sabato 28 novembre 2009

Monte Legnone m 2.609 – 28 Novembre 2009


Qualche breve nota tecnica per chi ancora non conoscesse questa splendida montagna.
E’ l’estremo baluardo delle Orobie verso ovest ed è la cima più alta della provincia di Lecco, nonché estremamente panoramica … se la nebbia che spesso aleggia intorno a lei è assente.
La partenza del sentiero è in località Roccoli Lorla Q 1445 che si raggiunge con una stretta e tortuosa strada che sale nei pressi dell’abitato di Tremenico.
Dall’ambio parcheggio si prosegue sul sentiero (in direzione opposta al Legnoncino … mi raccomando!) ed essendo unico non è possibile sbagliare.
Si giunge dapprima all’Alpe Arogno Q 1636 da dove iniziamo a vedere la nostra cima con la cresta che percorreremo.
Il sentiero prosegue uscendo dal bosco, passando un altro alpeggio e giungendo alla Punta dei Merli Q 2129.
Un breve ed aereo traverso ci conduce alla piccola Capanna Legnone Q 2150 in prossimità di un grande ripetitore, unica nota stonata della giornata.
Dopo una doverosa sosta, si riprende il cammino su tracce di sentiero ma sempre ben visibili. Da qui ha inizio il tratto più panoramico e impegnativo della gita: la cresta!
I tratti più impegnativi o esposti sono aiutati da catene fisse. Da fare molta attenzione se fatta con neve/ghiaccio. In questo punto è facile trovare neve fino a stagione inoltrata!
In vetta ci aspettano una bella croce ed una cappelletta, oltre al bussolotto del libro di vetta, ma portatevi la penna che noi non l’abbiamo trovata!



Un altro dei miei tormentoni è il Legnone in versione “invernale”. Dopo averci rinunciato mercoledì, proponiamo la gita a Rino. Venerdì sera Nano mi dice che il tempo non sarà un gran che ma andiamo lo stesso. Parlando dell’organizzazione della gita, mi dice che in 3 ore siamo in vetta.
3 ORE??? Naaaaaaaaaaa … io in 3 ore arriverò al bivacco! Ci ho sempre messo almeno 4 ore a salire!
Arrivo presto, dicono che ci sarà nebbia invece non ne trovo neppure un filo, per cui andiamo a bere un caffè al frequentatissimo bar di Eupilio. Giochi con i cani in attesa di Rino, trasbordo e poi via.
Io sto male come al solito in macchina, mi metto li tranquilla, chiudo gli occhi perché proprio non ho voglia di partire con la nausea :-( Ogni tanto sbircio: cavolo! Sembra un tempo magnifico!
Arriviamo ai Roccoli e la giornata è davvero meravigliosa. Non fa particolarmente freddo e il parcheggio è pieno.
Pieno???
GULP! Ma quanta gente per essere sabato! Poi medito: domani è brutto per cui, chi poteva, si gode questa splendida giornata, mi sembra normale.
Quello che non è normale è invece il mio sfogo. O meglio … Andiamo con ordine. Ho avuto una settimana difficile causa problemi familiari e Nano insiste per farmi raccontare. Sono iperagitata e, conoscendomi, ho meditato se era o meno il caso di andare in montagna in compagnia. Quando sono in queste condizioni divento odiosa, rompiballe e aggressiva :-( e questo non mi piace.
Ma poi vince la voglia di stare con i nuovi amici e di salire al Legnone e allora cerco di mettere da parte le mie preoccupazioni e di godermi la giornata. Per cui, quando Nano insiste, provo a dire che a Rino frega poco dei miei casini. Niente da fare. Insistono.
Si apre il barile. E vomito casini su casini, mi arrabbio, mi altero, mi agito … e cammino!
Ecco, mi hanno fatto sfogare, mi hanno detto cosa ne pensavano loro e ho visto che i consigli erano le cose che già avevo fatto. Difficile capire e difficile commentare quando ci sono in gioco cose cosi grandi ma i ragazzi sono stati fantastici perché mi hanno lasciato sfogare e cosi poi mi sono tranquillizzata e ho passato una splendida giornata.
E incazzata sono salita velocissima! Arriviamo a scollinare, 5 minuti prima del bivacco, con una media di salita di 470 m all’ora … CAVOLO!!!
Salendo Rino commenta che ci sarà da divertirsi in discesa visto che iniziamo ad avere uno straterello di neve, quello giusto per scivolare … ecco, una volta tanto che non penso alla discesa … ma poi medito: c’è Nano con me e mi tranquillizzo. Non so se qualcuno mi può capire, ma mi fido quando sono con lui. Non mi molla mai da sola, se non si ferma ad un passaggio allora vuol dire che ce la posso fare da sola. Se il passaggio è per me più ostico, allora si ferma e mi aspetta. Ecco, insomma, io sono sempre tranquilla se c’è lui con me :-)
Sosta pappa. Mezza barretta e un pezzetto di bisciola. Tenete a mente queste cose plis!
Arriviamo al bivacco e non mi lascio perdere l’occasione di mettere il mio primo adesivo Hikr :-) L’evento è stato iperfotografato manco fosse la prima della scala :-) e ridendo e scherzando attacchiamo la parte più difficile della salita.
