kyra nel lago, salto sulle rocce: VIENI TATA! E lei che fa? Salta sul primo sasso, poi sul secondo e via cosi, facendo ridere tutti gli astanti ai miei inutili tentativi di farla bagnare. Vabbeh, però devo ammettere che è stata bravissima a seguirmi passo passo.
Scendiamo.
Con Pato non è semplicissimo, Kyra è stata un angelo perché oggi non è stata troppo considerata, tutte le attenzioni erano per Pato.
Per fortuna il patatone si fida di me e con dietro la sua mamma e me davanti riusciamo a scendere senza grossi problemi. Ci spostiamo un po' dal sentiero per fare un bel bagno nella neve come premio per entrambi i pelosi.
Lo so, abbiamo azzardato di brutto. Ci è andata bene. Poteva succedere che Pato decidesse di non muoversi più e allora avremmo davvero visto i sorci verdi. Me ne sono resa conto solo dopo.
E' esperienza e sono convinta che mi servirà molto quella di questa giornata.
Sempre con MOLTA calma arriviamo al laghetto e poi alla macchina … tardissimo, accaldati ma felici.
Birretta e caffè al bar e poi a casa, nella calda pianura.
Grazie Pato, grazie Mietta. Spero di poter conoscere presto Calvin e Winnie!
Pato mi ha mandato un messaggio, vuole che lo scriva qui in modo che sia pubblico:
“Mamma, la prossima volta che vuoi premiarmi …. LASCIAMI A CASA!!! :D “

heliSLaLenta & Kyra con Pato & Mietta

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.452
Quota arrivo (altezza massima): m 2.349
Dislivello: m 920 circa
Tempo totale: 9 h 36 m compresa di soste …. si, ce la siamo presa comoda!
Km percorsi: 11,3 circa

mercoledì 1 luglio 2015

Sotto il Cardinello – Q 2.375 m – 1 Luglio 2015


Le parole di oggi:
Testardo: si dice di persona che vuol fare sempre a modo suo, che persiste in un atteggiamento o in una decisione, rifiutando di ascoltare i consigli e le ragioni degli altri

