martedì 1 novembre 2011

Anello delle 3 Alpi: Forcola, Scima e Cermine – 1 Novembre 2011


Ci sono momenti in cui è necessario tirare i remi in barca e questo è uno di quelli. Quando Nano mi dice che si va premetto le mie difficoltà: non ti preoccupare, mi risponde.
Non mi preoccupo.
In effetti il giro è stato alla mia “altezza” ma non solo, MarioMario si è caricato il mio zaino sulle spalle cosi che io potessi camminare tranquilla … quanti amici sono cosi?
Arriviamo a Voga: dove parcheggiamo? Ma li, giù da quella strada che c'è il cartello!
Cosi imbocchiamo la sterrata che ci porta allo slargo del parcheggio.
Preparazione rocambolesca (non mi infilavano i calzini e le scarpe dall'età prescolare!) e viene naturale proseguire su quel sentiero segnalato.
Ci sono le castagne, bene, perché le ho quasi finite, le raccoglieremo al ritorno.
Subito un bivio ci fa riflettere, e avrebbe dovuto farci riflettere meglio. Non siamo convinti ma l'Alpe Cermine non è sull'itinerario di andata. Seguiamo allora l'altro sentiero, non segnalato … e ci troviamo di fronte alle grate dell'acquedotto … Usti … si torna … vuoi vedere che il percorso era dall'altra parte rispetto al parcheggio?
Torniamo al parcheggio e quindi sulla strada asfaltata ed in effetti era da qui che si partiva :)
Il primo tratto è asfaltato ma c'è un bellissimo divieto a chi non ha l'autorizzazione. Presto incontriamo dei sentieri che tagliano la strada fino ad arrivare al sentiero vero e proprio.
Lo sguardo cade sempre sul Pizzo di Prata, grande tormentone di Nano (ah se davi retta a me a settembre … a quest'ora era nel sacco!) splendido nella sua forma appuntita e già macchiato di bianco. Si vede bene il traverso, il portone, la cresta di salita … ormai ho capito perfino io il percorso; il problema, lo sappiamo, sarà trovare il passaggio una volta la.
Come spesso accade quando vado a camminare con Nano, discutiamo animatamente con MarioMario che interviene saggiamente al procedere della discussione. Non si litiga, si discute; anche se si è in disaccordo non si litiga. E' questo quello che dovrebbe succedere agli amici, discussioni pacate in cui ognuno difende il suo parere e, se viene convinto di avere torto, lo ammette.
La montagna è anche questo, permette la discussione, la sana discussione, in un ambiente magico, pieno dei classici (e finalmente, direi) colori autunnali.
Oggi sono coccolata per cui se ho sete mi danno da bere, se ho fame … no, quella no: “Arriviamo al rifugio e poi si mangia!” … beh, non pretendiamo troppo :)
Fa davvero tanto, ma tanto caldo. Io non dovrei sudare e sono quindi un pochino preoccupata. Sto già pensando di fare andare avanti loro e di fermarmi al primo alpeggio, ma noto con piacere che oggi si tengono i miei tempi da bradipo per cui mi tranquillizzo e proseguo nella passeggiata.
Arrivando al bivacco-alpe-rifugio Forcola il sole è ormai sparito e nonostante fossi senza zaino sono sudatissima. Per fortuna il locale è aperto. Una casa, ristrutturata, con luce data dal pannello solare, materassi che manco a casa li hai, il dormitorio separato dal locale cucina e il bagno all'interno della casa, di fianco alla legnaia … ma dove siamo, al Grand Hotel? :)
Entriamo a mangiare e decidiamo di prenderci un caffè. MarioMario si offre di andare a prendere l'acqua (al rifugio è stata già chiusa in preparazione dell'inverno) e riusciamo a bere uno splendido quanto inaspettato caffè caldo (pagato, mettendo i soldini nell'apposita cassetta murata!)
Mentre Nano si sta apprestando ad andare a lavare la caffettiera arriva un ragazzo. Ne seguono altri 2 e staranno li a mangiare. Dopo aver spiegato loro dov'è l'acqua, gli lasciamo la caffettiera solo svuotata del caffè (buon per loro!) salutiamo e proseguiamo nel nostro giro.
Ora è un po' più ripido, penso un tantino agitata. Sono la prima della fila e non mi piace non avere nessuno davanti. Stiamo percorrendo un bellissimo traverso, un pochino esposto, un pochino bagnato, un pochino ghiacciato … alla fine chiedo di fare il “companatico” e Nano passa avanti aiutandomi nei passaggi più scivolosi.
In questa formazione, ognuno pensando alle sue cose, arriviamo all'Alpe Scima (o Cima) … che spettacolo! Se guardiamo solo il campanile costruito sulla roccia con la chiesetta poco lontana, entrambi di un bianco abbagliante, sembra di essere in uno sperduto paesino del Portogallo.
Ci fermiamo parecchio. A guardarci intorno, a godere della pace del luogo, a fare foto … a cercare un autoscatto decente :)
Ma l'ora è tarda, dobbiamo scendere.
E' ancora lunga per l'Alpe Cermine ma arrivati la ci accoglie un altro magico luogo, a picco sulla valle con lo sfondo del Pizzo di Prata!
Il sentiero ora scende deciso, ad ampi tornanti. Dobbiamo scendere fino al fiume per risalire sul versante opposto della valle fino a congiungerci con il bivio del mattino.
Ci fermiamo poco più sotto a fare castagne, un posto che evidentemente si è salvato dal maledetto insetto che ha fatto una strage quest'anno nei nostri castagneti.
Solita sosta al Moreschi e poi a casa. Una volta tanto accompagnata fin sotto casa … con MarioMario che si è “offerto” gentilmente di prepararmi la caffettiera per la mia colazione del giorno dopo :)
Grazie MarioMario, grazie Nano che mi avete regalato questa splendida e inaspettata gita autunnale!

Le foto, tranne un paio di eccezioni, sono di Nano per gentile concessione :)

Quota partenza: m 1.065
Quota arrivo: m 1.875
Dislivello secondo Gipsy: m circa 1.100
Tempo totale, comprese le soste: 6 h 27 m
Km percorsi secondo Gipsy: 14
heliSLaLenta


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