sabato 24 dicembre 2016

Buone feste ... quasi a tutti

Svegliarsi al buio, la sveglia quasi non serve tanta è l'emozione. Prendere le tue cose facendo il meno rumore possibile e uscire dalla camera, cercare un posticino tranquillo dove consumare la tua frugale colazione alla luce della pila frontale. Finire di vestirti: l'imbraco sopra il primo maglione, la giacca di piumino e il guscio antivento sopra che tanto poi li si toglie. Uscire al freddo e guardare il cielo stellato. Siamo in pochi a partire a quest'ora e le parole sono sussurrate come a non voler ancora svegliare il giorno.
Ti avvicini al ghiacciaio e metti i ramponi, srotoli la corda e la fai passare, prepari con cura i nodi, i moschettoni sono già attaccati all'imbraco. Il casco, non dimenticare il casco mi raccomando.
Uno sguardo al tuo compagno e poi via. La frontale illumina quei pochi metri davanti a te e ti bastano, guardi bene la neve, devi sapere se è sicura e se c'è un crepaccio sotto che devi saltare.
Non sei sola. Nonostante ci siano 30 m di distanza da te il tuo compagno è dietro. Siete legati da quel filo neanche tanto sottile che è una corda da ghiaccio, entrambi nel silenzio che solo un ghiacciaio sa regalare.
Fa freddo, di solito fa freddo prima dell'alba per cui viene spontaneo allungare un po' il passo.
E poi avviene la magia. Arrivano le tue ombre e non sono date dalla luce della frontale.
Arriva l'alba. Le tue ombre sono lunghissime sul manto bianco. La luce aumenta e arriva il momento in cui ti fermi e alzi gli occhi per ammirare il miracolo che ogni giorno avviene: il nascere del sole.
Ecco cosa rappresenta … rappresentava per me la pila frontale.
Ieri sera invece l'abbiamo messa per salire nel bosco, noi tre bipedi e due quadrupedi. Soli. Nel silenzio che anche la notte sa regalare.
Lo sapevo benissimo che lassù non c'era alcuna alba ad aspettarci ma un faro che illuminava a giorno il piazzare del Rifugio SEC e il vin brulè e il tè bello caldo.
Non è più il momento di ghiacciai ma non ho rimpianti, non ho nostalgia, ho dei bellissimi ricordi di quello che sono riuscita a fare. E ieri sera mi sono tornati in mente.
No, non ero per nulla dispiaciuta. Ero felice. Con me c'era Giuliano e chi conosce la nostra storia può capire perché ero felice.
Buone feste … quasi a tutti.

martedì 1 novembre 2016

Savogno e Dasile, Giro ad anello – 1 Novembre 2016


Sono indietro di mille gite e man mano che passa il tempo mi sembra che un racconto perda d'importanza. Ovviamente non è vero che perde di importanza, ma per il momento accontentatevi di qualche foto. Ehm … qualche … non sono stata in grado di fare una selezione maggiore, abbiate pazienza.



heliSLaLenta & Kyra , Giuliano e Mario

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 417
Quota arrivo massima: m 1.031
Dislivello: m 700 circa
Tempo totale: 6 h 22 m compresa di tutto
Km percorsi: 8,8 circa
Percorso canabile: Si
Acqua sul percorso: si, fontane ai paesi

martedì 20 settembre 2016

Resegone m 1.875 dalla Cresta Sud – 20 Settembre 2016


Se ho contato bene questa è la quinta volta che cerco di raggiungere la passata partendo da Morterone. Un paio di volte sono salita prima, una addirittura dopo … ma questa volta … CE L'HO FATTA! E ci mancherebbe, ormai conosco la zona strabene, anche se con me intorno non è mai detto. Purtroppo non ho più “la gamba” di un tempo e cara grazia che sono arrivata in vetta, la cresta nord non me la sono sentita, era già abbastanza tardi. E in ogni caso trovo molto più bella la sud ;) In cima non c'era nessuno ma, incredibile, sono arrivate persone dopo di me: chi ha fatto le due gamma (7 ore) chi per la prima volta in montagna e ha preso la funivia. Spaccati di vita con cui ho chiacchierato (e dispensato consigli e indicazioni) volentieri. Per il resto lascio parlare le foto. Io mi sono tolta un sassolino enorme dallo scarpone. 

 heliSLaLenta & Kyra 

I dati secondo Gipsy: 
Quota partenza: m 1.087 
Quota arrivo massima: m 1.879 
Dislivello: m 1.390 circa 
Tempo totale: 8 h 17 m compresa di tutto 
Km percorsi: 14,9 circa 
Percorso canabile: Si con qualche aiutino 
Acqua sul percorso: no, solo la sorgente Forbesette

giovedì 8 settembre 2016

Valle Merdarola–Bocchetta Medaccio m 2.303–Rifugio Omio 8/9/16


Prologo
Volevo andare alla Omio, ci sono stata un secolo fa ed è ora di tornarci. Ne parlo con Giuliano e gli dico che ne approfitterò per dare un'occhiata alla Valle della Merdarola.
“Non c'entra niente la Merdarola con la Omio! Piuttosto sali direttamente dalla Merdarola e tramite la bocchetta di Medaccio scendi alla Omio”
Ora, non chiedetemi perché se salgo da una parte non c'entra nulla mentre se salgo dall'altra si ma ragionandoci un po' penso che sia meglio come dice lui, salire dalla zona che non conosco. Sempre meglio. Se ci sono problemi torni da dove sei venuta.
In teoria.

La gita
Lo zaino è la prima cosa che metto in macchina la mattina. Gli scarponi saranno quelli pesanti perché Giuliano mi ha detto che lui ha visto le mucche scendere da quella parte e si sa come conciano i sentieri le mucche.
Quegli scarponi saranno la mia salvezza.
Sono molto contenta di fare quella gira, la Merdarola è da anni che la rincorro. Ho una relazione molto dettagliata con me (e meno male … utilissima!) e le parole di Giuliano mi lasciano tranquilla … non lo conoscessi! Sinceramente non credevo che potesse mandarmi da sola su un percorso cosi ma si è poi scusato dicendo che non era messo cosi male quando è salito lui e non se lo aspettava.
Altro campanello di allarme doveva darmelo la colazione a Morbegno: non ho voglia di mangiare la mia brioche. E questo è davvero strano. Non mi sento benissimo se devo essere sincera ma visto che la gita è di 1.200 m di dislivello e si, è vero, è una EE ma l'ambiente lo impone. Non la reputo infattibile per cui non ascolto il mio corpo e salgo dalla Merdarola.
Al parcheggio incontro dei signori: andate alla Gianetti? Il 90% della gente che sale da qui va alla Gianetti e non mi sbaglio. Mi dicono anche che qualcuno vuole fare la traversata alla Omio e cosi la butto li: allora ci vediamo li, io salgo dalla Merdarola. Ahhh ... uhhh … probabilmente troverà il nevaietto giù dal passo. Cazz... io odio la neve. Vabbeh, se non passo torno indietro.
La relazione parla di cartelli indicanti la Omio sin dall'inizio ma io non ne trovo.
E questo avrebbe dovuto insospettirmi.
Mi aspettavo una valle selvaggia e cosi l'ho trovata. Mi aspettavo una valle umida ma non fino a quel punto. Il sentiero sale da subito ripido, ma poi inizia anche ad essere coperto dalla vegetazione, le rocce scivolosissime mi fanno cadere innumerevoli volte. Mi sono stramaledetta all'infinito per aver lasciato in macchina i bastoni. Kyra invece si è divertita un mondo … almeno lei …
L'unico punto in cui faccio fatica a trovare il sentiero è al secondo baitello ma ritrovo subito il segnale. Arrivo stremata alla prima Baita di Merdarola. Ora siamo finalmente fuori dal bosco e dall'umido, il sole splende con un caldo giusto e il posto è a dir poco stratosferico. Mi rendo però conto che l'alpeggio è abbandonato da anni e il rifugista mi informerà che saranno una decina gli anni da cui è stato abbandonato. Certo che per scendere di li le mucche … eppure Giuliano conferma: anche io mi sono stupito eppure scendono proprio di li! Ora il sentiero è abbandonato e se non lo si perde di certo si rischia di farsi male, almeno io in discesa so che rischierei. Oggi non mi reggo in piedi. Per cui proseguo. Se trovo il sentiero. Leggo tre volte la relazione, ancora non ho ben capito dove è il canale per cui è meglio che segua le 3 baite e poi si sa, dove il sentiero è segnato si fa meno fatica. E qui ho perso davvero tanto tempo a cercare il segno. Avanti e indietro. Destra in basso, no ma il segnale sulla baita indica in alto. Alla fine mi fido del mio intuito e non sbaglio, ritrovo il segnale. Ogni volta che ritrovo il segnale, e da qui in poi succederà innumerevoli volte, mi arriva un respiro di sollievo e mi tranquillizzo.
Non riesco ad arrivare alla terza baita, mi devo fermare prima perché sono svuotata. Ci sono le giornate cosi, dove non hai energia. Ma che faccio, torno da quel maledetto sentiero? Se riesco a salire al colle di la sarà tutto meglio. E allora mi mangio il vasetto di marmellata sperando che gli zuccheri aiutino. E poi via. E ancora i segni si perdono. Però ora ho capito qual'è il colle e andando ancora fidandomi della mia esperienza ogni tanto lo ritrovo il maledetto bollo (scolorito, sono tutti molto scoloriti …) e arrancando di brutto arrivo al colle. 5 ore. Troppe. Sono troppe ma ormai credo di essere a posto, nevaio a parte.
Scendo subito, non mi fermo. Dovrei vedere il rifugio da qui ma il mio “occhio di lince” non lo vede. Un problema per volta: scendere dal canale. Fatto. E' stato molto meno difficile del previsto. Capisco che il sentiero volta tutto a sinistra e … NON C'E' IL NEVAIO! Sono felice, stremata ma felice. Proseguo, ma ogni tanto anche qui perdo i segni. Confortata dalle volte precedenti, proseguo come indicato nella relazione e fidandomi del mio intuito e lo ritrovo. Aggiro cosi il primo salto roccioso. Niente ancora del rifugio. Ora siamo in una valle piena di pietroni di granito. Bello. Per carità, ma se riuscissi a trovare SEMPRE il bollo successivo sarei più tranquilla.
Arriva il secondo risalto da aggirare e non vedo più i bolli. E neppure il rifugio. Leggo la relazione e mi dice di aggirare a monte. Va bene, i bolli li ritroverò mi dico dopo averli cercati su è giù.
E invece i bolli non arrivano. Però vedo il rifugio li in basso. Ok, attraverso sempre tenendomi verso il basso. Niente bolli. Cavolaccio. Ad un certo punto, ormai con le forze a zero, mi rendo conto che sto scendendo troppo. Controllo l'altimetro: 1.900 e il rifugio è sempre più basso di me. E qui mi rendo conto che ho un problema: il rifugio è a 2.100 m per cui non può essere quello.
Ora, per chi non ha mai provato a camminare senza sentiero in media montagna forse non può capire ma tra i rododendri, i ginepri e l'erba alta la fatica aumenta esponenzialmente.
Sono stremata, non ho neppure la voglia di mangiare e ho quasi finito la mia acqua con i sali, ho ancora il mezzo litro di Kyra (lei beve e si bagna nei ruscelli) ma non mi da energia essendo senza additivi.
Capitolo, prendo in mano il telefono mentre mi cadono i lacrimoni dello sconforto (perché lo so che è li da qualche parte … ma io non lo vedo!) e clicco sulla app WHERE ARE U anche se il mio telefono mi dice che non c'è servizio. Mi rispondono! Cade subito la linea e allora richiamo il 112.
Riesco a parlare, probabilmente dalla app hanno il mio nome e mi salutano con quello. Bene, chiedo del soccorso alpino.
Chiedono cosa è successo, spiego che vorrei sapere DOVE CAZZO E' IL MALEDETTO SENTIERO CHE PORTA ALLA OMIO!
Bene, le passiamo il soccorso sanitario.
No, io voglio solo parlare con il soccorso alpino, loro sanno cosa dirmi
E' coordinato dal soccorso sanitario, stia in linea. STIA IN LINEA? Ma se sono qui ferma immobile perché se mi sposto di un millimetro non prende più???
Arriva il Soccorso Sanitario (118) e mi chiede di nuovo tutto.
Posizione?
La do, facciamo fatica a capirci perché la linea va e viene.
Le passo il soccorso alpino. E qui siamo a tre passaggi e io sempre li ferma immobile perché il segnale è MOLTO flebile.
E in quel momento mi giro … e il rifugio è li che mi guarda. Ma come diavolo ho fatto a non vederlo prima? Lo dico al signore del 118 ma oramai sono al telefono e devo concludere la mia richiesta di intervento. Vedo anche una casa diroccata, e ne parlo con il CNSAS che conosce la zona. Vuole sapere di nuovo tutto e io, sempre cercando di stare ferma, racconto che arrivo dalla Merdarola e devo andare alla Omio che è li, ora la vedo e vedo anche una casa diroccata: se vado in traverso alla casa diroccata lo trovo il sentiero, vero?
Mi confortano, parlare con loro mi è stato di grande aiuto. Siamo d'accordo che ci sentiamo più avanti e intanto faccio quello che spero sia l'ultimo traverso.
Non è che non avevo fatto i conti con i ruscelli che scorrono sulle rocce lisce di questa zona ma tanto non potevo fare altrimenti e cosi incontro il primo e devo trovare il modo di passarlo senza scivolare giù.
Proseguo e ne vedo un altro più avanti, nel frattempo richiama il 118. Racconto dove sono e quello che sto facendo e a questo punto l'operatore valuta che sono in pericolo e vuole mandarmi i soccorsi.
No, non ho bisogno dei soccorsi, ora che arrivano qui io sono già al rifugio!
Signora, lei è in pericolo, guardi che non paga niente! (e su questa frase ci farei un bel ragionamento)
Non è quello, cerco di spiegarmi, mi basta che mi abbiate risposto e che mi abbiate aiutato a trovare il sentiero. Mi rimette in contatto con il CNSAS (io ora sono in cima ad uno spuntoncino e da li non mi posso muovere perché altrimenti non si sente più) e parliamo tutti e 3: il 118 che dice che sono in pericolo, io che dico di no e il CNSAS che ragiona: ci mettiamo circa 3 ore e mezza ad arrivare li, la signora a quel punto sarà già in rifugio. 2 a 1, vinciamo noi. Mi raccomandano di stare attentissima a quelle placche bagnate (non lo sapessi … ma fanno bene a dirmelo) e ci lasciamo.
Arrivo al rudere. Non trovo il sentiero. Ok, non fa nulla, ora so dove è il rifugio e con le unghie e con i denti ci arrivo. Arranco ancora un po' e trovo finalmente un bollo.
Chiamiamolo sentiero. Una flebile traccia non battuta. la riperdo decine di volte. Nel frattempo mi richiama il 118 e avviso che sono sul sentiero segnato. Siamo ora d'accordo che non ci sentiamo più, solo se ho problemi richiamo io.
Ora non ho proprio più forze ma mi rendo conto che se mi fermo non riprendo più per cui nessuna sosta e via, un passo dopo l'altro con Kyra sempre al mio fianco. Ovviamente sono fuori traccia e mi tocca pure risalire.
Ma ce l'ho fatta.
Sono arrivata.
Il rifugio.
Bere. Mentre racconto al rifugista la mia vicenda mi faccio dare una lattina di aranciata e una bottiglia da 1,5 l di acqua gasata.
Esco e mi siedo e finalmente posso mangiare … e guardare l'orologio: le 16:30
Faccio due conti: stanca come sono ci vorranno almeno 2 ore a scendere (sono 1.000 m di dislivello), alle 17 è meglio avviarsi per cui cerco di godermi la mia mezz'oretta di riposo.
Bevo come se fossi stata nel deserto un mese, mangio metà della mia insalata di riso e guardo giù: la parte finale del sentiero è già in ombra.
Kyra è scattante come all'inizio della gita e io la odio per questo ma devo ammettere che durante la discesa mi è sembrata preoccupata, si fermava continuamente a guardarmi … ero lentissima.
Alla macchina un gran respiro di sollievo. La prima considerazione che ho fatto è che un bel piede fa a pugni con gli scarponi: avevo tolto i calli sui pollicioni perché antiestetici e ora mi fanno di nuovo male a causa degli scarponi.
Ho tenuto ai piedi gli scarponi pensati per 11 ore e ora i piedi sono doloranti (e ci mancherebbe) ma mi hanno salvato oserei dire la vita. Doloranti si ma senza impedirmi di camminare, non so se mi spiego ma io mi trovo meglio, come dolori ai piedi, con gli scarponi pensati che quelli leggeri da trekking.
A metà discesa mi ha chiamato ancora il 118, voleva sapere se ero arrivata al rifugio.
Grazie ancora al 112 – 118 e CNSAS, avevo bisogno di un supporto e l'ho ricevuto.
Ora che tutto è passato posso dire con “orgoglio” di essere una 4 persone che quest'anno ha fatto questa traversata (cosi dice il rifugista).
Voi non fatelo. Sarete sicuramente più bravi di me, più in forma di me ma io ve lo sconsiglio. Poi se ci andate … io vi avevo avvisato.