Un po' lo sono. Anche se poi viene fuori anche un po' di timore.
In ogni caso, prima di fare una delle gite che ho in mente da un po', preferisco provarmi su un sentiero prima di tutto non ad anello, e poi su una meta che non è tra i miei desiderata, in modo tale che se non me la sento non ci rimango male.
Tutto come da copione.
Cercavo una cima da 1800 – 1900 m di dislivello con i canonici 20 km e mi sono imbattuta in questa. Si parte bassi ma non me ne faccio (sbagliando) un problema. Cerco di partire presto.
La relazione mi dice di partire da una frazione a circa 1000 m. Raggiungo la valle, trovo il cartello per il rifugio e allora mi fermo e mi cambio ma quando accendo Gipsy mi rendo conto che sono a 840 m. Che fare? Provo a proseguire con la macchina. Trovo la frazione ma non il sentiero. Dei ragazzi stanno tagliando l'erba e li disturbo con il mio saluto. Uno di loro, il più vicino, ferma la macchina infernale e si avvicina. Un gran bel tocco di ragazzo (vista la mia età posso permettermi certi apprezzamenti!) e chiedo a lui. Mi dice che non mi conviene, perché al ritorno devo risalire e in ogni caso non è di facile individuazione. Meglio partire dal punto che avevo individuato prima.
Saluto il gran bel ragazzo gentile e disponibile … quanti ce ne sono ancora cosi?
Torno da dove sono venuta, ri-parcheggio e con Kyra iniziamo questa avventura.
L'inizio è su una strada sterrata. Arrivo a delle case, altro signore che taglia l'erba. Saluto con la mano e proseguo. Lui ferma la macchina infernale e mi chiede se vado al Vincino. Alla mia risposta affermativa mi dice di scendere a prendere li il sentiero perché con la costruzione della strada proseguendo risulta più problematico prenderlo.
Ringrazio e scendo. Mi sento chiamare: non da li! Prendi di sopra! Non capisco e allora il gentil signore scende e mi accompagna sul sentiero. Ma che gente meravigliosa abita da ste parti!
La valle la conoscevo in parte in quanto, prima del 2000, sono stata a dormire al rifugio Vincino con il gruppo che allora frequentavo.
Purtroppo inizio a sentire delle punture. Mannaggia … sono degli insetti neri/grigi, grossi e con le ali. Saranno mica tafani? Naaaaa, dai … il tafano è una grossa mosca! Sberleggiandomi in continuazione continuo a camminare pensando con angoscia al ritorno.
Si attraversa una valle e poi un'altra. Rivoli di acqua mi fanno stare tranquilla almeno per Kyra. Poi un bellissimo bosco con un sentierone in falso piano e finalmente il cartello per il rifugio. Da qui in poi i tafani la smetteranno di rompere perché si, un villano che sta raccogliendo l'erba tagliata mi conferma che sono tafani … bastardi ….
Si sale. Arrivo all'alpeggio e ancora una fontana. Diciamo che qui l'acqua non manca, per fortuna. Non c'è il sole ma è umido e purtroppo vedo le cime sempre immerse nelle nuvole. Ci accolgono una decina di splendidi cani. I loro abbai sembrano cattivi. Mi fermo, aspetto. Invece arrivano e chi annusa Kyra, chi annusa me e chi si fa coccolare. Nel frattempo esce il pastore che li chiama. Bene, tutto a posto.
Mi avvicino per bere e il pastore viene a salutarmi. Facciamo 4 chiacchiere e poi mi offre il caffè: come fare a rifiutare? Sono lui e un giovane che quasi non parla. Soli con i cani e pecore e asini al pascolo. La casa è confortevole ma molto in disordine, nel camino ci sono tutti i loro rifiuti e li vicino una toma di formaggio. Sono uomini, sono pastori … E' pieno di mosche ma dopo l'assalto dei tafani non mi danno neppure fastidio. A proposito di tafani chiedo anche a lui e mi spiega che questo è il loro periodo, dura circa un mese e mezzo e mi è ancora andata bene perché non mi hanno punto poi in tanti.
Cavolo, inizio a pensare ai miei bei pantaloni lunghi, alla camicia che avrei potuto portare dietro … non so se mi trovassi a scegliere tra caldo e tafano cosa sceglierei.
Beviamo il caffè; io sono omaggiata di tazzina in acciaio, il mio ospite ha una tazza di legno e il ragazzo un bicchiere. Mi vengono in mente i servizi da caffè cittadino dove se non hai il piattino c'è chi si lamenta perché “dove metto il cucchiaino!”
Purtroppo il pastore mi dice che difficilmente le nuvole si alzeranno e che il tempo era cosi anche ieri. Che è un peccato salire su con questo tempo che non si vede nulla.
Mi racconta di chi ha ospitato qui perché non riusciva a raggiungere la sua meta in giornata.
Antica ospitalità … mi sento a casa.
Ma il tragitto è lungo, saluto e ringrazio e riprendo il cammino.
Ora è difficile trovare il sentiero. Erba alta, segni sui sassi ma nascosti dalla vegetazione. Per fortuna ho una traccia GPS che seguo e riesco, confortata dai segni e da flebili tracce, ad uscire dai prati.
Alle rovine di un alpeggio trovo dei cartelli ma nessuno indica il Cardinello. So che il sentiero per la cima non è segnato per cui so anche, vista la meteo, che non salirò ma siccome il mio obiettivo è di fare dislivello proseguo per la capanna Como.
