giovedì 23 maggio 2013

Corno Birone m 1.116 – Monte Rai m 1.261 – Cornizzolo m 1.241 - 23 Maggio 2013






Regione:Mondo » Italia » Lombardia
Data della gita:23 maggio 2013
Difficoltà escursionismo:T2 - Escursione di montagna
Waypoints:
Tempo:5:30
Salita: 1210 m
Discesa: 1210 m
Percorso:Civate - San Pietro al Monte - Corno Birone - Monte Rai - Cornizzolo - Rifugio SEV - San Pietro al Monte - Civate
Accesso alla località di partenza:Da Civate, salire alla località Pozzo dove si trovano diversi piccoli parcheggi.



Mi sveglio presto e sento il rumore del vento … mi giro dall’altra parte: sia Kyra che la sottoscritta non amano molto il vento.
Un quarto alle 7 mi alzo e guardo fuori: nuvolo.
Andiamo bene, penso scoraggiata.
Con calma sfamo i gatti, saluto Kyra e poi colazione.
Faccende di casa, sempre con molta calma; uno sguardo alla posta, sempre con molta calma.
“Guarda che se vuoi andare ti devi dare una mossa!” La vocina dentro di me.
Poi penso a Kyra, ieri si è goduta un mondo il giretto mattutino alla Baita Patrizi e oltre, come negarle anche oggi un giretto? In fin dei conti non piove.
Mi costringo cosi ad uscire.
A Civate ci sono stata circa un mese fa con Giuliano che mi ha dato i punti di riferimento per ritrovare la strada con la macchina, ma io no, non mi fido e metto il waypoint sul GPS.
Risultato mi perdo.
La giornata continua peggio.
Crapona come pochi, vado finalmente “a naso” e mi ritrovo ad un parcheggio che ricordo come punto di partenza, ma di tanti anni fa.
Va bene lo stesso, non farò il sentiero che avevo in mente ma non importa.
Ovviamente sono a uno sputo dal parcheggio di un mesetto fa, ma non ricordo assolutamente dove avevamo messo la macchina. E cosi, salendo dalla strada, mi ritrovo lo stesso alla località Pozzo, da dove parte il MIO sentiero. Le cose forse iniziano a girare in questa strana giornata.
Prendo il sentiero che mi porta al Buco della Sabbia e alla falesia di Civate. Torno giù alla grotta e poi scendo per capire se c’è altro. Le falesie, si sa, sono quasi sempre in posti molto impervi e cosi si scende attaccandosi alle catene per evitare di scivolare nel fango … e chi me lo fa fare? Torno su, va bene cosi.
Passo a dare un’occhiata al Casotto Partigiano e poi torno al mio sentiero che mi porterà a San Pietro al Monte. Bello … bellissimo … come sempre … e sta uscendo il sole … la giornata si sta facendo eccezionale …
Kyra è strafelice, io sto fotografando un sacco di fiori, la temperatura è perfetta e la giornata limpidissima: devo dire che il malumore che mi si è creato dagli ultimi avvenimenti (in particolare ieri) mi sta un po’ passando.
Prendo quindi il sentiero 7 che mi porterà al Corno Birone. Nonostante bazzico abbastanza spesso la zona qui su ci sono stata solo una volta e con un ventaccio da paura.
Il sentiero è bellissimo, un po’ nel bosco e poi fuori, tra i prati verdi e 1000 fiori colorati e una veduta sui laghi mozzafiato.
Mi fermo per la sosta banana non perché abbia fame o sia stanca, semplicemente voglio godermi il sole, il caldo, la vista, il silenzio, la natura …
In cima faccio un po’ di numeri per la foto di vetta (Kyra e Arty di certo non aiutano), mangio qualcosina e poi via, verso il Monte Rai.
In cima decido di fare un’altra sosta, questa volta la voglio luuuuuuuuunga. Mi tolgo lo zaino e inizio a fare qualche foto. Vedo da lontano uno che si avvicina … mi saluta … io sono educata e anche se non so chi è contraccambio il saluto. Man mano che si avvicina mi fa dei gesti come a dire: aspettami che mo’ ti spiego!
Ma chi è?
Longilineo, alto … che sia Mario? Ma no … lavora!
Mah … incuriosita lo guardo arrivare. Mi sorride, mi saluta: Ciao, sono Mauro …
QUEL MAURO???? Dico sorridendo … finalmente ci si incontra!
E iniziamo a chiacchierare. Il feeling è subito sentito e parlando di montagna poi …
E poi arriva Danilo. Mauro l’ha già conosciuto poco prima e anche con lui le chiacchiere non si sprecano.
Per farla breve, dopo 2 ore (sissi, 120 minuti!) morendo di freddo perché il sole ci ha abbandonato e con un po’ di dispiacere ci salutiamo: Mauro e Danilo scendono al Corno Birone io salgo invece la mia ultima cimetta della giornata. Per fortuna viene fuori ancora un po’ di sole e riesco a fermarmi ancora qualche minuto ma non in cima … le bestie ormai pascolano e vi lascio immaginare cosa non ho trovato sotto la croce!
Un’altra nota di colore bella della giornata l’ho trovata in rifugio. Mauro mi aveva avvisato e  trovo un’orda di persone … di giovedì? Ebbene si, dei volontari, aiutati dal Soccorso Alpino, hanno portato su una marea di ragazzi disabili … la caciara, per una volta, è bellissima! Ragazzi in carrozzina che sono saliti in macchina/pulmino insieme ai ragazzi che possono camminare e che sono saliti dalla strada … mi si è sciolto il cuore, giuro!
Vediamo, magari più avanti riesco pure io a dare il mio piccolo contributo a questo tipo di iniziative.
Il sentiero che decido per la discesa è uno schifo. All’inizio è ripido, ma per quello non mi preoccupo, poi è però un pantano. Questo versante della montagna ha molta più acqua di quello da me salito e a volte lo scivolone è evitato proprio per un soffio. Per la gioia di Kyra. Già ieri si era conciata da buttare via ma una spazzolata l’ha resa ancora presentabile, oggi mi sa che finisce il lavoro … vabbeh, tanto sabato c’è un mega bagno in previsione della Festa del Bastardino che si terrà a Erba domenica e dove, ovviamente, Kyra e io parteciperemo.
Per fortuna, essendo giovedì, incontro poco o nessuno in discesa. Toppo la scala per scendere alla macchina ma la ritrovo lo stesso :)
Mi concedo un bel gelato. La meteo ha tenuto tutto il giorno, ora fa caldo come deve fare a maggio. Kyra è stanca ma io preoccupata le guardo tutte le zampine per assicurarmi che non ci sia qualche altro taglio ma no, è proprio solo stanca …