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.173
Quota arrivo massima: m 2.299
Dislivello: m 1,370 circa
Tempo totale: 11 h 4 m compresa di tutto
Km percorsi: 14,8 circa
Percorso canabile: Si
Acqua sul percorso: Si, torrenti

PERCORSO CHE NON CONSIGLIO! Il rifugista mi ha detto che quest'anno hanno fatto la traversata altre 3 persone … meno che il Prata!

mercoledì 7 settembre 2016

Val d'Agnel quota m 2.830 – 23 Agosto 2016



Prologo
Sono 7 anni che veniamo qui. Il primo anno d'estate a cercare il punto esatto per mettere una piccola croce, discosta dal sentiero, che ci permetterà di tornare tutti gli anni a salutare Rino.
Gli altri 2 anni d'inverno, il primo facendoci accompagnare un frate; abbiamo portato anche un piccolo altare e un sacco di amici si sono aggregati. Io stavo malissimo, è stato un anno difficile il 2011. Pochi giorni prima è venuto a mancare un caro amico, per malattia ed ero devastata. Sono presenti anche la compagna di questo mio amico e la sua amica storica. E' stata una cerimonia commovente, anche se non sono cattolica.
L'anno successivo c'era anche Pinuccio. E' stata una giornata già più allegra. Pinuccio Giuliano e io abbiamo anche salito una cima li vicino dopo il pranzo con Rino.
Il 2013 l'abbiamo saltato. Il nostro incidente, la morte di Pinuccio, Giuliano in riabilitazione … saremmo mai tornati lassù?
Si, ci siamo tornati, dal 2014 non abbiamo ancora saltato un anno. E più passano gli anni e più amo questo luogo. Kyra si diverte un mondo, è una passeggiata tranquilla che ci permette di stare su con Rino un po' di più di quello che faremmo in una sosta di un'altra gita.
Si, lo so, ad alcuni sembrerà stupido che noi parliamo di questo posto come se Rino fosse ancora li ma per noi lo è. E ci fa piacere continuare a pensarla cosi.

La gita
Gli scarponi ci sono?
E le stringhe? TUTTE?
E gli zaini?
Bene, allora possiamo partire
Dopo l'ultimo mio exploit la conta è d'obbligo ma siamo pronti a partire con tutto il necessario in macchina.
A Novate Mezzola c'è ancora la deviazione: non è che staranno allargando quel pezzetto stretto stretto e basso basso tra montagna e lago? Non so sta di fatto che il cartello dice che sarà chiuso fino al 6 di novembre.
Sosta da Moreschi dove facciamo colazione e prendiamo un po' di pizza (e un dolcetto) per il pranzo e poi via.
Solita tiritera alla dogana (rallenti, saluti e vai) e poi via verso il Maloja. Giornata semplicemente da urlo, in alcuni posti vento ma io sono fiduciosa: niente vento alla nostra meta.
Se non ricordo male, abbiamo incontrato 5 semafori lungo il percorso, tutti rigorosamente rossi, semafori per lavori stradali. E gli stessi lavori stradali ci hanno fregato il solito parcheggio. Torniamo su al passo, per me è la prima volta da qui ma scopro che c'è un cartello che ci porta alla nostra meta. Penso che l'invernale da qui non si faccia, d'altra parte è un bel traverso, ed è per questo che noi siamo sempre scesi giù al parcheggio sotto, ma da qui la strada mi piace di più. Un traverso che si ricongiunge con il fiume al primo salto e mi evita la piana. D'ora in poi saliremo sempre da qui.
Piccola sosta a metà strada (si sa … io ho … FAME !!!) e poi si prosegue. Kyra ne fa una pelle, non è mai ferma con noi, corre a destra, a sinistra, davanti e indietro. A me sembra che le piaccia in modo particolare questo posto. Ci sono le marmotte e le mucche … spero che prima o poi Kyra capisca che la mucca è cara e buona ma è tanta e prima o poi una zoccolata la becca se non la pianta di abbaiare dietro.
La conosciamo ormai a memoria questa strada, sappiamo che su dalla bastionata ormai siamo arrivati. E sappiamo anche bene dove è la croce, e lo sappiamo solo noi, è distante dal sentiero e piccola piccola che anche chi la cerca fa fatica a trovarla.
Quest'anno siamo abbastanza sereni, mangiamo la nostra focaccia, brindiamo con la birra (grazie Mario!) un po' di relax e poi arriva il solito capogita rompiballe: ANDIAMO? Lo perdoniamo perchè ci ha comprato anche il dolcetto!
In discesa evitiamo il pezzo brutto che costeggia la cascata tenendoci alti. Mi piace questo sentiero, lo preferisco a quello invernale. L'ho già detto? uff … la mia memoria.
Ovviamente Kyra è conciata da sbatter via, quando torna da qui è sempre cosi, ci sono gli animali al pascolo proprio vicino alla strada. Cerchiamo quindi il torrente comodo per farle fare un bagno (approfittiamo anche noi, ovviamente) e poi ancora verso i nostri semafori per lavori stradali, rigorosamente sempre rossi: legge di Murphy?
Non è niente di che come gita, chi volesse allungare puo' salire al colle d'Agnel o, se ha la gamba, al Piz d'Agnel. A noi non interessa, siamo qui per salutare un amico, lui si era fermato qui e lo stesso facciamo noi, ogni anno, fino a che ce la faremo.
Ciao Rino!

Giuliano, Mario, heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 2.243
Quota arrivo massima: m 2.795
Dislivello: m 590 circa
Tempo totale: 5 h 24 m compresa di soste
Km percorsi: 9,3 circa
Percorso canabile: Si
Acqua sul percorso: Si, torrenti

venerdì 12 agosto 2016

La tonta, ovvero Legnoncino m 1.711 – 12 Agosto 2016


Kyra
E' vero, stamattina ho fatto la matta mentre mamma si vestiva: e se mi lasciava a casa? E no, non potevo proprio sopportarlo!
Poi usciamo di casa e io non ho la pettorina: guarda che salgo in macchina lo stesso, te l'ho dimostrato ieri! Ma no, in macchina mi mette la pettorina rossa, tutto bene, mi calmo, si va!
Sosta colazione, di mamma, anche se io a coccole e pezzettone di brioche non sono stata da meno.
Quando mi fa scendere per la seconda volta capisco che siamo arrivati, è un parcheggio montano! E allora inizio a correre, a rotolarmi felice … però è strano che mamma non mi sgridi. A dire il vero è li alla macchina che non si muove: dai mamma che andiamo!
Finalmente mette le scarpe (poveri umani …) e partiamo. Strano che non abbia la casa sulle spalle (poveri umani …) … ci sono dentro i miei crocchini e la mia acqua!

