sabato 26 febbraio 2011

Monte Barbarossa - m 2.148 / Monte Pizzul - m 2.119 – 26 Febbraio 2011


Vi risparmio l'organizzazione per questa uscita … Luca è stato costretto a viverne una piccola parte, ma Andrea è il mio Amico e anche se è cosi complicato sono felicissima che si è deciso a venire in montagna oggi.
Nonostante tutto … nonostante quello che è successo poi a lui personalmente e che qui non racconterò, sarà lui, se ne avrà voglia, a raccontarlo.
Sta di fatto che lasciamo a lui la scelta e tira fuori questa cimetta bergamasca. Mi informo, vedo che è fattibile, vedo che l'hanno salita anche l'altro giorno per cui, anche con pericolo di valanghe 3, decidiamo di andare. Per male che vada ci fermiamo al colle lasciando stare la cresta.
Le previsioni meteo non sono un gran che, pazienza. Il dislivello non è un gran che, pazienza. La quota non è un gran che, pazienza. La compagnia è però fantastica e questo mi basta per rendere la giornata unica.
Ritrovo a Bione, dove vengo riconosciuta e salutata da uno dei matti che erano a cena al Rifugio Lecco (ricordate quella pazzia poco prima di Natale?) e via che si parte.
Sosta caffè e arriviamo Teveno a cercare il punto di partenza. Giriamo il paese in lungo e in largo con Andrea che ci guida fino al campo di calcio dove c'è un piccolo parcheggio. Ci sono già 4 o 5 auto ma … non facciamo in tempo a scendere dalla macchina che arrivano ancora auto … e poi ancora … e ancora … non ci stanno … devono scendere a parcheggiare altrove. Sono tantissimi! Non ce lo aspettavamo, è sabato, è una cimetta … eppure è molto frequentata.
Partiamo. Fa freddo. La giornata è spettacolare, non c'è una nuvola in cielo … ma non doveva essere brutto?
Chiacchierando saliamo. Andrea ha dei dubbi, per lui quest'anno è la prima ciaspolata e si ferma a guardare la cartina non fidandosi delle tracce. Lo lascio fare, preferisco che sia tranquillo.
Sosta banana e poi siamo fuori dal bosco. Ora la temperatura è più che gradevole, lo sguardo spazia tra monti che stanno entrando nei miei desiderata (Redorta, Coca, Camino, Cimon della Bagozza ...)
Calziamo le ciaspole tra le 2 Malghe e proseguiamo la salita in mezzo agli sci alpinisti. C'è tanta gente per essere sabato. Conosco Andrea e non gli faccio fretta, lo lascio proseguire con il suo passo tranquillizzata dal fatto che c'è sempre in giro qualcuno.
Intanto cerchiamo di capire quale è la nostra cima. Mentre ci avviciniamo capiamo che è quella li sulla sinistra … con una cresta davvero invitante. La maggior parte degli sci alpinisti si ferma al colle ma qualcuno sulla cresta lo si vede. Inizio a pensare che Andrea quella cresta non la farà. Lo aspetto un ultima volta: Andrea, vieni con il tuo passo tranquillo … mi raccomando! Do un'occhiata al telefono, che prende, e con Luca mi avvio al colle.
Arriviamo e guardiamo la cresta: cribbio se è ripida! :)
Sempre più convinta che Andrea non salirebbe da qui inizio a percorrerla con Luca, che mi aspetta, mi aiuta, mi incita. Lasciamo le ciaspole alla base del ripido e saliamo. Davvero ripido, in alcuni punti sfiora i 40° (e da qui il perchè della F) ma la neve tiene che è una meraviglia. Ci vuole poco, nonostante la fatica, a salire in vetta. Vediamo il canale da cui gli sci alpinisti ardimentosi scenderanno dopo aver salito la cresta sci in spalla.
Siamo soli, chiamo Andrea che è sulla cima di fronte a noi. Vuoi salire qui? Chiedo. No. Va bene, allora aspettaci che ti raggiungiamo.
Ci godiamo per pochi minuti la cima, facciamo un po' di foto e poi scendiamo. La neve è spettacolare e si scende bene, anche se io non sono velocissima.
Arriviamo al colle e saliamo da Andrea. Luca si è offerto di accompagnarlo in cima, lasciando gli zaini al colle.
Ottimo! Penso soddisfatta, e cerco di convincere il mio socio. No, non ne vuole sapere :(
Che vi devo dire … una volta avevamo gli stessi obiettivi, ora si stanno allontanando ma questo non vuol dire che non si possa comunque godere ancora di una bella passeggiata insieme.
Mangiucchiamo qualcosa e ci prepariamo a scendere.
Insistiamo ancora una volta per la vetta e avendo avuto ancora il diniego scendiamo.
La neve è bella, il sole davvero tanto, ma tanto caldo!
Discesa tranquilla, ormai gli sciatori sono quasi tutti andati. Togliamo le ciaspole poco dopo la Malga Bassa. Ora siamo quasi sempre in ombra (per fortuna!) e la neve tiene bene.
Macchina.
Gelato.
Casa.
Lo so, non è una gita incredibile, ma io sono contenta. Sono contenta per la giornata passata in montagna sulla neve, sono contenta per la cresta e la cima, sono contenta per essere stata con Andrea e Luca e sono contenta che finalmente Andrea è tornato in montagna … anche se ho davvero paura che per lui è l'ultima uscita :(
Ci siamo conosciuti grazie alla montagna e la nostra amicizia è cresciuta anche grazie a lei. Ora la manterremo cmq, anche se non ci sarà più la montagna, ma sono davvero dispiaciuta perché di certo non si merita una rinuncia cosi perentoria.
Quota partenza: m 1.134
Quota arrivo: m 2.148
Dislivello secondo Gipsy: m 1.050 circa
Tempo totale, comprese le soste: 6 h 15 m
Km percorsi: 10 circa
Non credere, piccolo uomo, di essere chi sa chi, perché prima che tu nascessi io già c'ero e quando tu non esisterai più io ancora ci sarò (La Montagna)

