martedì 25 giugno 2019

Cima Piazzotti m 2.349 - 25 Giugno 2019


Seconda colazione. Baretto? Cavolo no, è chiuso! Allora solito posto a Morbegno. Hanno aumentato il costo, 1,70 per brioche e caffè (a buon intenditor …)
Riprendiamo la macchina e ci avviamo verso la Val Gerola e mi trovo davanti un cartello scritto a mano. Per fortuna non ho nessuno dietro e mi fermo a leggerlo: la strada è chiusa a livello di Rasusa.
Ecco, l'avevo pensato. Se devono fare i lavori li fanno giustamente in settimana e io non mi sono informata. Cerco una alternativa. Il Rosetta, montagna che di solito si fa d'inverno quando il pericolo valanghe è altro dappertutto, è da quelle parti. Mi consolerò con quella.
Arrivo a Rasura. Altro cartello scritto a mano: se la strada è chiusa, salire a destra. Vuoi vedere che mi va bene? Salgo a destra. La strada si fa sempre più stretta. Stretta al punto che mi chiedo come diavolo si farà se incontro una macchina. Ed ecco la macchina. No, c'è una fila di macchine! E un passante ironizza: qui qualcuno non ha visto il semaforo. Io lo guardo: quale semaforo? Intanto la prima macchina mi occupa il posto dove avrei potuto mettermi io per far passare la fila. Lo faccio presente (mentre il passante continua a ironizzare) ma no, lui vuole che io mi metta in modo tale che lui passa ma le altre macchina no. Lo convinco. Passano le macchine. Il signore è sempre li che ironizza. Passata la fila gli chiedo come faccio ora. Lui ride. Vada prima che ne arrivino altre di macchine. Giunto quindi il momento di andare decido di rispondere a tono ma garbatamente: a lei non è mai capitato di sbagliare? Si ma di non vedere un semaforo mai! E' stato fortunato … fino ad ora. E riprendo la strada. Resto convinta che se io il semaforo non l'ho visto vuol dire che non era ben segnalato perchè è un semaforo di quello che mettono transitori, mica uno fisso.
Fa nulla, ora sono sulla strada che mi porta a Pescegallo e sono contenta.
A Gerola Alta incontro un trattore con un rimorchio con dentro le vacche. C'è la transumanza in questo periodo. Al ponte vedo che si accosta a destra. Gentile, penso, e mentre mi avvio per superarlo con la mano già alta a ringraziarlo … lui imbocca il ponte. Si era spostato solo perchè altrimenti la curva non gli veniva. Aveva mille altre possibilità di farmi passare invece mi sono dovuto fare fino a Pescegallo a 15-20 km all'ora. Ok, loro lavoravano, ma gli costava davvero poco farmi passare.
Come mi si era alzato subito l'umore quando ho pensato che potevo tornare in Val Tronella.
Come sapete, io adoro la Val Gerola anche se è stata il teatro del giorno più brutto della mia vita. La Val Tronella poi è una valle laterale che nessuno utilizza mai per andare sul versante bergamasco.
Arrivo velocemente al bivio ma il cartello mi dice che per la Val Tronella devo proseguire. Effettivamente io ricordo che si sale al secondo bivio ma proseguendo non trovo nulla. Prima di imbarcarmi nell'unico pezzo che non mi piace torno indietro e salgo per il sentiero “dell'Homo selvadego”. Anche lui porta in Val Tronella. Arrivata alla piccola diga mi ricordo: sarei dovuta andare fino alla diga di Trona per prendere l'altro sentiero. Prima o poi lo faccio, devo averlo detto anche le altre 2 volte che sono stata qui, ma immancabilmente me lo dimentico per cui … sarà per la prossima … forse.
Si passa sopra un muretto che non è poi cosi simpatico. Non c'è pericolo ma vi basti dire che la Kyretta mi si è attaccata al tallone e non mi ha mollato fino alla fine della diga!
Fino a qui avevamo un sacco di torrentelli e Kyra si è fiondata in ogni pozza che lo permetteva. Se penso che ci ho impiegato mesi a insegnarle a bagnarsi! Ogni volta che la vedo in acqua sorrido e sono felice che riesca a rinfrescarsi e bere.
Da qui in poi il torrente rimane in fondo alla valle mentre noi risaliamo in versante sinistro. Le marmotte abbondano e i fischi non mancano. Era proprio in questa valle che il fischio mi beccò con le brache calate a fare pipì. Kyra era seduta vicino a me e fremeva. Si capiva benissimo che mi diceva: muoviti che non ti posso lasciare in questa posizione di pericolo e la marmotta chiama. Non appena mi sono riallacciati i pantaloni hai visto Kyra schizzare dalla marmotta … mi aveva una tenerezza infinita.
Ora corre appena sente il fischio ma spesso torna oppure trova più interessante una chiazza di neve incontrata sul percorso e si rotola e si rinfresca ben bene.
Prima del canale facciamo una piccola pausa. Non tanto per la stanchezza quanto per asciugarmi dal sudore che purtroppo è stato molto abbondante.