Zia Silvia
Si, Kyra, ci sono dentro i tuoi crocchini e la tua acqua. Ma anche la mia pappa e la mia acqua!
E si, Kyra, hai fatto la matta stamattina brontolando molto più del dovuto.
E si, Kyra, abbiamo messo la pettorina rossa cosi sulle catene ti posso tenere legata perché mi sento più sicura.
E si, Kyra, sono rimasta “come quel della mascherpa” (cosi si dice a Milano) quando ho aperto il bagagliaio della macchina … ed era vuoto!
La prima reazione è stata quella di tornare a casa a prenderlo.
Poi ho ragionato: 70 km non sono uno scherzo e in ogni caso arriverei qui troppo tardi. La giornata è ormai compromessa.
Ancora incredula faccio la foto al bagagliaio vuoto e la posto su FB (perché ai roccoli prende … tutto!) e mi prendo in giro da sola.
Messaggio a Giuliano che mi risponde subito (stranissimo): Bene, hai superato Mario.
Dovete sapere che abbiamo un amico, Mario, che dimentica le cose più disparate: gli scarponi, lo zaino ai piedi della ferrata … ma lo zaino a casa non era mai capitato a nessuno.
Mi devo arrabbiare? Serve a poco.
Vado a fare 4 passi qui intorno, so che c'è una galleria che non ho mai trovato (ora la trovo ma chiusa) e poi salgo almeno al Legnoncino perché al Legnone senza bere né mangiare non ho la forza.
E' presto quando scendo e inizio ad avere fame. Panino al Capriolo, buonissimo salame, e poi decido di tornare dalla strada di Pagnona e di andare a Pasturo per vedere la Sagra delle sagre che, nonostante abbia abitato due anni a Ballabio, non ho mai visitato per la quantità assurda di gente.
Bene, devo ammettere che io non ho capito come mai c'è cosi tanta gente. Bancarelle non solo di prodotti locali ma anche di porte, materassi, stufe, pellame, accessori per la pulizia … Solo due stand dove si poteva mangiare.
E un bagno solo.
Boh, sinceramente non ci vedo nulla di che.
Torniamo a casa tata, la prossima volta magari la mamma non si dimentica a casa lo zaino :(

heliSLaLenta & Kyra

P.S. perdonate le foto, fatte con il cellulare … la macchina fotografica era nello zaino …

I dati secondo Terra Map (poco attendibili):
Quota partenza: m 1.408
Quota arrivo massima: m 1.716
Dislivello: m 308 circa
Tempo totale: 2 h 12 m compresa di soste
Km percorsi: n/a

mercoledì 3 agosto 2016

Cima Vignone m2.608–Pizzo Bello m2.753-Passo Scermendone–3/8/16


Sempre il mio mentore: vai al Pizzo Bello! Se vuoi fare un bel giro però sali da Preda Rossa.
In zona Scermendone ci siamo stati nella nostra vita precedente, una splendida gita aspettando la mia operazione al ginocchio. Risate e progetti. Non sapevo assolutamente dove stavo andando, tanto mi fidavo del mio mentore e la mia guida. Tornare su quei passi mi fa piacere.
L'anno scorso sono stata al Lago Scermendone da Preda Rossa anche se non ho individuato le cime. La zona è magnifica per cui decido di pagare il pedaggio (5€ e non 3 come scrivono in molti) e di salire da li.
Al bivio della Val Masino mi si piazza davanti una macchina, va leggermente più piano di me e li superare non è facile per cui mi adeguo pensando che tanto mica salirà a Preda Rossa.
E invece me lo ritrovo davanti alla macchinetta per il biglietto:
Tu sai come funziona?
Metti dentro i soldini e poi schiacci il pulsante verde.
Si, ma mi sputa fuori i soldi!
Leggo e vedo che il display indica: cambiare cassetto. Iniziano a volare le madonne. Il signore mi dice: forse tu non lo sai ma possiamo fare il biglietto al rifugio che c'è sulla strada, seguimi!
Visto che di superarlo sulla strada per Preda Rossa non se ne parla lo seguo per forza.
Altra info utile: se la macchinetta non funziona andate al rifugio Scotti che vi fanno il biglietto a mano.
Arriviamo a Preda Rossa nel silenzio che ci accompagna in quest'ora mattutina e con un fresco che ci fa godere (11° alle 8 del mattino!). Per non parlare della vista sul Disgrazia che mi lascia ogni volta una grande emozione.
Ci prepariamo, Kyra è strafelice, non fa che correre per il parcheggio rotolandosi e correndo, correndo in tondo e rotolandosi … tanto che prima di attraversare il ponte è già conciata da sbatter via! Già, attraverso il ponte e mi rendo conto che non ho preso l'acqua per la tata e la mia è pizzicosa e lei non la beve. Per fortuna ho in macchina una bottiglietta di acqua normale per cui torno a prenderla … uffa, è a metà … al primo torrentello la riempiremo.
Il primo pezzo lo conosciamo, fino alla vista della chiesa di San Quirico (spero di aver imparato il nome) e poi su per cresta. Dovrebbero esserci gli ometti ma per il momento nulla. Oggi sono tranquilla, la zona un poco la conosco, ho riconosciuto le cime e la cresta è facile, impossibile sbagliare … e questa volta davvero impossibile.
Tra flebili tracce e qualche ometto (e qualche fischio di marmotta ma ormai non sono più cosi invitanti,basta un richiamo e la tata torna) arriviamo alla cima Vignone. Io adoro i Corni Bruciati e vedermeli li a sinistra mentre salgo vale già la gita ma il panorama si apre anche su tutta la Valtellina.
Fino ad ora abbiamo incontrato solo i pastori all'inizio della cresta con cui avrei voluto volentieri fare 4 chiacchiere ma non erano a portata di voce.
Brevi soste per bere e per fare foto, si cammina con molta calma godendosi i profumi di montagna, i colori dei prati d'estate, i suoi delle campane degli animali che abbiamo sia a destra che a sinistra, gli ampi panorami che si aprono quando sei in cresta. No, non si può volere niente di più se poi hai Kyra con te e le polpette di zucchine e ricotta che aspettano solo la sosta giusta :D
Proseguiamo tranquille scegliendoci il nostro percorso fino ad un colle dove finalmente vediamo un cartello che ci indica la cima del Pizzo Bello a 20 minuti.
Una piccola nota sulla mia sbadataggine: leggendo la relazione vedo che si può fare l'anello scendendo al passo di Scermendone e da li al lago. Solo che vedendo la cresta dalla parte del passo penso: no, sarò anche fifona ma io da li non ci scendo. Più mi avvicino e più penso che non sono io la fifona, è che da li proprio non ci si scende con un sentiero qualificato EE. Rileggendo poi meglio la relazione scopro che dice di riscendere a questo colle e da li prendere il sentiero che porta al passo. Ok, mi torna di più.
Arriva quindi il tratto più ripido della giornata ma il sentiero qui è ben marcato, ci sono perfino i bolli bianchi e rossi anche se sbiaditi.
L'arrivo alla cima non mi regala l'entusiasmo che avrei pensato di provare dopo tanto tempo che non salivo su una cima nuova. La cima ha 3 elevazioni, in quella di mezzo il CAI di Berbenno ci ha messo una croce nel 2005. Ora, scusatemi se sono sempre la solita polemica, ma che bisogno c'era? Lasciare l'ometto come per le altre due elevazioni con la targa?
La cima è panoramica, purtroppo però è scesa una brutta nuvola sul Disgrazia e sui Corni Bruciati. Subito penso a quelli che sono saliti stamattina, spero che siano già al rifugio a quest'ora.
Mangiamo. Ho adottato un altro sistema per mangiare in pace il mio panino, l'ho scoperto la gita scorsa alla Sciora: un boccone a me, un boccone a lei ma ognuno del suo cibo e cosi siamo entrambe soddisfatte.
Un po' di foto compreso l'autoscatto e poi scendiamo. Pensavo che il bivio per il Scemendone mi portasse al lago e poi chi voleva andava al passo invece no, mi ritrovo su un traverso (io odio i traversi) e con dei bei tratti su pietraia (io odio le pietraie) ma che ci vuoi fare, la montagna è cosi.
Piano, controllando Kyra che controlla me e lasciando che la mente si svuoti dai brutti pensieri arriviamo al passo. Mitico! Sono felice di essere qui, il vento gelido ci asciuga in un attimo e la visuale di entrambe le vallate è superlativa.
Inizia la discesa, so che ci sono le capre, le ho sentite ma aspetto a legare Kyra. Troviamo un torrentello piccino piccino e Kyra mi fa capire che si vuole fermare. Va bene e cosi lei beve e poi si adagia nella piccola pozza, ma ci rimane poco … si vede che è bella gelata!
Riprendiamo il percorso e ora le campane delle capre sono vicine, lego Kyra.
Considerazione: io capisco che tu vuoi che io lego il mio cane ma perché le tue capre devono stare sul sentiero? Con la mano che mi fa male io non ce la faccio a tenere Kyra e mi tocca prenderla in braccio. Se non avete mai preso in braccio un fascio di peli pelle e ossa di 9 chili che abbaia come una forsennata e vuole correre dalle capre non potete capire cosa ho provato io in quei momenti. Esco dal sentiero per allontanarmi il più possibile dalle capre e queste cosa fanno? Ci vengono incontro! Appena riesco a superarle metto giù Kyra ma le capre sono capre e come tali curiose per cui si mettono in branco e ci seguono. Ok, mi giro, lascio i 3 metri di guinzaglio a Kyra e le minaccio: guardate che la libero! Kyra intanto abbaia come sa fare solo lei e allora le caprette capiscono che non è aria. Fiuuuu, dopo poco posso lasciare di nuovo libera la Kyretta.
Marmottina, la tata parte ma al mio NO torna immediatamente. Girovaga a pochi metri da me mentre scendiamo quando mi accorgo che la tata ha stanato un animale che non è solita vedere. Ha la grandezza di uno scoiattolo con la bella coda lunga e gonfia ma che ci fa uno scoiattolo qui che non ci sono alberi? Sarà stata una donnola? Un Ermellino con il manto estivo? Purtroppo era anche a un metro da Kyra e non c'è stato verso, lei l'ha inseguito e ciao tata.
Ora, i detrattori dei cani liberi in montagna mi diranno: l'avevo detto io! sta di fatto che Kyra non ha più risposto al mio richiamo. Ho provato a continuare la mia discesa ma niente. Ormai la conosco e so i suoi tempi e quando ho visto che non tornava mi sono preoccupata che, svalicando un piccolo dosso, se lei non mi vede più va nel panico. Allora ho risalito il dosso e ho iniziato ad usare il fischietto. E' arrivata. Con tutto il musetto fradicio. Me la guardo bene ma non ha tracce di sangue per cui mi tranquillizzo: tanta paura ma l'animaletto è salvo. Ma tu, tatina mia, dove diamine hai messo il musetto che sei bagnata fino alle orecchie?
“Dai mamma, ognuno ha i propri segreti” mi ha risposto la tata e con una scrollatina mi incita a riprende il percorso verso il lago. Ehhh che dire, ha ragione anche lei, l'importante è che stiano tutti bene.
Altro incontro ravvicinato con le mucche che stanno ruminando tranquille (prima o poi lo capirà la Kyretta che sono un tantino più grandi di lei e che sono buone buone … ma anche nei buoni la pazienza ha un limite!) e finalmente eccoci al lago, 6 piedi dentro l'acqua a guardare piccolissimi pesci pensando se ce la faranno a crescere abbastanza da superare l'inverno sotto il ghiaccio.
E qui pensate che ormai siamo tranquille. Magari. Sento il rumore delle campane delle capre.
CACCHIO! Mi rimetto in fretta le scarpe e riprendiamo il cammino: non si può stare mai tranquille!
Chiudiamo l'anello e decido di andare a vedere sta chiesetta che non ho ancora visto in faccia.
Beh, se vi è mai capitato di sentirvi arrivare il cuore in gola mi potete capire quando scopro che quella è la stessa chiesetta dove ci siamo divertiti a suonare la campana quel lontano novembre del 2009. E cosi capisco tutto, la baita dove ci siamo fermati, la cima dove ci siamo fatti il caffè, il promontorio dove abbiamo tentato di scendere … i ricordi …
Qio (http://blog-helis.blogspot.it/2009/11/scermendone-doc-m-2395-12-novembre-2009.html) trovate la relazione, le foto non sono più in rete ma ne metterò qualcuna qui.
Quando mi sono ripresa dalla sorpresa faccio un po' di foto e poi torno al bivio, piccola sosta perché stanno scendendo due persone con una cagnolina e salgono un po' di escursionisti (che traffico! Incontrato nessuno per tutta la giornata!).
Scendo lenta, il caldo ora è potente, Kyra continua a girarsi per vedere se arrivo, meno male che non parla altrimenti si lamenterebbe anche lei della mia lentezza :(
Poi mi vedo 3 persone in costume a prendere il sole. Siamo arrivati. Non finirò mai di chiedermi perché la gente viene in montagna per fare quello che farebbe al mare …
Il parcheggio non lo riconosco più, stracolmo di macchine. Qualcuno ha camminato, molti sono li, attaccati al sentiero con la loro copertina, il costumino e la borsa frigo.
Noi ci fermiamo un po' alla macchina, ci riposiamo un po', io mi devo asciugare dal sudore (mi ricorderò mai che se porto una maglietta di cotone per il dopo gita non sarebbe male?) poi il rientro a casa.
A Morbegno vedo i lavori: vuoi dire che stanno iniziando la tangenziale che porta direttamente a Sondrio? Speriamo, attraversare Morbegno è un'agonia.
Mi fermo a Cesana a mangiare la macedonia con il gelato, arriverò a casa tardi, il compleanno di Romeo da festeggiare, le belve da sfamare, gli orti da bagnare … meglio mangiare qualcosa prima.

