sabato 17 luglio 2010

Pizzo di Trona – m 2.510 – 17 Luglio 2010


E’ il mio tormentone da almeno 4 anni con 2 tentativi falliti alle spalle. La prima volta non abbiamo trovato l’attacco, la seconda volta non me la sono sentita di salire la placca da sola, nonostante ci fossero le catene e io avessi il set da ferrata. Non per altro, per la discesa. Ora non mi sarei fatta lo stesso problema … ma le catene non ci sono più :)
Giuliano lo sa che è un mio tormentone e quando lo convinco a portarmi in montagna oggi me lo propone. Non credo che ci saliremo perché sembra che la meteo non sia buona.
Però, sbucati fuori dalle gallerie, in zona Val Gerola non sembra poi tanto male.
Saliamo a Pescegallo. Io sempre perplessa. Sono lenta e lo so ma non discuto la scelta di Giuliano: ho imparato a fidarmi di lui in montagna, mi conosce e lo sa che non sono molto allenata.
“Porto cordini e moschettoni?” “Beh, se non hai il set da ferrata si!”
O cribbio! No che non ce l’ho! D’altra parte glielo avevo detto che quella placca io non la scendo senza corda. Va beh, cordini e moschettoni nello zaino a tenere compagnia all’imbraco e alle 7:30 partiamo dalla macchina.
Il sentiero ormai lo conosco a menadito e chiacchierando saliamo.
Fino a che io non ho più fiato. Meglio che rallento che all’inizio devo carburare.
Arriviamo al Lago di Trona e qui scopro che non si parte da dove penso io (lago dell’inferno) ma dall’altra parte, dal lago di Trona appunto. Vedo una traccia la nel mezzo, deve essere lei. Vediamo perfino delle scritte che indicano la Ferrata per cui saliamo di li.
Mamma mia!!!
Ripidissimo!!!
A volte mi attacco all’erba con le mani, non respiro più e faccio davvero fatica a mettere un piede … più che davanti all’altro direi sopra all’altro! Ovviamente Giuliano sale come un camoscio: che invidia che mi fa!
Piccola sosta rifocillatoria e scolliniamo. Un pianoro con un paio di nevai e poi ancora su. Della ferrata nessuna traccia se non una piccola placca con la catena divelta e messa li per terra.
L’ambiente qui è bellissimo. La Val Gerola non deluda mai, soprattutto per la fioritura che è davvero eccezionale. Io non fotografo nulla perché non ne ho la forza né il tempo ma su questo sentiero ci torno, con calma, solo per i fiori.
Intanto mi rendo conto che sbucheremo proprio sulla sella da dove sono passata io l’altra volta. Il sentiero dall’altra parte mi sembra di ricordare sia più agevole per cui penso che sia meglio cmq scendere di li, soprattutto se si mette a piovere.
E dopo un’altra terribile salita eccoci sulla cresta.
Bella! Per il momento è sentiero, non lo ricordavo cosi lungo ma prosegue tranquillo ed io riesco a riprendere fiato.
Ecco che arriva il pezzetto “esposto” dove 3 anni fa c’era una catena; ora l’hanno tolta. Non è particolarmente brutto ma se soffri di vertigini è meglio non guardare giù.
Arriva finalmente la “mia” placca, anche qui hanno divelto la maggior parte delle catene. Saliamo comunque senza imbragarci, sempre chiacchierando e prendendoci bonariamente in giro. Davanti io che se cado … Ma non cado, salgo tranquilla.
Poi cresta. Roccette. Cresta. Inizio a sentire la stanchezza. Non ho l’altimetro per cui non so quanto mi manca per l’arrivo ma cerco di non pensarci.
“Dai! Ancora una mezz’oretta e ci siamo!” mi urla Giuliano che ora è passato in pool position.
Ci credo i primi 10 secondi, poi sorrido … scollino ed eccola li la croce …