E intanto si aprono un paio di discussioni tra Nano e me che ci fanno rallentare il passo.
Prima regola: mai parlare di politica! E’ inutile, se non c‘è un argomento specifico ma solo uno scambio di opinioni sulla situazione generale, è facile che ci si scorni e ognuno rimanga della sua opinione.
Seconda regola: non prendertela mai con il tuo socio se pensi di aver bisogno di lui … hi hi hi
Beh, un filo opportunista però … insomma, volevo fare un po’ l’arrabbiata ma come si fa! Nano è talmente trasparente che se gli metti il muso ci rimane davvero male e allora non ce la fai e scoppi a ridere.
E cosi “perdiamo” tempo.
Abbiamo nello zaino picca e ramponi che rimangono tranquillamente nello zaino anche se vedo tracce fresche di ramponi. A salire ho pochi problemi. La mia “guida” mi tiene i bastoni quando ci sono le corde e mi “permette” di attaccarmi ad esse solo perché c’è neve e per me è la prima esperienza.
Rino è su che ci aspetta e ci fotografa mentre arriviamo.
Guardo i tempi: 3 ore e 20! Cavolo! Però! Wuauuuuu!!! :-)
E come al solito Nano aveva ragione, ce l’ho fatta!
Sono soddisfatta anche perché, finalmente, un bel panorama da questa cima che di solito mi regala solo nuvole.
Rino ha freddo, è ipercoperto. Io mi metto il mio piumino e inizio a fotografare. Chiediamo a dei ragazzi la foto di vetta (una volta tanto che non siamo soli perché non approfittarne?) e poi ci tocca scendere.
In cima ho mangiato un pochino di frutta secca. Tenete a mente anche questa plis!
Scendiamo. Ora sono un pochino agitata perché ho paura di scivolare ma Nano è sempre li, davanti a me che mi aspetta e mi consiglia come scendere. In effetti non è poi cosi complicato. Sono lenta rispetto a loro che scendono senza incertezze e veloci, ma almeno scendo tranquilla. La neve è fantastica qui in cresta. Non tanta ma asciutta e per nulla scivolosa.
Sempre chiacchierando scendiamo le catene. Gola secca alla fine della giornata … me lo dicono sempre che parlo troppo … ma che ci posso fare … uff … :-) però ridono, rispondono, ricambiano gli sfottò … alla fine mi sa che anche loro sono contenti di scherzare un po’. In fin dei conti si va in montagna perché ci piace ma anche per rilassarci, passare una giornata tranquilla, magari anche allegra, che ci scarichi delle tensioni accumulate durante la settimana … o no? Beh, per me è cosi e se parlo tanto vuol dire che sto bene, sto bene con me stessa e con le persone con cui sto condividendo questa esperienza.
Rino è parecchio avanti, Nano mi precede ma ad un certo punto sentiamo il ragazzo che era rimasto in vetta che ci chiama: avete perso una picca? Io: no! Nano mi guarda dietro: si :-( Eppure l’avevo anche bloccata! Meno male che ce l’hanno recuperata! Aspettiamo che il ragazzo scenda, non so più come ringraziarlo e stavolta metto la picca dentro lo zaino. E Rino è giù che ci aspetta. Uff, mi spiace farlo aspettare ma che ci posso fare se sono sempre la solita tonta???
Realizzo molto dopo che la picca che sta nel mio zaino non è la mia, ma Nano, essendo la mia troppo lunga, ha voluto fare cambio per cui io ho la sua. E allora capisco anche perché l’ho persa!
Io ho il fermo per il cinghietto (non ricordo come si chiama, mannaggia!) mentre questa non ce l’ha, quindi si è semplicemente sfilata! Meno male che è andata a finire bene, una volta tanto.
Arriviamo al bivacco con la Silvietta che borbotta da moh che ha caldo e Nano che insiste per aspettare di arrivare da Rino.
Arrivo accaldata e sudata, mi voglio fermare almeno 5 minuti, c’è la bananina da mangiare (tenete a mente anche questa plis!), da fare la pipi e da togliere la giacca.
E qui trovo finalmente qualcuno che la pensa come me! RINO!!! Anche lui è del parere che le bucce non devono essere lasciate in giro! Se proprio vuoi lasciarle in montagna, almeno le sotterri, o le metti sotto un sasso che sono si biodegradabili, ma ci vogliono 6 mesi se le lasci li all’aria … non parliamo poi nella neve …
Con Rino mi trovo bene. L’altra volta era un po’ sulle sue ma ora si è un po’ lasciato andare e scopro che su molte cose la pensiamo allo stesso modo … e possiamo coalizzarci contro le idee “integraliste” di Nano :-) Ora è in minoranza, è meglio che ci stia attento!!! :-D
Arriviamo al parcheggio presto, ci accoglie uno splendido odore di spezzatino ed io realizzo cosa ho mangiato oggi; bene, ci crederete che hanno avuto il coraggio di dirmi che ho mangiato troppo?!?!?!
Con che razza di gente mi tocca andar per monti …
Casa, cani, foto, bimbi, cena, chiacchiere, macchina, casa, Isi …