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.926
Quota arrivo massima: m 2.753
Dislivello: m 1.030 circa
Tempo totale: 7 h 47 m compresa di soste
Km percorsi: 13,8 circa

venerdì 29 luglio 2016

Capanna Sciora – m 2.118 – 29 Luglio 2016


E' un periodo difficile, tante cose, tanto stress … alla fine una crolla e io sono crollata.
All'ennesima telefonata/messaggio sull'organizzazione della gita del giorno dopo Giuliano mi chiama perentorio:
Domani parti alle 6, ti fermi a fare colazione al Moreschi, prendi il biglietto e sali in macchina. Arrivi alla capanna e li vedi se è aperto il Vial. Altrimenti c'è il Passo Cacciabella che ti porta a vedere la vallata dell'Albigna. E se non te la senti non c'è problema, anche solo la Sciora vale la gita. FIDATI.
Perentorio.
Come fare a disobbedire?
Vado a letto, il mio sonnifero naturale non funziona (altro fattore di stress perchè l'antenna non è nel mio appartamento e siccome non tocca a me farla aggiustare … ) mi tocca prendere il sonnifero chimico.
La mattina però mi sveglio giusta, meno male. Mi preparo con calma, preferisco svegliarmi prima che dover correre, e cosi alle 6 siamo in macchina … stavolta la pettorina Kya ce l'ha e ha quella rossa che nel caso è più adeguata se troviamo roccette.
Sosta al Moreschi. Quanto tempo è passato? Nella mia vita precedente era una sosta solita che facevamo.
Colazione. I ragazzi, anche se sono cambiati, sono sempre gentilissimi. Alla dogana non c'è nessuno.
“Guarda che non ti puoi sbagliare”. Ecco, non ditemi che non si puo' sbagliare perchè immancabilmente sbaglio. O meglio, non avevo sbagliato ma non mi sono fidata e non sono andata fino in fondo a quella strada. Dopo essermi incasinata ed essermi trovata in un altro paese trovo un signore gentile che parla italiano. Non puoi sbagliare, mi dice anche lui (Sigh!) è dietro la chiesa.
ok, con questa indicazione la dovrei trovare. Mi ritrovo sulla strada e stavolta proseguo e trovo il parcheggio con la colonnina per il biglietto. 10 CHF oppure 10 € Ho li i franchi da anni, per me è come non pagare. Purtroppo però vedo il cartello che mi indica chiuso il Vial …
Torniamo indietro un attimo. Sono anni che vorrei fare questo giro ma rimando sempre. Avevo sentito della frana ma pensavo che orami avessero sistemato tutto e invece non riesco a trovare relazioni. E' possibile? Un percorso cosi conosciuto e cosi spettacolare, ai piedi della storia dell'alpinismo, neanche una relazione recente.
A furia di dai e dai alla fine anche io, imbranata con internet, trovo sia sul sito della capanna (in tedesco) che nel sito del comune che il sentiero è ancora chiuso. Ma non ne sono sicura, magari non hanno aggiornato i siti anche se essendo svizzeri ho i miei dubbi.
Arrivata li alla colonnina invece capisco perchè non trovo relazioni: il sentiero è chiuso dal 2011. E' spiegato benissimo il perchè, la frana è stata tradotta in mq di roccia che potrebbero caderti addosso e se ancora non basta fanno il raffronto con l'ultima caduta. Insomma, se passi di li sei proprio uno stupido. Ovviamente la mentalità italiana la fa da padrone: non è che ci vanno lo stesso? Poi penso che se per caso ci succede qualcosa i soccorritori rischiano senza aver scelto per cui no, di li non ci vado.
Salgo in macchina. La strada è tenuta abbastanza bene (è sterrata) ma la mia macchina è bassa per cui la devo percorrere piano piano. Trovo parcheggio proprio alla fine, vicino alla rotaria e al bagno. Si, perchè gli svizzeri ti mettono anche il bagno (chimico) ai parcheggi.
Anche qui il cartello che il Vial è chiuso.
Bene, potrebbe essere che saliamo al passo anche se dubito visto che sarebbero 1.500 m di dislivello e non so se siamo pronte; oltretutto la parte finale, da quello che ho capito, è piuttosto impegnativa.
Nel dubbio metto gli scarponi. Come li calzo mi rendo conto che sono pantofole per me. Niente da fare, io in montagna o scarpe da ghiaccio o scarpe basse, le vie di mezzo mi massacrano i piedi.
Partiamo. C'è afa perchè nel giro di mezz'ora il sudore gocciola a terra e non abbiamo ancora iniziato a salire.
Nonostante lo spettacolo da favola, i pensieri negativi la fanno da padrona e la faranno per tutto il giorno. Saliamo da sole, iniziamo a incontrare gente che scende solo nella seconda parte, ormai fuori dal bosco.
Ricordavo che il mio passo è davvero svizzero e in effetti salgo in 2 ore e 40 (i cartelli dicevano 2 h e ¾)
Arrivata al rifugio scoppio a piangere. Kyra si mette li vicino a me e fa la guardia: che nessuno si avvicini alla mia mamma! Per fortuna avevo preventivato il fatto e prendo la medicina, poi mi sdraio e cerco di rilassarmi un po'. Kyra sempre li che mi fa la guardia. Poi si avvicina, mi si sdraia praticamente addosso e cosi dormiamo una mezz'oretta.
Pappa. Giochi con Kyra per riuscire a mangiare il mio panino e poi ancora rilassamento intervallato da qualche foto.
La medicina inizia a fare effetto ma ormai è tardi per camminare ancora due ore in salita. Andiamo un po' su a vedere dove è il passo perchè le persone che ho visto scendere avevano la picozza. Non sono sicura ma secondo me si trova ancora neve. In ogni caso non importa, noi li oggi non ci andiamo.
Intanto ho preso una decisione per cercare di placare il malessere dato dagli ultimi avvenimenti e iniziamo la discesa.
Quando arriviamo al bosco ormai io sono una goccia unica di sudore. Al bivio con la Capanna Sasc Furà decido di andare al fiume per un pediluvio e non appena Kyra capisce che li c'è un torrentello ci si fionda. Rimane poco nell'acqua però perchè è acqua di ghiacciaio ed è davvero gelida.
Tornato a casa la dogana:
Buon giorno signora, è vuoto il bagagliaio?
No, c'è il mio zaino.
Va bene, può andare.
Dogana italiana
Mi fermo a Prosto a prendere i biscotti che anche stavolta sono in sacchetto senza l'etichetta degli ingredienti. Kyra non puo' entrare ma pur di vendere non mi sgridano … però appena Kyra avvicina il naso ad un pacchetto posto alla sua altezza “SIGNORA MI TOCCA I SACCHETTI” … ussignur … sono nel cellophane e li annusa soltanto! Santa pazienza!!!
Arrivata a casa nessun passo avanti con il mio sonnifero naturale. E' dovuto uscire l'elettricista per confermare quello che io dico da ieri sera: è un problema dell'antenna. E cosi abbiamo perso un giorno, che è quello prima del we e l'ultimo di luglio. Ho un diavolo per capello.

La mattina dopo mi sono svegliata con il Badile, il Cengalo, le Sciore, la vegetazione, il suono dei ruscelli e il canto degli uccelli in testa.
Finalmente mi godo appieno la gita. Mi rendo conto di tanta bellezza che ho visto ieri e un sorriso si affaccia alla mia mente.
Montagna, grande medicina.

