lunedì 27 luglio 2009

Tete de Ferret m 2.714 – 27 Luglio 2009


Oggi avevo previsto la Val Ferret ma mi alzo con il brutto.
Fa niente, vado di la lo stesso a vedermi almeno Courmayeur che mi manca (adoro quel posto) e poi si vedrà.
Parcheggio a tempo, ce la dovrei fare in un’oretta. Vado fino in fondo al paese e trovo la cartina della zona che stavo cercando da un po’.
Esco.
Il tempo sembra migliorare.
Si intravede il Bianco.
Man mano che proseguo verso la macchina è sempre meglio.
Alla fine corro quasi per poter salire in valle: il tempo ora è meraviglioso!
Salgo. C’è il solito cartello del blocco delle macchina non appena raggiunta la quota massima dei parcheggi ma io arrivo tranquilla fino a Lavachey. E poi … gulp! Chiuso. Ma non per la troppa gente. Hanno deciso che da li non si sale piu’ in macchina se arrivi dopo le 9 del mattino e fino alle 17:30
Pero’ la navetta, ogni mezz’ora, è a pagamento :( e questo non mi piace. Hanno ragione da una parte ma da quel che mi ricordo il biglietto non è proprio economico. Chiedo al ragazzo che è li per far rispettare il divieto e non sa il costo … ottimo direi, una preparazione fantastica!
Fa niente. Io ho la testa dura. Parcheggio, mi scarpono e poi via a piedi verso Arp Arnouva.
Prendo il sentiero. Ovviamente mi ritrovo sulla strada per il Bonatti. Potrei salire da li ma l’allungo e sono già in ritardo per cui scendo e proseguo sulla strada. Un’ora di strada asfaltata :( per fortuna con pochissimo traffico.
Al parcheggio prendo il sentiero ed inizio a salire. Che bello! Questo posto è davvero magico. Ci sono tantissime genziane purpuree, le mucche che pascolano, il cielo blu, il ghiacciaio, le cime, i prati … una moltitudine di colori che mi affascina.
Al rifugio Elena una piccola sosta. Non c’è acqua ma so che la troverò sulla salita.
2 ragazzi mi chiedono gentilmente se faccio loro una foto. Sono davvero carini, educati ed entusiasti del posto. Li rincontrero’ piu’ volte nella salita al colle e 4 chiacchiere le si fanno sempre volentieri.
E’ tardi ma non ho voglia di correre. Me la prendo cmq con calma e prima di ripartire aspetto che mi si asciughi il sudore della prima salita.
Salgo tranquilla fotografando sia fiori che paesaggio. Non siamo in tantissimi oggi, molti probabilmente sono rimasti fregati dal maltempo di stamani. Meglio cosi, per me che amo la solitudine.
Questo sentiero è panoramicissimo e non si puo’ fare a meno di guardarsi intorno.
Arrivata al colle è davvero tardi e per di piu’, nel giro di pochissimi minuti, si è rannuvolato tutto.
C’è vento ed è difficile trovare un punto dove non fa troppo freddo per mangiare.
Sono un pochino delusa, mi spiace non salire la cima. Incredibilmente, con tutte le volte che sono stata qui, non c’ero mai salita.
Fine pranzo. Mi riguardo intorno e mi avvio.
Verso il rifugio? Ma va! Verso la cima :) Non ne posso fare a meno.
Il sentiero è ben marcato nonostante quello che dice la relazione. Non sale nessuno, neppure il ragazzi mi emulano ed è un peccato perché ci vuole davvero poco per arrivare in cima e da quassu’ è tutto favoloso.
Mi fermo un po’. Sono stanca e la discesa sarà lunga. Pazienza. Andro’ a prendere una pizza se faccio troppo tardi per cena. Speriamo solo di non trovare la doccia fredda, come dicono le donne che il campeggio lo frequentano da anni.
La discesa prosegue tranquilla ma lunga. Al rifugio mi fermo a riposare i piedi ormai stanchi. Scendero’ dalla strada e poi l’asfalto. Faccio autostop? Prendo il pullman?
Vedremo.
Metto un piede davanti all’altro automaticamente ma non mi decido a mettere fuori il ditino quando sento una macchina arrivare … mannaggia alla mia timidezza … arrivo stanca e accaldata alla macchina, ma felice di questa ennesima cima :)


