lunedì 28 luglio 2008

Corno Bussola –3.023 m – 27 Luglio 2008

La notte porta consiglio. E io mi sveglio accaldata: il ventilatore si è spento. Poco male, lo riaccendo. Non parte, accendo la luce: ecco, è andata via la corrente dal palazzo! Meno male che mi sono svegliata cosi monto l’orologio e non rischio di addormentarmi se non torna la corrente.
Le previsioni dicono che in Vallèe la nuvolosità si dirada al mattino e poi bello, per cui mi permetto un’ora di sonno in più rispetto a domenica scorsa.
Sono lenta, anche a preparare lo zaino ieri sera qualcosa non funzionava.
Parto.
L’autostrada non è chiusa e …. CA@@O!!!!! Ho lasciato a casa la macchina fotografica :(
Sto per tornare indietro ma faccio rapidamente 2 conti e vedo che ritardo troppo. Vado senza e cerco di convincermi che può essere una nuova esperienza. Di sicuro ne trarrà beneficio il mio allenamento. Altra considerazione è che mi sono disamorata di questa macchina e ho già la testa nella nuova Canon che prima o poi arriverà.
Viaggio tutto liscio, nessun intoppo. Parto in perfetto orario preventivato, e cioè alle 10.00 … precisione sfizzera!
Sapevo che avrei incontrato parecchia gente, almeno fino al Rifugio Arp, ed in effetti è cosi. Il tempo è bellissimo, la giornata non troppo calda ma quella nuvola scura lassù in direzione del Rosa … ma Nimbus dice che viene bello ed io continuo a salire.
Riesco a tagliare fuori il rifugio e la ressa e mi inoltro nella valle passando un laghetto dopo l’altro. Ora non c’è più il sole e l’aria è davvero fredda. Devo vestirmi, la maglietta “fresca” non va bene e le braccia … brrr! Metto le maniche lunghe.
Non concordo molto con la relazione che ho, ma incontro un signore gentilissimo a cui chiedo lumi. La cima l’ho già individuata e lui me lo conferma. Ora non posso più sbagliare, il sentiero è il 3C.
Pochissima gente sale, vedo qualcuno già in cresta. Io vado benone, il passo veloce (ho già accorciato i tempi della relazione) beh, veloce per i miei std, ma non sono affaticata e non ho fatto sosta; le barrette le ho mangiate solo rallentando un attimo il passo.
Penso a quali saranno le difficoltà per cui questa cima è dichiarata EE, c’è un pezzo attrezzato ed un paio di tratti esposti. Continuo con un occhio al sentiero e uno al tempo che, in barba a Nimbus, non migliora … anzi!
Dopo il colle il tratto attrezzato: come salire le scale di casa. Poi il fango. Ecco, la difficoltà maggiore secondo me sta proprio nel fango. In salita cerchi di evitarlo, in discesa ci sarò da ridere, soprattutto se pioverà!
Eccomi in cima. Tempo da record :)
E qui una piccola nota polemica: perché quando si arriva in cima ci si accampa sotto la croce o addosso alla madonna? Con tutto lo spazio che c’era! Con il risultato che le eventuali (sigh!) foto risultino “sporcate” dai panni stesi, sacchetti di plastica e zaini buttati li … mah …
Mi cerco un posticino tutto per me, vicino a quella che immagino sia la vera cima (ometto e sembra proprio più alta).
Mi godo la salita, il panorama è bello solo sotto, non si vede neppure una cimetta del Rosa ma non fa nulla, le conosco ormai bene e non sarebbe stata la prima volta che mi affacciavo ad un panorama del genere.
Sto poco in cima, per un motivo o per l’altro non mi fermo mai molto. Vado a vedere la cresta che dovrebbe portare al Colle Palasina … Che cresta! La cosa strana è che non vedo più ometti.
Cmq decido di scendere dalla stessa via di salita. Mi preparo psicologicamente al fango e via. Poco dopo incontro il bivio, quello per la cresta. Ecco perché da lassù non mi sembrava fattibile, semplicemente non era da su ma il sentiero lo si prende da qui. Ci penso. Il tempo è sempre brutto, ogni tanto ci avvolge una nebbiolina … no, preferisco andare da dove sono venuta. I 3 che hanno occupato la cima con la croce invece lo prendono e cosi vedo il percorso, li seguo mentre scendo. La prossima volta, con la macchina fotografica, lo farò in salita.
Non faccio in tempo ad arrivare al secondo lago che inizia a gocciolare. Uffi, volevo passare la giornata completa qui e invece mi sa che ritornerò a Milano prima di cena.
Faccio un salto al rifugio, giusto per andare in bagno e prendere il lettore MP3 e poi vado giù con calma dalla strada. Piove per tutto il tempo, l’acqua entra dal mio guscetto e lo rispedirò di nuovo al fornitore :(
Arrivo alla macchina in breve, alla fine la mia escursione è durata un totale di 6 ore e ½ per un dislivello di 1.200 m.
Rientro a Milano tranquillo, solo una ressa pazzesca in autogrill, sia all’andata che, e questo mi ha stupito, al ritorno.
E domenica prossima? Dove andare a fare circa 1.300 – 1.400 m?