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.323
Quota arrivo massima: m 2.242
Dislivello: m 933 circa
Tempo totale: 7 h 28 m compresa di soste
Km percorsi: 9,1 circa

martedì 19 luglio 2016

Anello ai laghi di Valgoglio – 19 Luglio 2016


Sono preoccupata per la mano e ho un altro paio di faccende che non mi fanno stare tranquilla. Credo che sia questo il motivo della cavolata che ho fatto.
Partiamo, io assonnata come non mai ma volevo partire entro le 6 e ce l'ho fatta. Mi fermo verso Bergamo a bere un caffè perchè mi si chiudono gli occhi. Tornando alla macchina Kyra gratta i vetri. Ok, la faccio scendere. Apro la macchina cerco il guinzaglio e … CA@@O !!!! non le ho messo la pettorina! E' un bel guaio perchè non posso portarla in ambienti urbanizzati e se troviamo delle situazioni problematiche in passeggiata che faccio? Parlano di catene! E' vero che la passeggiata è cmq catalogata come E per cui non dovremmo aver problemi ma è SEMPRE meglio avere dietro la pettorina :(
Mentre saliamo in macchina penso a come risolvere il problema. Anche se trovassi un negozio per animali è ancora chiuso, sono le 7!
Alla fine una piccola soluzione l'ho trovata: il guinzaglio della macchina lo uso come collare che poi attacco al guinzaglio che ho sempre nello zaino. E appena arrivo a casa metto in macchina un collarino d'emergenza.
Al parcheggio incontro una coppia con un bellissimo cane maschio. Chiacchieriamo mentre ci prepariamo, i cani si annusano e poi ognuno per la sua strada. E mannaggia. Kyra non trova mai nessuno con cui giocare. I signori sono molto simpatici e partiamo insieme. Poi io mi stacco per bisogni fisiologici e li ri-incontro alla prima diga dove le nostre strade si dividono: loro vanno a destra verso il Madonnino io a sinistra a fare il giro dei laghi.
“Ci vediamo alla Malga Cernello” mi dicono. Non credo, arriverete molto prima di me. “Non credo” mi rispondono loro e cosi ognuno prende la sua strada.
Il giro è molto bello, fatto già fino al Lago di Aviolo 3 anni fa in primavera ma da li in poi tutto nuovo. Il sentiero scavato nella roccia, alcune catene aiutano in caso di bagnato o neve/ghiaccio. Il percorso è davvero suggestivo ma. E già perchè la sciocchina (io) pensa: dai, facciamo il giro dei laghi cosi Kyra può farsi tanti bagni! Senza però considerare che se ci sono dighe non sempre le rive dei laghi sono accessibili e se ci sono dighe i fiumi sono stati incanalati!
Nonostante ciò sono riuscita sempre a trovare dei punti in cui Kyra potesse bagnarsi e devo dire che la cercava l'acqua! Ha perfino tentato di sdraiarsi in punti un po' alti per lei ma fino a quel punto ancora non ci siamo. Però la paura è abbastanza lontana rispetto ai primi tempi quando non voleva farsi bagnare; ora si lascia bagnare testa e dorso senza problemi.
Ha fatto passi da gigante la mia tata!
Ri-incontrato i signori simpatici con il cane alla Malga Cernello che trovo aperta. Decido di prendere un caffè e una fetta di torta ma mi passa la voglia quando mi avvicino e vedo che le tre porte presenti hanno tutte e tre il cartello “vietato l'ingresso ai cani” e inoltre c'è l'obbligo del cane al guinzaglio. Parlo con il signore che gestisce oggi la malga che si schernisce, io non c'entro, non sono io che faccio i divieti … e allora riporti la mia protesta per favore! Il contributo è libero e lascio 3 € (mi danno anche la grappa) ma un po' arrabbiata lo sono. E mi arrabbio ancora di più quando sento quelli che discutono sui cani dicendo: ehhh ma il posto è piccolo … ehhhh ma se arriva uno che i cani che non li vuole? … ehhhh ma c'è un piccolo dormitorio.
Ok, noi proprietari dei cani siamo tutti dei deficienti. Non mi faccio rovinare la giornata, i signori iniziano la discesa mentre io aspetto ancora un po' rilassandomi con Kyra.
Scendo salutando educatamente e riprendo il sentiero. Mi sbaglio una volta ma mi accorgo dell'errore solo perchè so che devo scendere dall'altra parte (meno male che nonostante i pensieri un occhio al sentiero lo metto sempre!)
Mi ricordo che c'era una fontana … ma non arriva mai! Quando finalmente la vedo sono ormai agli sgoccioli per il caldo. Kyra si tuffa nella pozzanghera e io mi lavo alla fontana. Poi arriva un trattore carico di gente ( :O ) ma noi proseguiamo nell'ultimo tratto nel bosco.
Alla macchina vediamo se indovinate chi incontro? Ebbene si, ancora la simpatica coppia con il cane. Ancora 4 chiacchiere, un arrivederci alla prossima e poi ognuno verso casa.
Era tanto che volevo fare questo giro e fidatevi, vale la pena di farlo!

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.161
Quota arrivo massima: m 2.078
Dislivello: m 1.070 circa
Tempo totale: 7 h 48 m compresa di soste
Km percorsi: 13,9 circa

sabato 16 luglio 2016

Verrogne (Ao) 16 - 17 Luglio 2016


Ospiti a casa di amici ci siamo concesse un we di compagnia e panorami.
E' stato bello, accogliente ma non siamo abituate a cosi tanta gente e siamo tornate stanche ... neanche l'avessimo salita la Grivola:)

mercoledì 25 maggio 2016

Giramento di … carrozzabili – 25 Maggio 2016


Doveva essere l'alternativa alla salita al Rifugio Ombrega, consigliata dal solito amico. Solo che con lui le cose sono diverse, io da sola un po' imbranata lo sono. Sono riuscita a fare la strada piccina piccina con la macchina e ho anche trovato parcheggio. Mi sono sobbarcata non so quanti km di strada sterrata con tanto di guado da togliere le scarpe. Ho superato un ponte che i tagliaboschi mi hanno avvisato essere scivoloso. Ho pure iniziato a scavalcare i tronchi dei faggi che intasavano il sentiero ma c'è un limite a tutto. Kyra era tutta felice io molto meno. Non avevo i bastoni e stavo salendo per pendii che non so come facevo a stare in piedi, ormai il sentiero era un caro ricordo e non si vedeva la fine dei tronchi con rami e foglie da scavalcare … ho maledetto il mio amico e sono scesa.
Kyra poi ha voluto prendere una carrozzabile sulla sinistra che ci ha portato all'Ape Paglio. Pappa time e poi indietro, con le pive nel sacco a mangiarci un gelato.
Kyra è stata felice lo stesso … dovremmo imparare di più dai cani!

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.011
Quota arrivo massima: m 1.379
Dislivello: m 730 circa
Tempo totale: 4 h 34 m compresa di soste
Km percorsi: 12,6 circa

P.S. questa è la gita del "paiolo di mutande" ;)

venerdì 20 maggio 2016

Poker in Val d'Intelvi – 20 Maggio 2016


Sono indietro ormai di 3 gite, non ho la testa per le relazioni in questo periodo per cui lascio parlare le foto.
Della zona mi mancava questa parte, ero salita al Crocione – Tremezzo dalla parte delle gallerie e oggi avevo proprio voglia di vedere il Galbiga e il Rifugio Venini.
Ecco cosa ne è venuto fuori
I monti toccati
Galbiga (o Calbiga) m 1.698
Tremezzo m 1.700
Crocione m 1.641
Lenno m 1589

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.22
Quota arrivo massima: m 1.698
Dislivello: m 870 circa
Tempo totale: 5 h 34 m compresa di soste
Km percorsi: 16,3 circa

martedì 17 maggio 2016

Monte Barro m 922 – 17 Maggio 2016



Il tempo passa e la gita è qui da pubblicare. Oggi però non ho voglia di scrivere e di raccontare, lascio fare alle foto. Per chi non lo sa, il monte Barro ha un microclima davvero particolare che fa della montagna un giardino botanico stracolmo di ogni specie di fiori.
Oggi ne ho portato a casa un po' di esemplari, ovviamente in foto.
Giornata strepitosa, in compagnia della mia tata. Anello scelto lungo il percorso e permettetemi di ringraziare quel corridore che ho incontrato più volte insieme ai suoi amici. In un punto dove non sapevo bene dove andare ho usato i vecchi sistemi: ho chiesto! E lui mi ha indirizzato e quando mi ri-incontrava si assicurava che fossi sulla strada giusta. Grazie, è davvero stupendo trovare persone cosi che si fermano, nonostante siano li per allenarsi, per aspettarmi e indicarmi il sentiero corretto, persone che si fermano e tornano indietro per dirmi di non scendere di li ma di tornare indietro (ero scesa per vedere San Michele e aveva paura che scendessi dalla parte sbagliata).
Grazie anche alla signora che non si è arrabbiata perché Kyra era senza guinzaglio ma ha chiacchierato volentieri con me.


heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 351
Quota arrivo: m 922
Dislivello: m 920 circa
Tempo totale: 5 h 31 m compresa di soste
Km percorsi: 11,1 circa


martedì 3 maggio 2016

Traversata dei Corni di Canzo – 3 Maggio 2016


Oggi racconta Kyra

Si, oggi racconto io perché sono io quella che ha “subito” l'avventura … ed è per questo che siamo in ritardo con la pubblicazione: mamy ha sempre da fare e quando lei è libera … io dormo!
Insomma, oggi piove e anche se dormicchio è ora di raccontarvi quello che ho passato.
Si sa che quando si tratta di andare in montagna io sono sempre pronta … solo che l'imbraco proprio non mi piace. Mamma mi ha detto: “guarda che oggi ci sono le catene e se mi serve voglio poterti fare sicura e/o prenderti per la maniglia” e io a ripetere: NO NO NO, io cana alpinista sono!
Niente da fare, mi è toccato l'imbraco.
Andiamo ai Corni, la passeggiata che spesso facciamo al pomeriggio ma la mamma ha lo zaino questo vuol dire che stiamo fuori anche a pranzo! Ormai la conosco ^_^
E finalmente, arrivati al bivio dello Spaccasassi, prendiamo su di li; tutte le volte che passiamo di qui io cerco di salire ma niente, si va sempre dritti! Oggi invece mi ha dato retta e siamo salite da qui. Un pezzettino solo di strada e poi il sentiero. Mamma borbotta alla grande, ci sono segni religiosi che, dice lei, dovrebbero stare nelle chiese. E poi alla fonte, quella colata di cemento? Non posso darle troppo torto anche perché a me sembra tanto una conchiglia … in montagna? Mah, questi umani a volte li capisco davvero poco.
La prima sosta la facciamo alla cappelletta e poi via, saliamo al primo corno, l'orientale. Ancora borbottii di mamma: devo imparare a portarmi dietro un sacchetto resistente e raccogliere i rifiuti, dice mentre guarda disgustata due bottiglie di vetro.
Torniamo sui nostri passi a cercare il sentiero per il corno centrale. Ci siamo già state un sacco di volte ma tutte le sante volte lei non trova la strada! Dopo un paio di errori eccoci e dopo lo spacco nella roccia (una volta, gli alpinisti seri ci arrampicavano!) arriviamo alle catene. Io salgo subito felice mentre mamma, lenta come al solito, inizia pian piano.
Solo che … non so come sia successo, l'ho fatta già almeno 5 o 6 volte … sta di fatto che sono scivolata …. giuuuuuuuu' … per fortuna non mi sono ribaltata e c'erano degli arbusti ma io non ho le mani e non ho potuto fermarmi. Non so quanti metri sono stati ma mi sono fermata un bel pezzo sotto la mamma, con il fiato corto, non respiravo più! Sono stata immobile, davvero ora sono ferma? Davvero ora non si scivola più? E poi ho sentito lei che mi chiamava, con calma: Kyra, come stai?
Mi scrollo, cerco un sentiero per salire mentre vedo con la coda dell'occhio la mamma che scende. Ci troviamo poco prima delle catene, mi coccola un mondo, mi da da bere (che sete!!!) e qualche croccantino. Poi mi lega … e mi riporta verso le catene. Orpo! Mamma! Ma se sicura? Cerco di tornare indietro, ma lei con molta calma mi dice che ora sono legata e che non può succedere più nulla. E' un attimo convincermi ma ora sinceramente non sono più cosi baldanzosa come prima. Mi faccio aiutare spesso e anche la mamma mi sa che si è spaventata perché mi lasciava andare un paio di metri e poi “Ferma!” e io ho imparato ad aspettarla, poi “Vai!” e allora altri due metri. Non è bello andare in giro cosi in conserva (si dice cosi, sapete?) ma dopo lo scivolone è meglio.
Si, è meglio. Ma se mi cade la mamma io la tengo???
Sul corno centrale siamo sole, mangiamo qualcosa e poi, ancora legate, scendiamo.
Ma qui non ci sono le catene!
Fa niente, se scivoli ti fai male!
Eh … si è proprio spaventata … mi ha liberato solo sul sentiero per rilegarmi al canale dove, non so come passavo gli altri anni, mi ha aiutato in un passaggio che proprio non mi piaceva.
In cima ho dovuto difendere la mamma da un signore che è arrivato dalla nostra stessa strada ma non era pericoloso, ho scoperto poi, anzi: mi ha pure dato un pezzetto di prosciutto!
Gli umani hanno chiacchierato un bel po' e poi lui è sceso da dove è venuto mentre noi abbiamo continuato la traversata, io sempre legata. Mi ha lasciato libera solo arrivati al prato sotto.
Mi dovrò riconquistare la fiducia di mamma perché oggi ce la siamo davvero vista brutta e ho come l'impressione che mi toccherà stare sempre legata quando faremo qualche roccetta.
A Terz'alpe ho incontrato due cani abbastanza simpatici ma la mamma aveva ancora da borbottare, ce l'aveva con un signore che voleva farsi fare la fattura con codice fiscale per farsi rimborsare il pranzo dalla scuola e se non rimborsavano andava dai sindacati (?!?!?!) e poi ha detto che per i ragazzi invece anche niente, niente scontrino che tanto a loro andava bene. Lei si è arrabbiata molto perché dice che un insegnante dovrebbe insegnare la legalità e questa cosa l'ha fatta davvero incavolare.
Siamo poi scese dal geologico, quello che di solito facciamo in salita, e ci siamo fermate a fare il primo pediluvio della stagione … beh, il primo per la mia umana perché io è da moh che mi bagno anche fino al pancino :D
E poi … ovviamente ci siamo meritate uno splendido gelato!
Che avventura oggi … la giornata era meravigliosa, un bel cielo blu e tanti odori. Lo scivolone è stato un bell'avvertimento: staremo molto più attente da ora in poi, promesso!

