domenica 10 luglio 2011

Vetta di Rhon - m 3.136 - 12 Giugno 2011

Nel suo romanzo "Cent'anni di solitudine" Gabriel Garcia Marquez racconta dei quattro anni, undici mesi e due giorni di pioggia per lavare il paese di Macondo da tutte le sue nefandezze e nemmeno questo è stato abbastanza...
Sembra che anche noi ne abbiamo di nefandezze da lavare quindi niente montagna da una montagna di giorni.
Per cui, tempo bello o no, oggi si va. Pioverà? Ci bagneremo … mica ci restringiamo, no? Può essere antipatico ma pazienza, una domenica a casa no, non credo di poterla sopportare.
Consultandomi con Luca si pensa che non si possa troppo osare e allora la mia proposta mira basso … troppo basso … quando arriva la proposta di Luca sorrido: meno male che non si poteva osare!
Accetto immediatamente, la meteo non è malvagia e la zona è nuova. Si spera di avere un po' di sole ma se non ci sarà pazienza, ormai ho imparato che con Luca si arriva cmq in cima.
E la cosa importante per me non è il panorama. Certo, arrivare in cima e vedere il mondo sotto e intorno a noi è bellissimo, ma il panorama ormai l'abbiamo visto un sacco di volte. Prima di tutto viene il percorso che ci porta in cima. La strada che si percorre fa l'80% della gita dal mio punto di vista. Quello che si vive salendo, la scoperta dei fiori, dei luoghi, delle chiacchiere se si è in compagnia e delle meditazioni se si è da soli.
Partiamo presto, la relazione parla di 5-6 ore (noi ce ne abbiamo impiegate 5 e mezza e vista la neve incontrata l'ultimo e più impegnativo tratto ne siamo più che soddisfatti) e poco dopo le 7 e mezza siamo in marcia.
Arriviamo allo splendido bivacco purtroppo chiuso, le chiavi vanno richieste telefonando preventivamente … ma se mi capita un'acquazzone? O un altro problema? Un bivacco dovrebbe essere li anche e soprattutto per le emergenze e visto il percorso possono ben capitare …
Arriviamo allo splendido bivacco, dicevo, in un'ora e 50 minuti. Non fa caldo ma è molto umido e sono bagnata fradicia. Sosta banana mentre ci guardiamo intorno.
Il bivacco è stato ristrutturato nel 2007 dal CAI di Ponte in Valtellina; posto sulle rive del torrente hanno perfino preparato un rubinetto per l'acqua e il posto per il fuoco con tanto di catena per il paiolo!
Il sentiero fino a qui è stato vario. La strada la si può tagliare con uno splendido sentiero nel bosco per una buona metà. Poi diventa una pista piuttosto ripida ma con fondo abbastanza buono per camminare (non altrettanto per i mezzi, per fortuna!).
Da qui in poi niente più bosco ma sassi, erba e fiori. Tantissimi fiori: anemoni, genziane, soldanelle … chi più ne ha più ne metta.
Ovviamente siamo soli, non un cane lungo tutto il percorso se non per il ragazzo incontrato al parcheggio. E' una zona frequentata davvero poco ed è un peccato perché è davvero molto bella.
Saliamo. Arrivati sotto la montagna, dove il sentiero “bello” finisce ed iniziano i “guai” mi devo coprire … si, in salita! Fa freschino e la meteo non è un gran che.
Iniziamo la salita su sfasciumi poco stabili fino ad arrivare proprio sotto la montagna e da li inizia il percorso più ostico.
Fino a che non iniziamo ad incontrare la prima neve. Poi diventa “osticissimo” :(
La meteo sembra peggiorare. Non sono preoccupata per il percorso o per la neve, ma per il maltempo: se ci becca la pioggia qui ti voglio vedere in discesa :(
Ma Luca è tranquillo e continuiamo a salire cercando man mano i segni fino a che la neve si fa continua. Scivolo. Qui non è il caso di scivolare e siccome la mia “polla” la conosco mi sono portata dietro i ramponcini (ma siamo su un versante sud! Non ci sarà più neve!) e me li metto.