Oggi ho avuto il piacere di camminare con Kyra e Arty

heliSLaLenta

Quota partenza: m 300
Quota arrivo: m 1.116 – 1.261 – 1.241
Dislivello secondo Gipsy: m 1.210 circa
Tempo totale: 7 h 26 m con chiacchiere … togli 2 ore di chiacchiere
Km percorsi secondo Gipsy: 12,5 circa

sabato 18 maggio 2013

Piz Tri m 2.308 - 18 Maggio 2013





Regione:Mondo » Italia » Lombardia
Data della gita:18 maggio 2013
Difficoltà escursionismo:T2 - Escursione di montagna
Waypoints:
Tempo:6:45
Salita: 1200 m
Discesa: 1200 m
Percorso:Parcheggio Loritto 1150mt.- Fienilvento 1705mt.- Laghetto 1950mt.- Piz Tri 2308mt.
Accesso alla località di partenza:Percorrere la Val Camonica fino a Malonno dopodichè svoltare a sinistra seguendo le chiare indicazioni per Loritto su stradina a tratti un po' stretta. Oltrepassare l'abitato ed altre case sparse lungo la strada principale finchè essa diventa sterrata; poco dopo cartello indicatore per Piz Tri sulla sinistra (4h.).
Numero delle carte geografiche:N° 94 Kompass Edolo - Aprica



Questa cima la voglio dedicare a Pinuccio, che ci ha lasciato 6 mesi fa e a Giuliano che con generosità e coraggio ha rischiato la vita per cercare di soccorrere il suo amico.