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 506
Quota arrivo: m 1.371
Dislivello: m 1.020 circa
Tempo totale: 6 h 48 m compresa di soste
Km percorsi: 11,3 circa

sabato 30 aprile 2016

Anello alla cascata del Cenghen in Val Monastero – 30 Aprile 2016


Mezza giornata a disposizione, la meteo bella si ma per poco e Giuseppe che propone una cascata che non ho mai sentito nominare in una valle che non credo di aver mai visitato. Eccoti servito un bel sabato mattina!
Siamo sotto ai Resinelli dalla parte di Abbadia Lariana, a ottobre ci torneremo per fare un anello con meta, appunto, i Resinelli visto che abbiamo trovato due cartelli distanti tra loro che garantiscono la fattibilità.
La cascata si raggiunge comodamente in un'ora, dislivello di circa 300 m. Luogo bucolico, fresco (anche freddo oggi direi) dove andare a luglio con coperta per sdraiarsi e libro da leggere.
I boschi sono quelli delle Grigne, i panorami anche, gli scorci sia da una parte che dall'altra ti lasciano a bocca aperta.
Abbiamo poi proseguito fino alla falesia dei Campelli … e che posto! Direi meraviglioso, da frequentare d'estate in quanto piccolo antro contornato da rocce dove si arrampica con tantissime vie. Falesia ben tenuta anche se la parte a piedi è importante per un falesista; c'è da dire che con i permessi adeguati poi avvicinarti in macchina, almeno credo.
Tornando, Giuseppe ci ha guidate su altre strade permettendoci cosi di percorrere un anello, tra strade cementate, sterrate e sentieri.
Giro molto tranquillo e ottimo per la giornata.
Le ragazze sono state brave, peccato solo che non socializzino … Kyra ha ancora troppi problemi e mi sa che non uscirà mai dalla sua situazione del “meglio sole … “ e d'altra parte non poteva trovare mamma più simile a lei ;)

heliSLaLenta & Kyra con Giuseppe e Desi

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 224
Quota arrivo: m 724
Dislivello: m 520 circa
Tempo totale: 3 h 24 m compresa di soste
Km percorsi: 7,3 circa

martedì 19 aprile 2016

Anello al Moregallo – 19 Aprile 2016

Sulla salita c'è poco da dire, ne ho parlato un sacco di volte visto che amo questo sentiero e lo percorro molto spesso. Solo due note: vento fresco, neppure troppo fastidioso, e la mia voglia di tornare a fotografare fiori.
Sulla discesa invece un paio di cosine da dire le ho. Con Kyra non posso fare le catene ma di scendere da quel canalone caldo e opprimente non mi va. Lo so che c'è un sentiero sotto, che taglia via le catene e passa dal Canalone Belasa per cui ci provo. Però ad un certo punto mi trovo su uno spuntone dove trovo un palo attrezzato per la sosta. Mi guardo in giro e non vedo pareti per arrampicare ma altri sentieri non ce ne sono. Si fa strada un'idea nella mia testolina ma no … non è possibile! Provo a scendere un pezzo. Per fortuna arriva un signore seguito a breve da un amico.
Ciao, dove porta questo sentiero?
Sentiero?
Si, sono su un sentiero …
Veramente sei sulla OSA …
Ecco, l'ideuccia che mi era girata per la testa è vera, sono sulla OSA.
Tata, si torna!
E cosi inizio a parlare con i due “ragazzi”. Mi indicano come superare la parete che loro scaleranno, ci si ritrova in cima e mi accompagnano al mio sentiero. Capisco anche dove ho sbagliato, la prossima volta dovrei fare giusto.
I signori sono simpatici e mi fermo a parlare, mi rendo conto che anche a loro fa piacere e si parla di montagna, ognuno racconta le sue esperienze, scopriamo di pensarla allo stesso modo sul destino. Mi chiedono di Kyra, della sua educazione, le fanno i complimenti … insomma, mi spiace quasi doverli salutare ma loro devono finire la loro scalata e io ho il mio sentiero che mi aspetta. Da qui in poi non posso più sbagliare.
Arrivata alla Bocchetta di Moregge scendo verso Sambrosera e purtroppo c'è molto pantano. Per fortuna arrivo indenne al sentiero asciutto. Kyra ha un paio di incontri con un gregge, io sento solo le campanelle. La prima volta scappa, la chiamo e torna tutto sommato abbastanza presto: la seconda volta che sento le campanelle la lego e lei sembra guardarmi per dire: ma che mi leghi a fare, ho capito che non devo andare la!
Poi la discesa prosegue tranquilla e solitaria. Mi godo il bosco, i tratti in ombra belli freschi e i cinguettii di mille uccelli.
Bella sosta a Sambrosera e poi via verso Sasso Preguda.
Mi pregusto già il mega gelato da Excalibur e meno male che, prima di arrivare alla macchina, mi ricordo che è martedì ed è il giorno di chiusura :( Pazienza, mi accontenterò della gelateria sotto casa ma certo è un'altra cosa.
Caldo, oggi ha fatto caldo, mai messo sul il pile e il pantalone a tre quarti è già troppo, si passa ai calzoncini per le prossime gite.
Eppure ricordo bene mia nonna che mi diceva: April gnanca 'n fil, Mag adag, giugn fà quel che te voeu.

P.S. Piano piano mi cerco i nomi dei fiori ma se intanto ne conoscete qualcuno ...

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 284
Quota arrivo: m 1.276
Dislivello: m 1.140 circa
Tempo totale: 6 h 17 m compresa di soste
Km percorsi: 10,5 circa

sabato 26 marzo 2016

Tra cime e falesie – 26 Marzo 2016

E' la giornata più bella del lungo we pasquale e ci siamo già perse lo splendido giovedì causa guasto macchina per cui si va. Non dove volevamo andare giovedì, ci sarebbe troppa gente, troppo lontano per fare il viaggio di sabato, oltretutto un sabato di partenze.
Niente, dai, si sta vicino a casa, ti fa niente Tata? Immaginate la risposta …
Decidiamo per un anello fatto da me tanti anni fa, senza darci molte regole, senza un itinerario preciso: solo che saliamo da Caslino d'Erba e scendiamo dal Foro Francescano.
Un po' di storia la racconteranno le foto e le relative didascalie ma in soldoni: abbiamo incontrato un simpatico signore con un simpaticissimo cane che ci ha guidato nei primi bivi. Poi io prendo l'iniziativa: ma si, andiamo al sasso giallo! E all'eremo di San Salvatore non ci siamo andate. Spero che il signore non si sia preoccupato non vedendoci arrivare anche se, ovviamente, ci siamo andate a infognare in fondo a un sentiero che finisce nel nulla. Nel nulla ma non siamo le uniche a finire li visto che ci abbiamo trovato un rifiuto umano :(
Poco prima c'era un bivio, torniamo e prendendolo arriviamo al sasso giallo. Beh … la falesia più facile è un 6b …
Proseguiamo. Sentieri nuovi, non credo di essere mai neanche venuta a vedere questa falesia e oggi va bene cosi, andiamo alla scoperta.
Bivio. Arriva un falesiardo, lo si riconosce dalle scarpette appese fuori da uno zaino enorme. Si ferma e mi aspetta. “C'è gente?” No, solo una corda appesa. “Cioè?” … ehm … una corda che penzola dalla parete. “Ma non c'è nessuno?” No. “ Ah, va bene” Si gira e se ne va. Lo fermo: da dove arrivi? “Da giù” … ok, me la sono cercata. Va bene, ma se vengo di li dove vado? “Torni al sentiero” E se salgo da qui? “Al sentiero”.
Ok, grazie. Meglio non parlare con gente che ha solo la catena alla fine della via nei suoi obiettivi, tanta esperienza me l'ha insegnato.
Decidiamo per il sentiero che sale.
Ci ritroviamo sulla strada (altro che sentiero!) che si prende normalmente. Poco dopo trovo un altro bivio: dai che è al giornata! Saliamo. Urka se è ripido! Ma dove mi porta? Io pensavo alla Crus Pissina ma … boh! Arranco e alla fine, alzando lo sguardo, vedo l'immensa croce “piccina” che mi guarda.
Prima sosta della giornata, con Kyra facciamo un po' di esercizio di ricerca, fotografiamo un escursionista arrivato dal sentiero canonico e poi scendiamo. Arranco fino al Monte Puscio e poi mi prende la fame. E a Kyra prende male un ragazzo che è sdraiato li a prendere il sole. Niente da fare, un panino mandato giù di fretta e poi via verso la capanna Mara. Li tanta gente, coccole a mille per Kyra e ce ne andiamo. Da qui in poi sarà dura non trovare gente.
Chiacchiero con un simpaticissimo signore che mi da per più volte della male educata e lo fa con tanta affabilità che non posso che mettermi a ridere. Nonostante la sua simpatia, decido di fermarmi prima del rifugio a finire il mio pranzo, con Kyra che mi fa la guardia. Oggi girano davvero tante bici, Kyra è bravina e i ciclisti sono simpatici, nessun danno!
Al rifugio ci sono due cose che ci impensieriscono: la fontana non ha acqua e la strada che volevamo proseguire per poi salire al Palanzone è piena di ghiaccio, con tanto di ordinanza di chiusura per pericolo frane. Kyra se la cava in ogni caso, io no. Ho i ramponcini, ma ho davvero voglia di incasinarmi la vita? Ci guardiamo io e Kyra: no, anche se non saliamo in cima va bene lo stesso.
Torta e caffè in rifugio. Se dovessi fare una lista dei rifugi che più mi piacciono il Riva sarebbe in cima! Kyra è bene accolta, la torta e il caffè abbondanti e, udite udite, non accettano prenotazioni, neanche per Pasqua! Li adoro!
Tornando indietro un pezzetto, troviamo il traverso che ci porta al colletto che avremmo preso se salivamo e scendevamo dal Palanzone. Caldo. E stanca. Io. Trovo una sdraio stupenda tra rocce e zaino e mi addormento. Kyra mi fa la guardia.
Arriva una bici e: tranquilla, passo di la … con la bici si arrampica dalla parte meno agevole pur di non farmi alzare dalla mia pennichella … l'ho adorato!
“Mamma, ma lo prendiamo il gelato per merenda?” Cavolo si, ma è meglio se andiamo perché è ancora lunga.
E qui sono io la tonta che non ha tenuto conto che è vero, non è il versante al ghiaccio … ma è cmq in ombra e un po' di neve la incontriamo. E l'ha incontrata anche il ragazzo in bici, ne vedo le tracce. Kyra è contenta, ovviamente, io sospiro e scendo cercando di non scivolare. Per fortuna dura poco, poi tutto asciutto.
Arriviamo al bivio per il foro francescano. Ormai è quasi finita la nostra gita … e anche la mia acqua ma non bevo, l'idea di non averne ancora un po' nello zaino non mi piace.
Beh, voi non ci crederete ma quando arriviamo alla fontanella Kyra si mette li, vicino a dove esce l'acqua fino a che non arrivo con la bottiglia e la riempio, poi si allontana con calma. Ma come ha fatto a capirlo???
Arriviamo alla strada asfaltata e qui la nota negativa della giornata: una musica assordante! Ma da dove arriva! Ne abbiamo percorsa di strada prima di trovare la casa incriminata, una festa tra ragazzi. Ora, per carità, tutto il diritto di festeggiare, ma cosi alta la musica? Stride enormemente in mezzo alla natura! Lo so, in città non lo puoi fare … ma neanche qui! Divertirsi, musica alta … ma fino a un certo punto. Bacchettona? Vecchia? Va bene, sono entrambi ^_^
Il gelato non ce lo siamo fatti mancare a coronamento di una splendida giornata.

