sabato 29 dicembre 2012

In Grignetta con Priscilla - 29-12-2012






Regione: Mondo » Italia » Lombardia
Data della gita:29 dicembre 2012
Difficoltà escursionismo: T3 - Escursione di montagna impegnativa
Waypoints:
Tempo: 4:45
Salita: 900 m
Discesa: 900 m
Percorso:Dalla Cresta Cermenati



Partita piangendo, arrivata alla neve le lacrime lasciano il posto alla tristezza. In cima delle persone eccezionali mi hanno letto nel cuore: mi hanno fotografato con il mio orsetto, offerto frutta secca e cioccolatini e accompagnata in discesa ...
Un ringraziamento particolare al fotografo e a Marco & Marco !

Salita senza ramponi, neve da circa metà. Scesa con ramponcini, neve buona e non ghiacciata.


Per la cronaca, mi hanno detto che il Porta è in versione estiva. La Sinigallia invece no.

P.S.
Andrea: sei andata in montagna?
io: si
Andrea: posso sapere dove?
io: in Grignetta
Andrea: ahhhh .... ma sei arrivata in punta?
...
?!?!?!?

domenica 16 dicembre 2012

Monte San Primo – m 1.686 – 16 Dicembre 2012





Regione: Mondo » Italia » Lombardia
Data della gita:16 dicembre 2012
Difficoltà rachette: WT1 - Escursione facile con racchette
Waypoints:
Salita: 700 m
Discesa: 700 m



Parlare di ritorno è un po’ troppo, non so ancora cosa ne sarà del mio eventuale ritorno in montagna, ma ieri due angeli mi hanno preso e portato lassù, anzi … 3 angeli :)
Tiziana e Andrea, ancora grazie per avermi tirato fuori di casa e fatto calpestare di nuovo la neve. Ho passato una splendida giornata fatta di chiacchiere, silenzi, di amicizia e di serenità.
E Arty … una piccola parte di una grande amica che è voluta salire con me :)
Vorrei anche ringraziare in modo particolare la coppia incontrata in cima.
Il solito: “Ma tu scrivi su Hikr … abbiamo letto … per questo capiamo la tua commozione” (In cima sono scoppiata a piangere dopo aver messo le bandierine). Non li conosco, loro mi conoscono solo virtualmente ma mi hanno abbracciato, un caldo e sentito abbraccio … grazie … davvero grazie!

venerdì 14 dicembre 2012

E' facile ....

E' facile essere generosi con i capi, con i carismatici, con chi è bravo.
E' facile prendersi a cuore la loro salute, fare regali, visite continue ...
E' facile
Poi, con chi non è carismatico, non è un capo, non è bravo ... non una parola ... non un gesto ...
E' facile essere brave persone quando puoi farlo vedere in giro ....

E' più difficile farlo con il cuore, quello vero. Farlo quando nessuno lo saprà, farlo con gli ultimi, con i deboli, con chi non ha nessuno ... e sono queste persone che ora ringrazio ...

sabato 1 dicembre 2012

Il dopo



Giuliano è stato trasferito in reparto.
Questo non vuol dire che è tutto a posto, vuol dire che è stabilizzato, respira da solo e ha iniziato a mangiare … ed è uscito dal coma. Il percorso è ancora molto lungo (si parla di mesi) e ancora non si sanno gli eventuali danni riportati.
Ma io sono strafelice. Almeno per il momento.
In queste 2 settimane ne ho viste di ogni.
A qualcuno ho risposto male, e qui pubblicamente chiedo scusa.
Ma.
Ho visto morire un amico, per ore ho temuto che anche Giuliano non fosse più tra noi. Questi traumi non sono semplici da superare.
Ogni momento della giornata rintrona nella mia testa l’urlo infinito di quel giorno per allontanare i pensieri negativi e cercare di organizzare i soccorsi.
Davanti a me continua il volo di Pinuccio … e l’espressione di Giuliano …
Lo so che chi non c’è passato, difficilmente può capire cosa stiamo provando Andrea e io in questi giorni.
Però … beh … sentirmi dire che non si veniva più a trovarmi perché stanchi di una gita oppure offrirmi compagnia ma alle loro condizioni (se ti sta bene altrimenti pace) … non sono mai stata diplomatica, figuratevi ora. Neanche avessi chiesto io qualcosa.
Non sono proprio delle scuse, sono convinta di aver ragione nella sostanza ma un po’ meno nel mio modo di fare ed è di questo che chiedo scusa; le persone interessate si riconosceranno.
Cosi come si riconosceranno le persone a cui devo un ringraziamento particolare per un enorme abbraccio da chilometri di distanza o per un’offerta che qui copio e incollo:
"Abbiamo tutti la nostra vita e i nostri impegni, ma possiamo trovarci: basta volere. Tu parli e io ti ascolto. Se fai domande rispondo."
Qualcun altro mi ha fatto notare quanti amici avessi in particolare su Hikr.
Amici.
In quel sito questa parola ha assunto dei connotati che sono ben diversi dal mio modo di pensare.
Li ho avuto molte manifestazioni di affetto e solidarietà, ma l’amicizia è ben altra cosa.
Non so ancora come evolverà la mia situazione futura ma in questa tragedia ho visto coinvolti i miei 2 unici e veri Amici.
Uno è in ospedale … l’altro sta elaborando questa tragedia da solo … non posso qui spiegare cosa è successo perché lui non vorrebbe ma l’Amico che avevo prima ora non c’è più. Queste tragedie tirano fuori il meglio che c’è in noi … ma anche il peggio di chi dovrebbe esserci vicino.
La sofferenza si aggiunge alla sofferenza.