Cercare una meta badando a non prendere la pioggia in questi giorni è difficile ma Luca è ottimista: all’est è meglio!
Dopo un po’ di incertezze se portare o meno Kyra con noi, l’equipaggio si ritrova alle 6:15 a Calco e via verso la Valcamonica.
Ho sonno, tanto sonno e non vedo l’ora di bere il caffè. Appena prima della salita per Loritto ci fermiamo ma non mi lasciano portare Kyra nel bar :( … e che male potrà mai fare la mia pulciottina? E cosi io rinuncio al caffè (e anche alla brioches) proprio perché questi divieti fanno fatica ad entrarmi in testa.
Iniziamo a camminare con un bella temperatura fresca, Kyra è felicissima di tornare in montagna dopo quasi 3 settimane. Il percorso è ben segnalato e ci godiamo la mattinata di sole al cospetto dell’Adamello, Carè alto … una favola! I boschi sono quelli del Trentino (d’altra parte ci siamo molto vicini) e siamo, tanto per cambiare, da soli.
Abbiamo capito che ci toccherà pestare neve fresca ma quando vediamo la nostra cima non crediamo ai nostri occhi: è tutta innevata!
Ripeto, caldo non fa e ad un certo punto mi infilo pure il pile.
Kyra, appena tocca la neve, mette su uno spettacolino mica male: la adora!
Il sentiero è alternato ad una “strada” che ci porta, tornante dopo tornante, verso la vetta. Dopo i 1.900 m è neve continua ma per fortuna non troppo profonda. Kyra corre continuamente tra me e Luca dimostrando cosi tutta la sua gioia … e l’attaccamento alla sua padrona … anche se preferisce sempre accodarsi al primo della banda :)
In cima ci accoglie un vento gelido. Mettiamo tutti i vestiti che abbiamo, saliamo le roccette per vedere il versante dell’Aprica (Kyra non ne vuole sapere … “Fa fredddddddooooo e questo vento è geeeeelidooooo” sembra dirci!)
Fa talmente freddo che non riusciamo nemmeno a fare la foto di vetta tutti e 4 insieme.
Cerchiamo di firmare il libro di vetta e qui giungo alla conclusione che ormai non ha più senso farlo: pieno di cavolate che rendono la firma e gli scritti pressoché inutili. Inoltre, la penna non scrive! Troppo freddo! In montagna molto meglio mettere le matite che l’inchiostro gela!
Valutiamo che siamo qualcosina sotto zero e mentre Luca si appresta a fare ancora qualche foto io e Kyra scendiamo, cercando con il movimento di scaldarci un pochino. Ce ne metto di tempo per avere le mani ancora agibili … cavolo …. 18 maggio :(
Decidiamo di andare a mangiare al lago, posto davvero incantevole, ma che ci riserva una brutta sorpresa: sul fondo ci sono un sacco di rane morte … poi abbiamo trovato le sacche con i girini, ma non abbiamo capito come mai la moria di rane.
Una piccola scappata alla sorgente e poi di nuovo verso casa.
Vabbeh, siamo rilassati, l’ambiente è bucolico e noi ci perdiamo una, due, non so più quante volte ma è sempre Gipsy a portarci sulla retta via. Per carità, non sarebbe successo nulla a prendere un sentiero sbagliato e d’altra parte la cartina serve proprio a fare zavorra nello zaino: il nostro sentiero non è neppure segnato … indovinate un po’ di quale cartina parliamo?
Scendendo abbiamo incontrato una cagnolina, spaventatissima, con collare … Kyra non si è di certo lasciata scappare l’occasione di fare la “stronza” e cosi è stato duro trascinarla via dalla povera tapina che se poteva si sarebbe nascosta sotto terra. Solo che a me un dubbio è venuto: di chi è quella cagnolina? Quasi quasi torno a prenderla. Luca mi ferma, il padrone sarà qui in giro, ci sono altre baite … ma io non sono tranquilla.
Arrivati sulla strada troviamo una Panda (ovviamente verde) che ci chiede se abbiamo trovato una cagnolina … sorrido, gli faccio vedere la foto della casetta nei dintorni della quale l’abbiamo vista e lui mi dice che fa sempre cosi, va in giro e poi non vuole mai tornare a casa … ma ci torna sempre :) Dopo poco ci supera con la sua pandina, a bordo la cagnolina … tutto è bene quel che finisce bene.
Passeggiata davvero semplice ma remunerativa per lo splendido balcone, per i boschi, per la lunghezza del percorso anche se il dislivello è contenuto.
Insomma: bravo Luca, un’altra ottima scelta ;)

