Wikipedia
dice:
Sentiero
escursionistico (E - itinerario escursionistico privo
di difficoltà tecniche)
- Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro-silvo-pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine.
Sentiero
attrezzato (EE - itinerario per escursionisti
esperti).
- Sentiero con infissi (funi corrimano e brevi scale) che però non snaturano la continuità del percorso.
Sentiero
alpinistico
- Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all'escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
E'
sempre tutto molto soggettivo, la difficoltà che incontri su un
sentiero va di pari passo con la tua esperienza e capacità.
Per
quello che mi riguarda ho considerato E i primi 10 minuti del
percorso, EE fino alla cresta e F per la cresta alla vetta.
Ma
detto ciò, diciamo che questo sentiero è fatto per persone che
amano andare in giro senza sentieri (e io non sono una di queste);
è fatto per persone che hanno un buon orientamento (e io non sono
una di queste); è fatto per persone che hanno un buon
allenamento (e io non sono una di queste).
Che
cavolo ci faccio allora qui?
La
Val Tartano è un'altra delle mie valli del cuore, la adoro. Poco
frequentata e conosciuta per le invernali, sto scoprendo luoghi
davvero incantevoli e solitari.
La
Cima Vallocci, se la andate a cercare, è una classica sci
alpinistica. Neppure troppo frequentata da quello che ho capito. A me
è piaciuto il nome. Non vi capita mai che sia il nome ad
affascinarvi?
Leggendo
la relazione resto molto indecisa. Le volte che devi andare a naso
sono tante ma ci sono anche tanti punti di riferimento. Io sono una
insicura, soprattutto in montagna. Sempre paura di perdermi. Stavolta
però mi sono imposta: ho il GPS per tornare!
Controllato
che ci siano le pile di riserva si va. Mi dico che posso sempre
cambiare meta una volta arrivata.
E
invece, 80 m prima del ponte in cemento cerco la traccia. La trovo. E
inizio a seguire le varie baite che dovrebbero portarmi alla base
della montagna.
Mucche
bianche. Sono il primo grande ostacolo. Lego Kyra appena sento il
campanaccio e lei, appena le vede, tira e abbaia come una matta.
Fa
caldo e vorrei tenermi le forze ma devo tirarla, sgridarla, cercare
di stare lontana dalle mucche senza però perdere la flebile traccia.
Guadato
il torrente le cose vanno meglio. La traccia si fa più visibile,
Kyra si calma e possiamo procedere slegate.
Arriviamo
al piano in cui il sentiero si perde. Devo cercare la baita. La vedo
ed inizio a salire tra i rododendri. Finalmente arrivo ad un sentiero
che sembra andare nella mia direzione. Lo seguo. Altro semplice guado
(questi mi preoccupavano assai) e quando sbuco fuori dal canale in
cui ero andata a finire scopro che le cose non stanno come dovrebbero
stare. I punti di riferimento non ci sono più. Non so più dove
sono. Non ci sono più tracce.
E
ora?
Mi
guardo intorno. Ritrovo per fortuna lassù la baita che avevo
adocchiato e proseguo, sempre senza sentiero. Arrivo e … SORPRESA!
C'è la bandierina! Non me l'aspettavo, io tiro un respiro si
sollievo e mi fermo, bevo, mi riposo un po' e poi prendo il cammino.
Che però sta basso. Non dovrebbe stare basso. Dovrebbe salire.
Magari sale dopo. Niente, sempre traverso. Vado parecchio avanti
quando ormai mi rendo conto, con un po' di sconforto, che questo
sentiero non va dove voglio andare io.
Kyra!
Si torna!
Il
bello di andare in giro con il cane è che lui non si arrabbierà mai
se sbagli sentiero, semplicemente fa dietro front e ti segue.
Torniamo
alla baita con la bandierina e riprendo la relazione. Devo salire.
Ormai ho capito dove sono in base ai punti cardinali (bussola del
GPS, ci ho messo un po' ma poi ho capito dove sono è il nord-est). E
salgo. Senza traccia. E voi mi insegnate che senza traccia si fa
sempre più fatica.
Ormai
vado dove credo che sia il passo Dordonella. Fermarmi li non ne vale
la pena, lo so, ma inizio ad essere molto stanca. Non è solo
stanchezza fisica ma anche mentale. Però a testa bassa, leggendo la
relazione, cercando di capire dov'è il passo, proseguo.
La
valle diventa meravigliosa. E' piena di fiori, genziane, trifogli,
nigritelle, anemoni … e io non mi posso permettere di fermarmi a
fare foto. In discesa, mi dico. Se voglio salire in cima tutto il
resto arriva in secondo piano.
Faticando
come non mai arrivo a quello che credo sia il passo. Intanto vedo i 3
ometti, sono alla mia sinistra. A questo punto inizio a salire la
cresta. La relazione dice che se stiamo sul filo di cresta non avremo
problemi e cosi facciamo. Ed in effetti cosi è, problemi zero. Certo
non è un sentiero escursionistico ma neanche difficile per uno che
la montagna un po' la mastica e non ha problemi con l'esposizione.
