giovedì 27 agosto 2015

Pizzo dei 3 Signori – m 2.554 – 27 Agosto 2015


Da wikipedia: Gode di una particolare fama "geografica" che il nome ricorda, essendo da secoli il punto geografico di spartizione fra tre diverse giurisdizioni politiche: un tempo tra lo Stato di Milano, la Repubblica di Venezia e il Canton dei Grigioni nella Confederazione Elvetica, quand'essa occupava la Valtellina; oggi tra la Provincia di Sondrio, la Provincia di Lecco e la Provincia di Bergamo.

Sin dai giorni successivi all'incidente ho promesso ad Aurora (figlia di Pinuccio) e Mario (amico di Giuliano) che li avrei accompagnati.
C'ero già stata a giugno, diciamo a fare un sopralluogo. In realtà non ero sicura che fosse arrivato il momento per loro di salire ma io dovevo andare.
E invece eccoci qui, in una splendida giornata di fine estate, a ricalcare ancora una volta i passi di quel maledetto giorno.
Per fortuna non riesco ad odiare la Val Gerola, la trovo sempre bellissima, non è colpa sua di quello che è successo; grazie a questo riesco a tornare … e tornare … e vorrei tornare ancora una volta, se mai Giuliano si sentirà pronto a venire lassù.
La giornata, nonostante la ricorrenza, è passata piacevolmente. In sintonia, le paure espresse a casa sciolte come neve al sole.
I passaggi sono quelli che ho già raccontato, tavolo panoramico, Rifugio Trona Solivi, Bocchetta di Trona, Rifugio Falc. E qui il pianto. E' questo per me il punto più difficile, quello in cui metto cosi tanti ricordi dolorosi. Non lo so il perché.
Mi lasciano sfogare e riprendere, faccio 4 chiacchiere con Mario e poi risaliamo il pendio che ci porterà al pianoro.
Arrivo che Aurora e Marco sono già su, avevo paura che andasse avanti ma ha riconosciuto il posto.
Non è seduta proprio al punto giusto, mi avvicino … la commozione è tanta. Sto un po' con lei poi la lascio sola a sfogare il proprio dolore.
Ci riuniamo nel punto in cui Pinuccio e Kira sono caduti e Giuliano è sceso.
Commozione anche per me ma riesco a non piangere.
I ragazzi vogliono salire in cima. Loro veloci come stambecchi, io la solita lumachina. Arrivo in cima che hanno già in mano il panino … certo che già sono lenta se poi mi fermo anche a chiacchierare ….
In cima mica ti trovo una coppia che avevo incontrato qualche settimana fa in cima alla Grigna? Com'è piccolo il mondo!
Kyra, Mario ed io facciamo la foto di vetta “da mettere nell'album dei ricordi” e poi scendiamo.
Ho proposto di scendere dalla Valle dell'Inferno ma mai immaginavo quello che Aurora voleva fare.
Tornati al pianoro scopro i suoi piani: vuole andare giù alla pietra dove li hanno trovati.
Io ho un tuffo al cuore: no, io no!
E penso che me ne vado da sola per la valle dell'inferno.
Poi vince la compagnia e capitolo, con una stretta alla bocca dello stomaco e le lacrime che scendono ripercorro la strada che immagino abbia fatto Giuliano.
Giù dal canale, attenti alle rocce friabili sotto di noi. Poi quella che individuiamo come la roccia.
Vi lascio immaginare.
Aurora ha portato dei fiori da lasciare li, con Marco preparano un ometto di pietre per proteggere i fiori, metto anch'io la mia pietra e poi ci allontaniamo lasciando ad Aurora il tempo che le occorre.
Ricompattato il gruppo e asciugate le lacrime, controllo su Gipsy dove è il sentiero (io lo so ma è per farlo vedere al resto del gruppo). I dubbi ci sono, non sappiamo se riusciremo a passare ma vale ben la pena di tentare.
Mario e Marco ci fanno da guida, io li seguo passivamente, ancora non sono contenta di essere li anche se non contesto (e ci mancherebbe anche!) la scelta presa. Mi affido alla guida degli amici, Marco non lo conosco ma con Mario vado ad occhi chiusi.
Mi ritrovo spesso da sola, mi è venuto anche un dolore alla schiena che mi fa vedere le stelle ogni volta che metto il piede a terra un po' più forte per cui rallento la mia già normale andatura da lumaca.
Passando un po' a destra e un po' a sinistra arriviamo senza neanche tribolare troppo al sentiero e da qui al Falc. Facciamo l'altro sentiero per scendere al Trona dove ci prendiamo una buonissima birra e un litro di birra e gassosa … da dividere in 3 :)
L'ultimo tratto di sentiero / strada è la solita tortura. Siamo stanchi ma tutto sommato felici. Abbiamo fatto quello che volevamo fare. E' un passo importante per me, un'altra rielaborazione che mi porta pian piano all'accettazione e spero che sia stato cosi anche per Aurora.