Oggi ho avuto il piacere di camminare con Kyra, Luca e Priscilla

heliSLaLenta

Quota partenza: m 1.150
Quota arrivo: m 2.308
Dislivello secondo Gipsy: m 1.200 circa
Tempo totale: 6 h 42 m
Km percorsi secondo Gipsy: 17,1 circa

domenica 12 maggio 2013

Monte Secco anticima m 2.216 e Cima m 2.266 - 12 Maggio 2013





Regione: Mondo » Italia » Lombardia
Data della gita:12 maggio 2013
Difficoltà escursionismo: T4 - Itinerario alpino
Waypoints:
Tempo: 7:45
Salita: 1400 m
Discesa: 1630 m
Percorso:Cerete 814mt.- Cacciamali 1032mt.- Baita Alta di Monte Secco 1714mt.- Anticima 2216mt.- Cima del Monte Secco 2266mt.
Accesso alla località di partenza:Da Bergamo lungo la Val Seriana appena dopo il bivio per Ardesio seguire a sinistra le indicazioni per Cerete.
Numero delle carte geografiche:N° 104 Kompass Foppolo - Valle Seriana



Del Monte Secco me ne aveva parlato sabato e mi aveva stuzzicato la facile ma esposta cresta e il fatto che non ci fossero poi molte relazioni in giro; mettici poi un po’ di dislivello e il gioco è fatto.
La mia testa non è ancora tornata e di questo me ne sono resa conto sui facili passaggi di roccette o sui passaggi di cresta innevati, ma Luca era li, con la sua presenza e la sua offerta di aiuto mi ha confortato. Non ci sono molte persone cosi disponibili … grazie Luca, la tua amicizia è per me molto preziosa!

Arrivati al parcheggio troviamo un simpatico villico che ci offre un passaggio fino a Cacciamali. Non è per i 200 m che ci risparmiamo, ma come si fa a dire di no a una persona cosi gentile? E cosi ci racconta che a Cacciamali ci abitavano fino ai primi anni 60 e che il Monte Secco non si chiama cosi per nulla, non c’è una goccia d’acqua su tutto il percorso.
Non ci è venuto subito in mente e cosi non lo abbiamo chiesto a lui ma le poche relazioni parlano di cavalli e qualche mucca su alle baite … e come fanno senz’acqua? Inoltre, anche al paese di Cacciamali sembra che non ci sia acqua … e come ci vivevano/vivono?