Ora
qualche ometto qui c'è … ora che non mi serve più a niente …
Sono
svuotata di energie. Non ce la faccio più. Mancano pochi metri alla
cima ma devo sedermi. Kyra mi viene vicino: Mamma! Dai che manca
poco! Sembra proprio che mi dica cosi. Cerco di recuperare le forze
per arrivare su, ora è solo sentiero.
Quando
vedo la croce di vetta (un ometto non bastava?) non riesco neppure a
gioire. Tolgo lo zaino, do l'acqua a Kyra, bevo io (sono alla metà
del secondo litro) e poi schiatto, letteralmente. Mi sdraio e
nonostante le mosche che rompono mi addormento.
Poco,
un riposino perchè poi il sole inizia a scottare e mi sveglia. Cerco
di mangiare qualcosa ma niente. Mi guardo intorno, faccio qualche
foto, mi riposo ancora un po'. So che una volta riposati la discesa
sembrerà meno impegnativa.
Quando
scatta il momento di andare guardo l'ora: sono le 3, manco farlo
apposta l'ora che mi ero prefissa per iniziare la discesa. Ho fatto i
conti prima di attardarmi cosi tanto. Il sole tramonta alle 21, ne ho
di tempo.
Nella
cresta con le roccette lego Kyra. Lei è brava ma non si sa mai.
Quando arrivo ai 3 ometti rileggo per la millesima volta la relazione
e parla di un sentiero a tornanti. Ok, scendiamo di qui.
All'inizio
il sentiero c'è. Poi sparisce. Sono io cosi imbranata? Cosi ci
troviamo a scendere per posti da capre. Kyra con il suo 4x4,
baricentro basso e niente sulla schiena, va come un treno. Io stanca,
accaldata e con le scarpe non adattissime (lo ammetto, era meglio se
mettevo gli scarponcini) scendo pianissimo, aggrappandomi all'erba
quando diventava più ripido. Ogni curva valuto cosa mi trovo
davanti. So che devo scendere nel vallone, non mi sono persa, è solo
che scendere non è semplicissimo. Metro dopo metro, valutazione dopo
valutazione, arriviamo in fondo valle.
E
arriviamo al torrente. Bagnetto per Kyra ma soprattutto mi riempio la
bottiglia per il 3° litro di acqua. Da qui faccio a ritroso il
sentiero che non ho trovato in salita, ho capito dove ho sbagliato e
si ritorna alla baita con la bandierina.
Ora
… ehm … dite quello che volete ma io sono scesa con il GPS in
mano cercando di rifare pari pari il sentiero dell'andata. Ogni tanto
mi ritrovo fuori sentiero e per riprenderlo mi infogno in messo al
rumex. Quello che non vi ho detto è che il giorno prima mi hanno
punto 3 vespe. La peggiore è quella sulla mano destra. Gonfia da non
poterla piegare. E cosi la sinistra si è ingelosita e ha pensato ben
bene di fare un bagno in mezzo alle ortiche …
Pace,
dicono che faccia bene al cuore.
Ritorna
il caldo potente. Ad ogni pozza attendo Kyra, che possa bagnarsi ben
bene e cercare di abbassare la sua temperatura. Io aspetto il
torrente più grande, quello vicino alle mucche, per un pediluvio e
una sosta refrigerante.
Arrivate
sul sentiero tradizionale tiro un respiro di sollievo. Mai farlo.
Sono caduta, di nuovo davanti rischiando macchina fotografica,
occhiali nuovi e denti (vecchi).
Alla
fine scopro che è stato il ginocchio, sinistro per fortuna, che
geloso delle mani ha voluto la sua parte di infortunio. Il destro ne
ha avuto già abbastanza in tutta la sua vita.
Impolverata
arrivo alla macchina, li c'è una fontana. Mi rinfresco e pulisco
come meglio posso. Speravo di andare al rifugio Pirata a rifocillarmi
e invece il cartello dice che è chiuso. Sono certa che stamattina
era aperto.
Un
gentil signore mi attacca un bottone … piacevolissimo se non fosse
che anche li le mosche non mi lasciavano in pace. Alla fine sono
costretta a salutarlo, salire in macchina e scendere a 5 all'ora fino
all'asfalto.
Sono
quasi le 19. Quasi quasi mi fermo al ristorante a buttare giù un
primo.
Pizzoccheri
super. Ho preso pure il biglietto con i prezzi dell'albergo, si sa
mai … 3 giorni qui non mi dispiacerebbero per nulla.
Il
telefono, muto tutto il giorno, riprende quando ormai sono a Morbegno
e conoscendo il mio mentore che mi ha promesso la telefonata serale
lo metto attaccato al cruscotto.
Suona:
era ora! Sei preoccupato? E' dalle 5 che provo a contattarti … ^_^
heliSLaLenta
& Kyra
I
dati secondo Gipsy:
Quota
partenza: m 1.501
Quota
arrivo massima: m 2.511
Dislivello:
m 1.074
Tempo
totale: 8 h 28 m compresa di tutto
Km percorsi: 11
circa
Percorso canabile:
Si, attenzione solo alla cresta finale
Acqua
sul percorso: Si, torrenti fino all'ultima parte del percorso.
Portare cmq acqua per la salita in cima
Bellissimo racconto,come sempre del resto,complimenti!Ciao Silvia
RispondiEliminaGrazie anonimo!
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