mercoledì 12 ottobre 2011

Grigna Settentrionale dalla Stanga – Zapel - Nevaio – Cornell Bus – m 2.410 – 12 Ottobre 2011


Che Avventura!
Si, con la A maiuscola perchè oggi credo proprio di aver dato il meglio di me stessa.
L'idea iniziale era: Cappelletta, Pialeral, Riva, Stanga, Nevaio, Cima, Pialeral, Cappelletta. L'importante era la salita dal Passo della Stanga, Passo Zapel e quindi, per la Via del Nevaio, in cima.
Era la terza volta che tentavo questo anello. La prima sono arrivata al Riva troppo tardi e mi sono resa conto che i metri di dislivello sforavano i 2.500 se salivo in cima :(
La seconda mi sono infognata in un sentiero e alla quarta volta che mi perdevo ho deciso di tornare indietro. Parlando poi con un ragazzo di Introbio, mi ha confermato che quel sentiero è ormai in disuso e non è per nulla semplice districarcisi; inoltre, non era poi tanto di meno il dislivello dalla prima volta :(
E siccome ho la testa dura, ne ho parlato a Nano il quale mi ha risolto il problema in quattro e quattr'otto: parti da Baiedo e scendi dal Cornell Bus!
Faccio i miei conti e vedo che ha ragione: alla fine saranno “solo” 2.000 m di dislivello … ce la posso fare!
Faccio 2 conti, immagino che ci metterò circa 5 ore a salire e cosi decido di partire presto. Solo che è talmente presto che arrivo a Baiedo che è ancora buio. Ne approfitto per un caffè, mi cambio le scarpe ascoltando il RadioGiornale (sempre belle notizie!) e poi parto.
Non dimentichiamo che siamo in ottobre e l'ora è ancora legale. Preferisco cosi, avere un'ora ancora di luce stasera perchè non so davvero come finirà questa avventura.
Mi perdo subito :) non do' retta al mio sesto senso (o più facilmente ai residui ricordi di un paio di anni fa quando salii per la prima volta al Riva) e non so più dove sono. Torno sui miei passi e vado d'istinto trovando la strada, il murales, il ponte … tutti i segnali che ricordavo: sono sulla retta via!
Fino al Riva è tutto a posto. Mi vengono incontro i 2 cani del rifugio che probabilmente hanno svegliato la gente fino a Primaluna :) Un saluto al gestore e la mia pausetta salta più avanti.
Non trovo il bivio. Il secondo intoppo della giornata. Eppure era qui, appena passato il rifugio … forse non era proprio “appena” ed in effetti, andando ancora un pochino avanti, lo trovo.
Via, presto … che la gita è lunga!
Passo la stanga, passo il canale dove mi ero fermata l'altra volta. Da qui, mi hanno detto che lo Zapel è vicino. Beh, avrei qualcosina da ridire :) Vicino l'entrata del canale perchè poi, percorrerlo tutto, ce ne vuole di tempo! Ci sono delle catene che aiutano la progressione (ma il mio mentore non vuole che uso le catene!) e si sale prima alla destra per poi traversare a sinistra. Un ambiente da favola! Ogni tanto ci si DEVE girare ad ammirare il panorama che oggi, giornata autunnale per calendario ma estiva per temperature, è davvero notevole.
Sono in ombra, e lo rimarrò fino a che non sbucherò in cresta. Meno male, mi viene da dire, perchè ogni tanto spira un'arietta calda … MA SIAMO AD OTTOBRE!!!
Finalmente sbuco nella valle. Già l'ambiente è cambiato, mi sembra di essere su quei ghiaioni tipici delle dolomiti. Ora qui siamo in un ambiente totalmente selvaggio. Stupendo. Lunare.
Sono sola, a parte il rifugista non ho ancora incontrato nessuno oggi, e ora il sentiero si fa un pochino più complicato, penso.