heliSLaLenta & Kyra con Aurora, Marco e Mario

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.475
Quota arrivo: m 2.551
Dislivello: m 1.220 circa
Tempo totale: 9 h 09 m compresa di soste
Km percorsi: 19,3 circa

sabato 22 agosto 2015

Val d'Agnel – q 2.830 – 22 Agosto 2015


E' un pellegrinaggio annuale che abbiamo saltato, per ovvi motivi, solo nel 2013. Da due anni abbiamo spostato la data, sempre per ovvi motivi, all'estate.
Andiamo dove Rino si è spento in quel 2 aprile 2010 davanti a Giuliano che ha fatto di tutto per tenerlo il vita.
Andiamo la, a mangiare un panino con lui e brindare in suo ricordo.
Sembrerà sciocco, ma per noi è importante, c'è chi fa dire una messa e chi torna nel luogo in cui ha lasciato la sua vita terrena.
Non c'è molto da raccontare di questa giornata dalla meteo davvero eccezionale.
Se non che.
Arriviamo, parcheggio e cambio scarpe. Si sente Giuliano brontolare.
Che succede?
Manca una stringa agli scarponi.
Come manca una stringa?
Non c'è, devono averla presa le nipotine per giocare.
Occavolo …. e adesso?
Ognuno ha la sua idea: Giuliano pensa di prendere la stringa esistente e di tagliarla in due, Mario toglie una delle sue (tanto io salgo con i sandali) e Silvia ravana dentro lo zaino.
Alla fine: Giuliano ha la stringa di Mauro e Mauro ha i pezzetti di spago trovati dentro il mio zaino che, uniti con un nodino, sono lunghi abbastanza per fare finta di essere una stringa.
Ok, dopo questa sistemazione siamo pronti a partire.
La salita ormai la conosciamo come le nostre tasche. Ci sono tante mucche ma “non ti preoccupare mamma, libero io il sentiero!” E Kyra parte e allontana le mucche (che pesano ben più di 10 volte lei) dal sentiero. ehhhh …. che ci vuoi fare?
Incontriamo babbo e figlio che ascoltano molto interessati il motivo della nostra gita. Giuliano racconta tutto nello stesso modo in cui l'ha raccontata 5 anni fa, con le stesse parole come se non fosse passata che una settimana.
Loro hanno il passo veloce e li lasciamo andare ma alla fine li incontriamo vicino alla croce, si sono fermati ad aspettarci perché volevano venire li con noi. Mi ha commosso questo gesto. Sono stati con noi n po', ci hanno fatto la foto evitandoci cosi un pessimo autoscatto e poi sono saliti al passo che era la loro meta.
Pappa. Buona. Focaccia presa da Moreschi.
Scherzando, quando ho alzato lo zaino di Mario e l'ho sentito pesante gli ho chiesto se aveva dentro la birra.
Beh, aveva la birra! Con i bicchieri di plastica.
2 torte, una vegana e una “normale.
Mancava solo il caffè.
Torniamo verso valle. Mucche a gogo' e Mario che fa? Invece di fare finta di nulla istiga Kyra e cosi, proprio alla fine dove ormai i torrenti non ci sono più la tata si inzacchera tutta. L'avrei ucciso :D
Ok, alla ricerca pazza di un torrente per lavare la tata e poi macchina.
A Prosto mi sono imposta e ho voluto a tutti i costi andare a cercare il posto dove vendono dei buonissimi biscottini, che abbiamo trovato … e comprato tutti e tre.
Un buon gelato all'Excalibur hanno coronato la giornata.
Grazie per questa meravigliosa gita, camminare ancora con Giuliano è un'emozione che non mi abbandona.