mercoledì 23 febbraio 2011

Rifugio Mambretti - m 2.004 – 23 Febbraio 2011


Seduti nella mia cucina con davanti la crostata di marmellata di arance e il moscato discutiamo sul da farsi.
Sfumata la notturna decidiamo di andare a camminare domani, solo che c'è vento … tanto vento!
Mario ci tiene compagnia solo stasera ma partecipa attivamente alla scelta e quando viene fuori il Rifugio Mambretti concorda con Giuliano che la zona è davvero bella. Me la consiglia.
Mando giù il rospo di non fare una cima e va bene, mi fido dei miei amici e accetto la proposta e ora via, tutti a nanna!
Appuntamento al solito Bione, colazione al solito Ristop e poi giù verso Sondrio. Ci rendiamo subito conto che il vento è notevole e quindi non dovremmo aver poi sbagliato più di tanto la meta.
Arriviamo nei pressi della diga, saliamo ancora un pezzetto con la macchina ma all'altezza del ponte ci fermiamo, calziamo gli scarponi e partiamo alla volta di Agneda dove, d'estate e con apposito permesso, si può' arrivare con la macchina.
Non mi sento troppo in forma oggi … continuo a lamentarmi … sono agitata perché so che Giuliano è veloce … ma no, non è questo: non sono in forma e basta.
Tantè che ci mettiamo circa un'ora e mezza per arrivare alla diga.
E qui … sorpresa: ma io qui ci sono già stata!
Ricordo la scritta sotto quella galleria … ma me ne sto zitta. Anche perchè pioveva tanto ... ma tanto .... MA TANTO! Quel ricordo non fa testo, per me è comunque una zona nuova.
Parliamo con i guardiani, chiediamo le chiavi del rifugio tanto per dare un'occhiata (il tempo che rimarremo lassù non ci permetterà neanche di accendere la stufa e si sa, in questa stagione fa più freddo dentro che fuori!) e cosi scopriamo che la traccia la troveremo solo fino all'Alpe Caronno, poi il nulla …
Eh … sarà dura che arrivate su! E' caduta tanta neve e lassù, con quella trasportata … sarà difficile che arrivate al rifugio …
Chi continua imperterrito a scoraggiarci è il guardiano: che voglia compagnia e ci induca a fermarci li?
Mah … non conosce Giuliano che in effetti non fa troppo caso a quanto detto e prosegue.
Io dietro.
Devo essere sincera: oggi si è comportato benissimo il ragazzo! Ha tenuto il mio passo, mi ha incoraggiato all'inizio … si, perchè nonostate sia ormai un po' di tempo che ci conosciamo lui non ha ancora capito che sono di carburazione lenta … MOLTO lenta … ma poi prendo il mio ritmo e vado.
In effetti si rende conto, appena fuori dal bosco, che non sono più in difficoltà e procediamo abbastanza spediti verso la meta.
Come da programma, dopo l'Alpe le tracce non ci sono più … ci tocca battere la pista … GLI tocca battere la pista. Da brava compagna di escursioni ad un certo punto ho chiesto se voleva il cambio. Da buon compagno di escursioni mi ha risposto di no :)
Quando la neve era molta, farinosa, 40 – 50 cm di neve soffice dove si sprofondava e il pendio era bello ripido, riuscivo a stargli davvero attaccata, al punto che ogni tanto inciampavo nelle sue ciaspole.
Quando poi abbiamo dovuto superare una slavina, quindi neve dura e irregolare … povera me … ma alla fine siamo saliti, abbiamo scollinato … ed eccola li, la piccola bomboniera del Rifugio Mambretti!
E' davvero in una posizione incantevole … peccato solo che non si veda il Redorta, uno dei miei nuovi tormentoni di quest'anno :)
La porta è semisommersa, Giuliano si mette al lavoro e dopo pochi minuti riusciamo ad entrare a dare un'occhiatina e a mettere il nostro adesivo sulla porta.
Usciamo di nuovo, per fermarci qualche minuto al sole. Siamo stati riparati abbastanza dal vento, ma qui un po' passa ed è davvero freddo!
Vediamo i 2 sci alpinisti che avevamo davanti (abbiamo visto le tracce, hanno deviato al ponte) che stanno salendo nel canale del Brumone.
Decidiamo di scendere. Si sa che con Giuliano non si mangia (cara grazia che ho avuto il permesso della banana poco prima della diga!)
Ora si fa sentire il vento gelido. Nonostante il giubbetto antivento mi manca il mio guscio, mi manca il cappuccio in cui mi chiudo completamente quando soffia quest'aria cosi gelida ma non mi sembra il caso di fermarmi a coprirmi. Non dovrebbe durare a lungo questa situazione per cui stringo i denti e vado avanti.
Appena il freddo cala mi fermo a stringere gli scarponi, poi un tratto soleggiato e riparato e ci fermiamo ancora pochi minuti per bere e mettere sotto i denti un pochetto di torta avanzata ieri sera.
Il signore della diga è li che ci aspetta. Ha una gran voglia di fare 4 chiacchiere ma non possiamo fermarci molto.
Io cerco di scendere velocemente perché se arriviamo giù presto si potrebbe fare un salto allo spaccio della Mello's
Ma fuori dal bosco, arrivata sulla strada, non ne posso più. Mi prende una grande spossatezza. Faccio fatica, mi duole un ditone ma con l'obiettivo dello spaccio stringo i denti e proseguo.
Finalmente ho il permesso (he he he) di togliere le ciaspole e allora … corro giù! Ah …. che goduria! Qui non si scivola né si sprofonda, è una strada che fanno con la jeep per cui si può scendere veloci tant'è che anche Giuliano si complimenta :)
Arriviamo alla macchina.
No … non facciamo in tempo ad andare allo spaccio …
Sgrunt … ad averlo saputo prima …
:)
Sosta pappa però si, un paninetto e un gelatino.
Casa.
Doccia
Isi
PAPPA !!!
Quota partenza: m 1.034
Quota arrivo: m 2.004
Dislivello secondo Gipsy: m 1.000 circa
Tempo totale, comprese le soste: 6 h 45 m
Km percorsi: 15 circa
Non credere, piccolo uomo, di essere chi sa chi, perché prima che tu nascessi io già c'ero e quando tu non esisterai più io ancora ci sarò (La Montagna)