Post scriptum
Mi hanno detto che ultimamente i miei racconti mancano di verve … forse è vero, ma è molto più facile raccontare con “verve” quando le cose vanno male che quando va tutto bene. Più difficile trasmettere la tranquillità di una giornata serena passata a camminare senza meta raccontandocela su piuttosto dei casini combinati per salire, ad esempio, sul Tresero (a proposito, ragazzi: SIAMO PARTITI ALLE 4:56 … non mi sembra fosse troppo tardi … eravamo noi proprio non in forma :-( )


Quota partenza: 1.463
Quota arrivo: 2.609 m
Dislivello, secondo il mio altimetro: 1.295
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto: circa 6 ore e mezza





lunedì 23 novembre 2009

Pizzo Olano m 2.267 – 21 Novembre 2009

- CLICCA SUL TITOLO PER VEDERE LE FOTO -

Oggi viene anche Rino, il socio storico di Nano. La scelta cade sul Pizzo Olano, io ce l’ho nei desiderata da un paio d’anni, a Rino manca come cima … Nano non so quante volte l’ha già salita :-)
Partiamo con calma alle 8, caffè e poi su verso Morbegno. Per Rino è la prima volta sulle ciaspole e da “bravo” sci-alpinista un po’ le snobba.
Arriviamo al parcheggio con pochissima neve. Quella che è caduta nei giorni scorsi è quasi scomparsa, un po’ colpa del sole, un po’ della pioggia che è caduta nei giorni scorsi anche a queste quote. Partiamo quindi a piedi. Io sono un pochino agitata perché Rino non mi conosce e non sa che sono “polentona” … speriamo che non si “scocci” della mia lentezza.
Saliamo con i soliti sfottò tra Nano e me e ridendo, parlando e fotografando ci inoltriamo nel bosco fino ad arrivare al Monte Olano. Scoprirò che è il Monte Olano solo nella discesa. Salendo ho pure fotografato la croce con la Rosetta di sfondo ma mica mi sono resa conto che la prima cimetta della giornata era raggiunta!
Arriviamo sotto il canale che ci porta in cresta, dobbiamo risalire la valle e ovviamente non prendiamo il sentiero. Molto meglio andare per bosco, in mezzo ai rododendri :-) E qui decidiamo di calzare le ciaspole. Quelle di Rino le abbiamo regolate al parcheggio, qui dobbiamo solo capire come si calzano e poi via. Ora camminiamo meglio tra i poveri rododendri e usciamo dal bosco per risalire il canale.
Fa caldo, davvero tanto caldo. I ragazzi sono in maniche corte, io non cambio la maglia solo per pigrizia. Sudo e sbanfo a salire. Nano è sempre lassù che sembra dirti: ma sei ancora li indietro???
:-)
Rino, che dovrebbe essere fuori allenamento, è cmq più veloce di me (e di questo non avevo dubbi!) però mi tallona e non mi molla lungo tutta la salita.
Ora siamo al colle. Qualche foto e poi guardo l’ultimo tratto. GULP!
E’ RIPIDO!!!
Rino parte e io neanche me ne rendo conto. Lasciamo giù le ciaspole e Nano mi si mette dietro, pronto a brancarmi se per caso scivolo. E salgo.
Cavolo. E’ davvero ripido. Salgo e scivolo solo una volta. Ma come diavolo ci scendo io da qui?
Non ci voglio neanche pensare, per ora l’importante è salire su.
Poi, pian piano, scenderò in qualche modo …
Il bello di andare in giro con questi “tipi” è che sei sempre a tuo agio e ridendo e scherzando arrivo in cima.
Sosta foto, torta, teuccio, libro di vetta, autoscatto di vetta e poi mi tocca la discesa.
Nano è bravo, come al solito. Mi cerca la strada, mi aiuta in un paio di tratti un po’ ostici per me, mi consiglia come procedere e mi gradina i tratti più ripidi: cosa posso volere di più? Lo so che prima o poi si stuferà a venire con una imbranata come me, ma per il momento mi godo queste passeggiate cercando di imparare il più possibile.
Al colle riprendiamo le ciaspole. Rino tenta di “sciare” ma non vanno poi giù molto. “Le papere”. Questo è il suo commento su questi attrezzi. Non parliamo poi delle tracce che “noi” roviniamo a “loro” … hi hi hi …qui la discussione è forte. Io rido e scherzo sempre ma non sono mica sicura che Rino sia altrettanto scherzoso :-) Chissà se capiterà mai che vada dietro a loro con le ciaspole mentre salgono con gli sci … immagino già le scene: togliti di li! Le tracce sono MIE!!! Hi hi hi …
Vedremo, sarà un bel match!
I ragazzi decidono per una corsetta, vinta ovviamente dal più giovane :-O, poi togliamo le ciaspole.
Scendiamo cercando di perderci ancora una volta ma il fiuto dei miei accompagnatori non ci permettono questa esperienza e arriviamo alla macchina tutto sommato abbastanza presto.
Casa.
Il riccio. Piccolo! Un riccio piccinino e pieno di pulci ha ben pensato di mettersi in letargo in un giardino con 3 cani! Meno male che Nano l’ha trovato e l’ha messo al sicuro. E’ davvero addormentato, non fa una piega mentre lo portiamo fuori, alla luce, per fare qualche foto; poi lo rimettiamo tranquillo a nanna.
Merenda, doccia, foto, cena … nanna.

Le foto sono di Nano e mie amichevolmente mischiate

Quota partenza: 1.259
Quota arrivo: 2.268 m
Dislivello, secondo il mio altimetro: 1.012
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto: 5 ore e mezza