Quota partenza: 1.675m
Quota arrivo: 2.714
Dislivello secondo il mio altimetro: 1.141 (ma con un notevole sviluppo! Su strada asfaltata sono circa 6 km)
Tempo totale, comprese le soste: 7 ore





domenica 26 luglio 2009

Col Plan Fenetre – Col Replan – Lago Chamolè – 26 Luglio 2009


Bel giro ad anello partendo da Pila. Non ho usato la seggiovia per salire al lago ma l’ho presa alla larga passando prima per il santuario di San Grato (dove c’era la festa degli alpini) quindi arrivando al Col Plan Fenetre (m 2.221) seguendo in parte la strada e in parte i sentieri. Dal Colle splendida visuale su tutta la valle (davvero un peccato non essere in quota oggi … sigh!) e al vallone di Chamolè. Mi guardo bene l’itinerario per la Becca di Nona. L’unica considerazione che mi viene in mente è che è lungo ma questo sopralluogo me la rende un pochino piu’ fattibile. Speriamo di riuscire a tornare presto qui.
Proseguo per il Col Replan (m 2.364) visto che qui c’è un’allegra famigliola piuttosto numerosa che chiacchiera ad un tono di voce piuttosto elevato.
Mi fermo in un bel punto panoramico a mangiare, a far foto e c’è pure un semicerchio che mi racconta tutti i monti che vedo intorno … che panorami!
Da li scendo al lago dove sembra di essere a Rimini e faccio un’altra sosta.
Oggi me la voglio prendere con calma, il ginocchio deve riposare e quindi lo accontento.
Mi diverto ad ascoltare i discorsi di quelli che arrivano dalla seggiovia, circa 5 minuti a piedi. Ragazzi: sono uno spasso! Chi si rifiuta di camminare, chi si addormenta sul prato, chi si mette in costume a prendere il sole, chi vuole addirittura … si si! Vuole camminare! Allora chi consiglia il colle da dove sono scesa io piuttosto che l’altro (quello che porta al rifugio e di cui ora non ricordo il nome). Bambini che urlano, mamme che rispondo, nonne che arrancano … e alpini che chiedono “Ma le donne, sono salite?”
Insomma, uno spaccato di vita che non sono solita frequentare e forse per questo mi diverte.
Inizio la discesa. Non sbaglio sentiero, ma mi ritrovo alla fine sulla pista da sci. Unica nota dolente della giornata.
Ah, per chi non lo sapesse, Pila è il paradiso della MTB ( downhill e cross country per la precisione). Hanno piste apposite e salgono con la seggiovia portandosi appresso la bici.
Fa impressioni vederli: sono tutti bardati con protezioni a mani, gomiti, ginocchia, schiena, testa … e nonostante cio’ un mio vicino di tenda inglese è caduto, si è rotto un polso e 2 dita della mano, massacrato un gomito e un ginocchio. Vacanza finita …




Quota partenza: 1.771 m
Quota arrivo: 2.364 Col Replan, il piu’ alto
Dislivello secondo il mio altimetro: 822
Tempo totale, comprese le megasoste: 6 ore e mezzo





sabato 25 luglio 2009

Punta 3 Vescovi - m 2.501 - 25 Luglio 2009





Regione: Mondo » Italia » Val d'Aosta
Data della gita:25 luglio 2009
Difficoltà escursionismo: T2 - Escursione di montagna
Waypoints:
Tempo: 6:00
Salita: 1139 m
Discesa: 1139 m
Accesso alla località di partenza:Valle di Gressoney, a Gaby bivio per Niel
Accesso alla località di arrivo:Da Niel con il sentiero 6B, quindi dal Colle della Grande Mologna seguire a destra per la cima. Tornati al colle seguire l'Alta Via 1 fino al Colle Lazouney e poi, tramite il sentiero 6A si torna a Niel
Possibilità di alloggio:A Niel ci sono dei posti tappa
Numero delle carte geografiche:ICG - 9



Giro ad anello per questa punta. Purtroppo niente foto perché, per chi perde la macchina fotografica, c’è qualcuno a cui invece si rompe grrrrrrrrrrr
No comment.
Cmq sono tornata a Niel e salita questa volta al Colle della Grande Mologna a m 2.390 dal sentiero 6B (dove appunto è successo il fattaccio). Da li, con un bel sentierino, si sale alla cima. Abbastanza panoramica se non che una cimetta li di fronte ti impedisce la visione del Rosa che cmq fa capolino.
Tornata al colle, sono scesa un pezzetto prendendo quindi il traverso (Alta via 1) che va al Colle Lazouney a m 2.305. Splendido traverso! Devo dire che, a parte il morale a terra per la macchina, il posto è davvero incantevole. I laghi di qui e di la dal colle, la giornata favolosa anche dalla parte piemontese ed una vegetazione classica alpina piena di corsi d’acqua e di fiori consolano abbastanza bene.
Sono quindi salita a colle e poi giu’ per la discesa dal sentiero 6A che non sempre era ben visibile. Sempre segnato ma i segni a volte sono da ricercare.
Bellissimo anche qui. Devo dire che è la gita piu’ bella che ho fatto quest’anno … e niente per poterla ricordare e imprimere nella memoria :(
Che dire … saro’ “costretta” a tornarci :)



