giovedì 4 febbraio 2016

Piz D'Alben – m 1.865 – 4 Febbraio 2016


Dilettante!
Me lo sento rimbombare nelle orecchie ogni volta che sbaglio strada e devo tornare indietro.
Si, perché io ho due grossi problemi in montagna: non avere assolutamente senso dell'orientamento e, di conseguenza, una grande insicurezza. Queste due cose mi mettono molta ansia, soprattutto nel programmare la gita in un posto nuovo.
La meta non era quella, volevo andare a Pian delle Betulle camminando un po' e facendo un anche del dislivello e cosi, cercando su internet, trovo questa splendida descrizione di Diska che faccio mia. Trovo anche un bell'anello che si potrebbe fare anche se mi sembra un po' lungo per la stagione. Deciderò quando sono la.
Arrivata a Premana zona industriale provo a scendere dalla strada che si stacca sulla sinistra prima del ponte, cosi come dice Diska nella relazione …. cavolo! Non la conoscevo! Sarà molto utile per uscire poi, meno pericolosa dell'altra!
Non ricordavo più che avendo fatto l'area pic nic non c'è più il parcheggio di la dal fiume e cosi rimango spiazzata quando vedo il cartello di divieto di accesso. Torno sui miei passi ma oggi è giorno di lavoro e tutti i parcheggi sono occupati: che fare? Torno indietro e decido di mettere la macchina di fronte ad una già parcheggiata in uno slargo. Controllo che non dia fastidio e poi metto gli scarponi, quelli pesanti; forse sono troppo per oggi ma siccome ieri ha nevicato preferisco essere attrezzata, si sa mai.
Alla partenza non trovo il cartello del rifugio che voglio raggiungere (Ombrega, non lo ricorderò mai sto nome!) e mentre salgo evitando bivi in piano penso che forse sto sbagliando. Ma con Diska non puoi sbagliare, mi ritrovo subito nelle sue descrizioni e cosi, relazione alla mano, salgo passando ogni piccolo abitato splendidamente ristrutturato. La mulattiera è tenuta benissimo e mi fa pensare che qui la gente ci tiene davvero a questi piccoli borghi.
Incontro un ragazzo con un cane che assomiglia tantissimo a Kyra, ma loro salgono spediti; più avanti un signore che si riposa. Li ri-incontrerò al ritorno, hanno una baita poco più sopra e li vicino hanno le bestie. Per tutta la giornata non incontrerò più nessuno.
Salgo, non troppo ripido, abbastanza costante. Arrivo al borgo dove c'è il bivio: il rifugio con Pian delle Betulle da una parte e il Piz D'Alben dall'altra. E' da tempo (anni direi) che ho in mente di salire questa cima ma non era mai il momento. E se c'è troppa neve? E se c'è troppo ghiaccio? Ho ovviamente i ramponi nello zaino ma …. che faccio?
A volte mi faccio davvero delle domande sciocche, perché la risposta la so già. Il giro che avevo in mente passando dal rifugio è abbastanza lungo ed è meglio aspettare che le giornate si allunghino un po'. E se non salirò in cima pazienza, va bene cosi. Metto via la relazione che ormai non serve più e proseguo. E inizia la prima neve.
Purtroppo sarò sempre all'ombra ma almeno sono nel bosco che mi salva dal vento gelido e a raffiche che sferza le montagne fino a creare gli sbuffi di neve lassù in cima.
Qui passa il Gir di Mont e salendo mi dico che sono pazzi questi che corrono … io sbanfo a farla a piedi! Come dicevo all'inizio ogni tanto mi perdo, devo tornare indietro. La cartina è di aiuto e anche il GPS, dove stranamente questo sentiero è segnalato.
Non mi sono ancora fermata a mangiare la banana e va bene cosi, è la conferma che se la colazione è fatta come si deve le energie ci sono!
Cappelletta. In ristrutturazione. Qui mi fermo, ho sete. Kyra anche. Ormai vedo dall'altimetro che sono all'alpe Chiarino ma questo posto, nonostante le impalcature, mi piace.
Riprendo la via ed ecco poco lontano le case. A parte la prima, un po' discosta dalle altre, che è al sole, è tutto in ombra. E no che non mi fermo! FA FREDDO! Vedo i cartelli per il Pizzo e danno 40 minuti. Non so qual'è, non ho relazione né una foto di cima. Essendo un 1800 immagino che sia abbastanza boschivo e dalla cartina vedo la direzione. La direzione che prendo è giusta ma il sentiero no. Mi fa stare troppo in costa mentre io devo salire altrimenti come faccio a fare 300 m di dislivello in 40 minuti?
Torno. In effetti il sentiero era poco più sopra. Un po' di traverso e poi si sale. Man mano aumenta la neve ma soprattutto aumenta il ghiaccio sul sentiero. I bastoncini sono nello zaino e io cerco di salire a lato, dove ci sono cespugli e il ghiaccio non ha preso. Kyra sembra proprio felice anche se ogni tanto si mordicchia le zampe. Corre avanti e indietro e quando il vento ha accumulato un po' di neve ci si tuffa.