sabato 19 febbraio 2011

Anello San Martino (Rifugio Piazza) - m 767 – 19 Febbraio 2011 – Salita Tecett - Discesa Pizzetti


Settimana difficile. Nonostante il tempo previsto molto bello non me la sento di andare lontano.
Arrivano le proposte del we. Che faccio? Quando sono cosi indecisa lascio al fato la scelta; metto solo un puntello: non guido per più di un'ora da sola.
E cosi va a finire, come avevo già pensato in settimana, che andrò da sola vicino a casa. Meglio cosi, non sono dell'umore adatto per stare in compagnia. Poi la gente si stufa … o non capisce … se hai il muso è meglio stare con te stessa, al limite on 1 o 2 amici ma niente di più.
Non andando lontano mi alzo con calma, con calma mangiamo (Isi ed io), sistemo le cose in casa, preparo lo zaino e vado.
Dove? A vedere questo sentiero, è un anello che sto meditando già da qualche tempo. Io credo di sapere dove si trova il sentiero di collegamento tra i 2 punti e non sono preoccupata neanche per il sentiero attrezzato da fare in discesa.
Solo solo triste e inconsolabile. La giornata è strepitosa … e io sono qui a 200 m invece di essere a 2000
Vabbeh, continuo a dirmi, ci saranno altre belle giornate in cui anche la mia testa funzionerà meglio.
Oggi mi sono portata la macchina fotografica “grande” per cui, per la relazione, ho pensato a delle foto con descrizione visto che a scrivere qui come fare ad arrivare sono una frana.
Per quello che riguarda il sentiero, non l'ho trovato un gran che. Se devo fare una classifica molto meglio i Pizzetti dei Tecett. Entrambi i sentieri sono tenuti davvero bene, ma la parte relativa ai Tecett (moooooooooooolto più lunga) non ha un gran che come ambiente. Siamo sempre sopra la SS36 e il rumore delle macchine si sente sempre in sottofondo. Il bosco è piuttosto sporco e stona davvero con il sentiero sempre ben tracciato.
Sempre ben tracciato: c'è solo un punto dove mi sono guardata in giro un po' perché non trovavo dove continuava.
E' inoltre una sorta si saliscendi, visto che attraversa il costone.
La discesa dai Pizzetti non è stata complicata. Ho usato a volte le catene ma solo come sicurezza.
Insomma, un anello senza infamia e senza lode.
Avevo voglia di farlo e l'ho fatto.
Non so se lo rifarei.
Una gitarella da mezza giornata.
Poi sono andata a fare la turista a Mandello. Una delusione … da quello che mi avevano detto della cittadina mi aspettavo qualcosa di più.
E allora … per consolarmi il gelato a Introbio (che sembra essere l'unica gelateria aperta in questa stagione!), buono … come sempre!
Poi casa … Isi … e siccome qualcuno ha espresso il desiderio di vedere il mio micione … eccolo!





Quota partenza: m 240
Quota arrivo: m 767
Dislivello secondo Gipsy: m 670 circa
Tempo totale, comprese le soste: 4 h 20 m
Km percorsi: 7 circa
Non credere, piccolo uomo, di essere chi sa chi, perché prima che tu nascessi io già c'ero e quando tu non esisterai più io ancora ci sarò (La Montagna)