Quota partenza: 1.540 m
Quota arrivo: 2.501
Dislivello secondo il mio altimetro: 1.139
Tempo totale, soste comprese: 6 ore

venerdì 24 luglio 2009

Punta Chaligne m 2.608 – 24 Luglio 2009


Oggi passeggiata vicino al campeggio, alla panoramica Punta Chaligne. Salita in macchina fino a dove finisce la strada dalla statale del Gran San Bernardo. C’è un cartello che indica il rifugio sulla sinistra, il paese è Buthier e la strada buona.
Purtroppo c’è una carrozzabile che porta al rifugio, pero’ è intervallata da uno splendido sentiero e quindi la strada la si percorre solo un pezzetto all’inizio e uno in prossimità del rifugio.
Il rifugio è nuovo, molto accogliente, la signora con cui ho parlato è di MI e passa li le vacanza per aiutare la sua amica, quella che ha costruito il rifugio. Figuratevi che c’è pure la sauna!!!
Cmq, uno dei gestori mi consiglia un itinerario ad anello, panoramico e tranquillo. Seguo il suo consiglio e continuo per un pezzo in piano in uno splendido bosco. Poi iniziano le mosche :( Mamma mia che fastidiose! Nella radura piena di genziane non mi sono neppure potuta fermare per mangiare qualcosa tanto erano fastidiose ed in quantità industriale :(
Proseguo. Ci sono le croci della processione che viene fatta tutti gli anni che indicano il cammino.
Ad un certo punto si dovrebbe svoltare a sinistra per risalire il colle … ma perché non seguire quella traccia che porta dritto in vetta? E’ prato, non è molto ripido … ovviamente decido per la diretta :)
Non è difficile, solo faticosa ma va bene cosi, un po’ di allenamento non guasta.
In cima sono da sola e per fortuna anche le mosche mi hanno abbandonato. Foto di rito che il panorama è meraviglioso e poi mi godo il silenzio, il fresco, la solitudine …
Arriveranno solo 2 escursionisti e 2 ciclisti che devono aver lasciato la bici giù alla fine della ciclabile. Solo noi in una giornata meravigliosa.
E vedo la frana della Becca France. A tal proposito, il signore che incontrai sulla Leissè mi racconto’ che un pellegrino busso’ alla porta di ogni abitazione ma nessuno gli diede nulla.
Solo una vedova con 2 figli divise con lui il poco mangiare che aveva. Il pellegrino la avvisò quindi di andare via dal paese che sarebbe successo qualcosa di brutto. Fu l’unica famiglia che si salvo’. Questo racconta la leggenda sta di fatto che si salvo’ soltanto una vedova con i suoi figli.
La frana è davvero ben visibile e impressionante …
E’ pero’ arrivato il momento di scendere e mi avvio verso la cresta per completare il mio giro ad anello. A metà strada mi devo pero’ fermare a vestirmi … brrrrrr che freddo! Sulla cresta tira davvero un venticello gelido :)
Potrei scendere fino alla macchina ma decido che per il mio ginocchio sarebbe meglio la strada per cui scendo fino al rifugio con il nuovo sentiero e poi, un po’ per strada e un po’ per sentiero, riapprodo alla macchina.
Bella e facile cima, panoramicissima e bel giro ad anello. Consigliata!



Quota partenza: 1.523 m
Quota arrivo: 2.608
Dislivello secondo il mio altimetro: 1.134
Tempo salita: 3 ore soste comprese
Tempo discesa: 2 ore e mezzo … se ti metti a fotografare tutti i fiori che incontri :)





mercoledì 22 luglio 2009

Passeggiata botanica a Saint Remy – 22 luglio 2009


Giornata nuvola (ho preso anche il temporale, per fortuna già in macchina) e allora quale migliore occasione per passeggiare sulla Via Francigena nei dintorni di Saint Remy? Siamo all’inizio della strada che porta al Gran San Bernardo, dove quest’anno è passato il Tour de France … su una strada disastrata e piena di lavori in corso … mah!
Cmq, un po’ di foto dello splendido borgo e un po’ di fiorellini.