domenica 22 novembre 2009

Q2600 alle pendici del Guggernüll m 2.886 – 22 Novembre 2009

Dopo tutto il pasticcio combinato lo scorso we riusciamo a concordare con Ewa e Floriano per vederci domenica. Appuntamento a Lugano e subito iniziano le comiche: il parcheggio.
O meglio, andiamo con ordine. La mia sveglia: “Oh …. Ci sei???”
:-D
Si, ci sono, sono sveglia e riposata, pronta per la colazione … per sentirmi dire che mangio troppo … :-(
Partiamo da Eupilio in anticipo: ci fermiamo a bere il caffè! Bene, penso.
Parcheggio. Ci avviamo verso il bar: ah, qui il caffè fa schifo … !?!?!?
Ecco l’inizio della mia giornata :-)
Arriviamo a Lugano e cerchiamo il parcheggio. Tutto privato. O con disco orario di 2 ore.
GULP!
Chiediamo al bar: si si, qui è tutto privato.
Ottimo! Aspettiamo Floriano e poi cerchiamo un posto dove mettere la macchina. Lo troviamo, non ne siamo molto convinti ma è domenica e i posti riservati sono per gli operai/impiegati che di domenica non lavorano.
E poi via.
Macchina. Cribbio, che palle star male! Ad un certo punto l’unico modo per resistere è chiudere gli occhi e cercare di dormire. Cosi mi perdo la salita al tunnel, perché subito prima del tunnel c’è la pista di fondo e voglio vedere come siamo messi. Pazienza, lo vedrò (forse) al ritorno.
Usciamo dal tunnel ed è tutto giallo :-( Ma come! Uff … la neve ancora non c’è, solo una spruzzata in alto. In compenso il tempo qui non è male, rispetto a quello che abbiamo lasciato in Italia e di questo ne siamo già contenti.
Arriviamo al parcheggio, ci prepariamo. Ewa e Flo hanno le ciaspole nuove. Ma gialle :-) Sembreremo 4 papere davvero oggi!
Iniziamo a salire chiacchierando. Io sbanfo come al solito. Ewa è la prima che si spoglia ma anch’io non ce la faccio più. Oggi non sono sola a difendere la mia “pausa pranzo”, anche Ewa è solidale con me e ama le soste (tante!) per sgranocchiare qualcosa :-)
Arriviamo all’alpe e li sosta: mangiucchiamento, pipi e ciaspole. Quelle nuove creano un po’ di problemi ma alla fine ne torniamo a capo (Nano … è lui il tecnico!) e possiamo procedere “impaperati”.
Dobbiamo entrare in quella valle la, che sembra bella innevata. Quando però vedo la nostra meta mi viene un colpo: è lontana! Le nuvole si stanno addensando, Nano ha un impegno per cena e viene buio presto.
Inizio a temere … ma confrontandomi con Nano mi tranquillizza: quando farà buio saremo alla macchina, non ti preoccupare. E io non mi preoccupo più :-)
Saliamo. Floriano che sa la strada indica il percorso e Nano batte traccia. Ci sono tracce vecchie e di animali ma oggi siamo soli, tanto per cambiare.
Saliamo. Le nuvole sono proprio li sulla cresta della montagna che tentano di scendere di qui. Che peccato! Ora si alza il vento, fa freddo e io sono stanca. Faccio davvero fatica dopo la gita di ieri. Che brocca che sono :-(
Ma procedo, cercando di non farmi lasciare indietro. Sosterelle mangiucchiamentose, teinose e chiacchierose ci aiutano a mantenerci tonici fino a che decidiamo che non è il caso di salire la cima. Sta arrivando anche dalla valle opposta alla nostra una nuvolaglia che non ci piace cosi decidiamo di fermarci a Q2600. Risaliamo il crinale per arrivare in cima al dosso e i “ragazzi” decidono per una corsetta che, mannaggia a loro che sono troppo veloci, non riesco a fotografare.
Numeri cinesi per la foto di vetta che, tanto per cambiare, è compito mio. Mi gelo le mani per farla e da ora in poi mai più togliere i guanti! Decidiamo di scendere un pezzetto per mangiare, qui fa troppo freddo.
Nano davanti va. Noi lo seguiamo. Ad un certo punto mi rendo conto che si deve essere dimenticato della torta che aspetta ansiosa nel mio zaino e lo chiamo. Ah … dovevi dirmi tu quando ci si ferma!
Ma come??? Uff … devi sempre tenerlo sotto controllo questo ragazzo qui, che non mangia, non beve e cammina come un forsennato :-)
Troviamo un posticino, offro la mia torta che per fortuna è apprezzata. Un po’ di tisana e la mezz’ora passa in mezzo alle chiacchiere. Ma non possiamo fermarci molto, è ora di scendere. Scegliamo la strada per il rientro, ci permette di chiacchierare un po’ di più.
Macchina. Merenda. Formaggio. Birra. Casa. Cena. Casa. Isi.
Il tempo non è stato un gran che ma la zona è davvero bella e il Tambò non l’avevo ancora visto da questa parte! Ottima la compagnia e speriamo di replicare al più presto!
Alla prossima

Le foto sono di Nano e mie amichevolmente mischiate

Quota partenza: 1.600
Quota arrivo: 2.600 m
Dislivello, secondo il mio altimetro: 1.036
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto: circa 6 ore





sabato 14 novembre 2009

Moregallo m 1.276 - 14 Novembre 2009

2 giorni difficili questo venerdi e sabato. Un paio di episodi mi hanno scombussolato e hanno fatto si, uno in particolare, che sabato andasse a ramengo il programma. Ecco perché non ci sarà il mio solito, autoironico, racconto ma solo qualche nota sulla salita.
Cause indipendenti dalla mia volontà mi portano solo alle 10 a casa di Giuliano. Mi sfogo raccontando quello che mi è successo e poi via. Il cambio di programma implica che ci portiamo finalmente Tyco (uno splendido labrador) con noi.
Moregallo. Dal sentiero Paolo-Eliana.
Si parte da Valmadrera, in loalità Belvedere Mt 340. Si segue la strada chiusa al traffico e si trova una caratteristica cappelletta . Quì partono i sentieri che portano a S Tommaso, oppure nella parte centrale del Moregallo (cresta OSA e per Sambrosera) Noi imbocchiamo il sentiero per Sambrosera, dopo poche centinaia di metri troviamo la deviazione per il sentiero Paolo e Eliana. Il tracciato si inoltra tranquillamente nel bosco, per poi diventare sempre più ripido. Abbiamo la fortuna di incontrare una Salamandra che attraversa il sentiero, e molti fiori che a dispetto della stagione sono ancora fioriti. Difficile fare foto decenti a causa della pessima luce. Salendo avvistiamo dei Mufloni che posizionati sulle creste ci guardano incuriositi.
La star della giornata è comunque Tyco, a cui sto facendo il filo da quando lo conosco e forse oggi inizia la mia conquista :-)
Il sentiero poi incontra quello che sale da Preguda e sfocia sull'estrema sinistra della cresta del Moregallo con vista fantastica sul lago. Traversiamo in direzione della cima. Dopo la bocchetta di Sambrosera mt 1192 troviamo un indicazione per un fontanino, decidiamo di andare a cercarlo per far bere Tyco ma non riusciamo a trovarlo. Raggiungiamo la cima risalendo un bel bosco di Faggi. Nonostate il tempaccio troviamo altre due coppie che stanno mangiando. Tyco fa amicizia con tutti, forse perchè sente odore di cibo
Scendiamo poi ancora alla bocchetta di Sambrosera e da quì per un ripidissimo sentiero arriviamo alla fonte di Sambrosera mt 710. Quì finalmente il cane si disseta. arriviamo infine alla macchina dove abbiamo la sorpresa di vedere sul vetro una multa per diveto di sosta. Ce la siamo cercata perchè alla partenza i pochi posti macchina esistenti erano occupati. Noi abbiamo messo l'auto addossata ad un muro . Anche se non creava intralcio era comunque in un posto dove non poteva stare.