Proseguo meglio ma i nevai sono infidi per la roccia sotto, i traversi sono piuttosto esposti e il passo rallenta tanto. I tratti di roccette non sono semplici con i ramponi ma avendo la punta dello scarpone libera non faccio neanche troppa fatica. E poi c'è Luca che ogni volta che ce n'è bisogno mi tiene i bastoni, mi allunga una mano, mi incoraggia e mi incita … ha capito che io sono scettica sull'arrivare in cima ed in effetti sto meditando di dirgli di andare avanti, io proseguo e se ce la faccio bene, altrimenti quando lui scende si torna e pazienza.
Ma sto zitta. Mancano 200 m alla vetta. Ogni tanto scende dal cielo qualcosa di ghiacciato. Cerco di ricordare la relazione ma ricordo cose troppo frammentate per cui proseguo.
Ora di metri ne mancano solo 90. Non dico nulla, stringo i denti e salgo. Luca è li che mi aspetta: "Ho visto la croce!" Non gli credo, ma alzando gli occhi vedo anch'io qualcosa che potrebbe sembrare una croce.
Saliamo con molta cautela le ultime roccette. E la croce è li. Siamo in cima.
SIAMO IN CIMAAAAAAAAAAAAAA !!!!!!!!!!!!!!!
Fa un gran freddo! Siamo in mezzo alle nuvole e il panorama sarà per un'altra volta (peccato, avrei visto volentieri la Val Fontana). Abbiamo le mani talmente gelate che non riusciamo nemmeno a mettere le bandierine e poi siamo entrambi consapevoli che non possiamo fermarci qui molto. Oltretutto scende a tratti qualcosa di ghiacciato che ci ha tenuto compagnia per l'ultimo tratto di salita .. non è il caso di rischiare ulteriormente! Non mangiamo, facciamo la foto di vetta e poi iniziamo la lunga e complicata discesa. Ogni passo richiede attenzione, la neve in discesa è ancora più infida, le roccette richiedono attenzione perché non tutti gli appigli sono saldi. Scendiamo piano, concentrati. Ogni tanto ci scappa una battuta e una risata ma poi la concentrazione torna a mille.
Ci sono un paio di punti che fanno riflettere più degli altri.
Il primo: se scivoli, finisci nel canale che ti porta giù e se cadi giù ti raccolgono davvero con il cucchiaino; ovviamente qui il fondo è davvero infido e scivoloso anche se senza neve.
Il secondo è un passaggio con rocce davvero scivolose dove non puoi fare altro che passare di li. Ovviamente, essendoci neve intorno, le rocce sono bagnate :( Facciamo fatica a passare ma tra una piccola scivolata e l'altra usciamo indenni anche da qui. Una catena, per la sicurezza, io l'avrei messa. Il primo passaggio ti puoi attaccare alle rocce ma qui niente … scivoli e basta.
Iniziano i morsi della fame. Ci siamo fermati pochissimo (meno di mezz'ora conteggiando tutte le soste) e visto il dislivello, l'impegno e la concentrazione, il terreno … beh, non sono stanca ma la fame inizia a farsi sentire.
Finalmente, alla fine dell'infida discesa riesco a convincere il mio socio a fermarci. Ciliege e albicocche disidratate e poi ancora goccioline d'acqua che ci fanno rimettere lo zaino in spalla, almeno per arrivare al bivacco.
Scendendo incontriamo gli unici 2 esseri umani della giornata: 2 ragazzi che si fermeranno poco su. 4 Chiacchiere e poi giù al bivacco dove posso finalmente strizzare i calzini :( questi scarponi non sono più impermeabili, mi dovrò ricordare di mettere nello zaino i calzini di ricambio :(((
Nella discesa niente da segnalare se non che sono crollata gli ultimi 300 m. Probabilmente il caldo, iniziato a sentire proprio li … mi ha fatto davvero penare ma non era presto e poi mancava poco alla macchina e non mi sono fermata. E' bastato poco poi per riprendermi … una piccola sosta e sarei scesa meglio ma anche questo è allenamento, andare un pochino oltre alle tue forze!
Grazie Luca per questa splendida cima salita insieme!
Quota partenza: m 1.280
Quota arrivo: m 3.136
Dislivello secondo Gipsy: m 1.855
Tempo totale, comprese le soste: 11 h
Km percorsi: 15,6 km

heliSLaLenta

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