lunedì 20 luglio 2009

Colle Mologna Piccola m 2.205 – 20 Luglio 2009


Giornata un po’ cosi dopo l’exploit di ieri.
Volevo fare il giro dei Gemelli alla Mologna ma il fatto di essere sola (e sola sulla montagna) mi ha fatto desistere dal continuare la cresta.
A tal proposito, se qualcuno vuole unirsi a me una prox volta a tentare questa traversata … :)
Il sentiero fino al colle è bellissimo! Una splendida mulattiera, tenuta benissimo, con pendenze costanti grazie agli infiniti tornanti fa guadagnare il colle in un’ora e 50 anche ad una polentona come me.
Si parte da Niel, un paesino sopra Gaby. Il parcheggio non è molto ma io sono salita in settimana e non ho avuto problemi.
Ci sono indicazioni per cui non si puo’ sbagliare ma solo si ha l’imbarazzo della scelta. Come al solito, la parte Piemontese è nuvolosa/nebbiosa mentre di qui il tempo è favoloso.
Peccato per l’anello ma non avevo piu’ voglia di scendere al rifugio Rivetti da cui, immagino, si possa risalire al colle piccolo.
Sono scesa calma e tranquilla fotografando tutti i fiori che incontravo lungo il percorso :)



Quota partenza: 1.540 m
Quota arrivo: 2.205
Tempo salita: 1 ora e 50 minuti
Tempo discesa: 2 ore a scendere … se ti metti a fotografare tutti i fiori che incontri :)








domenica 19 luglio 2009

Punta Leisse’ m 2.771 – 19 Luglio 2009


Presa la rivincita dopo lo smacco di questa primavera … facendo, ovviamente, gli stessi errori :)
Appena partita mi raggiunge la cagnetta che, dolce come sempre, mi accompagnera’ per tutto il giro.
Faccio quindi lo stesso errore della scorsa primavera, solo che questa volta una traccia di sentiero c’è. Arrivo sulla carrozzabile e con gli occhi ben aperti per il bivio mi incammino.
Solo che arrivo alla fine e del bivio neppure una traccia.
Guardando la cartina vedo che anche da li si dirama un sentiero che porta al colle e mi metto quindi a cercarlo.
Niente.
Neanche una traccia …
Ma il colle è li, la cagnetta si dirige verso li …
Per farla breve, di sentieri neppure l’ombra e sono pure indecisa su quale delle 2 cime sia la mia. La cartina indica quella a sinistra, ma quella a destra è piu’ alta … mumble mumble …
Si, alla fine ho deciso di salire comunque e di andare a sentimento. Per la prima volta nella mia vita sola e senza traccia.
Sono stranamente tranquilla. La zona è molto aperta ed il tempo è ottimo: oggi si puo’ osare.
Decido che la cartina ha ragione e mi incammino verso la cimetta a sinistra.
Ci arrivo ma qui non c’è croce mentre sull’altra … si, sembra proprio che ci sia una croce!
Mi fermo a riflettere e realizzo che la cima è a 2,771 m e non solo 2.700 per cui, anche l’ultimo dubbio, cade: con 70 m in piu’ mi torna la cima di destra, in barba alla cartina.
Riposate e rifocillate (cagnetta ed io) ripartiamo, scendiamo al colle e risaliamo la cresta dell’altra montagna. Tracce tranquille, un filino esposta e franosa ma solo in un paio di punti.
Mi accoglie in cima un “Benvenuta sulla Punta Leisse’!” Un simpatico signore che mi ha visto salire e mi ha aspettato per due chiacchiere.
Siamo soli e chiacchieriamo simpaticamente; mi da 2 dritte sulla discesa per prati e poi mi lascia sola a godermi il silenzio ed il panorama.
La discesa la faccio per prati, con la cagnetta che mi segue sempre. Ci impiego un sacco di tempo con questo ginocchio ma alla fine arrivo alla carozzabile. Anche la cagnetta sembra stanca, povera … La faccio riposare un po’ ma ormai manca poco. Taglio l’ultimo pezzo … e cosi scopro che abbiamo allungato la discesa dal ritorno primaverile … va beh, tanto la gita era stata breve!