sabato 17 novembre 2012

Tragedia al Pizzo dei 3 Signori

Si organizza, Giuliano, Pinuccio, io e anche Andrea accetta la proposta. Conoscendolo non gli dico la meta, non voglio che si preoccupi e lui che fa? Chiama Giuliano alle 10:30 di sera. Giuliano sa perché tengo nascosta la meta ma lui non è del mio stesso parere e glielo dice.
Ci troviamo tutti al mattino, c’è anche Kira … la splendida Kira, una meticcia di 5 anni nera con un pelo folto, lucido e nero … e buonissima …
Partiamo che sono circa le 8, fa freddo ma proseguiamo allegri. Io faccio il pagliaccio come spesso mi capita se la gente che è con me non è troppo loquace e cosi, tra sfottò e rimbrotti arriviamo al traverso che ci porterà al Trona. Ora proseguiamo più silenziosi, la neve inizia a coprire il sentiero ed è dura, gelata. Non è ancora il tempo di mettere i ramponi e proseguiamo in formazione che da qui alla fine ci vedrà proseguire: Pinuccio con Kira, io, Giuliano e Andrea che si alternano come ultimi. Andrea è oggi il meno esperto e so che Giuliano si prenderà cura di lui. Io con i ramponi ai piedi non dovrei avere problemi neppure sulla placca finale.
Arrivati al Falc, incredibilmente io per prima, decidiamo di ramponarci e poi via, a cercare la via di salita. Giuliano sa la strada a memoria e indica a Pinuccio dove andare. Io dietro, i pendii ripidi non mi spaventano; Giuliano mi ha ripetuto mille volte stamattina che questa è una neve sincera e se mi fidavo senza ramponi ora proseguo proprio sicura.
Ci stiamo mettendo tanto tempo, ma la giornata è meravigliosa e nonostante senta un malessere interno cerco di godermi l‘ambiente: siamo soli, con la neve che tiene benissimo …. È spettacolare e stupendo.
Salendo l’ultima rampa a Kira si sfila il collare. Mi avvicino per fermare la piccola se tentasse di scappare e rimesso il guinzaglio salgo in cima …. Prima anche stavolta e …. Miracolo … non c’è nessuno! Non mi faccio scappare la possibilità di fare una foto e poi mi siedo ad aspettare la truppa, coprendomi perché tanto caldo non fa.
Arrivano tutti, arrivano anche altre 2 coppie che però se ne stanno per conto loro.
Con Pinuccio cerchiamo di capire come mai a Kira si sfila il collare (è nuovo) e troviamo il modo di stringerlo cosi in discesa sarà in sicurezza.
Metto una bandierina per Sharon … mi mancheranno tanto i suoi commenti … mi viene da piangere perché mi tornano alla mente sempre quelle sue parole “ho solo 32 anni!”
Sono sola a vivere questo momento di commozione, i miei soci odierni non hanno vissuto questa amicizia ma, e non poteva essere altrimenti, è Giuliano che mi aiuta a legare le bandierine in modo che possano volare al vento.
Poi foto divetta … le ultime con Pinuccio e Kira …e la discesa.
Stessa formazione dell’andata: Pinuccio e Kira davanti, io dietro con il cuore in gola: per me è ripido ma so che Giuliano sarà impegnato con Andrea per cui CE LA DEVO FARE DA SOLA e mi impegno.
Il primo pezzo è davvero ripido, ma arrivati dove spiana un attimo Pinuccio si gira verso di me sorridente e mi dice: Kira scende meglio che a salire! Ed è giustamente tutto contento.
Lui è veloce, io lenta e Andrea ancora più lento di me. Sto guardando giù quando vedo Pinuccio e Kira scivolare … urlo “LA PICOZZAAAAAAAAAAAAAAAAAA PUNTA LA PICOZZZZZZZAAAAAAAAAAAAAAAA !”
Dietro di me Giuliano mi tranquillizza: si ferma.
Mi rendo conto che non si ferma … lo vedo volare oltre la rupe, mi giro a guardare sgomenta Giuliano e vedo la sua faccia … è la conferma …
Giuliano vola letteralmente sull’orlo del precipizio, io cerco di fare più in fretta che posso senza però mettermi in difficoltà e cosi fa Andrea. Arrivo giù che sto urlando in preda allo shock, non riesco a smettere. Giuliano è a già al telefono con il 118.
Mi dice di non avvicinarmi, che vede lo zaino. Mi dice che il mio compito è di aspettare l’elicottero e di fare i segnali.
E lui scende per cercare di soccorrere il suo amico.
E io stupidamente ubbidisco. Sempre urlando torno al piano, aspetto Andrea … poi vado sull’orlo e inizio a chiamare Giuliano per sapere le condizioni di Pinuccio. Io lo zaino non lo vedo …. e capisco che mi ha detto una bugia. E Giuliano non mi risponde. E l’elicottero non arriva. Non so quanto tempo è passato ma immagino 2 o 3 minuti. Chiamo io il 118. Il mio telefono non ce la fa, quello di Andrea si.
Mi rispondono:
siamo quelli del pizzo
meno male che ha chiamato, non riesco più a contattare il suo amico
Le allora le racconto che è sceso in soccorso E qui parte il dubbio.
Lo chiami, risponde?
L’ho fatto … non risponde.
Vada ancora, urli più forte
Vado … urlo … urlo … urlo … niente.
La gentilissima signora a questo punto è molto schietta: signora, per l’amico che è volato le dico già che non c’è più niente da fare, ora sono preoccupata per Giuliano, continui a chiamarlo ….
E io a urlare …. Urlare …. Urlare …
Non risponde … ora capisco che la cosa è grave … e mi viene un’altra crisi da shock … urlo piango urlo piango e dentro di me la parte cosciente mi dice che devo calmarmi per coordinare i soccorsi.
Dopo un po’ riesco almeno a non urlare e riprendo il telefono, coordino con la signora l’elicottero, riusciamo a indirizzarli verso il punto di caduta.
Dopo pochissimo vedo l’elicottero che se ne va …. MA CHE CAZZO FA PERCHE’ VA VIAAAAAAAA !!!
Richiamo il 118, la linea va e viene e non possiamo stare continuamente al telefono:
Siete in grado di scendere?
Come sta Giuliano?
Adesso non posso dirle nulla, siete in grado di scendere?
IO NON MI MUOVO DI QUI FINO A CHE NON MI AVETE DETTO SE GIULIANO E’ VIVO!!!!
No signora, non faccia cosi!
IO NON MI MUOVO DI QUI !!!!!!!!!!!!!
Torno sull’orlo del baratro … Andrea prende in mano il telefono e concorda con l’operatrice che ci vengano a prendere in elicottero, oltretutto le chiavi della macchina le ha Giuliano.
Riusciamo a sapere che ha un trauma cranico, a Sondalo non c’è posto e lo porteranno a Lecco.
A questo punto ricomincio a ragionare. Chiamo Mario. Gli spiego la situazione, lo faccio andare all’ospedale di Lecco, a darmi le notizia fresche. Aspetto a chiamare la moglie, ancora non me la sento.
Fa tanto freddo ora. Andrea trema come una foglia, cerco di fargli fare un po’ di respirazione, nei momenti che non mi prende la crisi e mi metto ad urlare. Fa freddo, ci mettiamo tutto quello che abbiamo. Ci hanno detto che verranno prima a prendere noi e poi la salma (hanno già constatato il decesso di Pinuccio e Kira)
Arrivano … elicottero … io riprendo a piangere … non mi sanno dire niente di Giuliano. C’è una signora del soccorso che mi coccola … mi fa sdraiare … mi toglie i ramponi … mi dice che mi porta al Pronto Soccorso che cosi sono in un ambiente protetto … MA IO VOGLIO ANDARE A PRENDERE IL TRENO PER LECCO! DEVO ANDARE IN OSPEDALE DA GIULIANO !!!
Dopo, signora, mi dice asciugandomi le lacrime.
Ambulanza. Andrea ed io ci teniamo per mano, Andrea trema ancora, mi sono occupata davvero poco di lui, ho pensato solo a me stessa … ma lui è vivo, Giuliano non lo so.
In ospedale ci hanno fatto una immensa brocca di the caldo, ci hanno portato il latte perché non avevano limone e zucchero. Mi hanno dato qualche goccia di ansiolitico per farmi smettere di piangere e poi …. Cavolo … ma se io fossi la moglie di Giuliano vorrei sapere! Chiamo … è stata davvero dura metterla al corrente ma cosi, la figlia e il genero sono corsi a Lecco e siamo rimaste in contatto per ogni news. Anche dall’ospedale mi dicono che Giuliano è fuori pericolo … è in coma farmacologico ma fuori pericolo … No, non riesco a calmarmi, non mi basta. Conoscendo Giuliano devo essere sicura che tutte le sue funzioni motorie siano a posto … Intanto sono arrivati i carabinieri a prendere la nostra deposizione. A me tocca il comandante, una persona di cuore, gentile, cortese, capisce il mio stato d’animo e le continue interruzioni telefoniche con i parenti di Giuliano.
E poi c’è la moglie di Pinuccio da avvisare. Ci pensa Rosy, la splendida moglie di Giuliano. Arriverà con suo fratello. Il corpo di Pinuccio è qui a Morbegno ma non me lo fanno vedere fino a che non lo visionano con il medico legale.
Intanto Anna, la moglie di Andrea, ci avvisa che viene a prenderci con suo fratello e il comandante dei Carabinieri tira un respiro di sollievo perché in treno no, non mi ci avrebbe fatto tornare a Lecco.
Mi avvisano che la moglie è in arrivo, ha il mio numero di telefono se avesse bisogno … io non la conosco … come faccio ad affrontarla?
Sono li che parlo con i carabinieri che mi stanno chiedendo il numero di Lella che me la vedo davanti … si appoggia alla porta … lei mi riconosce dalle foto …. Dimmi che non è vero …. E il mio cane?
Poi i carabinieri, il medico legale, il riconoscimento del corpo … ha la faccia tumefatta ma sembra che stia dormendo …
Saluto, con il cuore a pezzi mi siedo in macchina per il rientro a Erba, Non ho le chiavi di casa, non ho documenti e non ho soldi con me ma a questo ci penserò domani.


Giuliano è in coma farmacologico, prognosi riservata ma non sembra in pericolo di vita.
I funerali di Pinuccio si svolgeranno a Eupilio il giorno 20 cm: alle 14:30 il rosario e alle 15 il funerale.
Il corpo sarà cremato.
Il nome della chiesa non lo ricordo ma Eupilio è un piccolo paese, ci saranno i manifesti, se qualcuno volesse partecipare può inoltre contattarmi.