La giornata è spettacolare, il bosco vario e bellissimo. Ce la godiamo tutta. Ipersegnalata fino alla baita, dove ci fermiamo per una piccola sosta banana, da qui in poi è invece più all’avventura.
Per ora abbiamo visto solo una persona ferma li alla baita. Siamo soli, il panorama è superlativo, su tutte le meravigliose cime orobiche, la temperatura fresca e la primavera che sta finalmente sbocciando.
Siamo letteralmente estasiati … e poi iniziamo la cresta :) Ci sono bolli gialli da seguire e la croce è li che ci aspetta. Sembra vicinissima e invece ce ne vorrà di strada per salire!
Facili passaggi di roccette rendono piacevole la salita … e mi fanno tirare il fiato … sono piuttosto stanca e mi sembra di bere molto (benedetta cannuccia che non mi fa rendere conto che in realtà, a piccoli sorsi, l’acqua viene centellinata e l’idratazione è ottimale, almeno per me).
La cresta è semplice ma esposta, se si soffre di vertigini è meglio pensarci un attimo.
Finalmente siamo alla croce, l’anticima del Monte Secco dove una domenica d’estate salgono con le torce e la illuminano e si vedono sulla croce tutti i porta torce.
Da qui vediamo la nostra meta: quanto mi sembra lontana! E quanto mi sembra ripida! E quella neve sulla cresta la riusciamo a evitare?
Ci riposiamo proprio un minuto e poi partiamo per la cima.
La discesa all’inizio non è bellissima, sassolini che ti scivolano sotto lo scarpone e piuttosto ripido. Poi migliora. In salita ci siamo divertiti anche qui a cercare i facili passaggi di roccia fino al pendio finale, tutto di erba, dove ho tirato le cuoia per arrivare in cima. Alla fine non era poi cosi lontano, una mezz’oretta dall’anticima.
Per fortuna ci raggiungono due ragazzi con cui scambiamo le foto di vetta.
Mentre siamo li a goderci la nostra cima (il sole ora non c’è quasi più … ovviamente!) Luca mi dice: aspettami qui, si alza e se ne va.
Nessun problema. Io mi godo il panorama pensando ai fatti miei, i due ragazzi scendono e sono li sa sola. Per me non è facile tornare in montagna e i pensieri che mi frullano in testa ve li lascio solo immaginare.
Poi per fortuna Luca torna e mi dice che è stato sull’altra cima.
Azz … ma sarai stato via neanche un quarto d’ora!
Non è cosi lontana …
Ma come … è ben più lontana dalla nostra anticima!
Ma no, guarda che sbagli!
Ma va … ho visto dov’era!
Alla fine ci alziamo e andiamo a vedere e capiamo che entrambi avevamo ragione: io parlavo della Cima del Fop lui della cimetta non segnalata che effettivamente era vicinissima …
Ridendoci sopra iniziamo a prepararci per la discesa, io ormai sono mezza congelata e anche Luca non muore di caldo.
Facciamo i primi passi e ci accorgiamo che arriva della pioggia gelata … ok, cerchiamo di fare in fretta che voglio essere alla baita prima che inizia a piovere, penso, e cerco di stare al passo di Luca.
Per scendere troviamo dei passaggi molto più semplici che all’andata; ci confrontiamo per capire qual è la valle da dove scendere e abbandoniamo la cresta per i ripidi prati. Troviamo alla fine anche dei segnali, che ovviamente perdiamo in vista della baita ma poco importa.
Ci fermiamo un attimo per ammirare il percorso ma le prime vere gocce di pioggia ci fanno scappare … mica pensavamo di passare una giornata senza un pochino d’acqua, vero?
Nel bosco possiamo toglierci anche lo spolverino. Il sentiero è piuttosto ripido e scendiamo abbastanza veloci a Cacciamali. Io sono stremata e spero fino all’ultimo che il nostro passaggio del mattino sia ancora li, ma niente da fare.
Luca vuole anche visitare il paese … sgrunt … però ha ragione, qui difficile che ci tornerò per cui mi accodo stancamente.
E poi gli ultimi 200 m; a volte sterrati, a volte cementati, a volte con sassi incastrati nel terreno ma sempre ripidi! Per fortuna chiacchierando non ci rendiamo poi neanche tanto conto della lunghezza del percorso.
I piedi dolgono e sono stanca quando guardo l’altimetro: i km non sono molti ma il dislivello in discesa supera i 1600 m … bene, sono proprio contenta! A parte la lunga sosta in cima non ci siamo praticamente fermati né in salita né in discesa … questo si che è allenamento!
Grazie Luca, una splendida giornata, una splendida salita e una splendida compagnia!
Alla prossima