Ah … la salita dal colle (che poi, ovviamente, non era quello che pensavo io la l’altro … per cui tornava tutto!) è stracolma di stelle alpine! Meraviglioso …

Quota partenza: 1.770 m
Quota arrivo: 2.771
Tempo salita: 3 ore
Tempo discesa: 2 ore





lunedì 13 luglio 2009

Lago Nero m 2.351 e Passo dell’Angeloga 2.339 m – 13 Luglio 2009


Scegliamo questo giro ad anello per concludere la nostra vacanzina qui.
Colazione tranquilla, pagato il rifugio (devo imparare a non prendermela piu’, tanto si sa come si comportano i rifugisti … qui sono stati anche abbastanza onesti tutto sommato) e lasciato giu’ la maggior parte del peso dello zaino.
Partiamo leggeri ma con l’idea di fare un po’ di foto e di vedere un po’ di fiori.
Il sentiero che porta al Lago me lo ricordavo ripido nella seconda parte, ma non cosi conciato. E’ tutto franato e talmente messo male che abbiamo concordato nello sperare di non dover tornare da li.
Cmq, arrivati al lago siamo avvolti dalla nebbia. Eh eh eh … poco male, andiamo avanti lo stesso e siamo premitati poco dopo, perché le nuvole si alzano e lasciano il posto ad una splendida e fresca giornata. Con calma facciamo il nostro giro, ci fermiamo a fotografare e ad ammirare la cima salita ieri. Una sosta piu’ lunga prima della discesa e poi di nuovo al rifugio. Sistemiamo gli zaini, mangiamo qualcosa e poi … il tormento del rientro :( Quel sentiero è infame sotto il sole … caldo caldo caldo … ma questi 3 gg sono stati davvero troppo belli per rovinarli solo per un po’ di caldo sulla via del rientro :)



Quota partenza: 2042
Quota arrivo: xxx giro ad anello con salita di circa 450 m in totale
Tempo salita / discesa (soste comprese) : circa 4