sabato 12 febbraio 2011

Chilchalphorn - m 3.040 – 12 Febbraio 2011


La mail di Ewuska parla di una gita con Francesco, il mio primo 3.000 dell'anno.
Perché no? Inoltre ci eravamo fatte un programmino … ma come si sa, Ewuska ed io non dobbiamo programmare.
La gita che pensavamo per pochi intimi viene pubblicata su Hikr con la proposta di un raduno.
Acc … non è che sia entusiasta! Ma ormai non mi posso più tirare indietro.
Dico subito che ne sono stata felicissima di non tirarmi indietro, scanso equivoci. E poi, quando ho visto che partecipavano anche Grandemago e Lella non ho avuto alcun dubbio: si va!
Mentre per il programmino delle donzelle, ci si sono messe le previsioni meteo avverse a farmi tirare indietro a fermare il mio we al solo sabato.
Alla fine la partecipazione è massiccia, avrò l'opportunità di conoscere un sacco di Hikriani che per il momento conosco solo per le loro relazioni.
Ovviamente per noi la mattina inizia in modo rocambolesco: arrivo in dogana e Aldo è li. Ma non Luca. E' strano … di solito siamo in anticipo entrambi. Iniziamo a salire al bar quando arriva la telefonata: sono in ritardo a causa di un incidente.
Va bene, non c'è problema. Prendiamo un caffè, andiamo in bagno e appena usciti dal bar ecco Luca tutto trafelato. “Tranquillo!” Se vediamo che siamo in ritardo mandiamo gli altri avanti e noi saliremo dopo! Cerco di tranquillizzarlo ma non c'è niente da fare, alla fine arriviamo perfettamente puntuali all'appuntamento :)
In macchina ho lasciato davanti Grandemago … e ho fatto male. Alla fine ho dovuto far fermare la macchina e fare cambio con il risultato che poi ci ho messo un sacco di tempo a riprendermi e l'inizio della salita piuttosto veloce per i miei standard non mi ha aiutato.
Cmq, torniamo alla cronaca. Saluti. Non chiedo i nomi, tanto non li ricorderei.
Ewuska si presenta con Amedeo … sono proprio contenta! Ha trovato un passaggio e stasera torna a casa anche lei … mi sento un pochino meno in colpa :)
Ci cambiamo e si parte. Senza il pronti via ed il risultato è che Max è rimasto indietro. Per fortuna il telefono prende, chiama Cristina e il fondo del gruppo si attarda per aspettarlo.
Ci rimango un po' male per la sgranatura del gruppo, avrei preferito, almeno all'inizio, procedere insieme ma cerco di non fare la rompi e mi attardo con Grandemago, Lella e Luca.
Arriviamo per ultimi all'alpe, dove facciamo la prima sosta.
Non è il problema di essere arrivati ultimi, è che chi è partito non ha visto che Grandemago e Lella erano ancora affacendati a manciucchiare, per cui sono rimasti indietro.
Mi continuavo a girare per vedere se arrivavano, ma niente da fare.
Non mi sentivo capo gita e, ripeto, non volevo rompere le balle, per cui mi sono tenuta le mie preoccupazioni e ho continuato a salire, chiacchierando con chi capitava alla mia portata :)
Luca è con me e questo mi consola. So che mi starà vicino tutto il giorno e cosi sono tranquilla.
Saliamo dal canalone, altri hanno scelto altre strade ma a noi questa via sembra la migliore.
Oramai siamo in 3 o 4, gli altri si sono dileguati. Quasi quasi ne sono contenta cosi non devo assoggettarmi al passo di nessuno :)
Arriviamo in vista della vetta, Francesco inizia ad essere preoccupato per la coda del gruppo e cerca di contattare la “coda” con il telefono.
Guardiamo la cima. Luca mi provoca: io vado su dritto.
Bene, gli rispondo, ci vediamo in cima.
Mi ripete le sue intenzioni.
Alla fine capisco: mi sta proponendo di seguirlo.
Mmmmhhhhh …. guardo la cima, guardo il pendio che vuole percorrere lui, guardo il pendio che percorrono gli altri … non ho molti dubbi: vada per il ripido!
Tolgo le ciaspole e seguo Luca. Se non ricordo male, ci seguono anche Bertic e Francesco, più qualche altro sci alpinista.