Avevo visto 2 ragazzi, probabilmente saliti dal Trona. Si sono però fermati su un prato e non li ho più incontrati. Sole fino al rifugio.
Nel canale scorre un torrente, Kyra riprende i bagni e la temperatura si fa un filino più fresca grazie alla presenza di acqua.
Arrivati al rifugio ho avuto una interessante conversazione con Elisa, la signora che gestisce il rifugio. A tal proposito vi copio e incollo quello che ho scritto nel gruppo di FB “In montagna con il mio cane”:
Ieri sono passata dal rifugio Benigni e ho visto un cane. "E' del rifugio" mi dice un escursionista. Allora chiedo se è cambiata la gestione. Esce la rifugista, Elisa, ragazza molto simpatica.
Sono cambiate le cose e ora accettate i cani?
No, tant'è che il mio cane è fuori.
Ah ... ma se io devo bere un caffè ...
Mi spiace, è il CAI che lo chiede
(Mi parte l'embolo) Non nascondiamoci dietro a un dito, ci sono un sacco di rifugi CAI che accettano i cani.
E ma poi ci sono gli altri escursionisti ...
Ok, noi che abbiamo il cane non entriamo
Questo è il dialogo. Bea e Kyra si annusano tranquille senza creare cagnara. Però. Il cane ha le cucce attaccate alla porta di ingresso. Cuccia chiusa e cuccia di cuscini. Le ciotole del cibo e dell'acqua accanto alla cuccia chiusa.
Se una persona ha paura del cane non puo' entrare.
Se una persona è allergica al cane non puo' entrare.
E allora perchè il mio cane non puo' entrare?
Non solo, ma Bea era in giro libera, con croccantini dentro la ciotola. Avete presente quanti guai possono succedere? Se il tuo cane è libero lo è anche il mio. Se si azzuffano per i croccantini? Se si azzuffano perchè non vanno d'accordo?
Finita la nostra gita ripasso da li (per prendere il canale di discesa ci sono obbligata) e mi fermo a parlare un po' con la bambina che scoprop essere la figlia della rifugista. Mentre saluto la piccola sento Elisa che avverte un ragazzo che lei scende a valle per portare Bea dal veterinario, ne ha trovato uno che la vede oggi.
Mi saluta cordialmente. Mi è anche simpatica. Peccato non poter spendere da lei i miei soldi.
Incontro lei con la bambina e Bea al laghetto della diga e mi spiega che Bea ha un ascesso che, nonostante gli antibiotici, continua a crescere per cui preferisce portarla subito piuttosto che aspettare e magari essere costretti a portarla a spalla. Per la cronaca, risalire sono quasi 3 ore. Prendere una decisione del genere per un rifugista non è cosa da poco.
Gli animali li ama. Perchè non farli entrare?
Scendendo facciamo una sosta al laghetto della diga. L'acqua è davvero ghiacciata e riesco a tenere i piedi dentro solo per pochi secondi. Mentre sono seduta sull'erba mi accorgo che il sole scotta. Ma non come scotta di solito. Sento proprio la necessità di coprirmi le braccia perchè me le sta bruciando! Ovviamente non ho dietro nulla di cotone da indossare ma questa sensazione mi ha lasciato un grande amaro in bocca: siamo al 25 di giugno. Io non ho eredi ma voi che i figli li avete … pensateci!
Scendiamo piano, senza alcuna fretta. Fa un po' meno caldo ora ma si suda lo stesso anche in discesa. A Pescegallo mi concedo un gelato:
- Ha la coppa del nonno?
- E' di un altra marca ma è una coppa al caffè.
Non è la coppa del nonno, di quella che n'è una sola! Mi accontento, ho bisogno di qualcosa di freddo intanto che mi asciugo per andare in macchina.
Mentre scendiamo pensando che devo guardare dove diavolo è quel semaforo, incontriamo un altra transumanza, questa volta a piedi e in senso contrario a me. Kyra da fuori di matti, riesco a prendere il guinzaglio per evitare che mi spacchi il vetro (e prima o poi me lo rompe … chissà se l'assicurazione me lo paga?).
Arrivati a Rasura gli operai hanno finito di lavorare e il semaforo non è acceso ma ho visto dove l'anno posizionato: se non hanno messo cartelli prima difficile vederlo visto che sei occupato a capire cosa c'è scritto sul cartello della sbarra!
In macchina si sta bene, aria condizionata neanche tanto a manetta, sono che arrivo a casa, sette e mezza passate, che ci sono 29° … io sto male!
heliSLaLenta & Kyra
I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.458
Quota arrivo massima: m 2.351
Dislivello: m 930
Tempo totale: 7 h 24 m compresa di tutto
Km percorsi: 10,1 circa
Percorso canabile: Si, attenziona solo al canalino finale adatto a cani esperti e umani che non soffrono di vertigini
Acqua sul percorso: Si, torrenti e laghetti

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