domenica 12 luglio 2009

Pizzo Stella 3.163 m – 12 Luglio 2009


Dormo come al solito nei rifugi: a tratti. Siamo in camera solo Stefano ed io e la calma regna sovrana. Non sono eccessivamente preoccupata, se non me la sento di salire vuol dire che torno indietro.
Prima che la sveglia inizi a suonare sento movimento nel corridoio: i ragazzi si stanno già preparando. 4:45 suona la mia. Scendo e i 3 hanno già fatto colazione e stanno partendo. Vabbè, speriamo che almeno ci facciano la traccia sul ghiacciaio.
Facciamo colazione e partiamo, in leggero ritardo rispetto al previsto.
Decidiamo per il sentiero basso, le 2 relazioni che ho io vanno una per il basso l’altra per l’alto. Stefano è stato qui l’anno scorso ma ha paura di rincrodarsi di nuovo. Alla fine non ho ancora capito ora dove si era fermato, ma io spingo per seguire il sentiero, mentre Stefano preferisce risalire il ghiacciaio.
E se poi non riusciamo piu’ a salire sulla cresta?
E se poi è troppo ripido?
Medito.
Intanto i 3 non li vedo.
Pero’, passando per le case dell’Alpe, ho visto una signora con zaino che usciva. Ora ci seguono 4/5 persone che ci superano al primo nevaio, dove noi sbagliamo l’uscita. Il tempo di vedere l’ometto e vediamo pure loro che ci passano davanti. Ottimo, cosi ci fanno strada.
Man mano che saliamo ho l’impressione che ci aspettino per vedere se prendiamo la strada giusta. Solo che loro seguono il ghiacciaio invece di andare sulla morena. Stefano è contento, io un po’ meno. Pero’ dei ragazzi con cui ho parlato ieri mi hanno detto che anche loro hanno risalito il canale, ma sono poi scesi dalla morena che era perfetta, non hanno neppure messo i ramponi. Ecco, invece noi i ramponi li abbiamo messi. Un po’ perché Stefano li vuole provare sugli scarponi nuovi, un po’ perché vedo che si sale e salendo diventa sempre piu’ ripido.
Meno male che poi i 5 lasciano il ghiacciaio e salgono sulla morena. E noi li seguiamo. Fatica bestia sulla morena instabile, ma per fortuna solo per pochi metri, poi diventa sentiero. Ed il morale si alza. L’ambiente è spettacolare, quello che piace a me. Ci sono nuvole sopra e sotto di noi, noi siamo fuori come lo sono le cime intorno a noi. Fa freschino, ho il guscio, e si sale che è una meraviglia.
Attraversiamo l’ultimo nevaio, per fortuna con i ramponi, perché l’ultimo pezzo è un traverso tremendamente ripido. Stefano, che su neve sta davanti mentre “guido” io su morena, non se la sente e preferisce salire ripido come alcune tracce fanno.
Facciamola breve: uscire da quel pezzo è stato ostico. Con i ramponi non riuscivano a salire le roccette, allora Stefano è sceso un momento fino a riuscire a togliere i ramponi e poi è andato da li a vedere se si passava. Momenti drammatici per me. Se non si passa mi tocca scendere da li … brrrrrrrr … quei secondi mi sono sembrati infiniti fino a che arriva l’agognato “SI PASSA”!
Stefano lascia giu’ lo zaino e viene a prendere i ramponi mentre io mi tolgo i miei.
Quando finalmente è il mio turno per passare capisco perché ha titubato cosi tanto. Cavolo!
Arrivati sul sentiero Ste propone una sosta: mi fumo una sigaretta, ti da fastidio? Ora capisco quanta adrenalina gli è corsa in corpo e no, non mi da fastidio, te la sei meritata :)
Ora siamo sulla cresta del Calcagnolo. Alla discesa ci penseremo ma di certo faremo il traverso. Non so ancora se ci sono altre difficoltà ma riprendiamo presto la salita. Ci sono un sacco di fiori, è bellissimo! Una cresta di roccette piuttosto semplici e di sentiero sempre ben marcato. Ad un certo punto inizio a capire che la cresta sta per finire. Mi giro: per la prima volta penso che ce la facciamo, dico al mio compagno. Ed in effetti ecco li la parte terminale della croce.
CIMA!!!!
Ste … ce l’abbiamo fatta! Con un bel sorriso arrivo alla croce.
Ah, dimenticavo, scendendo ho incontrato i 3 ragazzi: ovviamente hanno fatto il canale Federica, altro che la normale!
Arrivano alla spicciolata altre 4 persone, 2 solitari e una coppia che proprio non mi piace. Salutano a fatica per contraccambiare il tuo e poi, sapete, quella questione di pelle … mentre con gli altri 2 chiacchieriamo tranquillamente delle cime della zona, dopo esserci fatti fare reciprocamente le foto di vetta.
Mentre mangio ci sono dei moscerini bianchi che mi ronzano intorno … fastidiosi … bianchi … il dubbio mi viene e cosi controllo bene i pantaloni che sono blu: non c’è traccia di bagnato :) Ottimo!
Dopo circa un’oretta di meritata sosta iniziamo la discesa.
Stefano mi chiede se mi sono resa conto che stava venendo giu’ qualche fiocco di neve … acc … ACC !!! Allora era davvero neve! No, non sono entusiasta a scendere da questa cresta e poi dalla morena sotto una bella nevicata/pioggia ma ormai non ci si puo’ fare piu’ nulla.
Appena iniziamo a scendere (e io a fare le fotine ai fiorellini che in salita ho solo ammirato) i fiocchi si fanno piu’ consistenti. Ecco, siamo a posto. Smetto di fare foto, metto il cappuccio del guscio e cerco, compatibilmente con il mio ginocchio, di scendere piu’ velocemente.
Per fortuna la nevicata dura poco e … ad un certo punto, sono io davanti, non vedo piu’ ometti.
Cambia radicalmente anche il terreno, ora non ci sono piu’ fiori e la traccia non è piu’ cosi evidente.
Mi fermo a confrontarmi con Stefano, ma lui dice di ricordarsi di questo pezzo. Io non sono convinta e inizio a guardarmi meglio intorno … e … eccolo li il nevaio che dobbiamo scendere!
Abbiamo continuato per la cresta del Calcagnolo invece di scendere a destra. Uff …
Io propongo di risalire, Stefano invece vuole provare ad attraversare. Intanto scendono anche gli altri 2 ragazzi. Uno riusciamo ad avvertirlo e prende la direzione giusta, l’altro è troppo avanti e ci raggiunge e ci fa strada con un “bel” traverso fino a riprendere il sentiero.
Poi loro volano giu’, noi invece, che tanto ci fermiamo ancora al rifugio questa notte, ce la prendiamo con calma. Ci riposiamo prima del famoso traverso che poi facciamo senza troppi problemi. Stefano mi propone la discesa da ghiacciaio. Io penso alla morena instabile dell’inizio, guardo bene il ghiacciaio e poi accetto. Facciamo un bellissimo zig-zag sulla parte piu’ ripida e scendiamo, anche se lentamente, piu’ comodamente che sulla morena.
Dopo un po’ di zig-zag arriviamo ad un punto da cui la discesa diventa un piu’ ripida.
Ne discutiamo. Io faccio presente che ci tocca ancora la parte rognosa della morena. Stefano non si ricorda e preferisce uscire dal ghiacciaio perché gli fanno male le ginocchia.
Io non protesto anche perché confido nel scendere dal sentiero senza fare piu’ la deviazione fatta all’andata per cui risaliamo e mettiamo piede sulla roccia.
Ed ecco il miracolo: il sentiero è pulitissimo e ci porta dritti dritti alla fine del ghiacciaio senza quasi piu’ toccare neve :)
Ora ci riposiamo, tanto. Foto ai fiori, mangiucchiamo qualcosa e poi ci tocca l’ultima parte. Ora facciamo a gara a chi trova i fiori piu’ strani e Stefano mi fa notare un non ti scordar di me “albino” :)
Arriviamo stanchi al rifugio. Sono talmente stanca che non ho neppure voglia di fare quei 4 passi che mi separano dalla fontana ma Stefano, cavaliere piu’ che mai, va per me. Ci rifocilliamo, cerchiamo di lavarci con l’acqua (brrrrrrrrrrrrr) fredda e poi aspettiamo pazientemente la cena.
Siamo soli questa sera. E questo fa si che i gestori mettano la musica a palla, che uno dei ragazzi si diverta a ruttare in continuazione :( che palle! Me ne vado a nanna, ad ascoltare prima la mia musica e poi a godermi un po’ di silenzio. Domani è un’altra giornata in valle :)
Buona notte!