Perché pubblico? Perché cosi sono andate le cose. Ho letto un minimo di rassegna stampa … i soliti avvoltoi. Non ero ancora arrivata a casa che la notizia, distorta da informazioni poco corrette, girava già in internet. Con tanto di iniziali e anni delle vittime … e non tutti i parenti erano stati messi al corrente.

martedì 6 novembre 2012

Rifugio Marisa Consiglieri in MTB .... FINALMENTE !!! 6 Novembre 2012





Regione:Mondo » Italia » Lombardia
Data della gita:6 novembre 2012
Difficoltà Mountain-bike:PD - medio
Tempo:3:30
Salita: 995 m
Discesa: 995 m



Se aspetto di essere allenata non lo faccio più e allora cerco il coraggio necessario per inforcare la bici e partire … e  oggi sembra proprio la giornata giusta.
Siccome già sarà un bagno di sangue per me, decido bene di perdermi nei miei pensieri e invece che girare per Eupilio, arrivata al Lago del Segrino proseguo per Canzo … e me ne accorgo a metà lago … grrrrrr …. ormai tanto vale fare il giro e mi metto altri 5 km nelle gambe, cosa di cui avrei fatto volentieri a meno.
Non ho di certo l’allenamento per farla tutta di un fiato per cui so che porterò la bici a mano nei due pezzetti più tosti o quando il cuore mi sale in gola ma nel complesso sono molto soddisfatta della mia performance.
Ho portato 3 cose da mangiare, una per ogni 300 m di dislivello che faccio. No, non avevo programmato la cosa, ma la prima fermata mangereccia è stata proprio a 300 m e la seconda poco dopo i 600 … manco avessi guardato l’altimetro :)
Arrivata al rifugio decido di proseguire per il ripetitore, cosi mangio la mia barretta e mi cambio senza nessuno intorno … solo che arrivata la c’è una macchina e due persone … vabbeh, non fa nulla.
La discesa mi preoccupa … se in salita faccio fatica, in discesa ho proprio paura … e la prima parte è pure su sterrato ma alla fine va meravigliosamente bene :) ho le mani che mi fanno un male cane ma non mi sono fermata fino a casa e di questo ne sono  molto ma molto contenta!
Non ho foto ... solo la scheda altimetrica.

Oggi ho avuto il piacere di pedalare da sola


heliSLaLenta

Quota partenza: m 300
Quota arrivo: m 1200
Dislivello secondo Gipsy: m 995 circa
Tempo totale: 3 h 24 m
Km percorsi secondo Gipsy: 31 circa

giovedì 1 novembre 2012

Traversata Gajum – Corni di Canzo – Eupilio … una giornata "da cani" … – 1 Novembre 2012





Regione: Mondo »  Italia » Lombardia
Data della gita: 1 novembre 2012
Difficoltà escursionismo: T3 - Escursione di montagna impegnativa
Waypoints:
Tempo: 9:00
Salita: 1400 m
Discesa: 1500 m
Percorso:Circa 18 km





Vista da heliS

Appuntamento della NanoBand al cinema mercoledì sera (ovviamente film di montagna) dove ho l’occasione per dire a Giuliano che vorrei accompagnare Andrea a fare la traversata dei Corni di Canzo, visto che non l’ha mai fatta, ma conoscendo il mio “pollo” non vorrei dirglielo prima che poi mi si impressiona. Detto fatto, riusciamo ad organizzare: domani ci vediamo nella piazza di Canzo, sia che ci sia bello sia che piova …. E piove …
Beviamo il caffè aspettando il da farsi. Giuliano è positivo per cui si va. Portiamo 2 macchine a Gajum che Mario deve rientrare presto. Io la butto li: piove, saliamo dalla strada che ci infanghiamo … ovviamente si sale dal geologico … lo so che con Giuliano non puoi mai dire la tua ma chissà perché io ci tento sempre lo stesso :D
Ci incamminiamo con giacca impermeabile e copri-zaino chiacchierando. Ho lasciato a casa la fascia per la testa e l’asciugamano … ma tanto piove, dove vuoi andare???
Arrivati a Terz’Alpe inizio a sudare. Ha praticamente smesso di piovere e l’ambiente si è fatto superumido. Recupero un fazzoletto che diventa la mia fascia e proseguiamo, seguiti da Carlito e Peluche.
Sudo … sudo …. sudo … e intanto incito i miei compagni di viaggio per far capire ad Andrea che quello che lo blocca è la testa, se avessi io la sua resistenza e le sue capacità … mannaggia … e Giuliano, appena lo vede mangiare … apriti cielo!!! Bene bene, oggi non se la prende con me … he he he …
Arrivati al colletto dove si scollina ci fermiamo un attimo, sono costretta a cambiarmi da tanto ho sudato e metto quindi la seconda maglia con le maniche lunghe che ho portato. Andrea mangia di nuovo … hi hi hi … mentre noi beviamo qualcosa. Si riprende la salita sempre seguita dai due cagnoni alpinisti. Con Giuliano decidiamo di salire dal canale ma non diciamo nulla ad Andrea. Cambiamo la formazione e mentre Giuliano tiene d’occhio la sottoscritta Mario si preoccupa di Andrea.
Da dietro non senti arrivare improperi … bene … la salita è divertente e occorre fare solo un minimo di attenzione per qualche chiazza di neve.
Cima: finalmente si mangia!!!
Dagli zaini esce di tutto: bitto, speck, pane fatto in casa con Pasta Madre, biscottini della pasticceria di Canzo … E i nostri amici a 4 zampe, bravissimi a salire, banchettano con noi.
Proseguiamo. Anche qui nessun consulto! Si scende dal caminetto! Anche qui non sento nessun rimbrotto ma al solito, Andrea scende meglio di me … quanto mi fa arrabbiare questa cosa :)
Carlito scende che è una meraviglia mentre Peluche piange e va avanti e indietro … dai piccola … vieni … alla fine si convince e in un attimo è giù dal canale … bravissima!!!
Arrivati alla colma Mario ci deve salutare e noi proseguiamo per il corno centrale.
In cima non facciamo sosta, dobbiamo scendere dalle catene. Anche qui il Grande Andrea non proferisce verbo … almeno ad alta voce :) Carlito al solito sparisce scendendo di corsa mentre Peluche si cerca strade alternative tenendoci sempre d’occhio.
Prima di andare sull’ultimo corno facciamo una sosta all’intaglio delle grandi vie d’altri tempi, Andrea ne rimane affascinato … e come non potrebbe?
Sul terzo corno altra sosta mangereccia e qui escono i salamini di cavallo, motivo per cui credevamo che i due pelosi ci seguissero … invece nulla, si sdraiano a riposare e non considerano minimamente il nostro pranzo :) Qualcosa lo guadagnano lo stesso, come fai a non premiarli?
Riprendiamo il cammino. Io avevo prospettato di tornare al SEV e scendere dal 5 per evitare di infangarci troppo … indovinate? Giuliano aveva altre idee e ovviamente siamo scesi all’acqua del Fo :)
Riempio la borraccia, piccola discussione su come arrivare alla colma (mannaggia … questo sentiero l’avrò percorso decine di volte !!!) e poi riprendiamo il cammino. Io vorrei evitare di sudare di nuovo visto che non ho più maglie a manica lunga di ricambio, ma la salita che porta a Malascarpa non perdona. Arrivo fradicia :(
Proseguiamo per il Monte Prasanto e quindi il Monte Rai (più alto del Cornizzolo …. !!!!)
Andrea ora è stanco per cui ci fermiamo ancora un momento; io mi devo di nuovo cambiare :( maglia a maniche corte e giubbotto di Giuliano (io non ho più niente di asciutto … )
Riprendiamo. Carlito e Peluche sono ancora con noi, ma …
Arrivati al Marisa Consiglieri decidiamo di scendere a Eupilio, li abita Giuliano che prenderà la macchina e ci porterà a Gajum  ma come facciamo con i cani? Io insisto che quando vedono che non torniamo ci lasceranno, Giuliano non è dell’idea e non vuole portarli a Eupilio per paura che scappino in paese e finiscano sotto la macchina. Stiamo per decidere di cambiare idea e scendere a San Miro ma io ci tengo a scendere da una parte nuova e allora proviamo prima con le buone a convincere i cani a tornare, poi Giuliano fa il cattivo e urlando li fa tornare indietro. Arrivano nel frattempo due ragazzi, spieghiamo a loro il problema chiedendogli di far andare i cani verso Terz’Alpe nel caso tornino verso di noi. E’ andata bene, non li abbiamo più visti.
Da qui in poi è stato un mezzo delirio. Un po’ di strada e poi giù dai vari sentieri fino a dover prendere il traverso che ci fa superare la cava. Decidiamo di tagliare per andare a prendere il sentiero più in basso … non è una NanoGita se non c’è una ravanata :) Quando arriviamo alle porte di Eupilio io sono stremata … Andrea invece mette la quinta e sparisce davanti a noi … mannaggia!!!
Gli ultimi metri sono una tortura … mi fanno male i piedi, oggi ho messo gli scarponi pesanti, e mi duole il ginocchio sano … :(
Però nel cortile di Giuliano ci aspettano Max a Maya :) con cui giochiamo a palla mentre Giuliano non so bene cosa fa … deve solo cambiarsi le scarpe per accompagnarci a Gajum … !!!