In realtà non c'è niente di complicato, di troppo ripido, di troppo ghiacciato o di troppo nevoso. Insomma, è solo ripido e si fa davvero tanta fatica!
Stremata, accetto la proposta di Luca di portare la torta che ho nello zaino; evidentemente il Grignone, insieme al malessere dell'auto del mattino, ha lasciato il loro segno. Lo zaino pesa, tanto, e quando lo sento cosi pesante vuol dire che sono alla frutta.
Luca mi conforta e mi assicura che arriverò in cima. Sta vicino a me cosi moralmente mi sento tranquilla e si riparte. Con lo zaino più leggero vado meglio e man mano che la cima si avvicina mi passa anche la stanchezza.
Alla fine arriviamo insieme a quelli che hanno preso il giro largo per cui immagino che o non eravamo troppo lontani oppure il giro era molto più lungo. Scendendo poi mi rendo conto che il giro non deve essere stato poi cosi lungo per cui alla fine vince la prima ipotesi: non eravamo troppo distanti.
No, non è ansia da prestazione. E' che ho in mente delle mete, ho dei progetti che se non mi alleno per bene, sia come dislivello che come tempistica, non posso realizzare.
Arriviamo. E' bellissimo! La giornata calda ci permette una sosta molto lunga in cima.
Fraternizziamo con un gruppo di sci alpinisti con cui, tanto per cambiare, mi metto a chiacchierare.
Intanto penso a Lella. Mi sento in colpa. Se l'aspettavo sarebbe salita con me invece mi è arrivata la voce che lei, Aldo ed Enrico si fermano.
Ma Lella è un mito! Pian piano, seguendo le nostre orme, arriva sorridente! Corro ad abbracciarla! Sono proprio contenta! Alla fine siamo in 13 in cima, mancano Enrico ed Aldo a cui dedichiamo le nostre vettovaglie.
Dunque, abbiamo:
2 torte dolci
1 torta salata
1 bottiglia di vino rosso
1 salame enorme
1 intera forma di formaggio
Tagliere e coltello completano il corredo tanto che gli sci alpinisti conosciuti in cima ci prendono in giro: la dov'è la pasta?
Foto di rito, a loro, a noi, mettere insieme 13 persone non è facile e qui non mi trattengo: faccio il cane da guardia e vado in giro a raccogliere tutte le pecorelle da mettere in posa.
Pero' alla fine ho raggiunto il mio scopo: una splendida foto di vetta!
Ma è ora di scendere, 2 di noi ci stanno aspettando giù.
Con Luca decidiamo di scendere dalla via diretta, ripida ma MOLTO più veloce.
Ewuska e Amedeo si affacciano: no, è troppo ripido. Loro hanno su le ciaspole, noi i ramponi.
Scendiamo velocemente, e sicuramente molto prima degli altri. Raggiungiamo i 2 (e Billie) e aspettiamo che arrivino tutti.
Ne mancano 2.
Chiacchieriamo.
Continuano a mancarne 2 fino a che qualcuno dice che ci aspettano all'Alpe.
Bene, ci prepariamo e scendiamo. E scopriamo che è solo una idea, non siamo sicuri. Alla fine Cristina chiama Max e scopriamo che sono ancora su. Stanno bene, è tutto a posto, appuntamento all'alpe allora.
Luca ed io abbiamo ancora i ramponi. Tutto bene fino a poche decine di metri dall'alpe.
E poi il delirio … buca su buca … io terrorizzata per il ginocchio … una sofferenza quei metri! Ma finalmente arriviamo e ci accomodiamo ad aspettare gli ultimi, mangiucchiando, chiacchierando, fotografando.
A me farebbe piacere una foto tutti insieme, ma sono l'unica a pensarla cosi, per cui non si fa … UFFA!
Discesa. L'ultimo pezzo è sempre il più brutto, il più antipatico, il più lungo.
Chiacchiero con Ewuska, cercando di organizzarci la nostra gitarella estiva sul Rosa e cosi non ci rendiamo conto che scendiamo in fondo al paese.
Riusiamo a perderci :) ma siccome in paese sono 2 case e 4 stalle ritroviamo la macchina.
Il tempo di cambiarci, aspettare gli ultimi, discutere se fermarci o meno a bere una birra ma poi per noi la strada è lunga, decidiamo di salutare tutti qui.
Che giornata … spettacolare!
Un grazie davvero a tutti!