Dopo una brevissima sosta riparto. Devo seguire gli ometti ma il sentiero si vede ancora abbastanza bene. Incontro il sentiero ufficiale, il 37 e penso: bene, ora sono su una autostrada. ERRORE !
Arriva il primo nevaietto. Mi faccio prendere dai bolli rossi che vedo a destra e inizio a salire. Ma i bolli non ci sono più, non ci sono ometti, non c'è sentiero ma in compenso ci sono tanti ma tanti sassolini sotto i piedi e faccio una gran fatica per salire un pochino per capire la situazione. E appena mi sono alzata eccolo li che vedo il sentiero … ovviamente a sinistra del nevaietto :( Riscendi prestando la massima attenzione e via sul sentierino ritrovato.
Poi il sentiero continuo a perderlo. Mi devo fermare spesso per capire dove devo andare. I ricordi di quando lo feci con Andrea62 tanti anni fa sono sbiaditi. E poi salivamo dalla Bogani. Ma ecco che spunta il secondo nevaio. Uff … l'altra volta non c'era.
Ora, dovete sapere, che ho anche messo i ramponcini nello zaino perchè un mesetto fa sono salita in Grginone e ho visto che c'era sto nevaio. Eppure, pur di non salirci, mi guardo intorno e vedo, sulla destra, una serie di cengette che potrebbero fare al caso mio.
Bene, peso, e parto.
Si, le cengette fanno al caso mio, peccato che tra una e l'altra ci sia l'attraversamento di quel maledettissimo traverso pieno di sassolini che non ti fa stare in piedi. CHE FATICA!!!
Ma oggi sono determinata. Tengo d'occhio i segni dall'altra parte del nevaio e proseguo molto faticosamente. Finito il nevaio non so però più dove andare. Per fortuna ho le lenti a contatto nuove e con queste ci vedo un pochino meglio e vedo lassù la mia bandierina con il numero magico: 37!
Via. Tra perdite di sentiero, sguardi indietro, stanchezza che ormai si fa sentire arrivo in cima alla cresta, precisa precisa dove c'è il cartello che indica il sentiero del Nevaio … :)
Auto-pacche sulle spalle, e brava Silvia! Mi complimento da sola. Mi giro per dare un'occhiata al percorso fatto: una favola! Davvero molto, ma molto bello!
Ora sono davvero distrutta ma la cima è li che mi aspetta. Mi sembra di aver sforato di brutto le mie 5 ore previste invece ho ancora 20 minuti di tempo! Dai, muoviti! Manco fosse una scommessa da vincere voglio mantenere i tempi che mi ero prefissa e in 4 ore e 55 minuti dalla partenza tocco la croce … Non ho incontrato nessuno … NESSUNO lungo il percorso … chissà come mai … :)
Decido di andare a sedermi sulla panchina davanti al rifugi a riposarmi e a mangiucchiare. Pochissima gente anche qui … che strano … è cosi una bella giornata! I panorami sono fantastici, la temperatura gradevole … non capisco. Ma mi adeguo, ovviamente.
Devo decidere la via di discesa. Per oggi di avventura ne avrei abbastanza inoltre, l'idea di dover tornare indietro … brrrrrrrrrrr … ne ho già fatta tanta di strada!
Ma si sa, quando qualcosa mi frulla per la testa, quella deve essere. Mi incammino per la cresta. Al bivio per il Pialeral tiro dritto e vado per la via del Cornell Bus.
Ovviamente gente a gogò sulla cresta!
C'è un canale che, salendo l'altra volta che la feci di giorno, non mi creò nessun problema ma Nano dice che si deve scendere un bel pezzo per passare.