Quota partenza: 2024
Quota arrivo: 3.163
Tempo salita (soste comprese): 4 ore e mezza
Tempo discesa (soste comprese): idem … ci siamo fermati molto!






sabato 11 luglio 2009

Rifugio Chiavenna 2.042 m – 11 Luglio 2009


Andrea questa volta non puo’. A me dispiace perdere un we che sembra bello e provo a sentire Stefano, che lo Stella ha sullo stomaco dall’anno scorso quando non riuscì a salire.
Accetta subito. Tutto. La macchina, salire dall’Alpe Motta … mi chiede solo di fermarci anche lunedi che ha già preso il giorno di ferie. Perché no? Cosi ce la prendiamo con calma, che la salita al pizzo non è roba da poco.
Divido racconto e foto in 3 gg, visto che le foto sono tante e le avventure pure.
Partiamo con calma da Milano, tanto ci vogliono cmq 3 ore di macchina. Poi a piedi, pero’ i tempi dicono un’ora e mezza. Con lo zaino pesante e con il mio passo lento lento prevedo almeno 2. Se partiamo a piedi nel primo pomeriggio direi che va benissimo.
Senza intoppi arriviamo a destinazione, tralascio i commenti su quelli che i tornanti non li sanno fare e pretendono cmq di guidare … grrrrrrrrrrrrrr
Mangiucchiamo qualcosa, ci copriamo perché fa davvero freddo :) e quindi, zainoni in spalla, partiamo.
Giusto con il piede sbagliato.
Secondo me si deve puntare a quell’obbrobrio di statua del santuario ma è davanti Stefano e va proprio dalla parte opposta. Per carità, si arriva lo stesso, ma lo zaino pesa e non ho molta voglia di fare strada in piu’. Lo fermo. Ragioniamo. Concorda con me che è meglio tagliare su per i prati e allora via, verso la nostra meta.
E’ nuvolo, ma le previsioni non danno pioggia. Le nuvole sono alte e le cime si vedono cmq tutte.
Arriva il nostro Stella. Mi fermo a guardare il canale.
Gulp!
Ogni volta che lo guardo mi chiedo se sono capace di salirlo. Stefano mi rincuora dicendomi che non è cosi ripido come sembra. Io spero che la morena sia libera e che domani saliremo da quella, anche se abbiamo dietro picca e ramponi.
Continuiamo lentamente a salire. Per fortuna la temperatura è fresca perché col cavolo che sono 300 metri! Sono circa il doppio con piu’ di 200 m di discesa.
Ecco, ci mettiamo circa 2 ore ad arrivare. Prendiamo posto, ci riposiamo e poi via a fotografare fiori.
Sono tantissimi e bellissimi e Stefano ne conosce moltissimi anche se continua a dire che deve ripassare perché un sacco di cose se l’è dimenticate. Mi racconta un sacco di cose botaniche ed è un vero piacere andare in giro con lui :)
Cena con gnocchetti di Chiavenna (slurp!) e bambini vocianti (azz …) e poi nanna.
Non hanno battuto ciglio quando abbiamo chiesto la colazione per le 5,30
Anzi.
Ci sono altri 3 che salgono lo stella e fanno colazione alle 5.
Bene, anticipiamo anche noi allora.
Sono contenta che ci sono altre 3 persone, pensavo di essere ancora una volta da soli.
In realtà avrei dovuto rifletterci: se fanno colazione cosi presto, un motivo ci sarà.
Stupidamente ho pensato che dovevano tornare a casa presto … mai dare le cose per scontate!!!
Buona notte :)