Oggi ho avuto il piacere di camminare con Andrea, Mario e Giuliano


heliSLaLenta



Vista da Nano

Un caffè a Canzo! Questa è la ragione per cui è stato possibile fare questa traversata. Si! perchè se non fossimo d'accordo di vederci comunque per il caffè nessuno di noi si sarebbe sognato di partire con quel tempaccio.Ha piovuto tutta la notte e la schiarita promessa al mattino ritarda ma noi ottimisti per natura decidiamo di partire comunque e ci avviamo sotto la pioggia.
Pioggerella fino al Terz'Alpe poi smette e quì imbarchiamo altri due volontari : Peluche e Carlito i quali trovandoci tanto simpatici ci precederanno per tutta la traversata., Ce li ritroviamo davanti sulle roccette che portano al primo Corno, ci aspettano alla croce mertandosi un poco di cibo, poi ancora avanti a noi nel canalino di discesa . Li troveremo ad aspettarci al secondo Corno, al terzo Corno, Al Prasanto ed al monte Rai. Giunti al Marisa Consiglieri abbiamo dovuto ricacciarli verso casa perchè ci avrebbero seguito fino ad Eupilio.
Traversata molto divertente in compagnia della Silvietta, del suo simpatico amico Andrea e di Mario che purtroppo ci ha dovuto lasciare dopo il primo Corno per impegni. Noi tre continuiamo, non ci diamo nemmeno una meta, l'unico imperativo è tornare in qualche modo all'auto. Così si fa la traversata dei Corni e poi si sale al monte Rai tranquillamente con la Silvietta che mi tallona ed Andrea determinato a non mollare. Bravo!
Rimaneva ancora da decidere come completare la traversata, e la mia idea di scendere ad Eupilio è stata presa con entusiasmo. Tutto bene se non fosse che per colpa mia abbiamo ravanato tra i boschi sopra casa mia. Sentivo un pochino di nervosismo dietro di me mentre tra piante e rovi cercavamo un fantomatico sentiero,che poi per fortuna abbiamo trovato.
Grazie ai miei amici per la bella giornata.


Quota partenza: m 480
Quota arrivo: m 380
Dislivello secondo Gipsy: m 1.400 circa in salita e m 1.500 circa in discesa
Tempo totale: 9 h comprese le numerose soste
Km percorsi secondo Gipsy: 18 circa

mercoledì 24 ottobre 2012

Anello al Monte Puscio – m 1.155 – 24 Ottobre 2012





Regione: Mondo »  Italia » Lombardia
Data della gita:24 ottobre 2012
Difficoltà escursionismo: T2 - Escursione di montagna
Waypoints:
Tempo: 4:15
Salita: 790 m
Discesa: 790 m
Accesso alla località di partenza:Crevenna (Erba) Via San Giorgio





Veloce allenamento dietro casa. Pensa che ti ripensa viene fuori questo anello. La salita l’avevo fatta in discesa, al buio, d’inverno e mentre stava nevicando per cui mi sono resa poco conto del percorso e volevo vederlo. Inoltre vorrei conoscere meglio questi posti cosi come ora conosco almeno un pochino i Corni di Canzo.
Direi che la salita è più uno sconsiglio. Il bosco non mi è piaciuto, poi strada, poi case …. macchine … poi strada sterrata fino alla Capanna Mara.
Decido di fermarmi su un cimotto a mangiucchiare quando vedo passare un ciclista. La testa a uovo di Giuliano si vede anche con il casco … ma no … non è lui … eppure … se dietro sbuca Pinuccio … non faccio in tempo a pensarlo che sbuca. Allora li chiamo.
Vieni giù!
Vieni su tu che sto mangiando!
Andiamo a mangiare alla Mara.
Guarda che è chiusa.
Figurati … è mercoledi !!!
Indovinate chi aveva ragione???
Mi tocca dividere il mio pane e il mio formaggio e i miei biscotti con i 2 ciclisti (a cui rimbrotto che vanno troppo in bici e non vengono mai in montagna … ) e dopo le 4 chiacchiere di rito, ognuno scende per la sua strada.
Da qui il sentiero migliora, vado sul Monte Puscio e poi San Salvatore e, dal percorso pedonale, alla macchina.
Un semplice allenamento.
Se non ci fossero strani incontri in questi posti …

Oggi ho avuto il piacere di camminare con me stessa


heliSLaLenta

Quota partenza: m 440
Quota arrivo: m 1.155
Dislivello secondo Gipsy: m 790 circa
Tempo totale: 4 h 13 m
Km percorsi secondo Gipsy: 11,7 circa

sabato 20 ottobre 2012

Anello agli Alpeggi della Val Albano – 20 Ottobre 2012





Regione: Mondo »  Italia » Lombardia
Data della gita:20 ottobre 2012
Difficoltà escursionismo: T3 - Escursione di montagna impegnativa
Waypoints:
Tempo: 8:45
Salita: 1500 m
Discesa: 1500 m
Percorso:19,1 Km
Accesso alla località di partenza:Dongo - Garzeno - Ponte delle Seghe





Vista da heliS

Non mi sono ancora ripresa a livello psico-fisico dalla collezione “casini” estate-autunno 2012 e Giuliano lo sa … ma mi invita lo stesso.
Che non fosse una gita tranquilla lo capisco dalle mail che ci siamo girati e soprattutto da quella richiesta: se hai tempo, guarda in internet se trovi qualcosa … ovviamente non ho avuto tempo. Mi sono solo infilata nello zaino la cartina della zona, purtroppo Kompass.
Dovevamo salire alla Cima Pianchette, traversare al Tabor e tornare alla macchina ma arrivati sopra l’alpe di Gino non c’è stato verso di trovare il sentiero.
Giuliano sarebbe andato tranquillamente al Gino, alla Pianchette e al Tabor ma io iniziavo ad accusare stanchezza e il timore di infognarci stile “Pizzo di Prata” oggi non era il caso.
Dopo esserci riposati e rifocillati su una panoramicissima altura al caldo sole autunnale, abbiamo quindi optato per tornare da un altro sentiero che ci ha permesso di vedere la parte alta della valle (siamo saliti da uno splendido bosco!) e di incontrare dei cacciatori che hanno fatto base in un’Alpe che hanno ristrutturato.
Bevendo con loro un buon caffè corretto ci hanno raccontato di come cercano di mantenere il territorio, della pulizia dei sentieri, dei cavalli e asini che portano d’estate agli alpeggi alti per pulire … insomma, se i cacciatori mi manutengono cosi il territorio mi fa anche piacere. Non dico che posso passare sopra al fatto che sparano a degli esseri viventi, ma non me la sento proprio di condannarli e anzi, li ringrazio per permettermi di vivere giornate come queste.
Alla fine è stata lunga. Qualche mezz’ora di bel caldo me la sono presa anche se al mattino il freddo è stato pungente.
Abbiamo perso un sacco di tempo a cercare il sentiero guardando la cartina e facendo un bel avanti e indietro prima di arrenderci. Poi i cacciatori ci hanno detto come salire alla Pianchette … non segnato, ovviamente, nemmeno sulla cartina, sarà per la prossima volta.
Rientrando, la raccolta di qualche riccio che domani mi farà da centrotavola per il pranzo che sto organizzando e a casa.