Arrivata qui perdo i bolli sbiaditi e non vedo più nessun ometto. Non mi scoraggio a vedere quel marciume e rocce invalicabili ed inizio a scendere … per sfasciumi … ancora Avventura!
Non ci siamo. Proprio non ci siamo. Non riesco proprio a capire da dove diamine si passa.
Scendendo mi sposto verso il versante opposto ma ad un certo punto devo piegare indietro.
Non ci siamo … uffi! Valuto la possibilità di tornare indietro... non se ne parla!
Provo a vedere se su Gipsy c'è ancora la traccia di un mesetto fa: c'è! Fantastico!
Beh … insomma … sono scesa troppo. Risalgo faticosamente aggrappandomi ai ciuffi d'erba e alle poche rocce stabili fino a che non sono all'altezza della traccia. In ogni caso non mi sembra agevole passare. Mi guardo intorno. Li, quella cengetta … un pochetto esposta ma appigliata. Dai, coraggio, vai!
Esco fuori dal canale, scollino … un respiro di sollievo: arriva la cresta erbosa! Dovrei aver finito di tribolare.
E mentre sono sulla cresta erbosa vedo finalmente qualcuno. Sembra che mi saluti. Ma no, ha solo i bastoncini infilati nello zaino.
Spero stia salendo, cosi gli chiedo la conferma (come se ne avessi bisogno!) che di qui si scende a San Calimero.
Occavolo … sta scendendo … no … NO! Accelero il passo … a no, mi sono sbagliata.
Ora si ferma. Continua a fotografare dalla mia parte … che ci sarà mai dietro di me?
Arrivo: ciao, sei la prima persona che vedo sui sentieri oggi :)
Ciao heliS, anch'io non ho visto nessuno.
Gasp! Mi conosce … ma chi sei?
Ecco svelato l'arcano: è un ragazzo che fotografa meravigliosamente … e mi ha riconosciuto dai report che Nano mette su On-Ice.
Lo abbraccio e lo bacio apostrofandolo: sei un mio mito! E inizio a fargli i complimenti per le ultime salite (il Monviso … SOB!)
E poi le chiacchiere non si sprecano, è carino, dolce e simpatico. Ma è ora di riprendere i rispettivi sentieri, non prima di essermi assicurata che il sentiero mi porta a San Calimenro :) Saluti e baci e ci si divide.
E' davvero piccolo il mondo ora che c'è Internet ad avvicinarci, penso mentre scendo.
E' ancora lunga la discesa e mentre penso ai fatti miei scivolo e cerco di spaccarmi un gomito :( Per fortuna il tentativo è andato a male, è solo una botta e un po' di escoriazioni, ma non posso stare più attenta? mi sgrido da sola.
Finalmente arrivo a San Calimero, dove mi concedo un'altra sosta. Ora fa davvero caldo, per fortuna qui c'è acqua perchè il mio litro e mezzo è finito.
Sono giornate strane queste perchè guardando la mia ombra, mi viene da dire che sono le 6 del pomeriggio. Sono un pochino abbattuta perchè è tardi quando guardo l'orologio: le 3 e mezza … ah già, siamo in ottobre!
La discesa è davvero lunga, i piedi brontolano, le ginocchia cigolano e i muscoli delle cosce minacciano lo sciopero ma la testa è ancora forte e prende il sopravvento sul fisico e, prendendo un altro sentiero che taglia fuori il Riva, arrivo ai Piani di Nava. Ancora un po' di sofferenza prima di vedere le case di Baiedo.
Quando sono alla macchina non ho il coraggio neppure di mettere le scarpe … come vorrei i miei sandali!
Morale: vuoi una mega gita in ambiente fiabesco, selvaggio, solitario e magico? Ti consiglio questo giretto :)
Quota partenza: m 600
Quota arrivo: m 2.409
Dislivello secondo Gipsy: m circa 1.930
Tempo totale, comprese le soste: 9 h 56 m
Km percorsi secondo Gipsy: 20
heliSLaLenta