Oggi ho avuto il piacere di camminare con Luca e Arty

heliSLaLenta

Quota partenza: m 814
Quota arrivo: m 2.266
Dislivello secondo Gipsy: m 1.400 circa in salita e 1.630 circa in discesa
Tempo totale: 7 h 45 m
Km percorsi secondo Gipsy: 11,2 circa a piedi, 12,4 circa totali

sabato 4 maggio 2013

Monte Tabor m 2.079 e Pizzo di Sebol m 1.706 Buona la terza! - 4 Maggio 2013





Regione: Mondo »  Italia » Lombardia
Data della gita: 4 maggio 2013
Difficoltà escursionismo: T3 - Escursione di montagna impegnativa
Waypoints:
Tempo: 6:30
Salita: 1077 m
Discesa: 1077 m





E’ un periodo di forti delusioni, alcune piccole altre molto grosse per cui, quando Luca accetta la mia proposta per il Tabor ne sono strafelice … Luca è una certezza quando mi accompagna in montagna!
La giornata parte storta: Kyra non può venire perché ha una zampina ferita dalla gita del primo maggio e debbiamo aspettare che cicatrizzi e sarà davvero molto dura convincerla che deve stare a casa; mentre sono in bagno sento un bel rumore di vetri rotti … CHE SUCCEDE? urlo sapendo benissimo che i miciotti non possono rispondere; entro in camera e un buon odore di nocino mi avvolge … sgrunt … metti fuori i mici, raccogli i vetri della bottiglia, cerca di raccogliere il liquore appiccicoso e poi chiudi la porta a chiave, ci penseremo stasera … meno male che ero in anticipo.
Arrivo all’appuntamento a Como e scopro che il mio parcheggio è stato chiuso :( ci sono solo pochi posti ma per fortuna uno lo trovo per la mia macchina.
Poi via, con Luca, chiacchierando fino ad arrivare a San Bartolomeo. Per fortuna mi ricordo bene tutta la strada e indico a Luca dove andare: io voglio provare a salire su fino a Oggia, sperando di trovare parcheggio perché la strada l’ho fatta una volta ed è molto ma molto noiosa.
Poi è tutto filato liscio. Il sentiero non è praticamente tracciato, anche se la Kompass lo riporta.
Noi decidiamo di seguirlo per cui saliamo prima all’alpe di Sebol (dove inizia a piovere) e poi alla bocchetta di Sebol (dove inizia a grandinare). Inutile chiedere a Luca che facciamo, la cima è li a pochi minuti per cui mettiamo gli spolverini e su a testa bassa.
In cima non siamo premiati dal panorama (che cmq conosciamo piuttosto bene) ma mi dispiace di non vedere la cresta per il Marnotto e il Bregagno, mi sarebbe piaciuto proseguire un po’ ma le condizioni non sono di certo le migliori.
Foto e poi iniziamo a scendere per la cresta … e pian piano torna il caldo, il sole e smette di piovere quindi sosta pranzo e poi, con taaaaaaaaaaanta calma scendiamo fotografando a gogò tutti i fiori che incontriamo.
Ci incasiniamo dopo la cresta e ci divertiamo a cercare di indovinare la via migliore di discesa … che non troviamo e scendiamo per ripido prato pieno di erba secca e scivolosa fino ad incontrare il sentiero.
Nel piccolo borgo sopra Oggia troviamo chi ci offre il caffè con grappa e un bicchiere di gazzosa, ci fermiamo a fare 4 chiacchiere con il nostro simpaticissimo ospite e poi verso casa.
Gelatino ad Argegno.
Cosa puoi volere di più?
Ah … beh … se ci fosse stata Kyra con noi …


Oggi ho avuto il piacere di camminare con Luca

heliSLaLenta

Quota partenza: m 1.077
Quota arrivo: m 2.077
Dislivello secondo Gipsy: m 1.070 circa
Tempo totale: 6 h 23 m comprensivi però di chiacchiere con birretta a Oggia ospiti del simpatico villico
Km percorsi secondo Gipsy: 11,5 circa