Quota partenza: m 1.650
Quota arrivo: m 3.040
Dislivello secondo Gipsy: m 1.420 circa
Tempo totale, comprese le soste: 8 h 30 m
Km percorsi: 10 circa

Non credere, piccolo uomo, di essere chi sa chi, perché prima che tu nascessi io già c'ero e quando tu non esisterai più io ancora ci sarò (La Montagna)

giovedì 10 febbraio 2011

Cima di Menna m 2300 - 5 febbraio 2011

Arriva la mail di OGM proprio mentre sto pensando a cosa si potrebbe organizzare sabato.
Subito ne arriva un'altra: guarda che non ci saranno tutti i destinatari della mail!
Aldo ormai mi conosce e sa che le “folle” non sono di mio gradimento :)
Cmq accetto la proposta, la zona mi era piaciuta molto e mi fa piacere tornare a camminare con loro.
Aldo si preoccupa che non mi perda: tanto ho il TomTom. Vi risparmio il suo commento (prenditi le tue responsabilità!) e intanto mi sono persa lo stesso :)
In ogni caso, arrivo alla pasticceria con 10 minuti di anticipo. Decido di portarmi avanti e andare a fare la pipì e chi ti trovo in pasticceria che si stanno ingozzando di brioches e cappuccini?
Si, anche loro in anticipo.
Chiacchiere, colazione e poi si trasborda la mia roba su una delle due macchine e saliamo verso Zambla.
La strada è la stessa che feci all'andata per il Grem, attraverso questa splendida valle che all'inizio è strettissima e anche Patrizia ne è affascinata.
All'arrivo al parcheggio la mia preoccupazione è confermata: fa caldo … fa tanto caldo. Mi sono pentita di aver portato i pantaloni pesanti e penso che mi pentirò anche per aver messo le maniche lunghe lasciando ancora a casa il cambio corto.
Si parte. Si ciacola. Si sale. Si fotografa.
Cosi, in un lampo, arriviamo ad una casetta che immaginiamo funga da bar (sono circa 300 m di dislivello) e facciamo la prima sosta.
E qui mi accorgo che nella ciacolata di partenza mi sono confusa e invece di bloccare il video di Gipsy l'ho spento :( Che imbranata … !
Foto a gogò con Aldo che controlla tutto il suo gregge e non appena mette lo zaino in spalla tutte le pecorelle, ubbidienti, lo imitano e via che si riprende la salita.
Ci sono passaggini che ci fanno riflettere sull'opportunità di mettere subito i ramponi ma Mauro ci gradina i traversi fino a che arriviamo al canalone centrale dove una parte di noi decide per i ramponi.
Gli altri li metteranno pochi metri dopo. Mauro è sempre in pool position e fa delle tracce fantastiche! “Grandi” come i miei passi :) Ma non so come diavolo è successo, alla fine in pool position mi ritrovo io :( La traccia è battuta ma in discesa e da un gigante :( e cosi fatico non poco. Per fortuna la neve è dura ed il colle è li poco sopra di me.
Arriviamo alla spicciolata e facciamo la seconda sosta appoggiandoci alla struttura del Bivacco M.A.G.A. (che vorrà mai dire?) alias Rifugio Girolamo Palazzi, chiuso.
Ora vediamo benissimo la nostra cima e la cresta che dovremmo percorrere. A parte il primo tratto ripido, poi non sembra tirare troppo e da lassù il panorama deve essere davvero bello.
La giornata è calda, come preannunciato alla partenza, le chiacchiere si sprecano come è ovvio in una compagnia numerosa, ma è ora di partire. Ci guardiamo, Aldo ed io, e ci prepariamo.
E qui … sorpresa :( siamo solo in 3 a tentare la cima: Lella, Aldo e la sottoscritta.
Pensavo venissero su tutti anche perché, chiacchierando amabilmente, manco mi sono resa conto che i 1.000 metri canonici erano già stati saliti.
Un po' perplessa seguo Aldo su per la salitona. Sono circa 300 m ancora … ci aspetteranno per più di un'ora … è il caso di salire? Ma poi penso anche che la giornata è calda, che se si stufano di aspettarci possono iniziare a scendere … e che se il “capo” è con me sono a posto :)
Ancora una volta mi ritrovo in pool position, lasciata da Aldo che si mette dietro a Lella. Saliamo chiacchierando. Anche Lella è innamorata delle creste e questa ce la godiamo davvero tanto.
Si chiacchiera per tutta la salita e mi rendo conto di essere arrivata in cima … perché non c'è più niente da salire :)
Foto di rito poi decidiamo di scendere al bivacco per mangiare.
Discesa tranquilla, la neve è bastarda solo in basso, dove si fa farinosa e profonda.
Gli altri sono li sorridenti che ci aspettano, ci lasciano il tempo di mangiucchiare qualcosa e poi … su! Per l'altra cresta che ci permetterà di scendere con un bell'anello e per un sentiero più dolce, con buona pace del mio ginocchio e degli ammortizzatori di Aldo.
In cresta siamo tutti sparpagliati, chi chiacchierando, chi immersa nei suoi pensieri come la sottoscritta.
Finita la neve, iniziano di nuovo le foglie dei faggi, con sotto l'infido ghiaccio. Per fortuna dura poco, poi siamo sulla strada che in un battibaleno ci riporta alla macchina.
Di già? Non mi sembra proprio di aver fatto più di 1.300 m di dislivello … oserei dire una gitarella di tutto riposo … si vede che la buona compagnia non fa sentire la fatica :)
Birretta-succo-cappuccio-latte caldo-cocacola-tartine alla nutella alla pasticceria e poi i saluti … alla prossima!
 
 
 
Quota partenza: m 1.050
Quota arrivo: m 2.300
Dislivello secondo Gipsy: m 1.400 circa
Tempo totale, comprese le soste: 7 h 30 m
Km percorsi: 13 circa
 
Non credere, piccolo uomo, di essere chi sa chi, perché prima che tu nascessi io già c'ero e quando tu non esisterai più io ancora ci sarò (La Montagna)

mercoledì 9 febbraio 2011

Grigna Settentrionale m 2.409 Via invernale dai Comolli - 9 Febbraio 2011

Fatta.


Quota partenza: m 800
Quota arrivo: m 2.410
Dislivello secondo Gipsy: m 1.600 circa
Tempo totale, comprese le soste: 7 h 15 m
Km percorsi: 12 circa
Non credere, piccolo uomo, di essere chi sa chi, perché prima che tu nascessi io già c'ero e quando tu non esisterai più io ancora ci sarò (La Montagna)
Ecco, la mia relazione doveva essere solo questa.
Poi è successa una cosa degna di essere raccontata, per cui ecco il “codino”.
Sono su, seduta sulla panchetta fuori del Brioschi, tutta felice perchè hanno appena ritrovato un labrador che è stato 5 gg in una buca (sarà vero? Però l'hanno ritrovato davvero: l'ho visto!) e perchè ci ho messo “solo” 3 ore e mezza a salire, senza tirarmi per il collo.
Alzo gli occhi.
Ciao
Ciao
Come se ci fossimo dati appuntamento.
Ci è sembrato normale vedersi li … uno che arrivava dalla Piancaformia, l'altra dall'invernale.
Mi è sembrato normale proporgli il giro: te la senti di fare 1.600 m di discesa? Poi ti porto a prendere la macchina al Cainallo …
Chi era?