Oggi ho avuto il piacere di camminare con Giuliano, con cui ho condiviso le foto che pubblichiamo



Visto da Nano

L'autunno è il mese giusto per andare a conoscere dei posti che normalmente vengono trascurati nella bella stagione. La valle Albano non ha cime di richiamo al di fuori del pizzo di Gino (che viene comunque salito per altri itinerari) forse per questo non richiama molta gente, e sicuramente per questo nessuno ha la voglia di mettersi a segnare decentemente i sentieri. Infatti al di là di alcune (peraltro messe nei posti giusti e recanti il tempo di percorrenza) non esiste nessun altro segnale, e se nella parte intermedia i tracciati sono evidenti e logici nella parte alta sono solo vaghe tracce conosciute solo dai locali.
Noi abbiamo rinunciato alle cime per non andare a cacciarci nei guai, e comunque abbiamo fatto uno splendido giro che ci ha permesso di vedere buona parte degli alpeggi di questa bella valle.
Nell'ordine : Ponte delle Seghe, Ponte, Ciamuzze, Mudèe, Scarugia, Alpe di Gino, Alpe fonte del Fò, Alpe di Gordia Ciang.
Purtroppo non abbiamo visto cervi, eravamo andati sopratutto per questo ma ci è stato detto dai cacciatori che il periodo giusto ormai e finito e loro sono ritornati nel loro riserbo nascondendosi agli occhi umani. Peccato!




heliSLaLenta

Quota partenza: m 650
Quota arrivo: m 1.787
Dislivello secondo Gipsy: m 1.500 circa
Tempo totale: 8 h 45 m
Km percorsi secondo Gipsy: 19,1 circa

martedì 16 ottobre 2012

Corno di Canzo Occidentale – m 1.373 – 16 Ottobre 2012





Regione: Mondo » Italia » Lombardia
Data della gita:16 ottobre 2012
Difficoltà escursionismo: T3 - Escursione di montagna impegnativa
Waypoints:
Tempo: 4:00
Salita: 890 m
Discesa: 890 m



Che giornata … no, non posso stare a casa, sarà la giornata migliore della settimana.
E poi, sta iniziando la stagione migliore per le montagne qui della zona, posso partire anche tardi da casa (tipo le 11 del mattino) e decidere di andare a mangiare un panino in cima ai Corni :)
Freddo alla partenza. Decido per il sentiero che mi piace di più, non so che numero ha ma è quello che parte tra la prima e la terza alpe. Bellissimo … ma ffffrrrreeeedddooooo !!!!
Bellissimo anche il freddo :)
Quando arrivo al sole mi fermo un attimo, suona il telefono, ne approfitto per mettere i guanti.
Decido di salire dalla forcella e scendere dall’altra parte per cercare di evitare al massimo il fango che in questa zona, soprattutto dopo le piogge di ieri, la fa da padrona.
Scelta azzeccata. Non incontro nessuno fino a che non sono vicino a Terz’Alpe (chiusa).
Scendendo fa molto meno freddo, torno in maniche corte e … perdo un guanto :( Vabbeh, tanto iniziavano a bucarsi … quasi quasi consumo più guanti che scarponi …
In 4 ore sono di nuovo a casa, il cucciolo che mi aspetta e ancora metà pomeriggio davanti … bello!


Oggi ho avuto il piacere di camminare con me stessa


heliSLaLenta

Quota partenza: m 485
Quota arrivo: m 1.373
Dislivello secondo Gipsy: m 890 circa
Tempo totale: 4 h
Km percorsi secondo Gipsy: 10 circa

mercoledì 18 luglio 2012

Avventura al Pizzo di Prata m 2.727 – 18 Luglio 2012

Mi è stata richiesta questa gita e siccome è vero, in rete non ci sono relazioni, la pubblico qui.

Regione...............................................: Mondo » Italia » Lombardia
Data della gita.....................................: 18 luglio 2012
Difficoltà escursionismo.....................: T6 - Itinerario alpino difficile
Difficoltà alta montagna.....................: F
Difficoltà arrampicata.........................: III (Scala UIAA)
Waypoints:
Tempo..................................................: 13:45
Salita....................................................: 2300 m
Discesa.................................................: 2300 m
Accesso alla località di partenza.........: Prata Camportaccio per prendere il permesso al costo di 8 € (bar Nandino - via Roma) poi salire fino a Pratella
Possibilità di alloggio..........................: NESSUNO
Numero delle carte geografiche..........: Tanto non è segnato ...

Vista da heliS

“Se non vi siete già persi, incengiati e non siete stati divorati dalle capre carnivore … “ cosi recita una delle pochissime relazioni che si trovano in internet.
E aggiungo del mio:
Se non siete motivati … MOLTO motivati a salire al Pizzo di Prata NON andateci
Se non siete allenati … MOLTO allenati … NON andateci
Se non avete orientamento … MOLTO orientamento … NON andateci
Se non conoscete bene l’ambiente montano … MOLTO bene … NON andateci

Prologo
Bene, dopo queste osservazioni siamo pronti a raccontare la nostra avventura.
Giuliano sono anni che vuole salire questa cima. La prima volta che ha tentato aveva lasciato a casa gli scarponi. Ha iniziato a salire ed è arrivato circa a metà percorso dove ha visto il Portone (canale che porta sul versante della cresta) ed era ancora innevato. Saggiamente ha preferito tornare ma non aveva capito come fare per scendere il versante e risalire il canale che conduce al Portone.
La seconda volta è stata solo esplorativa, c’ero anch’io e siamo andati alla Croce di Matra.
Oggi è la volta buona, sono abbastanza allenata e motivata ad accompagnarlo. Lui determinatissimo ad arrivare in cima.

La salita
Partiamo purtroppo tardi, il bar dove prendere la chiave che apre la sbarra apre solo alle 7 (8 € … secondo me un po’ caruccio!)
Arriviamo a Pratella, calziamo gli scarponi e contenti ci avviamo. Sono le 7 e 30 del mattino.
Il primo inghippo lo sappiamo, è poco dopo la partenza. Occorre prendere una deviazione sulla destra (ovviamente non segnata … su questo percorso non c’è NULLA di segnato) e Giuliano si è sbagliato entrambe le volte precedenti.
Miracolosamente questa volta prendiamo il bivio giusto.
La traccia c’è, nascosta dai rododendri e dai ginepri … i danni alle gambe si sentono subito : ) ma lo sapevamo. Spingendo cercando di vincere la forza rododendra e schivando il più possibile il ginepro arriviamo alle Croci di Matra. Fin qui c’ero stata pure io. Piccola sosta e poi riprendiamo.
Ci perdiamo più di una volta, o meglio, perdiamo la flebile traccia (ripeto, NON segnata da niente e da nessuno) ma il fiuto di Giuliano ci riporta sempre sulla retta via, anche quando prendiamo per cresta e, con facili roccette, la superiamo.
Oggi lo sappiamo che qui le difficoltà le possiamo incontrare, anche superiori alle aspettative e so che la mia guida ha uno spezzone di corda nello zaino … e poi lui è bravo … e io determinata : )
Arriviamo al punto nevralgico e troviamo, udite udite, l’ometto che segnala il primo canale da scendere: sono 150 m che si perdono e che occorre riprendere. Ancora non vediamo il Portone.
Scendiamo, risaliamo, a volte perdendo il sentiero, poi lo ritroviamo.
Incrociamo un gregge di pecore che si avvicinano curiose … troppo … troppo curiose e troppo vicine … i sentieri qui sono molto esposti e cadere, anche se non è fatale ti procura cmq delle belle escoriazioni.
Qui perdiamo il sentiero per l’ennesima volta. Gira di qui, gira di la, troviamo il passaggio per il canale successivo che ci farà perdere ancora qualche decina di metri. Le pecore non ci seguono : )
Quando vedo il portone mi prende un pochino di scoramento: è ripido … è lontano … è infido … ma sono qui per salire e vado avanti. Giuliano mi dice che fa impressione, ma è facile. Gli credo ovviamente, e rassicurata proseguo.
Ora faccio i conti e mi rendo conto che il canale supera ben 200 m di dislivello … poi ce ne rimangono “solo” 500 per la cima.
Al canale ci arriviamo più con sentimento che seguendo il sentiero. La salita nel canale non è banale, prima della catena ci sono un paio di passaggi di III che mi fanno riflettere sulla discesa.
Ovvio, fossi stata sola non avrei neanche tentato questa cima.
Ovvio, fossi stata sola sarei rientrata ben prima, a maggior ragione non avrei proseguito qui a meno di avere uno spezzone di corda con cui assicurarmi per la discesa.
Ora inizio ad accusare la stanchezza e spero vivamente che fuori dal canale ci sia un comodo sentiero che mi porti in cima.
Illusa ….
Sbuchiamo fuori e riesco a strappare una piccola sosta al mio socio. Mi guardo intorno: che meraviglia … qui sembra davvero di essere in paradiso. L’inferno è quel prato da salire per arrivare in cresta.
Sono cotta ma determinata, mi alzo e inizio a salire. Ripido … talmente ripido che servono le mani. Procedo spesso a 4 zampe (pensando alla discesa … ) aggrappandomi all’erba. Ad un certo punto mi rendo conto che sono alla frutta e cosi ne parlo con Giuliano: se vuoi andare avanti tu … macché! Sei arrivata qui e ce la farai benissimo ad arrivare in cima. :)
Finalmente siamo in cresta: la parte più divertente di tutta la salita è questa :)
Ora mi riprendo anche moralmente, guardiamo spesso giù sulla parete nord che ha visto tanti morti nei tempi d’oro dell’alpinismo eroico. Vediamo la croce … sorrido … sono felicissima che Giuliano abbia raggiunto la sua meta!
Arrivo anch’io, stanca ma felice. Ci guardiamo intorno senza parlare … che panorama … che bellezza … e che soddisfazione! 5 ore per la cima … sono molto soddisfatta!
Ho ben presente che la nostra avventura non è finita (anche se mai mi sarei immaginata quello che poi succederà) ma per adesso mi godo la cima.
Un pensiero mi viene in mente: facile fare 2000 m di dislivello sui sentieri belli e segnati, su percorsi conosciuti o cmq segnati sulle carte … per un percorso del genere non ero poi cosi allenatissima!