Ormai manca poco, lo zig zag del sentiero si fa più stretto e gli alberi più radi … e il vento si sente di più. Mi fermo prima a mettere il giubbotto, poi anche l'antivento. Guardo Kyra: lo vuoi il cappottino? “Mamma!!! Io ho tanto pelo!” Va bene Kyra, andiamo cosi.
Alzo gli occhi e vedo la croce. Il freddo ora è davvero pungente e fatico a fare gli ultimi metri.
In cima ho la sorpresa di vedere una bella panca di legno con tanto di schienale, segno che qui ci tengono davvero.
Il panorama è notevole e io voglio fare la foto di vetta. Uso lo schienale della panca ma evidentemente non fermo bene la macchina fotografica tramite il cavalletto e mi cade nella neve … MANNAGGIA !!! La pulisco e l'asciugo ma purtroppo quando si accende l'obiettivo non si apre del tutto … mi demoralizzo un po', di prendere la macchina nuova ci sto pensando da tempo ma temporeggiare ancora un po' non mi dispiace. Se do un colpettino con il dito l'obiettivo va a posto e cosi posso fare le mie foto.
Le raffiche di vento non sono continue e cosi decido di fermarmi qui a mangiare perché sotto non ho visto altro posti, dovrei tornare all'Alpe Chiarino e io ho fame.
Alla fine ho le dita delle mani davvero congelate. Kyra vuole cibo, non le sono bastati i croccantini e la barretta; il vento le scompiglia tutto il pelo, ha il musetto pieno di neve e si meriterebbe una pappa da regina … ma dobbiamo ancora scendere. Preparo i bastoncini ma le mani ormai mi fanno un male cane e non riesco a stringerli bene.
Devo stare attenta al ghiaccio, penso ….. ed ecco che il piede va … e mi ritrovo con il sedere per terra … mannaggia! Se mi rompo qualcosa qui ho solo da sperare che prenda il telefono perché altrimenti, ora che mi trovano, muoio congelata!
Pian piano scendo. Kyra mi tiene sempre d'occhio, lei che ha 4 zampe motrici e un baricentro basso basso, sembra che mi dica: ma hai anche tu 4 zampe adesso, perché sei cosi imbranata?
La discesa è breve, arrivata alle case tiro un respiro di sollievo. Faccio qualche foto e poi discesa. A salire ci ho messo poco più di 3 ore ma a me sembra di essere partita da meno di un'ora e in questa stagione ho un po' l'angoscia del buio , anche se ho dietro la frontale; questo per dire che preferisco non fermarmi a cazzeggiare un po' al sole anche se la tentazione è forte.
Arrivata alla chiesetta decido di prendere per la strada A S P (Agro Silvo Pastorale) che credo sia nuova nuova. La prima sorpresa è un immenso albero caduto da poco che è messo in modo tale che non è poi cosi semplice superarlo.
Chiamo Kyra che, la tonta, è scesa dal sentiero dell'andata. Corre da me e mi guarda: da che parte andiamo? Bella domanda. Finalmente trovo il modo di superare l'ostacolo senza rimetterci zaino, giacca o qualche arto e riprendo il mio sentiero. Il cartello dice 10 minuti alla strada e poi altri 10 per l'Alpe Ariale …. questo almeno è quello che credevo ma guardando le foto ora, mentre scrivo, mi accorgo che me lo sono inventato: i 10 minuti sono per lo spiazzo che raggiungo e da cui poi dopo ritornare indietro visto che da li non si va da nessuna parte. La strada è invece proprio all'Alpe, da li preferisco prendere il sentiero che ho fatto all'andata.
Un po' sbagliando, ma di poco, arrivo all'abitato di Dalben, dove c'è il bivio con Pian delle Betulle e mi fermo un po'. Qualche foto (e qui la bella sorpresa che la mia macchina si è ripresa!) uno sguardo li intorno … ora mi potrei ben fermare un pochino a rilassarmi, c'è una panchina di legno lunghissima e comoda, il sole, niente vento e un bel panorama. Ma non sono stanca e mi aspettano due impegni a valle per cui scendo.
Alle prime baite ri-incontro i signori visti all'andata, due chiacchiere, Kyra gioca un po' con l'altra cagnolina e poi riprendiamo la discesa. Sole.
Sono circa 6 ore che siamo in giro. Come spesso mi capita, mi sembra di essere appena partita ma allo stesso tempo di essere stata in giro giorni interi tanto è lo stacco che ho dalla quotidianità quando me ne vado per monti.
Devo ammettere che questa zona, che ho sempre bistrattato, è meravigliosa, di certo ci torniamo e vi invito a visitarla, magari non con il grande caldo di piena estate ma le mezze stagioni penso che qui siano meravigliose.

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 770
Quota arrivo: m 1.878
Dislivello: m 1.260 circa
Tempo totale: 6 h 05 m compresa di soste
Km percorsi: 12,3 circa

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