domenica 12 luglio 2009

Pizzo Stella 3.163 m – 12 Luglio 2009


Dormo come al solito nei rifugi: a tratti. Siamo in camera solo Stefano ed io e la calma regna sovrana. Non sono eccessivamente preoccupata, se non me la sento di salire vuol dire che torno indietro.
Prima che la sveglia inizi a suonare sento movimento nel corridoio: i ragazzi si stanno già preparando. 4:45 suona la mia. Scendo e i 3 hanno già fatto colazione e stanno partendo. Vabbè, speriamo che almeno ci facciano la traccia sul ghiacciaio.
Facciamo colazione e partiamo, in leggero ritardo rispetto al previsto.
Decidiamo per il sentiero basso, le 2 relazioni che ho io vanno una per il basso l’altra per l’alto. Stefano è stato qui l’anno scorso ma ha paura di rincrodarsi di nuovo. Alla fine non ho ancora capito ora dove si era fermato, ma io spingo per seguire il sentiero, mentre Stefano preferisce risalire il ghiacciaio.
E se poi non riusciamo piu’ a salire sulla cresta?
E se poi è troppo ripido?
Medito.
Intanto i 3 non li vedo.
Pero’, passando per le case dell’Alpe, ho visto una signora con zaino che usciva. Ora ci seguono 4/5 persone che ci superano al primo nevaio, dove noi sbagliamo l’uscita. Il tempo di vedere l’ometto e vediamo pure loro che ci passano davanti. Ottimo, cosi ci fanno strada.
Man mano che saliamo ho l’impressione che ci aspettino per vedere se prendiamo la strada giusta. Solo che loro seguono il ghiacciaio invece di andare sulla morena. Stefano è contento, io un po’ meno. Pero’ dei ragazzi con cui ho parlato ieri mi hanno detto che anche loro hanno risalito il canale, ma sono poi scesi dalla morena che era perfetta, non hanno neppure messo i ramponi. Ecco, invece noi i ramponi li abbiamo messi. Un po’ perché Stefano li vuole provare sugli scarponi nuovi, un po’ perché vedo che si sale e salendo diventa sempre piu’ ripido.
Meno male che poi i 5 lasciano il ghiacciaio e salgono sulla morena. E noi li seguiamo. Fatica bestia sulla morena instabile, ma per fortuna solo per pochi metri, poi diventa sentiero. Ed il morale si alza. L’ambiente è spettacolare, quello che piace a me. Ci sono nuvole sopra e sotto di noi, noi siamo fuori come lo sono le cime intorno a noi. Fa freschino, ho il guscio, e si sale che è una meraviglia.
Attraversiamo l’ultimo nevaio, per fortuna con i ramponi, perché l’ultimo pezzo è un traverso tremendamente ripido. Stefano, che su neve sta davanti mentre “guido” io su morena, non se la sente e preferisce salire ripido come alcune tracce fanno.
Facciamola breve: uscire da quel pezzo è stato ostico. Con i ramponi non riuscivano a salire le roccette, allora Stefano è sceso un momento fino a riuscire a togliere i ramponi e poi è andato da li a vedere se si passava. Momenti drammatici per me. Se non si passa mi tocca scendere da li … brrrrrrrr … quei secondi mi sono sembrati infiniti fino a che arriva l’agognato “SI PASSA”!
Stefano lascia giu’ lo zaino e viene a prendere i ramponi mentre io mi tolgo i miei.
Quando finalmente è il mio turno per passare capisco perché ha titubato cosi tanto. Cavolo!
Arrivati sul sentiero Ste propone una sosta: mi fumo una sigaretta, ti da fastidio? Ora capisco quanta adrenalina gli è corsa in corpo e no, non mi da fastidio, te la sei meritata :)
Ora siamo sulla cresta del Calcagnolo. Alla discesa ci penseremo ma di certo faremo il traverso. Non so ancora se ci sono altre difficoltà ma riprendiamo presto la salita. Ci sono un sacco di fiori, è bellissimo! Una cresta di roccette piuttosto semplici e di sentiero sempre ben marcato. Ad un certo punto inizio a capire che la cresta sta per finire. Mi giro: per la prima volta penso che ce la facciamo, dico al mio compagno. Ed in effetti ecco li la parte terminale della croce.
CIMA!!!!
Ste … ce l’abbiamo fatta! Con un bel sorriso arrivo alla croce.
Ah, dimenticavo, scendendo ho incontrato i 3 ragazzi: ovviamente hanno fatto il canale Federica, altro che la normale!
