sabato 16 ottobre 2010

Magnodeno – Cresta della Giumenta – Capanna Monza – 11 Ottobre 2010

Chiara e Floriano sono liberi di lunedì grazie al patrono di Brugherio e insieme ad alcuni amici stanno organizzando un’escursione … e mi invitano … come dire di no?
Il percorso scelto l’ho fatto poco tempo fa ma non importa, si sale da Erve ed è da una vita che non salgo da li e poi mi fa piacere rivedere Floriano e conoscere Chiara, per cui accetto volentieri.
Appuntamento per le 9 a Erve. Arrivo e il furgone nero è già li.
Arriva poi una moto.
E aspettiamo una bicicletta …
Diciamo che abbiamo usato tutti i mezzi privati possibili per avvicinarci all’appuntamento :)
La bici però tarda, allora, nonostante siamo già scarponati, andiamo a bere un caffè. La salita a Erve non è roba da poco e anche se il giro non prevede dislivelli notevoli io non me la sentirei di fare quel tragitto in bici. Ma il “ragazzo” è davvero atletico. Arriva con uno zainetto piccolissimo in cui ha dentro il cambio: pantaloni, scarponi, giubbotto … ma sono proprio solo io che non sono capace di avere zaini di dimensioni riddotte?!?!?!
Partiamo verso le 10 … d’altra parte quando si è in 8 non si può pensare di essere puntuali e veloci :) Inoltre l’attesa è passata via piacevolmente a base di chiacchiere, colazione e caffè.
Tutti pronti via! Chiacchierando saliamo la strada fino all’inizio del sentiero nel bosco.
Mi metto per ultima a fare la “scopetta” visto che mi considero lenta e non voglio che gli altri rallentino per me.
Ci sono un sacco di castagne e mi viene una grande tentazione di raccoglierle ma non vale la pena di portarsi peso ulteriore sulla schiena.

Apro solo una piccola parentesi per far notare come anche in una gita tranquilla il pericolo sia in agguato.
A metà della fila si stacca un grosso masso (un azzardo da parte di un partecipante, una mossa non voluta, un caso … ) questo masso cade giusto sulla mia traiettoria. Cerco di spostarmi velocemente ma il sentiero è fangoso, mi scivola un piede e automaticamente sposto la mano sinistra a terra per cercare di stare in piedi. In quel momento vedo che il masso mi è addosso ma non riesco neppure a chiudermi a uovo per cercare di limitare i danni … Il silenzio è intorno a noi, tutti guardano la scena e nessuno può fare nulla. Io la vivo al rallentatore e cerco di rannicchiarmi senza più guardare il masso che tanto non posso fare più nulla. Mi dicono poi che è passato a pochi centimetri dalla mia mano … se l’avesse presa credo che l’avrei persa la mano.
Ho avuto fortuna, ma non sempre la fortuna è dalla nostra parte.
Facciamo davvero tanta attenzione, anche su un sentiero semplice semplice, perché è un attimo rovinare la vita a qualcuno …
Chiudo qui la parentesi.

Continuiamo la salita, davanti a me chiacchierano alla grande mentre io non ho neanche il fiato per respirare e salgo silenziosa godendomi il bosco.
Quando sbuchiamo fuori, sulla cresta, il panorama di fronte a noi è notevole, i colori dell’autunno regnano ormai padroni … solo una voce stonata nel coro: “Ma guarda quell’obbrobrio lassù! Tutto Rosso! Bla bla bla …. “
Indovinate un po’ chi era? Ovviamente difendo a spada tratta il “mio” Azzoni, non fosse altro che i rifugi hanno la loro funzione, importanza, DEVONO essere visibili … ma non c’è verso, la discussione si sta infervorando e allora preferisco ritornare sullo scherzo e continuare la salita. Ora il fiato è arrivato … sarà perché il sentiero spiana? :)
Il cima al Magnodeno facciamo tappa. Mangiucchiamenti vari (ottima la torta vegana di Chiara!) e foto di rito poi, con caaaaalma ci avviamo verso la cresta della Giumenta.
Luigi ci aspetta a pranzo, ma saremo solo noi … ed è una amico di Chiara & Co. per cui non ci preoccupiamo troppo, siamo certi che ci aspetta con la polenta pronta e l’acqua calda per la pasta :)
Arrivano le catene, non riesco ad essere l’ultima perché ogni tanto il gruppo si ricompatta e ci si sposta … ma va bene cosi. Ora che si rallenta il ritmo riesco a chiacchierare pure io e ciacolando percorriamo questa fantastica cresta.
Arrivati al canalino da fare in discesa il gruppo si divide e praticamente diviso arriviamo al passo del Fo; questo per dire che i 2 punti “ostici” della cresta possono essere saltati via.
Arriviamo alla spicciolata al rifugio e il Luigi ci accoglie con … beh … insomma … quando gli ho dato la mano presentandomi mi ha detto: “E tu che vuoi?” hi hi hi … il suo modo di fare perché poi è stato un padrone di casa davvero squisito.
Le donne della compagnia hanno deciso che era bello mangiare fuori. Arriva il primo e Floriano insiste che io mangi almeno il secondo … grrrrrrr eravamo d’accordo! Ma alla fine mi convince a prendere un po’ di spezzatino con la polenta e un assaggio di formaggio … un bicchiere di vino … la grappa e il caffè … insomma: ho mangiato come un porcello!
Tra chiacchiere risate e complimenti passa il tempo ed è ora di scendere. Ancora 4 chiacchiere con lo splendido gestore (che passerò di certo a trovare nella giornata meno affollata della settimana) e poi rotoliamo giù per la discesa, sempre chiacchierando.
Una sosta alla fonte di San Carlo e siamo in paese.
La strada asfaltata è un tormento per i miei piedi costretti in scarponi pesanti che non sono più abituati (quelli leggeri sono ancora bagnati da sabato!) ma finalmente arriviamo alla macchina.
La solita caciara, i soliti baci e saluti e poi verso casa …
Una splendida gita dal mio punto di vista, ogni tanto un bel bagno di folla ci vuole :)
E poi Chiara è davvero in gamba e molto simpatica … Lei e Flo stanno davvero bene insieme!


I partecipanti:
Alberto, Carlo, Fausto, Ludovico, Renato, Floriano, Chiara e Silvia


Quota partenza: m 559
Quota cima: Magnodeno m 1.241 – Passo del Fò m 1.284 Capanna Monza m 1.173
Dislivello secondo Gipsy: m 970
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto: 7 h 15 m
Km percorsi: 12 km



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