sabato 8 ottobre 2011

Cima di Menna – m 2.300 – 8 Ottobre 2011


Ho letto di un po' di gite fatte nella tormenta piuttosto che con neve/ghiaccio in questo we … esperienze e avventure davvero notevoli ma io non ho ancora voglia di freddo e neve. Per fortuna ho il mio “mentore” che mi avvisa: la gita che vuoi fare tu ha un bel percorso si cresta … occhio al vento! Noi si va in Orobie, ben riparati, vuoi venire?
Va bene, accetto la proposta e mi aggrego al suo gruppo.
E' il momento delle repliche e oggi tocca alla Cima di Menna, salita in versione invernale.
Credo di aver superato ogni mio record di salita: 2 ore e 10 minuti per circa 1.200 m!
Per raggiungere questo record non ho fatto neanche uno scatto per cui le foto sono tutte di Nano
Non ci credo … oltretutto, grazie ad una strana serie di coincidenze riesco ad arrivare per prima in vetta, un record che difficilmente ripeterò con questa ciurma :)
La salita è bella anche in questa stagione, coperti dal vento e con un bellissimo panorama.
Divertente la salita, piacevole la sosta in cima.
Poi si scende e si torna al Bivacco M.A.G.A. (Menna Arera Grem Alben)
Abbiamo fatto lo stesso giro ad anello che feci con l'OGM Tour solo che, invece di scendere alle baite e quindi nel bosco, i soci hanno preferito terminare la cresta, scendere per ripidi pratoni (ma mooooooooooooolto morbidi, dove abbiamo incontrato anche una viperella un po' indormenta visto la vicinanza del letargo ma non tanto da farsi fotografare!) e quindi ricongiungersi al sentiero.
Bel giro anche in autunno, non c'è che dire!
Quota partenza: m 1.100
Quota arrivo: m 2.300
Dislivello secondo Gipsy: m 1.300 circa
Tempo totale, comprese le soste: 5 h
Km percorsi: 10,7 circa
heliSLaLenta

domenica 2 ottobre 2011

Mont Glacier da Champorcher-Dondena - 2 Ottobre 2011


Questa volta lascio ad Andrea il compito di raccontare la gita!

Vista da Andrea62

Da Dondena il Mont Glacier appare sopra di noi come una montagna meno scenografica del vicino Mont Delà, del Bec Costazza e perfino della massiccia Torre Ponton. Però il Glacier è la cima più alta della valle di Champorcher e vista da altre montagne valdostane, per esempio dallo Zerbion, toglie ogni dubbio.
Ma veniamo alla descrizione della gita cominciando dall'autogrill dove tramite heliS ho avuto la soddisfazione di conoscere patripoli, di cui ho già letto qui molti resoconti.
Poi faccio presente che oggi per l'escursione mi sono portato anche una guida quasi nuova, comprata nel 1980, spinto dalla curiosità di vedere se le cose sono cambiate. Due anni fa da queste parti, al lago Vercoche, non era cambiato nulla. "Ti ricordi anche dove l'hai comprata e quanto l'hai pagata?" scherza heliS. "L'ho comprata al rifugio Vittorio Sella e l'ho pagata 8.000 lire" rispondo io.
Lasciata l'auto a Dondena (2100 m), lungo la stradina sterrata passiamo il ponte sul torrente principale. Poco dopo, prima di un altro ponticello, prendiamo a destra un sentiero che sale prima ad una tipica malga con stalla lunga e bassa, poi perdendosi ogni tanto per pochi metri nell'erba riporta sulla sterrata dopo aver saltato il primo ampio tornante ma anche il bel rifugio Dondena. Proseguiamo lungo la sterrata fino ad incontrare, a circa 2300 metri, il ponte che sulla destra ci fa passare di nuovo il torrente e incontrare il confine del Parco del Monte Avic.
La mia guida quasi nuova non menziona nè il rifugio nè il Parco.
Da qui si vede il nostro sentiero che risale il pendio erboso con tornanti ampi, per nulla ripidi ma di conseguenza molto lunghi. A circa 2500 metri lasciamo a sinistra il sentiero per il col Mezove e superati gli ampi tornanti il nostro sentiero si immette in una valletta, lascia in basso a destra il lago Gelato e raggiunge il Col Fussi (m.2910) tra il Monte Delà e il Mont Glacier.
Una scritta su un sasso indica "Fenis" sul versate opposto, per la lunga val Clavalité. Un peccato non avere un conoscente che ci aspetti là con un'auto.
Il ghiaioso versante di salita (sud-ovest) del Mont Glacier  è ora davanti a noi, rimane da individuare il sentiero che taglia la pietraia da sinistra verso destra. Un pò la traccia quasi sempre presente, un pò gli ometti nei pochi tratti dove essa è meno visibile e raggiungiamo la cresta sud della montagna a circa 3080 metri.
Da qui sempre per traccia, ora necessariamente un pò ripida, raggiungiamo la cima. Pochi metri prima compaiono sullo sfondo le Alpi Pennine dal Mont Velan al Monte Rosa: le conosciamo bene ma i panorami che regalano sono sempre un bello spettacolo.
Uno bravissimo potrebbe individuare le varie vette del gruppo del Bianco, che appare verso ovest, uno bravo come me nomina le varie cime del gruppo del GranPa  non accontentandosi della cima massima. "Sei tornato il solito sapputello" scherza heliS e tutto sommato mi va bene così.
Per la prima volta vedo il laghi del Parco del Monte Avic, proprio sotto di noi, e qui è heliS a farmi da guida indicandomi i vari itinerari del Parco.
La discesa è solo un pò lunga viste le caratteristiche del percorso, e pensare che il parcheggio di partenza sta quasi sotto la verticale della cima.
Al col Fussi il mio occhio vigile individua uno stambecco.
Verso la fine della gita passiamo dal rifugio dove ci concediamo un meritato rinfresco vista la temperatura decisamente calda.
Prima di Champorcher infliggiamo nuovamente 5 km di sterrato alla mia auto, questa sì quasi nuova.    