venerdì 4 febbraio 2011

Gazzirola - m 2.116 – 30 Gennaio 2011



Andato a monte il nostro programma, ci troviamo sabato sera a casa di Ewuska a trovare un'alternativa, senza guidare per ore, cercando di schivare la neve che è prevista nella nostra zona per domani.
Alla fine la scelta cade sulla Gazzirola. Anche se Ewuska l'ha salita un sacco di volte, c'è un sentiero nuovo che vorrebbe andare a vedere. Io vado a fare un sopralluogo visto che Andrea mi aveva espresso il desiderio di salire questa cimetta prima o poi.
Cosi, alle 7 siamo in macchina e ci dirigiamo verso Cozzo, punto di partenza della nostra passeggiata.
La perturbazione di ieri ha lasciato un leggero strato di neve, neanche troppo scivoloso, invece questo inverno maledetto ha lasciato parecchio ghiaccio. Procedo piano piano, a cercare il punto con meno ghiaccio quando incontro queste lastre. Un guado ci da un po' da fare, ma passiamo indenni anche da qui.
Siamo senza ramponi e con le ciaspole sulle spalle; io avrei lasciato volentieri le ciaspole in macchina ma Ewuska ha preferito portarle e allora, per amicizia, anche le mie sono finite sullo zaino: fanno comunque allenamento!
All'alpe Cottino ci fermiamo per la prima sosta. Siamo lente. Un po' abbiamo faticato a trovare il sentiero, un po' ci siamo fermate spesso per fotografare, cosi ci abbiamo impiegato più di 2 ore per fare “solo” 400 m di dislivello.
Non ci abbiamo fatto caso al momento, ma ci siamo accomodate sulle panche a mangiucchiare la torta e a sorseggiare il teuccio per poi riprendere il passo verso San Lucio che raggiungiamo poco dopo.
Foto di rito alla chiesetta e poi proseguiamo per la cima.
Non abbiamo ancora incontrato nessuno sul nostro cammino … chissà come mai :)
Ewuska mi avvisa: dove c'è la croce non è la cima, ci vorranno ancora 15 minuti per la cima vera e propria.
E' lunga dal passo di San Lucio, la parte con il dislivello maggiore. La neve è dura, le ciaspole non servono, caso mai i ramponi, ma proseguiamo lentamente senza metterli, per ora.
Ci supera finalmente un signore con uno splendido lupo il quale, scenderà dall'anticima per venirci incontro, quasi volesse sollecitarci nel salire.
Vediamo anche scendere uno scialpinista, sul ghiaccio, a cercare chiazze di neve verso il basso … davvero una magra stagione questa.
Proseguiamo lungo la cresta per la cima “vera”.
Ci supera lo sci alpinista che prima scendeva; ci saluta calorosamente, anche se da lontano, un bel gruppo di ciaspolatori e finalmente, dopo un tempo infinito, siamo in cima.
Il tempo è quello che è, ma siamo ugualmente contente e soddisfatte.
Lo sci alpinista incontrato prima è carino e simpatico, anche se non sa fare le foto (e la foto di vetta, sigh!, lo conferma) e chiacchieriamo un po' con lui.
Ma è tardi, anche se non tira vento, il freddo ora si è fatto intenso e le donzelle scendono a cercare una conca dove pranzare.
E poi inizia la tortura della discesa.
Abbiamo messo i ramponi poco prima della cima e li terremo fino quasi alla macchina. La discesa è lunga, il mio passo è lento, tra piede e ginocchio non so cosa mi fa più male … qui se non trovo una soluzione davvero devo smettere di andare in montagna.
Beh, almeno di andarci con gli altri perché mica posso sottoporli alla tortura di una discesa cosi lenta :(
Macchina, dove incontriamo alcuni dei partecipanti del gruppo che ci ha cosi calorosamente salutato e risalutano ancora calorosamente.
Tesserete: birra con gli amici di Ewuska. Mi portano anche una ciotola di popcorn … quanto tempo che non ne mangiavo!
Ora ho freddo. Si vede che oggi non stavo troppo bene. E' stata una giornata strana, umore un po' storto, meteo un po' storto, ginocchio …
Casa.
Doccia.
Pappa.
Foto.
Film.
Nanna ...
Quota partenza: m 1.017
Quota arrivo: m 2.116
Dislivello secondo Gipsy: m 1.200 circa
Tempo totale, comprese le soste: 7 h 45 m
Km percorsi: 15 circa


Non credere, piccolo uomo, di essere chi sa chi, perché prima che tu nascessi io già c'ero e quando tu non esisterai più io ancora ci sarò (La Montagna)