Quota partenza: 1.726
Quota arrivo: 2.042
Tempo salita (soste comprese): circa 2 ore
Tempo discesa (soste comprese): la faremo un altro giorno






sabato 4 luglio 2009

Mont Pancherot 2.614 m – 4 Luglio 2009


Gita tranquilla oggi, dislivello contenuto ma ambiente meraviglioso, sia dal punto di vista botanico che paesaggistico.
Ovviamente parto da Milano con almeno 3 idee in testa ma solo le cartine/relazioni per 2. Fino a Quincinetto sono indecisa e poi propendo per la Valtournenche. Per male che vada, salgo fino a Cervinia e vado a vedere sto rifugio Duca degli Abruzzi se hanno finito i lavori.
Arrivo a Perreres e parcheggio come da relazione. Ci sono i cartellini gialli ma nessuno che parla del Lago di Cignana. Vabbè, vado a Cervinia. Proseguo in macchina e poco dopo c’è l’area pic nic. Mi viene da fermarmi. Scendo dalla macchina e vedo laggiu’ altri cartellini gialli. Mi avvicino ed eccola li la mia meta. Si, perché mica era quel monte la mia meta iniziale ma una sorta di avvicinamento per vedere la strada per il rifugio Perucca Vuillermoz dove mi piacerebbe passare un paio di giorni.
Bene. Porto la macchina giu’ al parcheggio e mi preparo. Il Cervino è meraviglioso e cosi la parte del Rosa che da qui si inizia a vedere.
Ci sono altri 2 ragazzi che si stanno preparando e immagino vengano al colle con me.
Li lascio partire mentre faccio colazione e poi, con calma, mi incammino. Il pomeriggio il tempo si dovrebbe guastare per cui non ho molto tempo ma arrivare al colle il cartello indica 2 ore e mezza.
Mentre salgo medito.
Sono partita da circa 1800 m e il cartello segna la mia meta a 2.157 m
Inizio a fare i conti e non capisco come mai 2 ore e mezza per fare solo 300 m di dislivello …
Il sentiero è intercalato da una stradina, a volte asfaltata, che si abbandona quasi subito per riprendere il classico sentiero. Si arriva ad un alpeggio molto bello (fontana) e prosegue.
Ancora un po’ di bosco e poi siamo a mezza costa. Vedo i ragazzi la davanti a me … non sono poi cosi veloci, penso consolandomi poco.
I fiori sono meravigliosi, la temperatura lo è ancora di piu’ al punto che medito se è il caso di mettermi le maniche lunghe. Ma no, stringo i denti e mi godo il freddo proseguendo.
Ora inizio a capire. Il cartello parla di lago. La relazione del rifugio parla di 120 m di dislivello in discesa … IL COLLE!!! Ecco l’inghippo! Che tonta che sono … e dire che so benissimo che si deve passare per il colle!!!
In effetti giro l’angolo ed eccolo lassu’ il colle, a quota 2.441 Cosi le 2 ore e mezza assumono un altro significato.
Arrivo al colle. Vedo il rifugio lassu’, in mezzo alle rocce … ambiente davvero suggestivo ma il tempo si sta guastando e non me la sento di proseguire, anche se i cartelli dicono ancora 2 ore e 10.
C’è una cosa che cmq non mi torna rispetto al sentiero appena percorso: i vari cartelli alternano E con EE e una signora incontrata all’inizio del sentiero mi ha detto che c’è un pezzo esposto. Io non me ne sono resa conto, forse hanno sistemato il sentiero e non è poi piu’ cosi brutto.
Al colle vedo il cartello per il Mont Pancherot. 50 minuti per sentiero EE
Chiedo ai ragazzi, che sono arrivati anche loro da poco, ma neppure loro sanno il perché della doppia E. Andiamo a vedere.
Si prosegue in cresta. Bellissimo itinerario, sentiero marcatissimo, solo in un paio di punti un po’ esposto e qui l’esposizione si sente e chi soffre di vertigini forse è meglio se evita.
C’è ressa oggi, in totale siamo in 6 a salire, fermandoci affascinati da uno stambecco, da una marmotta, dal panorama …
In cima ognuno si prende il suo spazio per mangiare.
C’è un bivacco ma purtroppo è privato e quindi chiuso.
Mi godo la cimetta, foto a gogo’ ai fiori e poi, piano piano, inizio a scendere e qui le foto non si contano.
Arrivo alla macchina giusto in tempo per mangiare un po’ di frutta, sistemarmi e partire che iniziano i primi goccioloni. Volevo star qui a dormire ma con la pioggia mi passa la poesia.
E poi ho avuto la settimana pesante e sono stanca per cui, pian piano, mi avvio verso casa.