sabato 1 ottobre 2011

Traversata dei Ponteranica - 1 Ottobre 2011

Vista da Nano

Sono stato diverse volte al Ponteranica con gli sci in inverno, ma mi sono accorto che questa montagna era per me tutta da scoprire. Si, perche le cime sono tre e per farle tutte bisogna percorrerre un lungo giro e armarsi di attrezzatura per il bellissimo Ponteranica Ocidentale.
Partiamo dal parcheggio degli impianti, siamo io , Pinuccio e la Silvietta. Ci dirigiamo dapprima al lago di Pescegallo, poi ci inoltriamo nel vallone del Ponteranica fino a che questo si stringe.Ora raggiungiamo svoltando a destra la cresta della cima di Pescegallo.
Dopo un primo tratto erboso superiamo una strozzatura con passaggio di III (breve) e raggiungiamo l'affilato filo di cresta. Questa crestina è molto bella e per niente difficile nonostante la ripidità e l'esposizione. Passiamo una madonnina ed in breve siamo in vetta alla cima di Pescegallo.
Ora abbiamo davanti a noi la cima del Ponteranica Occ., questa si raggiunge con una divertente e facile crestina.Arrivati sulla cima diamo un'occhiata al resto dell'itinerario.
Per scendere e continuare sulla cresta verso Est dobbiamo superare un intaglio di 50 Mt molto impressionante. Raggiungiamo la base dell'intaglio con due doppie( cordini in loco, attenzione che la prima doppia è di 25 mt effettivi).
Ora saliamo un tratto del dentino e poi con un 'altra doppia scendiamo su terreno sicuro sul versante Bergamasco.
Le difficoltà ora sono finite, riponiamo l'attrezzatura e percorriamo la bella cresta fino al Ponteranica orientale, che si raggiunge con una breve ma esposta paretina dopo essere scesi in un canalino sassoso sul versante Nord.
Chiudiamo il giro percorrendo la cresta che scende verso Nord e che divide la val Bomino dall valle di Pescegallo fino a che un canale ci riporta nei pressi della diga.

Vista da heliS

"Sono un pochino costipato, oggi facciamo una cosa tranquilla: andiamo a cercare di capire qualcosa dei Ponteranica!"
Questo l'invito :) Anch'io ero salita sui primi 2 e non avevo ben capito perchè qualcuno mi diceva che non ero salita sul Ponteranica, altri si ... il perchè è presto detto: il Ponteranica è una cresta con molte cime, 3 delle quali nominate e principali.
Ora, con la pazienza e l'esperienza dei miei 2 angeli custodi, posso finalmente dire di averli saliti tutti e tre :)
Grazie ragazzi, la Val Gerola non delude davvero mai!



heliSLaLenta