SONO SUL PIZZO DI TRONAAAAAAAAAAAA !!!!!!!!!!!!!!
Mi metto ad urlare … Giuliano mi guarda sorridendo, per fortuna non c’è nessuno.
Mi sembra incredibile … un tormentone di 4 anni salito poi cosi tranquillamente … e dov’è il pezzo che se cadi voli dritto nel lago dell’inferno? Ed è davvero poi cosi difficile anche ora che hanno tolto quasi tutte le catene?
Di certo ci sono davvero poche firme sul libro di vetta, ma da oggi c’è anche la mia :)
Sono cosi contenta, nonostante la fatica a salire, che ci fermiamo un’oretta in cima.
Il caldo, anzi, l’umido è stato prepotente ed io ho il timore per l’acqua. Ho lasciato giù i thermos e ora me ne pento. È vero che in discesa si beve di meno ma ho sudato in modo davvero “animale” e se non reintegro sono nei guai. Giuliano mi offre la sua bottiglia d’acqua e sali che accetto senza nemmeno far finta di dire di no.
Foto di rito (il lago rotondo è ancora ghiacciato!) Un pensiero a scendere dal canale dall’altro versante ma poi torno sana e penso sia meglio affrontare la placca in discesa.
Decidiamo di imbragarci, tanto nello zaino pesa lo stesso.
Foto di vetta (mannaggia … con l’imbraco!!!) e poi giù.
Discesa tranquilla e divertente. Non mi faccio problemi e la placca arriva in un battibaleno.
E qui giustamente Giuliano si risente: mi hai fatto portare la corda almeno una decina di volte, adesso la usi! E mi lega per scendere. Mi fa il nodo delle guide e poi tenta il mezzo barcaiolo … beh, siccome è me che deve tenere su preferisco farlo io che se sono una sega in montagna i nodi me li ricordo :) Scendo. Sempre tranquilla. Arriva il pezzo più brutto. Mi guardo a destra: io quasi scendo di li. Solo che farei un po’ di pendolo e allora, visto che tanto c’è la corda, mi fido di quelle cengiette di meno di un centimetro.
Eccomi alla base, mentre recupero la corda scende il mio socio. Gli dico che io sarei scesa a destra se non avessi avuto la corda. Ci prova e mi da ragione, da li era più semplice.
Che tonta che sono stata 3 anni fa … con la catena ci sarei salita e scesa tranquillamente da sola, nonostante le battute del tipo “se ci sono solo 12 firme sul libro di vetta vuol dire che troppo facile non è …”
Ci fermiamo a mettere via l’imbraco, mangiamo qualcosa che in cima non abbiamo quasi toccato cibo e poi scendiamo dalla parte del Lago dell’Inferno.
“Tanto acqua la troviamo”. Giuliano ne è convinto. Io no. Conosco bene la zona ma non recrimino. Quando arriviamo in vista del Lago di Trona conviene anche lui che di acqua non ce n’è. Sorrido dentro di me: non fa nulla, di la dalla diga c’è.
Sosta per bere e poi giù verso la macchina. Niente pioggia ma l’umido è ancora potente tanto che quando troviamo l’altra fontana immergo le mani cercando refrigerio. Mi ci butterei dentro … Giuliano non ci crede … che sfida! Mi tolgo lo zaino … e poi penso: cribbio, non ho più un cambio … l’avrei fatto davvero, avrei abbassato la temperatura del mio corpo e avrei vinto una bella scommessa ma spogliarsi non si può e a malincuore mi rimetto lo zaino e scendo.
Megagelatone per concludere la giornata.
Bella. Come altro definirla questa giornata? Per me stancante, non so come riuscirò a lavorare domani ma non ci avrei rinunciato per nulla al mondo alla Val Gerola, al Pizzo di Trona …


Quota partenza: m 1.425
Quota arrivo: m 2.510
Dislivello calcolato, il mio altimetro mi ha abbandonato: m 1.200 ca
Tempo totale di marcia comprensiva di mega soste e foto: 8





2 commenti: