venerdì 29 ottobre 2010

Bivacco Alpe Manco - m 1.750 - 29 Ottobre 2010

 
Le foto in versione filmato!
Se non lo vedi bene, prova QUI

Sta arrivando la neve e con la neve la mia imbranataggine in montagna aumenta … tenendo conto che quest’anno sarò quasi sempre sola è meglio se mi do una mossa a imparare qualcosa.
Come fare? Vado a vedere le gite che hanno fatto gli altri nei giorni scorsi cosi mi becco la traccia e le condizioni :)
Ecco che vedo il Bivacco Alpe Manco, al di la della Val Bodengo. Mi sembra interessante. Ci sto meditando quando arriva la telefonata di Matteo: vieni in montagna domani?
Cavolo … dopo la figuraccia della ferrata vuoi ancora venire con me?
Guarda che sei stata brava …
Vabbeh, se ci tieni proprio … Gli butto li la gita.
Si si, ne ho sentito parlare! L’altro inverno è morto uno nel tentativo di cercare quel bivacco!
Gulp!
Bene, ora abbiamo le tracce e non è proprio inverno, per cui si va!
In paese la solita pausa caffè e poi saliamo verso il monastero, dove parcheggiamo proprio al cartello di divieto di accesso (se si vuole salire si deve pagare un pedaggio ma noi, puristi, saliamo a piedi!)
Per fortuna ci sono i sentieri, ripidi, che tagliano molta della strada asfaltata. Ancora non ho capito dove diavolo è sto monastero ma ad un certo punto siamo nel bosco, pieno di castagne!
In poco più di un’ora (sono 600 m … GULP!) arriviamo al primo alpeggio dove ci fermiamo a riprendere fiato. Abbiamo davanti a noi l’imponente Pizzo di Prata ormai già bianco e tutto intorno la vallata con le altre cime bianche nel cielo blu …
Ci fermiamo poco perché la gita è lunga e riprendiamo a salire.
Il sentiero non esce dal bosco ma costeggia la montagna verso destra. Ad un certo punto scende … scende … scende … sob!
Quando incontriamo i canali che prendono l’aria da nord troviamo già le prime tracce di neve.
Alla fine scendiamo di circa 150 m ed ecco il sentierino che ripido risale e ci porta alla frana.
La guardo circospetta. Laggiù mi sembra ostico ma proviamo lo stesso a passare.
Il terreno è davvero franoso e le pietre grosse rimaste li sono proprio appese e occorre fare molta attenzione a non farle cadere e a non cadere noi.
Ora siamo fuori e continuiamo nel bosco.
Man mano che saliamo (sempre in traverso) la neve aumenta fino a che decidiamo di mettere le ghette.
Usciamo allo scoperto in un luogo davvero magico, ma ancora non siamo arrivati. Matteo è ormai avanti anni luce da me e io lo chiamo. Mi fermo qui a crogiolarmi al sole e lascio a lui il compito di raggiungere la cima, penso. Solo che Matteo non risponde. Uffi, mi tocca continuare.
Ora tiro fuori i bastoncini perché non riesco più a stare in piedi e faticosamente proseguo. Non abbiamo fatto altre soste e inizio ad essere stanca. Matteo non si vede e ora inizio a mandargli gli accidenti. E se io non volessi continuare?
So che sale perché se se si fermasse io rinuncerei e in parte lo ringrazierò per questo, ma più tardi, per ora lo maledico e basta.
Di nuovo nel bosco e ora, finalmente, il pianoro dove presumibilmente si trova l’alpe.
Quando vedo la casa lassù non ci credo. Eppure c’è una bandiera, è lei!
Matteo mi chiama: Sali?
Certo che salgo.
Solo che sembrava tanto vicina ma tanto vicina non è. Ci saranno già 30 cm di neve, faccio fatica e quel disgraziato mica viene qui a confortarmi, a prendere lo zaino … cerco scuse perché so che non può fare nulla per me, che devo solo mettere un piede davanti all’altro per arrivare in paradiso.
Quando arrivo inizio a sbottare, mi devo sfogare.
Accendiamo il fuoco, mi dice Matteo.
Bene, dico io.
Ma no, ribatte lui, consumeremmo la legna.
Sgrunt!
Accendiamo il fornello, mi dice Matteo.
Bene, cosi scaldiamo la pizza, replico io.
Ma no, che il gas è chiuso …
ARGHHHHHHHHHHHH !!!!!!!!!!!!!
Ora mi metto a urlare: insomma! Ti decidi????
Poi ci guardiamo e scoppiamo a ridere :) Dai, porta fuori una panchetta che ci mettiamo al sole a mangiare.
Seduta comodamente facendomi accarezzare da un sole ancora caldo, un po’ di tisana calda, pane e formaggio e poi marmellata di mirtilli mi mettono di buon umore. La discesa sarà lunga, non possiamo cazzeggiare troppo qui.
A malincuore risistemiamo tutto e iniziamo la discesa.
Il bosco, la radura, il torrente gelato, la frana, il bosco, l’alpe, le castagne …
Poco più di 4 ore per salire … quasi nessuna sosta, in totale circa 1700 m di dislivello … posto fantastico! Sono contenta, bellissima gita di primo inverno. Ve la consiglio, ma non se ha appena nevicato! Mi raccomando che uno ci ha già lasciato le penne! Ha uno sviluppo notevole e il sentiero non è facile da individuare sotto la neve!

Quota partenza: m 260
Quota arrivo: m 1.750
Dislivello secondo Gipsy: m 1.688
Tempo totale di marcia comprensiva: 8 h 45 m.
Km percorsi: 15,4 km





Nessun commento:

Posta un commento