mercoledì 2 febbraio 2011

Piz Lunghin - m 2.780 – 2 Febbraio 2011

Non credevo di essere ricontattata cosi presto e cosi, quando arriva la mail rimango stupita.
Il mio ginocchio fa ancora i capricci, ma come fare a rifiutare una proposta di Giuliano? Lo lascio andare in vetta se mi fa troppo male, e lo aspetto giù, penso mentre rispondo.
Mi propone il Lunghin. Lo so, dovevo andarci con Andrea … ma Andrea lo sa che se non si decide a venire in montagna … ma questo è un discorso tra noi; Andrea lo sa ed è stato contento per me.
Appuntamento alle 7. La giornata è spettacolare solo che salendo ci rendiamo conto che c'è un bel vento. Questo non ce lo aspettavamo. Uffi … mi tocca portarmi dietro la giacca pesante!
Sosta caffè al Moreschi insieme ad una marea di gente: a già! è mercoledì!
Riprendiamo il viaggio. Il vento non cala. Per fortuna non è freddissimo e parcheggiamo appena dopo il Maloja con una temperatura di -6°.
Avevo visto in macchina sia gli sci che le ciaspole e quando vedo che Giuliano ha ai piedi gli scarponi da camminata non credo ai miei occhi: VIENE CON LE CIASPOLE!!!
No no, non crediate … alla fine ho scoperto il perché: temeva di trovare pessime condizioni per sciare (ghiaccio) e quindi tanto valeva stare con la polentina e salire con le ciaspole :)
Partiamo. Subito un traverso molto antipatico e ghiacciato.
Poco dopo mettiamo le ciaspole. Lascio il mio socio davanti, ovviamente, che conosce tutte le strade (anche quelle che non ha percorso) … e mi porta dall'altra parte!
Ma come … non è di là?
Effettivamente, mi sa che le tracce che sto seguendo vanno al Grevasalvas!
Ah … iniziamo bene :)
Ero cosi contenta di questa gita, ottima per il mio ginocchio, corta sia come chilometri che come dislivello e lui mi porta a spasso per la valle :)
Appena possibile torniamo verso il canale di salita. Oltretutto fino a qui abbiamo fatto solo traversi e si sa, con le ciaspole sono piuttosto antipatici.
Appena attacchiamo il canale ci raggiungono 2 sci alpinisti; davanti la ragazza che saluta radiosa; mi raggiunge il maschietto … con il muso … vabbeh … no comment!
Giuliano sale spedito, io in salita rallento ma piano piano salgo. Il ginocchio va bene e sto iniziando a pensare che sarò in grado di salire la cima.
Lo penso fino a che non vedo bene la cresta: miiiiiiiiiiiiii!!!
Ok, iniziamo a risalire la parete, che è piuttosto ripida, con un sacco di tornanti.
Un attimo di sosta per mangiare 2 nocciole che non ho ancora mangiato nulla stamattina e raggiungo il mio socio ai piedi della cresta: lasciamo qui le ciaspole.
Guardo su.
Non è più ripido della piancaformia ma oggi la mia testolina non è troppo a posto.
Il mio socio sale spedito e io mi ritrovo sola ad affrontare la cresta ripida.
Alzo gli occhi e vedo un passaggio che reputo ostico.
Giuliano è già su. Mi avvicino. Lo guardo e l'apostrofo: ti aspetto qui :(
Lui sembra non aver capito: quando sei su metti un piede li a destra, mi dice.
Non penso. Salgo e basta.
In effetti non è difficile. La neve, nonostante la roccia affiorante, tiene bene.
Ultimo tratto ripido ed eccoci in vetta!
C'è una specie di igloo dove ci sono i 2 sci alpinisti rannicchiati.
Ora è davvero freddo. Perché non mi vesto? Vorrei saperlo pure io.
Sono preoccupata per la discesa. Oggi va cosi.
Mangiucchiamo qualcosa, beviamo ognuno dal suo thermos e poi ci prepariamo per la discesa.
Di già? Ci apostrofa la ragazza.
Voi con gli sci scendete in un attimo, le risponde Giuliano.
Peccato che sci o ciaspole, Giuliano non si ferma mai troppo in cima :)
Scendiamo da un altra strada. Il mio socio mi da la sua picca che cosi mi sento più sicura ma quel traverso lo trovo più bastardo di quello della piancaformia. Il potere della testa … oggi non c'è proprio.
Arrivo al tratto ripido che percorro faccia a monte.
L'ultimo pezzetto entro in crisi. Mi siedo sulla neve e non voglio più scendere.
Il socio è giù che mi aspetta e se ne guarda bene dal venirmi in soccorso.
In parte me la prendo, in parte gliene sono grata perché lui è convinto che posso farcela dal sola.
Intanto sta salendo un gruppotto di sci alpinisti accompagnati da una guida. Molti di loro non saliranno la cima … e questo tutto sommato mi inorgoglisce :) Io, nonostante tutte le mie paure, ce l'ho fatta!
Uno dei motivi per cui sono cosi agitata è che ho già fatto 3 cadute, di cui 2 nei maledetti buchi. Giuliano manco se ne è accorto ma io mi sono spaventata per il ginocchio: e se mi faccio male di nuovo? Avevo da poco iniziato a fidarmi del mio ginocchietto nuovo che invece lo devo riportare indietro: meno male che deve essere ancora in garanzia!
Scendiamo bene, la neve è molto farinosa e dove possibile andiamo giù diretti.
Passiamo dal Lagh Lunghin dove io vorrei fare una sosta: il sole ora è caldo, non c'è vento, il posto è fantastico … niente da fare, il socio non vuole.
Quanto l'ho maledetto! Come si fa in una giornata cosi bella correre a casa senza godersi un momento il luogo?
Alla fine mi ha visto con il muso e ci siamo fermati 10 minuti più in basso. Va beh, perdonato :)
Intanto ci raggiungono gli sci alpinisti: chi scia bene, chi piuttosto maluccio.
Li seguiamo.
Arrivare alla macchina è un attimo, la gita è davvero molto più corta di quelle che sono abituata a fare ultimamente. I piedi non fanno troppo male ed il ginocchio va abbastanza bene.
Ancora un grazie … grande come una montagna al mio socio per queste gite rubate al suo iper-allenamento che mi regala!


Quota partenza: m 1.800
Quota arrivo: m 2.780
Dislivello secondo Gipsy: m 1.030 circa
Tempo totale, comprese le soste: 6 h 15 m
Km percorsi: 8,3 circa
Non credere, piccolo uomo, di essere chi sa chi, perché prima che tu nascessi io già c'ero e quando tu non esisterai più io ancora ci sarò (La Montagna)