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 422
Quota arrivo: m 1.290
Dislivello: m 1.125 circa
Tempo totale: 7 h 15 m compresa di soste
Km percorsi: 16,9 circa

sabato 19 marzo 2016

Cima d'Olino– m 1.768 – 19 Marzo 2016


Era da settimane che aspettavo questa uscita e l'attesa ha ripagato alla grande. Una di quelle giornate da urlo. D'altra parte, quando Giuliano promette, mantiene e la giornata giusta è arrivata.
Partenza Alpe Paglio, le ciaspole non necessitano a meno di voler salire e scendere in attraversata il Cimone di Margno, cosa che noi non abbiamo fatto. La strada che arriva a Pian delle Betulle è tutta perfettamente innevata, non servono ciaspole e anche i ramponi sono rimasti nello zaino.
Pian delle Betulle mi è piaciuto, solo due piste di discesa, pochi sciatori e tante famiglie. Non una folla, tutto davvero molto vivibile.
Il panorama che si gode salendo alla Cima d'Olino è magnifico, a 360° su tutte le nostre montagne.
Mettici la neve, la giornata blu e la coppia Giuliano Silvia e ti chiedi davvero cosa puoi volere di più dalla vita.
Non mi aspettavo di trovare escursionisti, invece ce n'erano per tutti i gusti: sci alpinisti, uno con gli sci di fondo, ciaspolatori e quelli come noi senza nulla ai piedi. Non una ressa ma il giusto.
Perché sono cosi felice per questa giornata? Lo sa solo chi mi segue da più di 3 anni!

P.S. Tornando, ci siamo fermati a vedere la Casa Rossa di Cortenova, un mistero ridotto ormai un rudere irrecuperabile.

heliSLaLenta & Kyra con Giuliano

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.360
Quota arrivo: m 1.790
Dislivello: m 490 circa
Tempo totale: 5 h 3 m compresa di soste
Km percorsi: 11,5 circa

mercoledì 24 febbraio 2016

Rifugio Elisa– m 1.525 – 24 Febbraio 2016


Prologo.
A Rongio ci sono stata più di una volta, vuoi che mi perdo? Non si sa mai, metti il navigatore!
Alla terza volta che mi perdo facendo lo stesso giro indicato dal navigatore capitolo, gli dico di riportarmi a casa e arrivata alla Guzzi vado a naso.
E capisco dove sbagliavo. Perché è vero che i navigatori ti fanno fare strade improbabili, però li, dove c'è quel canale, ero io che sbagliavo.
Ok, ho perso circa mezz'ora … è un problema? No, direi di no.

“Mamy, ma è lo stesso posto dove siamo andate poco dopo che sono arrivata da te, vero?”
Si, Kyra, te lo ricordi!
“Oh si, tu dicevi che era noioso mentre io sentivo tanti di quegli odori! E poi, ti ricordi quel muro di neve che avevo paura che non saremmo riuscite a passare?”
Ah si, il muro … quest'anno ci sarà molta meno neve e in ogni caso tu ormai sei una brava cagnetta alpinista con 3 anni di esperienza!
La vedo correre via, coda alta tutta contenta, muso a terra a sentire i mille odori, le mille storie che raccontano.

Confermo: la strada è noiosa. Ma almeno siamo in giro, in mezzo alla natura e con una bella giornata. Anche se non siamo al sole è caldo, qui è ora di mettere le mezze maniche e medito che la maglietta che ho nello zaino è anche lei con le maniche lunghe mannaggia!
Arrivo al bivio con la Gardata (al ritorno sbucherò da qui) e proseguo. Non è che oggi sia in gran forma e mi costringo a non fare soste prima di arrivare almeno a 1000 m slm
La mente vola, cerco di tenere a freno i pensieri negativi o le situazioni che mi mettono ansia e salendo da questa bella ma noiosa strada.
Sento parlare e incontro i primi due signori della giornata; sono seduti, stanno riposando e facendo asciugare le camice bagnate di sudore. Cortesemente saluto e mi sento rispondere: ma io la conosco! Ci siamo visti al Resegone! Una vita fa però! Ricostruita quella giornata facciamo 4 chiacchiere poi riprendo il mio cammino. Non ho voglia oggi di interagire e preferirei la solitudine. Ma come faccio se questo inizia a chiacchierare? Vengono anche loro all'Elisa e mi immagino una discesa insieme … uffa, non ho proprio voglia!
E' arrivato finalmente il momento della mia pausa: ma se quelli mi raggiungono? Non sono antipatici, assolutamente, sono proprio io che non ho voglia.
Non arrivano e io riprendo più tranquilla. Non mi ricorderò di loro fino alla discesa.
Sono stanca. Ecchecavolo: come mai? Saranno 1000 max 1200 m di dislivello! Probabilmente non sono in giornata ma ormai sono in ballo e continuo a ballare anche perché, vedendo come è felice Kyra mi rincuoro e la stanchezza passa.
Arriva il primo strappo con la neve. Dura ma non troppo, anzi, direi perfetta.
Kyra è sparita. La chiamo. Non risponde. La chiamo ancora. Niente.
Urlo di nuovo, tra l'arrabbiato e il preoccupato. Sento una voce femminile che mi dice “E' QUI!”
Immagino che sia di la da questo muro e che li ci sia il rifugio. Salgo. Ma poi penso che no, Kyra deve stare vicina a me. La chiamo ancora. Arriva correndo giù dal bosco mi si affianca da qui in poi non mi lascerà più. Chissà cosa c'era di cosi tanto interessante?
Intanto io ho scoperto di sentire “le voci” perché salita sul muro non solo non c'è il rifugio, ma non c'è proprio nessuno!
Mah, sarà la stanchezza.
Ora si alternano pezzi di neve ghiacciata a pezzi puliti. Ci sono tratti di pochi metri ma ripidi dove salire non è un problema ma a scendere mi farà venire i sudori freddi, mi sa che metterò i ramponcini perché non ci affondo neppure il tallone.
Ultimo strappo, ora l'ho visto il rifugio, è proprio qui dietro. E meno male perché ora sono davvero stanca. Perché non ho fatto una sosta? Bella domanda. Forse per non beccare i due tipi. Molto più probabilmente perché ho in testa le parole del mio mentore che “non ci si ferma mai, non si mangia mai, non si bene mai” … eccheca....
In ogni modo sono arrivata. La panca è pulita e asciutta, peccato che il sole ora sia nascosto dalle nuvole promesse dalle previsioni. Inizia anche a fare un po' di freddo e dopo essermi coperta inizio a mangiucchiare qualcosa.
E' bello qui. Dietro di noi la Grigna e davanti il lago con il promontorio del San Primo. Mi rendo conto che non c'è alcun rumore. D'estate senti l'acqua che scorre, un uccello che canta, un insetto che passa. D'inverno, cosi come sui ghiacciai d'estate, il silenzio è totale. E io lo adoro. Lo ascolto, lo assaporo e me lo godo.
Ma fa freddo. Mi alzo per guardarmi un po' intorno e mi rendo conto che Kyra ha visto qualcosa giù da quel pendio, piuttosto ripido e con neve ghiacciata. Ecco, questo non deve succedere: la chiamo e lei non mi risponde perché è presa da quello che ha visto. L'ultima educatrice che ho contattato mi ha detto che questo non è un problema, che non devo mettere Kyra nella situazione di eventuale pericolo … certo, la legavo appena arrivata in cima e lei non avrebbe visto quella crosta di formaggio che qualcuno (grrrrrrrrrrr) ha lanciato li qualche giorno fa. Torna tutta contenta, con la sua preda stretta in bocca. Cerco di togliergliela ma lei non è d'accordo. Approfitta di un attimo di mia incertezza per prenderle meglio la bocca e con due morsi la manda giù.
SE BECCO QUELLO CHE BUTTA VIA LE CROSTE DI FORMAGGIO PERCHE' TANTO LE MANGIANO GLI ANIMALI MANDO GIU' LUI A FARE DA CIBO ALLE BESTIOLE!
Permettetemi qui una piccola divagazione perché in discesa troverò un sapientone che si permette di lasciare i suoi rifiuti sul sentiero perché tanto la notte il camoscio li mangia:

Cosa mangia il camoscio?
Il regime alimentare del camoscio è basato sull'erba ma la sua dieta varia a differenza delle piante da una stagione all'altra, da un anno all'altro. Predilige le piante erbacee e in particolare le graminacee e il tasso. Durante la stagione estiva il camoscio mangia anche erica, muschio, licheni.