giovedì 12 novembre 2009

Scermendone d.o.c. m 2.395 – 12 Novembre 2009

Vista da Nano
 
La dorsale Che parte da sopra il paese di Ardenno e sale fino al monte Vignone non ha nessuna cima famosa, forse per questo è poco frequentata. Questa larga cresta che divide la Valtellina dalla valle di Sasso Bisolo ed il piano di Predarossa e in estate un vasto e panoramico pascolo. In inverno quando la neve la ricopre è un posto ideale per le ciaspole essendo priva di pendii ripidi.
Si parte dalle baite di Our di Cima a quota 1400. Questa località si raggiunge salendo per una lunga e stretta stradina sopra il paese di Buglio al monte. Partiamo in direzione dell’alpe di scermendone. Dapprima seguendo una strada che sale all’alpe Granda e poi deviando per un sentiero che si addentra in una fitta pineta sbucando per poco in terreno aperto all’alpe Merla mt 1734, per poi rituffarsi in un bosco fortemente martoriato da un grosso incendio.
Alla quota di circa 1900 mt il sentiero incrocia quello che arriva dall’alpe Granda e con un lunghissimo traverso sempre nel bosco porta finalmente in terreno aperto proprio di fronte alla casera di Scermendone mt 2103. Arrivati qui restiamo incantati da tanta bellezza. Il Disgrazia e i corni Bruciati ci appaiono imponenti di fronte, A sinista Parte la lunga catena di cime che dal Desenigo passando per la cima del Calvo ed il Ligoncio compone la prima parte del gruppo del Masino. A destra dolci ed invitanti pendii vanno in direzione della cima di Vignone e del pizzo Bello.
Noi andiamo in questa direzione e dopo qualche saliscendi arriviamo alla chiesetta di S. Quirico mt 2131. Poco oltre troviamo il rif. Scermendone, sempre aperto, con tutti i confort. Ora sempre lasciando la nostra traccia in 25 cm di neve fresca ci alziamo sulla dorsale che porta al monte Vignone . saliamo fino alla quota di circa 2400 mt proprio sopra alla croce dell’Olmo e ci fermiamo presso un grosso ometto della cresta.
Ripercorriamo in discesa il tratto fino alla casera di Scermendone e poi ci complichiamo la vita seguendo delle tracce che vanno verso il pizzo Mercantelli in direzione di Ardenno. Raggiungiamo per cresta il pizzo e ci accorgiamo a malincuore che non è collegato all’alpe Granda dove noi volevamo traversare. Con qualche numero ritorniamo sui nostri passi di nuovo alla casera Scermendone e poi correndo in discesa per non farci sorprendere dal buio ripercorriamo l’itinerario di salita

