giovedì 15 settembre 2011

Pizzo Tresero – m 3.594 – Punta Pedranzini m 3.599 – 15 Settembre 2011


Non festeggio mai il mio compleanno. L'anno scorso avrei voluto farlo perchè era un traguardo importante ma è andato male. Quest'anno ci ho ritentato ma è andato male ancora.
E poi sabato c'è anche il funerale di Bonatti … e la meteo non è buona.
Ci avevo già messo una pietra sopra, non è di certo questo il problema in questo periodo, ma arriva la mail di Nano: un pensierino per il tuo compleanno, domani si va al Tresero … come dire di no?
Levataccia. Isi non capisce perché tardo a dargli da mangiare ma se glielo do alle 3 del mattino come tira le 8 di sera? Ma soprattutto … come spiegarglielo???
Pino e Nano sono già al Bione che mi aspettano. Purtroppo la S36 è chiusa e ci tocca fare la strada del lago … conto i minuti che mi toccherà recuperare … ma poi penso che la salita non è lunghissima, ormai sono abituata a fare ben altri dislivelli e 1.300 m non mi spaventano per nulla.
Colazione, altro caffè a Bormio dove ci rendiamo conto che la temperatura è ottimale (da pile) e poi su a Santa Caterina e al Berni.
Ci cambiamo in fretta e in fretta partiamo. Ci sono delle nuvolette sulla nostra meta ma il mio guru mi assicura che se ne andranno.
Ripercorro con i piedi e con la mente il mio primo tentativo, quanto ho sofferto affondando nella neve al ritorno … ma ora è estate e passiamo il ponte dell'amicizia per salire dall'altra parte, senza toccare il ghiacciaio.
La salita è tosta, ma io parlo … parlo … parlo … e Nano ascolta … ascolta … ascolta … paziente, lo sa che mi devo sfogare e mi lascia fare.
Arriviamo al bivacco, io sono stremata; ho fatto solo una micro sosta da un minuto e mezzo e ora mi concedo la banana.
Sono tranquilla per la cresta, ho letto che ci sono passaggi di II e quindi DEVE essere alla mia portata. Abbiamo davanti 4 persone che però, appena noi partiamo dal bivacco, vedo tornare.
Penso al ghiaccio. E' l'unico motivo per cui mi sembra plausibile non continuare. Oltretutto, 2 dei 4 solo li per le 13 cime …
Quando li incrociamo rimaniamo perplessi: non si passa.
Non si passa?
NON SI PASSA????
Ma come …
Imperterrita la mia guida prosegue. Il ragazzo che deve fare le 13 cime mi dice: ma non vede li quelle placche? Non si passa …
Non rispondo e proseguo perplessa.
Proseguiamo.
Andiamo avanti.
Oramai siamo a buon punto … dove è il passaggio ostico?
Arriviamo alle catene e i 2 delle 13 cime sono sotto di noi, sono tornati al bivacco, sono scesi e hanno preso la strada bassa per poi risalire dalla catena …
Siamo quasi in cima, a Pino prendono dei crambi davvero brutti e fa molta fatica a venire su. L'idea che mi era stata buttata li di proseguire per la Pedranzini la vedo sfumare. A me va bene cmq cosi, scenderemo dalla catena e da li riprenderemo il sentiero verso casa.
E invece no. Pino insiste: andate avanti. Nano si accerta che non ci siano davvero problemi. Io provo a dire che va bene tornare ma nessuno dei due mi ascolta. Alla fine decidono loro: in 2 proseguiamo verso la Pedranzini e poi decidiamo se tornare da dove siamo venuti o scendere con un giro ad anello mentre Pino torna dalla catena.
Mi spiace un po', ma so che il “ragazzo” se la cava egregiamente anche da solo e so che l'altro “ragazzo” ci tiene a regalarmi almeno un'altra cima.
Proseguiamo sulla cresta: che spettacolo … è davvero magnifico!
Alle roccette ri-incontriamo i 2 ragazzi che si stanno imbragando. Guardo il mio socio: dobbiamo legarci? Chiedo sorpresa. No no … e andiamo. Le roccette sono molto facili rispetto a quelle precedenti e in poco siamo in vetta. Qui metto le mie bandierine (sul Tresero ce n'erano già 2 …) e un pensiero corre a Rino, Flo, Bonatti … ad Alice … la nipote di Flo venuta al mondo il giorno che è morto Bonatti … è la vita … e che la vita ti sorrida Alice!
Ora arrivano i 2 ragazzi legati. Legati? Ma non devono fare le 13 cime?
Ci fermiamo finalmente per una sosta decente (quasi 10 minuti!) durante i quali decidiamo il da farsi. Nano vorrebbe salire anche il Dosgù ma Pino è giù che ci aspetta … io mi sento in forma e lascio a lui la scelta. Gli faccio solo notare la lunghezza dell'itinerario tornando dal ghiacciaio.
Alla fine mi da ragione e si decide di proseguire lungo la cresta, scendere sul ghiacciaio del Tresero per sfasciumi, attraversare il suddetto (no comment sull'attraversamento dell'unico crepaccio!) e poi la ripresa del sentiero e l'interminabile discesa.
La cosa che mi ha stupito di più è stata la lunghezza lineare dell'itinerario: solo 13 km … avrei detto davvero di più … qualcosa non mi torna.
Giornata davvero splendida, un bellissimo modo di festeggiare il mio compleanno … grazie Pino, grazie Nano per questa giornata serena dopo settimane di buio.
Si torna verso casa … man mano che ci avviciniamo a Lecco si avvicinano anche tutti i problemi … stavolta però c'è una carica in più per affrontarli!

Quota partenza: m 2.545
Quota arrivo: m 3594 - 3599
Dislivello secondo Gipsy: m 1.290 circa
Tempo totale, comprese le soste: 7 h 55 m circa
Km percorsi secondo Gipsy: 13

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