heliSLaLenta & Kyra con Giuliano e Mario

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 2.406
Quota arrivo: m 2.797
Dislivello: m 620 circa
Tempo totale: 4 h 42 m compresa di soste
Km percorsi: 8,5 circa

martedì 11 agosto 2015

Grignone dal Nevaio e Piancaformia – m 2.410 – 11 Agosto 2015


Ieri giornata davvero spettacolare.
Per l'ambiente, per il fresco, per le persone incontrate … una giornata davvero bella bella bella percorrendo uno dei sentieri più belli, secondo me, delle grigne: la via del nevaio.
Ne avrei da raccontare a iosa e verrebbe un racconto lungo non so quanto. Cercherò di abbreviare.
Il primo impatto positivo è stato nel ragazzo che mi è corso dietro … no, non crediate … avevo perso il sacchetto di Kyra e siccome lui corre in montagna ha lasciato morosa e papà per rincorrermi e portarmelo … che vi devo dire … non sapevo più come ringraziarlo non tanto per il valore del sacchetto ma proprio per il gesto … ero davvero commossa e felice!
Poi i 4 che vanno come un treno e scopro che in realtà sono ai primi approcci alla montagna. Simpatici, chiacchieriamo, Claudio il fotografo che si presta al Bogani a farmi qualche ritratto con Kyra. Ci si da appuntamento in vetta.
Poi il silenzio più assoluto. La solitudine rotta all'inizio da qualche fischio di marmotta. Poi solo noi e la montagna. Montagna che si fa via via più aspra, selvaggia … e fresca.
Perdo il sentiero un paio di volte. O meglio, la prima ho un dubbio e inizio a salire. Poi ci ripenso e torno sui miei passi: per male che vada, penso, mi ritrovo allo Zappel e da li riprendo la salita.
Poi mi riperdo ad un altro bivio ma non credo di essere l'unica a perdermi qui. Riprendo la retta via con una salita mozzafiato.
Kyra ha avuto un unico problema dove un saltino che doveva fare aveva sotto del vuoto. Voleva a tutti i costi trovare una alternativa ma avevo già visto che l'unico modo di passare era li per cui, con un piccolo aiutino, l'ho fatta passare.
Al primo nevaio Kyra non si lascia scappare l'opportunità di rinfrescarsi. Io riesco a stare fuori dalla neve fin quasi alla fine. Ma poi mi tocca salirci. Le mie scarpe basse non tengono molto e chi mi conosce sa che non amo la neve estiva per cui, con molta riluttanza (e senza bastoncini) salgo. Con calma, mi rendo conto che alla fine la neve tiene abbastanza anche se è dura. Le dune che si sono create fanno da gradini e proseguo tranquilla. Verso la fine vedo tre ragazzi che stanno scendendo, la prima presenza umana da quando sono entrata nel vallone. Le solite 4 chiacchiere e poi vado.
Arriva il secondo nevaio. Mannaggia, mi tocca salirci. Con ancora più riluttanza di prima salgo. Le esperienze delle volte precedenti sulla via del nevaio mi hanno insegnato che non è conveniente andare a cercare di ravanare fuori dalla neve.
Cerco di capire dove andare, mi sembra di vedere la traccia li a sinistra e mi dirigo in quella direzione. Purtroppo canno paurosamente, la traccia è tutta a destra. Ora mi tocca un traverso su un ghiaione infame. Kyra fatica anche lei ma alla fine riusciamo ad attraversare e mi accorgo che c'è qualcuno sul nevaio. Lo apostroferò una volta arrivata in cresta: non potevi arrivare 10 minuti prima che mi facevi evitare il traverso? Ovviamente ridendo, dopo 4 chiacchiere lo lascerò andare per la sua strada, o meglio, alla sua velocità.