Vista da heliS 

Vogliamo un'altra ciaspolata. Analizziamo le mete e alla fine vince l’alpe Scermendone, con la possibilità di salire la Cima di Vignone. E’ un po’ lunga per cui mi faccio un’altra levataccia e, dopo l’ormai solita trafila, si parte.
Caffè in compagnia di Mario e poi via, verso Morbegno.
La giornata è davvero da urlo. La neve non sembra abbondante ma sul costone le ciaspole pensiamo ci verranno comode. La strada per arrivare è piccola e tortuosa, sbagliamo una volta ma poi, contando sul “fiuto” di Giuliano, arriviamo a destinazione. Incontriamo un signore, molto caratteristico, che ci aspetta mentre ci prepariamo per la camminata. Scopriremo poi, chiacchierando salendo, che sta andando a cercare le sue capre. Cosi ci guida fino all’Alpeggio della Merla m1734 e poi ci lascia dandoci tutte le indicazioni del caso.
La neve quaggiù è poca, l’inizio del fitto e buio bosco ha dei tratti ghiacciati e noi, ovviamente, abbiamo lasciato i ramponi in macchina :-D
Saliamo. Inizia il lungo traverso, ben innevato, che ci facciamo chiacchierando del più e del meno fino a che decidiamo che è sciocco tenere le ciaspole sulle spalle e le calziamo. Usciamo all’aperto e il panorama che si presenta davanti a noi è stupendo! Ecco la il Ligoncio, con tutta la sua catena. Il Disgrazia, il Pizzo Bello e Cima di Vignone. Tutta la valle sotto di noi e davanti le montagne del versante che sono solita frequentare. E’ strano vedere la prospettiva dall’altra parte :-)
Arriviamo ala casera di Scermendone mt 2103 con un laghetto e , dopo un pò di saliscendi ed un lungo traverso alla chiesetta di San Quirico (ma che razza di nome è?) e qui, come 2 bimbi, ci mettiamo a giocare con la campana..Ma a chi diavolo è venuto in mente di costruire qui una chiesetta? Ci sono si un po’ di alpeggi, ma sembra davvero strano.
Poco oltre la chiesetta si trova il Bivacco di Scermendone. BELLISSIMO! Sempre aperto, con 4 posti letto (ma niente coperte …) Un camino, i fornelli (quindi immagino ci siano le bombole), un tavolo con panche molto caratteristico. Fuori una splendida panchetta al sole, asciutta e calda ci invita ad una sosta.
Nano sta imparando a conoscermi. Forse ha capito che non è proprio una fisima per me mangiare qualcosa e accetta una sosta torta. Ci mangiamo una fetta, un po’ di tè e poi via ancora lungo il crinale. Ci sono degli omoni sulla cresta di lato, l’ho letto nella relazione ma ovviamente non me ne sono ricordata fino a che non ho riletto a casa che questi ometti segnano il confine fra i comuni di Buglio e di Berbenno. Certo che per segnarsi cosi i confini devono aver ben litigato questi due paesotti! Lasciamo  a malincuore la panchina al sole e ci incamminiamo verso la lunga cresta del monte Vignone. Le nostre ciaspole lasciano una traccia profonda nella neve soffice e profonda anche 30 Cm.Percorriamo un lungo tratto di cresta ed arriviamo sull’ultimo promontorio sormontato da un’ometto, proprio sopra alla piccola croce dell’Olmo, ormai alla frutta. Qui decidiamo che, vista l’ora e la panchetta che laggiù ci aspetta, la nostra salita ha termine. Fa un caldo porco oggi! Altro che la temperatura che abbiamo trovato all’Arpiglia! La cima non è lontana e la cresta è li invitante che ci guarda, ma anche se ci mettessimo meno di un’ora a salire sarebbe sempre troppo. Arrivare fin quassù ci abbiamo impiegato circa 4 ore. E non perché sono polenta io. O meglio, io lo sono sempre ma lo sviluppo del sentiero è notevole tant’è che le relazioni trovate in giro parlano di 4 ore per la salita. In estate.
Piccola discussione se il caffè lo facciamo qui o vicino al bivacco.
Si, perché ci siamo accordati per farci un caffè in cima. Ma un caffè vero! Io moka e caffè, Giuliano fornello e acqua. E si prepara il caffè. Mentre il fuoco è acceso (grazie alla Silvia che ha sempre un accendino nello zaino perché non si sa mai ci sono i Nano della situazione che lo lasciano a casa) ci mangiamo il resto della torta e poi ci gustiamo uno splendido caffè! Cavolo! Ti rendi conto della differenza solo quando la provi :)
E poi è stato divertente: noi 2 soli soletti, neve, monti e sole intorno, a preparare la moka come essere a casina :)
Poi scendiamo al bivacco. Quella panchina li ci ha ingolosito parecchio e ci spaparanziamo a prendere il sole e a chiacchierare. Il tempo passa e noi manco ce ne accorgiamo fino a che guardiamo l’orologio di Nano: le 15 e 44 … GULP! Ma è tardissimo!
Ci prepariamo in fretta, guardo io il mio altimetro … MA SONO LE 14 E 44!!!
Hi hi hi … ancora imbrogliati dall’ora legale ci ridiamo sopra e iniziamo la discesa.
Non si sa chi ha preso la decisione (mi sa che anche questa volta le idee sono comuni) e pensiamo di scendere, con un parziale anello, dall’Alpe Granda.
Andiamo. Ci sono delle tracce che portano in cresta. Ovviamente le seguiamo, come dire di no ad una cresta?
Ci sono altre tracce laggiù che però non capisco bene se sono peste umane ma noi seguiamo “quel sciur chi” che sicuramente ci porterà alla Granda.
Saliamo. Sali scendi. In cresta. Saliamo. E poi le tracce spariscono mentre siamo a mezzacosta. Ma dove diavolo è andato “sto sciur chi”? Vabbeh, decidiamo di risalire in cresta per capire dove siamo. Su. Riiiiiipido! Ma con i ramponcini davanti delle ciaspole si sale bene. Qualche indecisione sui traversi ma siamo in cresta. Cha favola! Qui sembra davvero inverno. C’è una conca sotto di noi piena di neve. Magnifico.
Solo che.
Proseguiamo in cresta fino a che la cresta finisce.Siamo finiti sul pizzo Mercantelli
Si. Finisce. Giù non si va. La in fondo non si vede ‘na mazza.
Ecco. Dobbiamo ammettere che abbiamo sbagliato strada.
Hi hi hi … a discolpa soprattutto di Nano devo dire che in questo posto specifico non c’era mai stato per cui non lo conosce e io men che meno.
Poco male, si torna. Solo che scendere da dove sono salita non è poi cosi bello. Mi tolgo le ciaspole e pian pianino scendo. Alla fine non è stato poi neppure cosi tragico. Torniamo all’ultima baita, quella dove abbiamo preso la decisione di andare per l’Alpe Granda e qui ci rendiamo conto di una cosina: abbiamo circa un’ora di luce e un’ora e mezzo di strada per scendere. Di cui l’ultimo pezzo in quel bosco buio. Con la strada non proprio facilissima da individuare.
Nano propone di scendere fino all’ultimo traverso che porta all’Alpe Granda (ancora lei, si!) e poi di proseguire per li. Il signore del mattino ci ha detto che dalla Granda scende una strada, ci passano con i trattori e al buio sarà meno problematico.
Sono perplessa. Quest’Alpe ci ha già fregato una volta e non vorrei che il traverso ci imbrogli ancora.
Nano insiste: al buio è più pericoloso fare il bosco.
Continuo a rimaner perplessa. Perché io la frontale nello zaino ce l’ho, la porto sempre con me, e ho dato per scontato che anche Nano ne abbia una.
Finalmente capisco che invece lui non ce l’ha e non sa che io ce l’ho.
Chiarito l’equivoco, concorda con me di tornare da dove siamo venuti, ma veloci …
Si … veloci. Tra la neve che nel bosco diminuisce e rende tutto più scivoloso e la stanchezza che ormai si fa sentire la mia velocità è davvero relativa. Ma tanto può la suggestione che riusciamo ad essere fuori dal bosco che ancora c’è un po’ di luce. Poi abbiamo un pezzetto di strada ma non essendoci più il fitto degli alberi il buio non è cosi nero e riusciamo ad arrivare alla macchina senza prendere la frontale. Però non mi vedevo più la punta degli scarponi :D
A casa di Nano arriviamo poco dopo le 7. Siamo stanchi ed è già pronta la cena :-) Poi sistemiamo gli zaini, scarichiamo le foto, giochi con le bimbe, casa, Isi, posta, doccia, nanna …
Alla prossima!