martedì 22 luglio 2008

Monte Barbeston –2.482 m – 20 Luglio 2008

Devo alzarmi presto. La gita è lunga ed il meteo buono solo al mattino.
Sono stanca, il lavoro, con i saldi, non mi risparmia e penso con ansia al viaggio in macchina. Mi verrà sonno, cosi come lunedì scorso; solo che lunedì mi sono fermata a dormire in autogrill (tanto pioveva) per poi godermi una splendida giornata di sole lassu’ tra i monti, sempre del parco del Monte Avic. Questa volta non posso farlo e allora: termos di caffè e a nanna presto.
Autostrada. O almeno cosi credevo. Chiusa. Fino ad Agrate ….. Non posso ripetere tutto quello che mi è passato per la mente, ma mi armo di pazienza e cerco di fare attenzione ai cartelli che mi riporteranno sull’autostrada. E’ ora che la pianti di dire che mi perdo dappertutto visto che anche questa volta non ho avuto problemi, nonostante a volte la segnaletica non fosse ottimale, a orientarmi e a trovare la strada giusta. Ma ho perso un po’ di tempo e l’autostrada è chiusa anche in direzione Milano …. Chissà al rientro stasera!!!
Arrivo al parcheggio alle 8:30 …… e non c’è posto! E’ la prima volta che vengo di domenica d’estate e non mi aspettavo questo affollamento. Quando sono scesa poi mi sono resa conto che l’affollamento del mattino era niente rispetto a quello che avrei trovato al pomeriggio!
Ma andiamo con ordine.
Vedo un gruppo piuttosto sostenuto salire, mentre io ancora medito su dove lasciare la macchina.
Penso: andranno al Barbustel. Il mio monte non credo lo salga molta gente ed è questo il motivo della mia scelta. Ho bisogno di stare da sola, di fare la mia salita in solitudine immersa in questo ambiente meraviglioso del parco.
Finalmente decido che la macchina è meglio lasciarla giu’ davanti al centro visitatori, mi preparo e parto.
All’inizio del sentiero c’è un ragazzo che mi porge un depliant del parco. E cosi mi distraggo e credo di aver perso il bivio. Torno indietro per scoprire che no, non ho perso il bivio, era piu’ in la.
E alla fine inizio la mia salita alle 9.
Giornata bellissima anche se un po’ calda. Cammino bene, mi sento bene e mi importa poco della pioggia che posso eventualmente prendere al pomeriggio.
Piccolo dubbio al bivio ma la relazione parla chiaro: proseguire a destra. E a destra vado.
Sono sempre nel bosco, ma oltre al canto degli uccellini sento vociare. Urca ….. Davanti a me c’è il gruppetto che ho visto all’inizio! Vanno proprio lenti se li ho ripresi, ma il problema è un altro: sono talmente sfasata che non ho voglia di interagire con loro. Mi fermo e medito: l’alternativa è tornare indietro e mi sembra molto stupido e quindi mi incammino. Il gruppo è gentilissimo e si ferma in toto per farmi passare. Dicono che corro …. hi hi hi ……
Arrivo all’alpeggio e li faccio sosta. Sono a piu’ di metà strada ed inizio a vedere che i miei tempi sono finalmente decenti. Non c’è acqua alla fontana ma io sono ben fornita. Mangio una barretta e poi mi avvio verso il colle.
Vedo la cima e quando alzo la testa la vedo ora vicina, la rialzo e sembra ora lontanissima!
Il gruppo mi segue sempre ma a debita distanza. Inizio la cresta, un po’ ventosa ma mi asciuga il sudore.
Sono in cima in un battibaleno, con un bel gregge di caprette che mi sta aspettando.
Foto di rito alla madonna, autoscatto e poi libero la cima per il gruppone che intanto ha attaccato la cresta.
Tenere a bada le caprette non è facile, devo tenere a portata di mano un bastone ed è sufficiente farlo vedere perché si allontanino …. per tornare dopo pochi secondi a curiosare.
Il sole intanto è sparito dietro alle nuvole, giu’ è brutto già da un po’, è ora di rientrare e fare le foto che non ho fatto in salita.
E qui l’amara sorpresa: le caprette mi hanno adottato come il loro pastore :(
E mi tallonano, nel vero senso della parola. Le ho a pochi cm da me.
Mi fermo.
Si fermano.
Riparto.
Ripartono.
Mi guardano. Aspettano un mio gesto per far qualcosa. Quando mi fermo di piu’, per fotografare, loro iniziano a mangiucchiare l’erbetta; ma non appena riparto, loro dietro.
Arrivo al colle piuttosto seccata: e io che volevo starmene sola soletta!
Aspetto che il gruppo scenda, cosi magari le caprette seguono loro.
Macchè …. Aspettano me ….. mi accompagnano fino alla baita poi, per fortuna, li si fermano mentre io continuo finalmente sola la mia discesa.
Ho fatto foto, litigato con le caprette ma la discesa è lenta lo stesso. In salita non ho problemi con il ginocchio, in discesa invece ho un po’ paura e cosi vado piano piano. Speriamo di migliorare un po’ …
Dell’invasione delle macchine al parcheggio ho già parlato. Rientro a casa con calma, qualche piccola coda per i lavori in corso mentre l’autostrada non l’hanno chiusa ad Agrate, per fortuna!