Ma non siamo ancora fuori, ora inizia a esserci vegetazione, il sentiero inizia a essere un vero sentiero dove si riesce a stare in piedi.
Arriviamo in cresta, dopo le 4 chiacchiere con il ragazzo del nevaio mi appresto all'ultima fatica; questo pezzo è sempre il più penoso perché sai che sei arrivata ma c'è ancora quell'ultima salita che ti stronca.
In vetta non c'è folla ma ho la piacevole sorpresa di ritrovare i 4 ragazzi che (almeno loro dicono) mi stavano aspettando. Mi fermo li, vicino alla croce per il meritato riposo mentre Kyra fa la sua solita questua riuscendo a raggranellare qualcosa (quando mai impareranno che ai cani non si deve dare nulla e se proprio vuoi farlo devi chiedere prima al padrone?).
Ma qui accade una cosa che mi ha stupito, meravigliato, sorpreso …. e che mi ha fatto un enorme piacere! Il ragazzo che mi è corso dietro per riportarmi la borsina di Kyra viene a sedersi li con noi a chiacchierare in attesa che il pranzo venga pronto. E cosi ci racconta che corre, da poco, grazie alla morosa che l'ha introdotto nell'ambiente alpino. Lo chiamano per il pranzo ma …. dopo ci raggiungono tutti e 3 … non avete idea di come sia stata contenta!!! Sono venuti proprio per noi! Magari anche solo per Kyra ma erano li per chiacchierare con me!!!
Poi incontro altre due persone che avevo visto alla partenza, e anche loro li a chiacchierare con noi.
I ragazzi dell'oratorio arrivati su alla spicciolata (a uno ho pure offerto un piccolo pronto soccorso per un taglio alla mano) quando passano salutano e scherzano con Kyra.
Insomma, eravamo a casa, con la gente che passava a trovarci e a fare 4 chiacchiere.
Ma mi sono fermata troppo, è ora di scendere. Claudio vorrebbe fare la Piancaformia con me ma gli altri 3 colleghi non hanno espresso lo stesso desiderio. Decidiamo però di scendere insieme il primo tratto, poi vedranno.
Salutati tutti, scendiamo. Non mi lascio scappare altre chiacchiere con chi ancora sta salendo e arrivo al bivio. Il quartetto l'ha già superato. Grido un saluto. Si fermano, devono decidere cosa fare. Alla fine vengono con me.
Tutto bene, i piccoli passi di roccia vengono superati senza intoppi fino a che, chiacchierando troppo, perdo il sentiero principale. Non mi accorgo neanche, fino a che non mi trovo di fronte ad una parete facile facile … per me, ma non tanto per chi con la roccia non ha un buon rapporto. Provo a scendere dal canalino ma no, non è cosa. Non c'è altro da fare che salire.
La discesa è stata ostica anche per Kyra, non sapeva dove andare. Per fortuna non entra in panico e mi segue tranquilla anche quando la sollevo per farle passare un punto che per lei è impossibile. E qui ri-incontriamo la coppia della cima :)
Poi scendono alcuni dei ragazzi dell'oratorio, uno in particolare che Kyra aveva preso di mira ora, per fortuna, passa senza che la tata muova un pelo.
Arrivati alla cappelletta degli alpini una bella sosta, e qui finisco l'acqua. Una mezz'oretta e dovremmo essere alla macchina. 2 litri di acqua + 600 per Kyra. Per la mia tata sono bastati, ma ha bevuto anche in salita in qualche abbeveratoio, io sono arrivata al pelo.
Alla macchina facciamo una foto ricordo, scambio indirizzo con Claudio per scambiarci le foto e poi a casa.
Mentre scendo continuo a pensare: ma che bella … bella … ma davvero bella giornata!