La discesa e l’avventura
Giuliano segue un percorso più agevole per la discesa, ma le ore di cammino si fanno sentire; ho le gambe già doloranti (quanti anni che non provavo più questa sensazione?), il percorso fatto non è lungo in fatto di km ma l’avere fatto quasi 2000 m di dislivello fa capire che non ha mai mollato per 5 ore, salite ripide, discese ripide che per 5 ore hanno stremato i miei muscoletti.
Arriviamo al canale, con molta calma scendiamo, Giuliano mi aiuta nei 2 passaggi ostici. Siamo tranquilli tantè che chiacchieriamo anche sul perché ci sono cosi tanti scheletri di capre qui dentro … sembra che ci sia il cimitero, ma in un canalone cosi ripido vengono a morire? No, più facile che siano le piene delle piogge a portare qui le carcasse o che un fulmine le abbia prese in gruppo.
Nel canale troviamo un rivolo d’acqua e Giuliano tenta di riempire la borraccia. Mi ingegno per aiutarlo ma con tutti i pregi che ha il mio socio quello della pazienza in questi casi gli manca: prende circa ¼ di litro e poi via. E qui il mio errore: avrei dovuto insistere, ma ne avevamo ancora circa un litro.
Fuori dal canale inizia tutto …
Abbiamo perso il sentiero un sacco di volte fino a trovarci davvero infognati tra rododendri e ginepri, alberi ed erba … rocce di sopra, pendii ripidissimi sotto.
E intanto il tempo passa …
Finalmente decidiamo di guardare Gipsy: all’ombra non si vede una mazza (e se ci fosse la nebbia?)
Cerchiamo un posto al sole. Il sentiero è su. Allora saliamo. Ma torniamo o andiamo avanti? Torniamo …
E intanto il tempo passa …
In mezzo a questo terreno sono una frana, stanca come sono faccio davvero fatica. Il mio zaino non pesa niente oggi ma Giuliano decide di portarmelo altrimenti non ci muoviamo più.
E intanto il tempo passa …
Sali, scendi, spostati, controlla … perdiamo davvero un sacco di tempo, aggrappati all’erba e ai rododendri per salire/scendere. Finalmente riusciamo a capirci qualcosa e decidiamo di prendere un canale che ci sembra fattibile e che dovrebbe intercettare il sentiero.
E intanto il tempo passa …
Controllando Gipsy vedo l’ora e inizio a preoccuparmi sul serio. Le mie considerazioni sono state semplici: se non ne veniamo fuori in fretta farà buio, se farà buio dobbiamo bivaccare qui perché se avvisiamo i soccorsi tardi non ci vengono in aiuto con il buio. Faccio la conta di quello che ho nello zaino: una maglietta maniche corte, una manica lunga, spolverino, calze di ricambio, guanti e cappello. Ah … l’accendino … il freddo non lo patiamo. Ma cavolo: non abbiamo acqua!
Presa dalla preoccupazione guardo il mio socio: chiamiamo i soccorsi per avvisare? Giuliano mi fulmina con lo sguardo: abbiamo il GPS e chiamiamo i soccorsi? Non farmi ridere … Mi giro e riprendo a camminare …
Salgo, Giuliano mi sta dietro. Io arrampico sull’erba, sulle rocce, sui rododendri e questa volta anche con i ginepri perché è imperativo salire … salire … salire …
Il canale è lungo, ogni tanto controllo Gipsy e vedo la traccia avvicinarsi.
Quando ci metto il piede sopra tiro un respiro di sollievo.
E intanto il tempo passa …
Metto il mio socio a conoscenza che stavo per avere una crisi di tensione ma che ora è tutto a posto.
A posto …
Saliamo, passo, arriviamo al traverso con le pecore. Traverso … lungo … più lungo di quello che pensavamo.
E intanto il tempo passa …
Arriviamo in un punto con un ometto (ce ne sono 3 in tutto il percorso!) dopo esserci persi ancora un po’ di volte. Giuliano tira dritto, il tormentone ora è il canale: dobbiamo scendere 150 m per poi risalirli.
Alla fine il sentiero si perde … di nuovo … ravaniamo un po’ poi controlliamo il GPS: siamo sul sentiero sbagliato. Torniamo … Giuliano non è convinto, ma la traccia dice cosi e torniamo all’ometto.
Vediamo li verso ovest una traccia che scende. E’ lei, sentenzia il mio socio … 150 m da scendere e poi da risalire.
Pochi metri e poi si perde.
Dov’è la traccia?
Sotto di noi.
Apro una piccola parentesi: ero stracotta ma sul sentiero sarei andata anche a Milano, la tensione che invece iniziavo a provare mi ha minato le gambe e facevo una fatica che non immaginate a vincere i soliti rododendri, ginepri, alberi … La seconda considerazione è che non conosco affatto il mio GPS, e in questi casi è imperativo sapere cosa ti può dare e saperlo sfruttare al massimo.
Detto ciò, la mia testa stava per bloccarsi. Non so per quanto siamo scesi su un pendio che è stato il peggiore di tutti; riguardo Gipsy e vedo che siamo sempre alla stessa distanza … a questo punto io ho un crollo. Giuliano purtroppo in questi casi non la pensa come me e invece di confortarmi mi incita ad andare avanti, peggiorando cosi la mia situazione.
Finalmente si apre uno squarcio nel bosco: Giuliano capisce dove siamo, non gli torna ma capisce che stiamo andando nella direzione sbagliata.
Quando mi dice che dobbiamo risalire all’ometto lo devo aver guardato con uno sguardo tanto angosciato che si è messo ancora ad incitarmi. Non è stata la risalita a preoccuparmi, ma la consapevolezza che ci eravamo persi … con Giuliano ci siamo persi … eppure là c’è un ometto.
Non lo so se a voi è mai capitato ma vi auguro di no e che non vi capiti mai: il mio cervello si è bloccato e non riusciva più a dare nessun comando alle gambe che di conseguenza non si muovevano di un millimetro.
Lascio perdere quello che mi ha detto il mio socio e ho capito che non potevo contare su di lui per uscire da questa situazione.
Ho cercato di ragionare, non pensare all’ometto, pensa soltanto che devi raggiungere Giuliano, una piccolissima meta che però mi ha sbloccato la mente.
Giuliano mi ha poi aiutata “tirandomi” su per mano dove possibile, dove non possibile salivo carponi cosi da aiutarmi con le mani quando le gambe non ce la facevano più.
Arriviamo all’ometto (grande Giuliano che l’ha ritrovato!)
Mi siedo. Cerco il cellulare nello zaino. Non prende. Provo lo stesso: 1 1 8 … niente … nessun suono … scoramento … Giuliano è in giro per cercare di capire dove diavolo è sto canale …
Quando torna gli chiedo il suo telefono e senza chiedere più nulla compongo il numero: 1 1 8
Il suo cell ha una tacca e mi rispondono dopo pochi secondi: ho bisogno del soccorso alpino, mi sono persa.
Sul perché il mio telefono (Wind) non sia entrato in rete per le chiamate di emergenza mi fa riflettere assai e sarà una cosa che dovrò verificare.
Quando entriamo in contatto con il personale del soccorso passo il telefono a Giuliano che tanto io non sono in grado di spiegare e capire nulla. Però il cervello è tornato a funzionare e penso che se ho il GPS ho anche le coordinate. Avviso Giuliano, le passiamo al soccorso. Ora ci dicono di non muoverci e di non usare il cell, ci richiamano quando hanno capito dove siamo.
Per non farci mancare nulla arrivano milioni di zanzare. Giuliano non lo toccano nemmeno, su di me invece si abbuffano.
Allora mi metto le maniche lunghe. Ancora non ci siamo. Prendo lo spolverino e mi ci copro gambe, mani e faccia. Giuliano è sempre in giro: siamo ad un ometto … possibile che non troviamo il sentiero?
Suona il telefono: Pronto … state bene? Avete il sole davanti? Vedete quella cresta? Andate da li, in un quarto d’ora siete alle Croci di Matra … COME SAREBBE IN UN QUARTO D’ORA????
GIULIANOOOOOOOOOOOOOOOOO !!!!!!!!!!!!!!!!!
Lo chiamo, arriva giusto da li … mi dice che ha capito dove andare anche se non si raccapezza.
Parla con il soccorso, si capiscono, iniziamo a scendere.
Praticamente il canale che volevamo a tutti i costi non c’è e se l’avessimo capito prima avremmo anche capito la traccia GPS e visto la cresta che ci avrebbe portato giù. Questo tanto per far capire la complessità di raccapezzarsi in quella zona … Giuliano non è tipo che si perde!
Da qui in poi è passeggiata. Il soccorso ci chiama ogni 10 minuti, vogliono sapere dove siamo, ci chiedono la posizione cosi da essere sicuri che siamo sulla traccia giusta.
Il problema è che siamo senz’acqua e sta venendo tardi ma siamo sul sentiero … finalmente sulla traccia di sentiero.
Appena spiana e il fondo migliora aumento anche il mio passo.
Iniziamo a vedere le recinzioni e le costruzioni di Pratella alta :) Perdiamo ancora una volta sentiero e al telefono ci avvisano che sono al parcheggio che ci aspettano … con qualcosa da bere :) … ma quanto gli voglio bene a sti ragazzi?