Però, perché non provarci? Penso mentre proseguo, controllando GPS e segni. Mentre medito leggo la relazione e so che tra breve devo deviare a sinistra, salendo. E anche il sentiero devia a sinistra salendo. Questo mi ha un po' mandato in confusione per cui, quando riguardo il GPS, mi rendo conto che per la cima avrei dovuto salite un bel pezzo prima, di la da quel canale. Ma ormai sono qui, che faccio? La traccia per la cima non è segnata e ora sono già immersa nella nebbia.
Vigliaccamente non me la sento di salire. Kyra non aiuta, corre dietro alle pecore e con la paura di perderla decido di legarla ma la lunghina si incastra sempre nelle rocce e la progressione non è assolutamente agevole.
Quando ormai di pecore non ce ne sono più la slego anche perché ora siamo sul ripido andante. Qualche anarchica solitaria ovina la incontriamo ma ora il mio NO sembra funzionare e Kyra rimane vicina pur con dispiacere.
La cima non si vede, non si vede nulla. Ormai sono troppo a destra, l'unica speranza è che ci sia un sentiero che possa risalire la montagna anche da quella parte per cui continuo a camminare parallela alla cresta.
Arriva la fine. Della montagna e della salita. Il sentiero scende. Ok, da qui si va alla capanna Como. Niente da fare, la cima per oggi non c'è. Da questo versante non si sale. Non mi passa neppure lontanamente per la testa di tornare al bivio e salire per prati, ormai sono stanca e la nebbia persiste.
Scendo. Arrivo al canale ripido e inizio ad avere dei giramenti di testa. A dire il vero la testa gira sempre e quando mi rendo conto che sto in piedi solo perché ho i bastoncini decido che è ora di pappa. Non ho fame ma il mio corpo ne ha bisogno. Kyra si siede tranquilla vicina a me, io inizio con un cucchiaio di insalata di riso, poi un altro e man mano che li mando giù la fame arriva. Finita la mia abbondante porzione mi sento molto meglio. Una bella manciata di croccantini a Kyra e poi scendiamo.
Segno bene il punto di salita, chissà mai che in un autunno in cui sono particolarmente allenata e le giornate iniziano ad essere più limpide non si possa tornare.
Scendendo arriviamo ai prati (ripidi) dove il sentiero non si vede. Non voglio sbagliare perché ora la stanchezza inizia a farsi sentire, per cui guardo spesso Gipsy; Kyra però si spazientisce: ci penso io mamy! Occhio Kyra che non voglio sbagliare! Tranquilla mamy, sono un cane io!
Si, però sbagli spesso tatina mia, ma tengo per me l'ultimo commento.
Dopo qualche tornante ci troviamo su una roccia. Non si scende. Controllo Gipsy e vedo che il sentiero è spostato a destra.
Te lo avevo detto Kyra!
Ma sembrava proprio di qui!
Si, è vero, sembrava … cosa vuoi, metterti a discutere con un cane?
Attraversiamo mamma!
Non se ne parla neppure! Non ho 4 zampe e soprattutto non sono piccola e agile come te, si torna!
Va bene mamy, ma non sei arrabbiata, vero?
Certo che no amore mio!
Come mi giro vedo il segnale, risaliamo di poco e riprendiamo il sentiero. Alternandoci un po' alla guida arriviamo alla piana che conduce al torrente. Entrambe siamo piene dei semi dell'erba e io non vedo l'ora di lavarmi gambe e braccia nel torrente; immagino che sia per questo che prendiamo il sentiero alto. Ci rinfreschiamo e poi via, a ravanare di nuovo per arrivare alla baita del pastore. I cani sono legati, i pastori non si palesano. Non so se dormono o sono in giro. Apprezzo in ogni caso che abbiano legati i cani per non infastidirmi, almeno immagino sia questo il motivo.
Ora è solo discesa. Cerco di tenere lontano dalla mente il pezzo con i tafani.
Fa caldo ma non troppo. Stanche ma non troppo. Un paio di piccole soste a bere e a cambiare le batterie di Gipsy e arriviamo al bivio con il rifugio.
E arrivano i tafani. Per brevi tratti sono risparmiata ma è una vera e propria tortura. Mozzicano che è un piacere, ce l'hanno soprattutto con il mio gomito sinistro e il dietro del ginocchio. Sarà a causa loro ma non sento la stanchezza e anche le contropendenze le faccio senza troppi problemi.
Nell'ultima pozza che incontriamo Kyra decide che è meglio pulire ben benino le zampette (sia mai detto che poi me le pulisci come l'ultima volta, vero mamy?) e intanto si rinfresca ben bene.
Ora esce il sole, è caldo. Ma niente rispetto al fastidio / dolore dei tafani.
Controllo Gipsy per capire dove salire sulla strada. Li spero di salvarmi ma non sarà cosi.
Arrivo alla macchina che siamo avvolti da una nuvola. Apro la macchina, accendo anche l'aria condizionata e poi mi infratto dentro a cambiare le scarpe.
Dura lotta con per cacciare fuori tutti i tafani e poi giù alla velocità … no, non della luce ma quella che consente la strada.
Considerazioni: gita molto bella, ambienti vari che partono dal pascolo, boschi poi alpeggi e infine montagna rocciosa. Devo ammettere che mi è piaciuta molto e non è escluso che ci torni a settembre, quando le giornata saranno (si spera) meno afose ma abbastanza lunghe da permettere la gita.

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 844
Quota arrivo (altezza massima): m 2.375
Dislivello: m 1.800 circa
Tempo totale: 10 h 59 m compresa di soste e commemorazione
Km percorsi: 23,3 circa