domenica 30 agosto 2009

Bivacco Città di Mariano m 2.840 e Palon de Tzere m 2.671 – 30 Agosto 2009


Giornata incerta meteorologicamente parlando.
Il sentiero per il bivacco non sarà bellissimo se piove, ma non dovrebbe piovere e su questo ci conto.
Riesco a parcheggiare vicino alla partenza della mulattiera e i miei piedini ringrazieranno molto al rientro, penso.
Salendo trovo qualcuno fino al bivio con Pian di Verra. Poi piu’ nessuno. NESSUNO!
E’ un sentiero che ho percorso qualche anno fa quando feci una specie di giro del Monte Rosa, fino alla piana almeno. Sono molto curiosa di salire per vedere cosa trovero’ di la. La relazione parla di massi, ambiente davvero austero e montano, insomma: quello che piace a me :)
Salendo mi sento poco bene. Mi sa che il caffè fatto con la moka e messo nel thermos invece del liofilizzato non mi ha fatto troppo bene. Certo ho guidato meglio ma ora sembra che nel mio stomaco stiano facendo la “battaglia delle regine” :(
Mi fermo un attimo. Riposo. Respiro.
Pian piano passa e riprendo il cammino. Arrivo al bivio e da qui inizia il sentiero nuovo.
Sempre solitario.
Ambiente già autunnale, l’erba sta diventando gialla e i fiori ormai scarseggiano. Man mano che si gira la montagna l’ambiente diventa piu’ severo. Canno paurosamente ad individuare il Palon e penso che io quella montagna mica la salgo … altro che escursionistica!
Ora iniziano i pietroni. A dire la verità è piu’ sentiero che pietrame e le pietre sono abbastanza stabili. Ci sono solo un paio di punti dove ho usato le mani ma solo per precauzione perché era comunque tutto gradinato.
Finalmente mi superano 2 ragazzi, non sono piu’ sola soletta!
Prima pausa, piccola. Come al solito fremo per arrivare in alto.
Il bivacco lo vedo già da tempo ed il cuore si rallegra. Certo salire da li sarà faticoso ma ce la farò … continuo a ripetermi :)
Si sale bene, i metri di dislivello passano che neanche me ne accorgo. Fino a circa 100 metri dalla vetta. Poi mi prende la crisi. Ok, mi fermo a riposare e a mangiare una gelatina. Buona! Visto che solo qui mi posso concedere lo zucchero mi sa che ne farò una bella scorta e basta barrette schifose!
Riprendo dopo pochi minuti che sono sufficienti a farmi salire senza affanno.
Ecco li lo splendido bivacco! Ancora pochi passi e apro la porta. Davvero tenuto bene. Mi avevano detto che andando verso il lago avrei trovato l’acqua e li in bivacco c’è una piccola tanica piena a metà.
Purtroppo ora le nuvole si sono fatte basse e da qui la strada per il lago sarebbe da inventare. Ci sono gli ometti ma vedili tu con questa nebbia!
Vado a cercare l’acqua e mi “perdo” a girovagare li intorno. Mi piace questa zona, sono da sola, la Val d’Ayas è tutta li sotto di me e qui intorno l’ambiente è lunare.
Tornata al bivacco dopo aver trovato la fonte d’acqua mi raggiunge un signore. Anche lui rinuncia al lago vista la nebbia si stravacca li di fianco a riposare, mentre io mangiucchio qualcosa.
Ora fa davvero freddo, mi copro e inizio a pensare alla discesa. Se non si puo’ andare al lago tanto vale scendere.
Va bene in discesa, i segni e gli ometti sono tantissimi e la discesa molto meno faticosa della salita … ovviamente.
Intanto ho meditato (e letto bene la relazione) sul Palon de Tzere e parla di prato. Ergo, non puo’ essere quello che temevo io. Inoltre è piu’ basso del bivacco, quindi è questa montagnola che mi trovo qui davanti. Non sono andata al lago ma potrei salire sulla cima.
Stranamente non sono stanca, l’idea di salire ancora non mi dispiace e allora mi guardo bene la montagna per capire da dove salire (non c'è sentiero). Da qui vedo l’ometto di vetta e immagino che si possa risalire il promontorio qui davanti per poi scendere e salire la cima ma la mia relazione dice di tornare ai ruderi. Conoscendo poco la zona per cui faccio cosi. Arrivo ai ruderi e finalmente vedo l’ometto di cresta che dicono essere 1,80 m (invece è alto una ventina di cm in meno) e valuto la salita, o meglio, la discesa. Ce la dovrei fare e allora su.
Ci sono dei tratti che possono benissimo diventare un sentiero per cui alla fine la salita di questo centinaio (anche meno) di metri non è poi cosi ostica. Arrivata in cresta proseguo per la cima. Cresta tranquillissima, con tracce di sentiero.
Arrivo in vetta con ometto e scritta che conferma la cima. Come pensavo, si puo’ salire anche dal sentiero piu’ a monte. Quando tornero’ per il lago magari ci provo cosi vediamo.
La discesa è andata abbastanza bene, non si scivolava troppo e mi sono cercata le tracce cosi da scendere piu’ agevolmente. Salita 18 minuti, discesa 16. Direi che è una deviazione che si puo’ tranquillamente fare.
In discesa l’immancabile bagnetto ai piedi e poi giu’.
Pensavo peggio ma alla fine, tanto è vario l’ambiente che si incontra e tanto è bello che neanche ti rendi conto di quanto sia lungo il percorso.



Quota partenza: 1.713 m
Quota arrivo: 2.840 e 2671
Dislivello, secondo il mio altimetro: 1.259
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e di foto: circa 9 ore





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