Epilogo
Chiacchieriamo con i ragazzi del soccorso, raccontiamo cosa è successo e loro ci raccontano altre esperienze con gente che si perde su per il Prata … a noi è andata ancora bene :)
Poi una mia considerazione approvata dai ragazzi del soccorso: la frontale torna nello zaino …
Altra considerazione approvata e avvallata dai ragazzi del soccorso: non metto la traccia GPS. E’ un tracciato strano, non è alpinistico ma per un semplice escursionista può essere problematico. E’ un po’ lo stesso motivo per cui non segnano il sentiero: dovrebbero fare un intervento al giorno per tirare giù la gente :) Inoltre io non voglio alcuna responsabilità sul fatto “mi hai dato tu la traccia” etc e siccome il percorso è davvero difficile e faticoso preferisco evitare.
Se qualcuno si volesse fare davvero del male mi contatti, lo passerò in privato ma declinando ogni responsabilità.
Dimenticavo ... per il prossimo we voglio un T1 !!!

Ringraziamenti al soccorso alpino di Chiavenna
Era questo che volevo dal soccorso. Lo so che Giuliano ci avrebbe portato fuori da sto casino … ma se non riuscivamo prima di notte? Io non ho nessuno a casa che si preoccupa ma lui ha una famiglia …
Siamo stati seguiti in un modo che meglio di cosi non si poteva, professionali, cortesi, rincuoranti … non possiamo altro che dire GRAZIE a questi angeli che vigilano sempre e cmq sui nostri divertimenti.


Oggi ha avuto il coraggio di camminare con me Giuliano … tornerà ancora con me sui monti?

heliSLaLenta



Vista da Nano

Bisogna fare una premessa: questo salita pur non difficile ha un dislivello considerevole, e vi sono enormi problemi di orientamento per cui consiglio di documentarsi bene prima di affrontarla.
Il pizzo di Prata era il mio tormento, già tentato una volta da me con poca fortuna mi stuzzicava ogni volta che salivo in Valtellina. Decido l'attacco, dovevamo essere in tre ma la defezione di Pinuccio lascia la Nanoband in forza minima, io e la Silvia.
Il bar per il permesso apre alle 7, e così siamo al parcheggio di Pratella alle 7,30. La prima parte della salita fino alla croce di Matra è semplice, poi seguiamo la cresta per il monte Matra fino quasi in cima. Troviamo subito la sella che porta sul lato sud, dopo poco un orrendo canale pieno di arbusti ci costringe a perdere 150 metri. Ora si va in piano in direzione Est fino ad un colatoio passato il quale si deve risalire 150 metri fino alla selletta che sta davanti al portone, si scende 50 metri per prendere il lunghissimo colatoio.
La salita del Portone non è difficile ma molto faticosa, all'uscita di questo rimangono ancora 500 metri da fare, si sale dove si vuole su versanti molto ripidi ricoperti d'erba e poi una bellissima crestina esposta ma non difficile finalmente ti porta in vetta.
Noi non abbiamo avuto nessun problema in salita arrivando in vetta in 5 ore. I problemi sono cominciati al ritorno dove abbiamo sbagliato una prima volta seguendo una traccia di animali che ci ha portato fuori rotta facendoci scendere parecchio.
consultando il G.P.S capiamo che siamo troppo bassi e risalendo un orrendo canale attacandoci agli arbusti riguadagniamo i 150 metri persi, altri 150 ci toccano per risalire il canale sceso il mattino.
Ora siamo sula traccia, seguendola non ci accorgiamo di aver passato la selletta della cresta del Matra e seguendo una traccia ci perdiamo per la seconda volta.Ritorniamo sui nostri passi e il G.P.S. dà i numeri, non ci capiamo niente, dice di scendere e noi ci infiliamo in un canale seguendo un'altra traccia che in breve diventa impraticabile. Abbiamo perso altri 100 metri, La Silvia è stremata , risaliamo penosamente il canale e ci mettiamo sulla dorsale a fare il punto della situazione. Sono le 19,abbiamo poche ore di luce e non possiamo più permetterci di sbagliare. Decidiamo di allertare il soccorso e chiamiamo il 118, non vogliamo essere soccorsi, ma solo parlare con qualcuno che ci dica in che direzione muoverci. La signorina molto gentile ci mette in collegamento con il soccorso, diamo loro le coordinate del punto dove siamo, ci ordinano di non spostarci che verremo richiamati dopo che loro studino il percorso di ritorno.
Aspettiamo circa 20 minuti durante i quali in una perlustrazione io trovo il percorso giusto, ci prepariamo a scendere ed arriva la telefonata che conferma che il percorso da seguire era quello da me trovato in precedenza.
Ora siamo sul sentiero che ci riporta alla croce di Matra ma il soccorso alpino ormai ha avviato la pocedura e teme che potremmo essere presi dall'oscurità. Abbiamo da ora in poi un angelo custode che ogni dieci minuti ci telefona per vedere se tutto va bene. In effetti và tutto bene ma la Silvia è stanchissima ed la discesa è eterna,abbiamo finito l'acqua e rimangono solo le ore di luce necessarie per arrivare a Pratella, infatti vi arriviamo alle 21,20 troviamo due gentilissimi ragazzi del soccorso che erano pronti a salire in caso di problemi.
Devo dire due parole di ringraziamento a questi nostri angeli custodi che nonstante le nostre rassicurazioni ci hanno fatto decine di telefonate per assicurarsi che tutto era sotto controllo.
Rimane la soddisfazione di aver raggiunto una cima fuori dai soliti schemi, che ti obbliga a continui cambiamenti di versanti sempre con la sensazione di essere in un posto fuori dal mondo ed una cima con un panorama unico.
Ho chiesto ai ragazzi del soccorso il perchè nella totalità del percorso non si trovi un segnale e loro mi hanno risposto che è meglio che la massa stia alla larga da questo itinerario altrimenti dovrebbero fare un soccorso al giorno


Quota partenza: 990
Quota arrivo: m 2.727
Dislivello secondo Gipsy: m 2300
Tempo totale: 13 h 45 m
Km percorsi secondo Gipsy: 16 circa

martedì 10 luglio 2012

Facciamo che mi venite a trovare su HIKR?

Visto che poi tanto il link c'è, mi fate la cortesia di venirmi a trovare sul mio HIKR?
Tanto nessuno commenta qui ... e siete cosi in pochi a leggermi qui ...
Ci vediamo su HIKR allora, ma se avete qualcosa da dirmi fatelo pure qui :)
Ciao e buone montagne
S.

sabato 11 febbraio 2012

Monte Comer – m 1.279 e Monte Denervo – m 1.459 - 11 Febbraio 2012

Problemi con la casa e il conseguente trasloco, la linea telefonica che non arrivava mai ... ma ora sono tornata e, poco per volta, arrivano tutte le gite del periodo! Buona lettura :)


“Andiamo sul Garda, c'è questo giro molto panoramico, vedrai: ti piacerà!”
Sono perplessa perchè danno nevischio in mattinata in quella zona ma come dire di no a tanto entusiasmo?
Stavolta non ci sono stati troppi casini per incontrarci, ho solo cannato io l'uscita :) ma conoscendo la zona me la sono cavata con “solo” 5 minuti di ritardo.
Niente traffico, ancora buio. Quando siamo in zona non ci sembra che la visibilità sia ottimale ma non ci facciamo scoraggiare. Una piccola sosta alla splendida Salò per caffè e panettiere e poi via. Per fermarci poco dopo a causa del ghiaccio sulla strada che porta all'inizio del sentiero. No, da qui non saliamo. I miei 2 ospiti che conoscono bene la zona, tirano fuori dal cappello un'alternativa solo che questo ci farà perdere un po' di tempo e cosi iniziamo a camminare tardi.
Il panorama che doveva tanto farci sognare … ci fa davvero sognare nel senso che …. nevica, altro che vedere il lago!
Ma non ci scoraggiamo e tra chiacchiere e risate iniziamo la nostra escursione. Mi hanno portato a vedere una chiesa scolpita nella roccia che mi ha ricordato moltissimo la cappadocia, abbiamo fatto un sentiero attrezzato dentro un canale bellissimo e ci siamo divertiti come dei matti a prenderci in giro (eravamo completamente in sicurezza, se a qualcuno venisse il dubbio, nonostante le stupidaggini che scriveremo sulla foto!)
Poi su per una cresta piena di alberi, con i segni poco visibili e la neve che aumentava sempre di più.
Soste: parola, ahimè, anche qui sconosciuta. Un paio di volte per bere e poi …. niet!
Qualcuno è in grado di spiegarmi perchè mai io vado in montagna sempre con dei negrieri????
Arriviamo sulla prima cimetta sommersi dalla nebbia … e dalla neve :) Meno male che è secca e soffice e non bagna. Cerchiamo di proseguire ma non riusciamo a capire bene dove si va. Dopo un po' di ravanamenti i miei 2 anfitrioni trovano il sentiero e a questo punto li premio … con i dolcetti mica tanto buoni che ho costretto a mangiare con la forza :)
Un sorso di tisana calda e poi via verso l'altra cimetta.
La neve non è tantissima, ma vi assicuro che la fatica si faceva sentire (e qui un ringraziamento particolare a Marco che ha battuto la strada per tutto il percorso!) Arrivati sulla cimetta la neve, se possibile, scende ancora più copiosa. Sempre ridendo, scherzando e ovviamente chiacchierando ci avviamo verso il punto che i miei negrieri hanno deciso per il pranzo.
Arrivati ad una piana però non capiamo più dove si deve andare. Gipsy e cartina ci aiutano poco ma alla fine decidiamo per una direzione … e poco dopo ecco ritrovati i segni. Grandi soci!
Io inizio ad essere stanca. I miei negrieri mi concedono una piccolissima sosta e io, per non perdere tempo, prendo la frutta secca che ho nella tasca dello zaino, quella in vita … Cristina mi guarda stupita: ma dove diavolo la tenevi quella scatolina??? Ah … ancora non conosce le mie riserve :)
Arriviamo sulla strada e finalmente alla sosta pranzo: e sono le 4 passate …. più che pranzo direi merenda!
Per fortuna troviamo una casa i cui proprietari, gentilissimi e molto ospitali, hanno lasciato la veranda aperta. Non è calda, ma è riparata dalla neve e dal venticello gelido che si è alzato. Inoltre possiamo sederci all'asciutto a mangiare.
Ripulito tutto (hanno lasciato una scopa, come non usarla?) riprendiamo la discesa. Pezzo su strada poi di nuovo sentiero fino a tornare a Sasso, nostra località di partenza, ormai quasi con il buio.
Che gita! Niente panorami, ma mi sono divertita un mondo! Bello il percorso, bella la neve e splendida la compagnia!
Hanno avuto il coraggio di camminare con me Cristina e Marco.
heliSLaLenta

Quota partenza: 531
Quota arrivo: 1.459
Dislivello secondo Gipsy: m 1.300 circa
Tempo totale: 8 h 39 m
Km percorsi secondo Gipsy: 16 circa

giovedì 9 febbraio 2012

Civate – Cornizzolo - Eupilio - 9 Febbraio 2012

5 “pirla” si ritrovano al parcheggio di Civate, località Pozzo, e si, si è aggiunta anche la splendida Kira!
Il fatto di essere 4 bipedi auto-muniti fa si che si riesca ad organizzare la traversata, ancorchè in notturna.
Farà freddo? C'è chi si prepara con il “preservativo” in testa (avete presente quel cappello con le orecchie? Tutto nero e lucido … ) e chi invece toglie subito la giacca a vento perchè a 0 gradi obiettivamente fa calduccio.
In salita mi toglierò anche il pile per rivestirmi totalmente, nel giro di 10 minuti, man mano che ci avviciniamo alla cresta: alla fine avrò su anch'io il cappello-preservativo :)
Arrivati alla strada, comunico ai miei soci che i pasticcini che sono nel mio zaino (non buoni, lo ammetto, ma non voglio storie: a casa non ci tornano!) o li mangiamo al locale invernale del Marisa Consiglieri o se li mangiano in vetta, al vento gelido.
“Sarà chiuso!”
Come volete, rispondo sicura di me stessa. Quel locale devo averlo trovato chiuso una volta sola nella mia vita, vuoi che sia chiuso questa sera?
Sono intimoriti dalla mia minaccia e decidono di andare a vedere se è aperto. Salendo però Mario mi avvisa: guarda che se è chiuso ne dovrai sentire …
Ok, mi preparo quando sento da davanti: “E brava Silvietta!!!!”
Fiuuuuuuuuuuuu, sono salva :)
Tiro fuori i miei pasticcini, stanotte non possiamo di certo cazzeggiare, sono tanti e penso che cmq me ne dovrò portare un po' a casa … e invece sono stati spazzolati tutti, Kira compresa mi ha fatto onore :)
Foto di rito e poi via, verso il vento bastardo della cima.
Ora fa freddo, le mani mi si congelano … non vi dico le chiappe … la prossima volta mi metto gli scaldamani negli slip :(
In cima tentiamo una foto di gruppo che purtroppo non verrà e poi via … per strada? Nooooooooooo, per cresta! Un freddo … un vento! In alcuni punti mi portava via :)))
No, non siamo mica tutti giusti.
Tagliamo la strada e in poco più di 3 ore siamo alla macchina che gli splendidi organizzatori hanno portato su nel pomeriggio.
Torniamo a Civate a prendere le altre vetture. Vabbeh, impatto ambientale massimo oggi, alla fine abbiamo dovuto muovere 4 macchine … diciamo che una volta ogni tanto si può fare.
Luna stupenda … stellata di conseguenza ma sempre affascinante.
Un ringraziamento a Giuliano, non solo per la “solita” organizzazione, ma per aver tentato, nonostante il gelo, di fare qualche foto; purtroppo non sono venute.
Il perchè di questa relazione non è quello di farvi vedere come siamo … scemi :) ma perchè la traversata, se ci sono 2 macchine a disposizione, è a mio parere un modo interessante e diverso di salire su questa battutissima cimetta.
Hanno camminato con me: Kira, Pinuccio, MarioMario, Nano
heliSLaLenta
 
Quota partenza: 300 - Quota rientro: 640
Quota arrivo: 1.241
Dislivello secondo Gipsy: m 1.000 circa in salita e 680 m in discesa
Tempo totale: 3 h 38 m
Km percorsi secondo Gipsy: 8 circa