Quota partenza: 1.400
Quota arrivo: 2.395 m
Dislivello, secondo il mio altimetro: 1.225
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto: 9 ore. Da togliere un paio d’ore tra la mega sosta e la “deviazione” per cresta.

sabato 7 novembre 2009

Piz Arpiglia m 2.765 – 7 Novembre 2009


Vista da Nano

Prima uscita sulla neve e per me prima volta in assoluto con le ciaspole assieme a Silvia, che mi procura per l'occasione gli attrezzi per provare quest'esperienza.
Durante la settimana abbiamo studiato la meteo, sembrava senza speranza. una finestra di una giornata bella si apriva Sabato. Ne abbiamo approfittato e arrivati in Engadina abbiamo trovato una bellissima alba, non una nuvola all'orizzonte, anche se la temperatura era rigida( meno 12 alla partenza).
Partiamo alle 9 dalla località Resgia nei pressi di Zuoz. Alla partenza 5 cm di neve, partiamo senza ciaspole ma dopo poche centinaia di metri, sulla stradina che porta in val Arpiglia la neve aumenta. Mettiamo gli attrezzi e saliamo.
Lasciamo la stradina che si addentra in valle e risaliamo il bellissimo dossone panoramico che porta al crestone. Spettacolo! 15/20 cm di neve immacolata tra enormi Larici , innumerevoli tracce di camosci, panorama spettacolare.
Raggiungiamo il crestone che risaliamo senza problemi ed arriviamo alle roccette dove un camoscio ci guarda incuriosito. Dopo le roccette si vede il tratto piano di cresta e la vetta, il tratto per la vetta è ancora lungo ma è bellissimo. Almeno 30 cm di neve vergine ci aspettano ed è per noi un piacere lasciare la nostra firma sul tracciato.
Alle 13 arriviamo sulla cima. In verità non c'è niente di bello, solo un ometto con un legno infilato. Fa abbastanza freddo, ci fermiamo poco e poi scendiamo. Alle roccette incontriamo una coppia giovane Svizzera che sta salendo, ci ringraziano della traccia. Saranno le uniche persone che incontreremo in tutta la giornata

Vista da heliS

Prima ciaspolata della stagione, prima volta di Nano sulle ciaspole, prima mia in Engadina … insomma: una prima davvero notevole!
Chiedo, un po’ titubante, ad Andrea se mi presta le ciaspole per Nano. E’ troppo presto per gli sci e come prima uscita sulla neve le ciaspole sono l’ideale. Non che mi aspettassi un rifiuto, ma di solito non chiedo le cose in prestito. Andrea invece non ci pensa neppure un minuto e venerdì ci incontriamo per lo scambio.
Sabato mattina si parte presto, l’Engadina non è proprio dietro l’angolo e la partenza, oltretutto, è a Zuoz, vale a dire oltre St. Moritz.
Arrivo e stavolta trovo solo il cancello aperto ad aspettarmi.
Mhhh … no, non ho sbagliato orario, ne sono certa.
Scendo dalla macchina e Maya arriva, e dietro di lei Tyco e Nano (in rigoroso ordine …. )
Feste ai cani, trasbordo e poi via. Il caffè lo prendiamo vicino a Chiavenna, in un posto che solo a guardarlo ingrassi :-( Pasticcini, 300 brioche differenti, pane a volontà … mi faccio convincere a prendere brioche e cappuccio e poi via verso la dogana.
I doganieri se ne guardano bene dall’uscire dai gabbiotti, la temperatura è sotto lo zero, sono i primi freddi e quindi quelli che sopportiamo meno.
La giornata però è meravigliosa. Salendo ci fermiamo per una foto al Badile e cosi, finalmente, individuo il famoso spigolo nord … cavolo … che bello! Capisco perché la gente faccia i numeri per salirlo, è davvero affascinante!
Un'altra foto al lago, un po’ di nebbiolina e le cime innevate. Non si parla di fondo ancora, è proprio una spruzzata e cmq qui le piste le battono solo per Sant’Ambrogio; se battono qualcosa sono di solito gli anelli scuola in concomitanza con i centri di fondo.
Arriviamo a Resgia con una temperatura di -12. In macchina, al calduccio, ci mettiamo gli scarponi cosi da non gelare subito.
Il sentiero sale prima da una strada dove c’è un sottile strato di neve, farinosa e asciutta. Dopo poco mettiamo le ciaspole, è inutile portarle a mano anche se non erano indispensabili per la camminata.
Tra i soliti sfottò, chiacchiere e silenzi ammirati proseguiamo lungo la strada incontrando un signore svizzerotto che, dopo avermi salutato, non mi degna di una parola per parlare sono con Nano … ah questi maschilisti!!!
E poi abbiamo abbandonato la strada e su per i prati. Nonostante la prima volta sulle ciaspe, Nano batte traccia (lui qui c’è già stato … ovviamente :-) ) e io lo seguo tranquilla godendomi la prima neve ed il panorama.
Ormai ci leggiamo nel pensiero, per cui arriva la proposta di fermarci a bere qualcosa di caldo proprio mentre lo sto pensando. Solo che la mia tisanina “piccante” non piace :-( uff, alla fine troverò qualcosa che piace pure a lui!
Proseguiamo. Abbiamo già superato la metà del dislivello e non me ne sono neppure accorta. Si chiacchiera ma soprattutto l’ambiente è tranquillo e bellissimo e la giornata davvero super.
Ovviamente siamo soli :-)
Inizio a sentire la mia voragine nello stomaco ma aspetto. Aspetto fino a che mi rendo conto che potrei finire la benzina a breve. Nano è stato abbastanza comprensivo, si è fermato con me e non mi ha fatto il solito cazziatone sulle barrette :-D
Ripartiamo, ma devo aspettare che la benza arrivi in circolo ed inizio a fare fatica. Nano è lassù ed io arranco, un passo dopo l’altro, caparbiamente certa di arrivare in cima.
Poi, poco per volta, la barretta fa il suo effetto e mi riprendo. Però il dislivello inizio a sentirlo e non sono poi cosi veloce. Arrivano le roccette e Nano mi aspetta. Da li in poi saliremo insieme, l’ultimo tratto di cresta con le gambe che mi stanno diventando piombo e poi l’ometto di vetta.
Certo, ci abbiamo impiegato una vita, ma che bello da quassù! Mi basta fermarmi 5 minuti che le gambe tornano a girare. Si mangia la mia torta, si fanno le solite foto di vetta, si beve qualcosa di caldo, ognuno rigorosamente dal suo termos.
Nano scalpita, arrivano le prime nuvole e sappiamo che nel pomeriggio il tempo peggiora. Alla fine riesco a stare in cima una mezz’ora scarsa e poi giù, velocemente. Incontriamo 2 ragazzi che prima ci parlano tedesco, poi in italiano ci ringraziano per la traccia.
Poco più sotto ci fermiamo a riposare, chiacchierare, finire la mia tisanina ma poi ci tocca il rientro. Ora il sole è coperto dalle nuvole, non fa particolarmente freddo e siamo sempre soli :-)
Macchina, Maloja, Chiavenna, Lecco (spaccio Ande) casa. Cena, foto, giochi con le bimbe, castagne … e poi a casa sotto un’acqua torrenziale :-( Mi sa che domani mi tocca starmene sola soletta a casa, con il mio micione che anche questa sera è indispettito per aver aspettato tanto la cena, ma appena riempita la pancia è venuto a farmi le coccole … ma dove lo trovo un altro gatto cosi?
Alla prossima!