Arrivano alla spicciolata altre 4 persone, 2 solitari e una coppia che proprio non mi piace. Salutano a fatica per contraccambiare il tuo e poi, sapete, quella questione di pelle … mentre con gli altri 2 chiacchieriamo tranquillamente delle cime della zona, dopo esserci fatti fare reciprocamente le foto di vetta.
Mentre mangio ci sono dei moscerini bianchi che mi ronzano intorno … fastidiosi … bianchi … il dubbio mi viene e cosi controllo bene i pantaloni che sono blu: non c’è traccia di bagnato :) Ottimo!
Dopo circa un’oretta di meritata sosta iniziamo la discesa.
Stefano mi chiede se mi sono resa conto che stava venendo giu’ qualche fiocco di neve … acc … ACC !!! Allora era davvero neve! No, non sono entusiasta a scendere da questa cresta e poi dalla morena sotto una bella nevicata/pioggia ma ormai non ci si puo’ fare piu’ nulla.
Appena iniziamo a scendere (e io a fare le fotine ai fiorellini che in salita ho solo ammirato) i fiocchi si fanno piu’ consistenti. Ecco, siamo a posto. Smetto di fare foto, metto il cappuccio del guscio e cerco, compatibilmente con il mio ginocchio, di scendere piu’ velocemente.
Per fortuna la nevicata dura poco e … ad un certo punto, sono io davanti, non vedo piu’ ometti.
Cambia radicalmente anche il terreno, ora non ci sono piu’ fiori e la traccia non è piu’ cosi evidente.
Mi fermo a confrontarmi con Stefano, ma lui dice di ricordarsi di questo pezzo. Io non sono convinta e inizio a guardarmi meglio intorno … e … eccolo li il nevaio che dobbiamo scendere!
Abbiamo continuato per la cresta del Calcagnolo invece di scendere a destra. Uff …
Io propongo di risalire, Stefano invece vuole provare ad attraversare. Intanto scendono anche gli altri 2 ragazzi. Uno riusciamo ad avvertirlo e prende la direzione giusta, l’altro è troppo avanti e ci raggiunge e ci fa strada con un “bel” traverso fino a riprendere il sentiero.
Poi loro volano giu’, noi invece, che tanto ci fermiamo ancora al rifugio questa notte, ce la prendiamo con calma. Ci riposiamo prima del famoso traverso che poi facciamo senza troppi problemi. Stefano mi propone la discesa da ghiacciaio. Io penso alla morena instabile dell’inizio, guardo bene il ghiacciaio e poi accetto. Facciamo un bellissimo zig-zag sulla parte piu’ ripida e scendiamo, anche se lentamente, piu’ comodamente che sulla morena.
Dopo un po’ di zig-zag arriviamo ad un punto da cui la discesa diventa un piu’ ripida.
Ne discutiamo. Io faccio presente che ci tocca ancora la parte rognosa della morena. Stefano non si ricorda e preferisce uscire dal ghiacciaio perché gli fanno male le ginocchia.
Io non protesto anche perché confido nel scendere dal sentiero senza fare piu’ la deviazione fatta all’andata per cui risaliamo e mettiamo piede sulla roccia.
Ed ecco il miracolo: il sentiero è pulitissimo e ci porta dritti dritti alla fine del ghiacciaio senza quasi piu’ toccare neve :)
Ora ci riposiamo, tanto. Foto ai fiori, mangiucchiamo qualcosa e poi ci tocca l’ultima parte. Ora facciamo a gara a chi trova i fiori piu’ strani e Stefano mi fa notare un non ti scordar di me “albino” :)
Arriviamo stanchi al rifugio. Sono talmente stanca che non ho neppure voglia di fare quei 4 passi che mi separano dalla fontana ma Stefano, cavaliere piu’ che mai, va per me. Ci rifocilliamo, cerchiamo di lavarci con l’acqua (brrrrrrrrrrrrr) fredda e poi aspettiamo pazientemente la cena.
Siamo soli questa sera. E questo fa si che i gestori mettano la musica a palla, che uno dei ragazzi si diverta a ruttare in continuazione :( che palle! Me ne vado a nanna, ad ascoltare prima la mia musica e poi a godermi un po’ di silenzio. Domani è un’altra giornata in valle :)
Buona notte!


Quota partenza: 2024
Quota arrivo: 3.163
Tempo salita (soste comprese): 4 ore e mezza
Tempo discesa (soste comprese): idem … ci siamo fermati molto!






1 commento:

  1. Letto il racconto e viste le foto non è stata proprio una gita da niente: complimenti!

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