Ecco, per cui piantiamola di lavarci la coscienza quando lasciamo i nostri rifiuti sui sentieri e sulle cime: GLI ANIMALI DI MONTAGNA NON SONO IN UNO ZOO DOVE SI PORTANO LE NOCCIOLINE ALLE SCIMMIE!
Torniamo a noi. Decido di scendere, voglio passare dalla Gardata e da li il sentiero è un pochino più lungo. Inizio la discesa ma come presupponevo, non entra il tallone nella neve ghiacciata. Quando mi rendo conto che scendere non è solo una tortura lenta, ma diventa anche pericoloso per una imbranata come me e tenuto anche conto che sono anche da sola, risalgo qualche metro fino ad un pianoro e metto i ramponcini. Ora scendo molto meglio, più sicura dei miei passi e quindi anche più serena. Fatti i primi pezzi ghiacciati chi ti incontro? I due signori: apperò … ce ne hanno messo di tempo! 4 chiacchiere poi io giù e loro su.
Il bivio per la Gardata non lo avevo visto all'andata ma è subito dopo la casetta con la meridiana. Non ci penso neanche un momento e lo prendo, con la gioia di Kyra (lei ama i nuovi sentieri!) Ho i ramponcini in mano ma ora immagino che non mi serviranno più per cui li lavo come posso al primo pezzetto di neve e li rimetto nello zaino.
Proseguendo il sentiero diviene davvero sentiero, una flebile traccia nel bosco. Poi devo ringraziare i segni gialli sugli alberi e le peste nella neve, che ora è costante. Neve ghiacciata. Scivolo. Ma porca... … mi rialzo, tutto bene, ho un buon supporto sul fianco dove ho battuto. Ramponcini? No dai, aspettiamo. La situazione però peggiora, dove non c'è neve ghiacciata c'è fango scivoloso e la pendenza del sentiero aumenta. Ad un certo punto lo perdo anche. E ora? Uffi, non ho voglia di risalire. Vado un po' di qui e di la, ovviamente in questo punto niente neve, niente segni. Che mi debba infilare in quel canale? Non ci sono alternative per cui mi infilo e poco dopo vedo il cartello bianco e rosso. Respiro di sollievo. Ancora un po' di acrobazie e poi il sentiero si fa largo, la pendenza diminuisce, arrivano gli aghifoglie e questo mi fa capire che siamo vicino alla Gardata che, per chi non lo sapesse, è una casa.
Sosta. Ho sete, ho finito la tisana e ora devo sfruttare l'acqua che ho portato per Kyra, meno male lei non sembra avere sete, io invece dovrò iniziare ad appesantire lo zaino con un'altra bottiglia.
Da qui alla grotta il sentiero è una autostrada e a parte i due tizi con cui riesco pure a litigare (ma che vuoi, hanno messo un bell'asciugamano sulla roccia prima di sedersi … loro si che sono montanari doc!) per la questione dei rifiuti buttati li in mezzo al sentiero.
Per fortuna non me la prendo più di tanto, mi passa subito e mi godo la discesa con la mia tata.
Arrivati alla grotta bevo, non troppo perché è fredda ma abbastanza per togliere il senso di sete.
Ricordo che quando venimmo qui 3 anni fa c'era un ponte da cui si poteva entrare a vedere per benino il fiume e le vasche che creava. Kyra aveva paura e mi ha aspettato al ponte; questa volta invece Kyra è davanti a me e si infila nel sentierino. Solo davanti al passaggio cementato e sospeso è perplessa ma quando mi vede andare avanti viene con me. Un po' scettica però perché si guarda intorno, mi guarda e poi “Mamy, mi sa che io ti aspetto la al ponte” e se ne torna indietro.
Ha fatto dei passi da gigante da quando l'ho adottata e ora è davvero più autonoma, meno fifona e dove non reputa che per lei sia sicuro non ci sta. Sono strafiera della mia tatina!
Rientrando mi concedo il tempo di fotografare i fiori che stanno diventando copiosi, d'altra parte è primavera … ops, no, manca ancora un mese a primavera … cosi dice il calendario.
La prossima volta che torniamo qui vorrei andare alla Bietti, quella traversata mi ispira assai.

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 400
Quota arrivo: m 1.527
Dislivello: m 1.222 circa
Tempo totale: 7 h 9 m compresa di soste
Km percorsi: 15,5 circa

lunedì 15 febbraio 2016

San Primo dalla direttissima e cresta – m 1.682 – 15 Feb 2016


Giornataccia.
Però ha nevicato.
E sarà l'unica giornata bella della settimana.
Ma è una giornataccia e la mattina proprio no, non me la sento di uscire.
Poi passa.
Il San Primo da Pian Rancio non è lungo, perché non sdoganare le gite pomeridiane?
Alle 13 siamo al parcheggio. Neve. C'è neve, non come l'altra volta che se n'era appena andata via. Carico le ciaspole sullo zaino che non si sa mai e partiamo. La consistenza della neve è perfetta, asciutta e non si scivola. Non è tantissima ma sufficiente.
Mentre saliamo dalla strada innevata mi vengono in mente quei ragazzi che erano saliti dalla direttissima. Guardo avanti e vedo che è tracciata. Perché no? mi dice una vocina dentro. Perché è ripida, rispondo io. Ma poi vince la voglia di ripido e decido di salire da li. Non sono sicura che sia questa la via che viene chiamata direttissima perché io pensavo che salisse più in la sulla cresta invece arriva ai ripetitori ma tanto fa.
Ripida eccome. E poi, la traccia che avevo visto me la devo essere inventata, o meglio, è una traccia di sci per cui me la devo immaginare. Ogni tanto trovo delle impronte (senza ramponi) che scendono e mi consolo.
Ripido, talmente ripido che vedo le gocce del mio sudore scendere e cadere nella neve. KYRAAAAAAAAAAAA !!!! E' sparita. Torna scodinzolando e correndo contenta: sono qui, mamma, mentre tu arranchi io vado a divertirmi un po' nella neve fresca, va bene?
Screanzata … un po' di rispetto! E rido, lei si diverte e lo scopo di oggi era appunto questo, farla divertire.
Finalmente spiana un po' e posso tirare il fiato; Kyra torna vicina a me e poco dopo approdiamo sul sentiero. Incontro due ragazze che scendono (ma è lunedì, che ci fanno in giro?) mentre io cerco di capire chi sono dopo la faticaccia della rampa. C'è aria fredda, prima di arrivare a Terra Biotta decido di coprirmi e meno male perché li ci accoglie un vento gelido gelido. E incontriamo uno sci alpinista, uno di quelli che non se la tira. Kyra gli abbaia e lui si ferma e cerca di fare amicizia. Poi mi rincuora dicendomi che il vento è solo li, ci salutiamo e ognuno per la sua strada.
Oggi, nonostante il vento, decido per la cresta. E' bella, la neve è bella, il panorama è bello, Kyra si diverte e il vento le ha pulito le zampette che si erano riempite di neve quando ha scorrazzato in neve fresca.
Cima. Mentre arrivo sbucano dal sentiero del Martina due signori. Lei è arrabbiata perché il sentiero è scivoloso. Hanno le ciaspole e i ramponi: ma perché non ha messo i ramponi? Mistero. La solita pigrizia immagino. Mi chiedono la foto di vetta e poi scendono. Hanno fatto un bell'anello: partiti da Sormano, a Terra Biotta sono scesi e hanno preso la strada per il Martina a ora tornano a Sormano. Se non ci fosse la storia del parcheggio che a Sormano costa un botto, è un anello da fare.
Vento freddo, mi infratto con Kyra ma fa davvero freddo. Il tempo di mangiare 3 biscotti e di bere un po' di tisana calda e poi scendiamo dalla strada. Incontriamo uno sci alpinista che sale e un ragazzo con le ciaspole. Un traffico per oggi che è lunedì!
Devo ammettere che mi sono divertita pure io, ho bisogno di muovermi e quando sono in montagna il mio morale torna a livelli accettabili, se poi c'è la neve bella come oggi rasenta quasi la gioia.
Bene, abitare qui nel triangolo lariano ha molti lati positivi, compreso il fatto che puoi partire anche di pomeriggio per fare una bella salita.

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.110
Quota arrivo: m 1.687
Dislivello: m 645 circa
Tempo totale: 3 h 26 m compresa di soste
Km percorsi: 8,5 circa

giovedì 11 febbraio 2016

Anello al Monte Barro – m 922 – 11 Febbraio 2016


“Oggi mamma è arrabbiata e mi ha strattonato per tutto il tragitto fino all'imbocco del sentiero! Mica è colpa mia se ha lasciato a casa macchina fotografica e GPS!”
Vero, ero arrabbiata con me stessa ma tu ci hai messo del tuo! Quante volte ti ho spiegato che al guinzaglio non devi tirare???
“Uff … ma tutti quegli odori! Lo sai che per me il tempo non conta e non capisco che poi stiamo via tutta la giornata in mezzo alla natura!”
Hai ragione ma non è colpa mia se ho cercato e cercato educatori per aiutarmi a risolvere il problema e non ne ho trovati! Su, dai … poi però ti sei divertita lungo la cresta e nel bosco, no?
“Si, certo … e ti voglio bene lo stesso!”

Cuore di cane la mia piccolina, nonostante a volte me la prenda con lei, non si scompone mai e la leccatina mi arriva sempre, anche quando non è che me la merito proprio.
Ebbene si, arrivata al parcheggio cerco il GPS per accenderlo e scopro che è rimasto a casa.
Mi succede di dimenticare l'ovvio quando non seguo il mio rituale nella preparazione dello zaino. Pazienza. Userò il telefono, sia come GPS (MOLTO scarso, purtroppo) che come macchina fotografica. Vorrà dire che ci torno a fare questo anello, ci tengo ad avere la traccia!
Ovviamente mi sento in ansia. Mi perderò? Cavolo, sono sul Barro, come faccio a perdermi? La mia ansia si fa sentire: mando un sms a Giuliano allertandolo che sono senza GPS? Immagino già la risposta: SEI SUL BARRO! COME FAI A PERDERTI?
Lascio perdere, mi sono persa anche alle pendici dei corni, certo che posso perdermi anche qui, ma lui non capisce, lui sa SEMPRE dov'è e dove è la direzione in cui deve proseguire.
Mi faccio coraggio, i cartelli li trovo e sembrano essere precisi … e abbondanti.
In effetti avrò solo un altro timore una volta arrivata all'Eremo ma anche li i cartelli non mancano. Davvero non ci si può perdere sul Monte Barro!
La cresta è bella come me l'aspettavo. Io adoro le creste, mi danno un senso di libertà. Vedere tutto quello che ho intorno, la strada davanti a me da salire e intorno il mondo … libertà! Per cui me la godo. E' una cresta da fare al massimo ad inizio primavera e poi in tardo autunno, l'inverno è la stagione ideale perché il caldo qui è potente e in alcuni punti è bella ripida.
Poche roccette hanno fatto si che mettessi a Kyra il suo imbraco. A lei non piace ma siamo sole e mi sento più sicura cosi. E poi non è che si blocca, corre e va avanti e indietro come se niente fosse, quindi non mi sento assolutamente in colpa: capito tatina?
In cima fa freddo. Mi copro ma un po' mi fermo; mi raggiunge una signora che penso abbia fatto la mia stessa strada, per fortuna non ha paura di Kyra cosi la posso lasciare libera.
Inizio a scendere. Trovo un'altra ragazza che sta salendo e ci fermiamo a chiacchierare.
Sono quasi arrivata all'Eremo e mi rendo conto di aver lasciato il Buff in cima. Cavolo, è uno di quelli a cui tengo di più! Giro i tacchi e risalgo, il giro è corto e il dislivello non è eccessivo per cui me lo posso permettere. Incontro la signora che scende: non ho visto niente in cima. Il vento: vuoi vedere che mi ha fregato il vento? Eppure avevo messo i sassi … In cima dovrei trovare la ragazza, speriamo che lei l'abbia visto il mio Buff.
In cima però non c'è nessuno, deve essere scesa dall'altra parte … ma il mio Buff c'è! Felice io!!
Ritorno a scendere, so che c'è una panchina spettacolare poco prima dell'Eremo e siccome è già mezzogiorno mi fermo a mangiare. Passano un po' di signori che mangeranno al ristorante poco sotto, due in particolare si innamorano di Kyra, un sacco di coccole, le fanno perfino delle foto e poi insieme scendiamo al ristorante. E' piccolo e pieno. Chiedo se hanno tempo di farmi, con molta calma, un caffè. Il ragazzo sembra un po' spiazzato ma mi dice di si. Aspetto tranquilla. Alla fine me lo fa, capisco che è agitato per la sala piena e gli sono ancora più grata per aver trovato il tempo di darmi retta.
Uscendo vedo gente che scende dalle scale e provo anch'io a salire e mi trovo su una terrazza spettacolare che non avevo mai visto: ma che bella! E che panorama da qui!
Ma ora dobbiamo cercare il sentiero. Pochi passi e trovo il cartello che mi interessa. Ora sono tranquilla, il sentiero mi porterà alla macchina e io non mi perderò ^_^
Bel sentiero, poca pendenza, panorami spettacolari (oggi abbiamo una visuale che arriva al Monviso!). Iniziano i primi denti di cane insieme alle immancabili primule e ho visto perfino una poligala già fiorita! Il Barro è un ottimo giardino botanico naturale grazie alla sua posizione.
Ci toccherà tornarci, e non solo per registrare la traccia GPS.

heliSLaLenta & Kyra