Le foto sono di Nano e mie amichevolmente mischiate

Quota partenza: 1669
Quota arrivo: 2.765 m
Dislivello, secondo il mio altimetro: 1.165
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto: 6 ore e mezza




domenica 1 novembre 2009

Grigna Meridionale m 2.177 dal Canalone Porta – Val Scarettone – Rif. Rosalba - Direttissima – 1 Novembre 2009


Stavolta le cose sono andate diversamente: io non potevo sabato, Nano era impegnato pure lui ma a metà pomeriggio arriva la mail con la “proposta indecente” per il giorno successivo.
E come rifiutarla? Nano sa come sollecitare le mie aspettative :-) e cosi eccomi alle 7 a casa sua, arriva anche Mario e si parte.
Poco prima delle 8 siamo al parcheggio e già un sacco di gente si da da fare li intorno: chi non sa da dove inizia il sentiero, chi va a bersi il caffè, chi è già in pista impaziente di arrivare alla sua meta.
Mario mi prende l’acqua e la mette nel suo zaino (forse sperando che cosi cammini un po’ più veloce … hi hi hi) e poi via, verso il mitico Canalone Porta.
Per la cronaca, il canale non è attrezzato. Ci sono passaggi di roccia abbastanza facili ma quello che più mi mette in crisi è una placca definita “liscia” che ho paura di non superare. Ecco perché volevo andare con qualcuno più esperto di me. Io ho dietro l’imbraco e Nano uno spezzone di corda.
E si va.
Il primo scoglio lo incontro abbastanza presto. No, da li non salgo. Il passo è troppo lungo, dalla parete a sinistra Nano mi sconsiglia di salire … e allora che faccio? :-(
Manina di Nano ed eccomi su.
Poi tutto procede abbastanza bene. L’arrampicata è tranquilla e divertente, noi chiacchieriamo e io sono sempre in mezzo: uno davanti che mi indica la strada, uno dietro che mi soccorre se mi imbrano :-)
E mi imbrano ancora una volta, ma non nella placca. Ancora un passaggio troppo lungo per me. Non stiamo a cercare un’alternativa (magari non c’è neppure) e stavolta è la mano di Mario che mi aiuta a superare il passaggio.
Arriva la placca. Bazzecole, mi vien da dire rispetto ai 2 passaggi precedenti che non sono riuscita a superare da sola.
Il canale alla fine è divertente, non stanca neppure troppo e sbuca fuori al “salto del gatto”, praticamente all’inizio delle catene della Cresta Sinigalia.
E qui la gente aumenta. In mezzo alla ressa passiamo le catene. Io ho il “divieto” di usarle in salita :-) e questo ci aiuta a superare i colli di bottiglia. Meno male che in discesa la posso usare la mia catenina :-)
Arrivo in vetta, foto di corsa e poi via, troppa gente, troppa ressa … che differenza con il Grignone di giovedi …
Torniamo all’incrocio con la traversata alta e giu’ verso il bivio con la Val Scarettone.
Una valle davvero selvaggia che mi ricorda molto il circo glaciale del GR20. Sono a bocca aperta dalla meraviglia.
Questo sentiero è fantastico. Traversi, salite e discese aiutati da una corda. Il tutto di solito arrampicabile anche da una pippa come me :-)
Parlando viene fuori la proposta di un caffè al Rosalba. Non abbiamo ben capito di chi è la colpa/il merito sta di fatto che si è deciso di scendere li per poi risalire e riprendere il canale che ci porterà alla direttissima.
Arrivo al Rosalba, caffè che non posso offrire io perché, tonta come sono, ho pensato bene di lasciare il portafoglio in macchina :-(
Piccola sosta per finire la torta e la bisciola e poi si risale. Abbiamo diverse alternative ma alla fine decidiamo di scendere dal canale Angelina per prendere la direttissima: cosi facciamo un sopralluogo completo del giro, anche se al contrario, che vogliamo proporre a Ewuska e Floriano (Canale Porta a parte che fatto in discesa non mi sembra poi cosi arrendevole …).
Peccato che toppiamo il canale e ci ritroviamo in quello a fianco. Niente di male, è ripido ma questo ce lo aspettavamo. Arriviamo al bivio e vediamo l’Angelina dal basso: bene, ci rivedremo presto spero! E da li alla direttissima.
Ora sono stanca. Quasi non parlo più, non ho il fiato. Lo so che non è più tanto lunga da qui ma ci sono il caminetto, le scale, il traverso e se sono stanca l’attenzione viene meno.
Invece passo il tutto con calma, concentrata forse un po’ di più che al mattino ma tranquilla. Nano fotografa come un pazzo, Mario mi tiene d’occhio e la gente su questa discesa non è molta.
Arriviamo al Porta davvero presto, per i miei STD e ci concediamo la sosta birretta.
Stanca ma felice approdo alla macchina.
Unica nota negativa della giornata: IL CALDO! Al primo di novembre ci siamo pentiti di non aver portato i pantaloni corti e … che sudata!!! :-(
E poi … foto, nipoti, merende … solite cose … :-)
Casa. Isi affamato, io stanca.
Alla prossima!

Le foto sono di Nano e mie amichevolmente mischiate

Quota partenza: 1.320
Quota arrivo: 2.177 m
Dislivello, secondo il mio altimetro: 1.210
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto: 7 ore e mezza