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.409
Quota arrivo: m 2.410
Dislivello: m 1.190 circa
Tempo totale: 8 h 30 m compresa di soste
Km percorsi: 12,2 circa

lunedì 3 agosto 2015

Pizzo Pradella – m 2.626 – 3 Agosto 2015


E' la terza volta che ci provo.
E questa gita è stata fatta più con la testa che con le gambe.
Più di una volta ho pensato di desistere. Ma ho la capa dura, la meteo dalla mia parte e giornate di luce ancora belle lunghe.
E allora passo dopo passo, sosta dopo sosta, bevuta dopo bevuta sono arrivata al lago gelato.
Un posto incantevole. Da quando si lascia il sentiero principale, è un cercare ometti e segni. Poi un terreno che ricorda tantissimo le mie gite valdostane, quelle della mia vita precedente e con stupore mi rendo conto che anche qui, nelle nostre Orobie, abbiamo dei percorsi mozzafiato.
Continuare fino alla cima non è stato messo neanche in discussione, la curiosità e la voglia di camminare in quell'ambiente in completa solitudine hanno avuto la meglio sulla stanchezza.
Oggi ho incontrato pochissime persone: i pastori al rifugio, un signore con cui ho fatto volentieri 4 chiacchiere, il ragazzo con uno zainone e tenda appresso, uno zaino solitario, il secondo pastore alla sua baita. Stop.
La gita è lunghissima. Il dislivello considerevole. Lo so, i giovani di oggi non sanno nulla di montagna ma salgono vette da 2.000 m di dislivello in giornata. Sono giovani e allenati …. e incoscienti.
Io sono strafelice della mia salita. Del fatto che ci sono riuscita sola soletta con Kyra. In discesa mi ha fatto sgolare la mia tata per cercare di non farla correre dietro alle marmotte: le non lo sa ma la discesa è lunga ed è meglio che non si stanchi inutilmente.
La valle è piena d'acqua, per fortuna, Kyra ne ha approfittato abbondantemente e anche io ho dovuto attingere ai ruscelli perché il litro e mezzo che avevo dietro non è bastato.
La relazione io non l'ho capita. Parlava di andare al Passo Sanguigno, poi da li al Lago Gelato. Io ho preferito andare verso il Lago Nero dove ero sicura di trovare il sentiero di salita.
Un dubbio l'ho avuto al cartello per il Lago del Corno e Laghi Alti (deve essere un posto da favola!) e poi a casa, guardano la cartina on line della Kompass sembra che da li ci sia un sentiero che porta al Lago Gelato. Ma sulla mia cartina non era segnato e sapendo che cmq era molto lunga ho preferito il percorso ancora più lungo ma sicuro.
Molti commenti li troverete nelle foto, anche se non è stata una giornata di foto. Non ne avevo voglia. Non che le valli non lo meritassero, ma ero io che non avevo l'estro per fotografare.
Ma lo avevo per camminare. Non mi è pesato tutto quel camminare, ero solo un pochino stufa verso la fine ma appagata, felice e soddisfatta per la bellezza del percorso e per avercela fatta.
Un'altra tacca orgogliosamente messa sul mio bastoncino.

heliSLaLenta & Kyra

I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 1.020
Quota arrivo: m 2.616 (ho trovato entrambe le quote, non so qual'è quella corretta!)
Dislivello: m 1.790 circa
Tempo totale: 11 h 13 m compresa di soste
Km percorsi: 25,4 circa, idem come sopra

domenica 2 agosto 2015

Orrido della Valle dell'Oro e San Pietro al Monte – 2 Agosto 2015


Come troverete sotto nella ricetta della marmellata di Sambuco, finalmente il trio ritorna a fare le passeggiate domenicale e nel cercare qualcosa con sambuco appresso a Mario viene in mente l'orrido della valle dell'oro … scommetto che molti di voi manco sapevano che esistesse!
Poi salita alla bellissima San Pietro al Monte che era aperta con tanto di visite guidate.
La felice sorpresa di incontrare Paperino55 … mica sapevo che è Graziano! Nano ne è stato molto contento, non è facile parlare con qualcun altro pazzo che ha salito il Pizzo di Prata!

Manuale pratico per ottenere un'ottima marmellata di sambuco.
Prendete un paio di amici, un po' più alti e prestanti di voi, e iniziate a lamentarvi che il sambuco colto dal cespuglio che sbuca nell'orto ha prodotto solo un vasetto di marmellata e neanche pieno.
Fare il tutto la domenica mattina, a colazione, quando già si è deciso di andare a fare 4 passi.
Con molta faccia tosta, mettere in borsa la borsa di plastica e la forbicina.
Se sono amici, troveranno una passeggiata con sambuco da cogliere quando si torna, ottimo e abbondante.
Ora, arrivate a casa tardi, preparate veloce qualcosa da mangiare (perchè non di solo sambuco vive la donna) e iniziate a separare le bacche dal resto della pianta.
Dopo circa 3 ore avrete ottenuto due belle ciotole di frutti. Rapida sciacquata e poi via nel bimby, in due volte che tutto non ci sta.
Poi si setaccia. E dopo si passa ancora da un colino fine fine che i semini non ci piacciono.
Procedere quindi come una normale marmellata, aspettando pazientemente di potervi chiudere in bagno per una sana doccia.

heliSLaLenta & Kyra con Giuliano e Mario

Il GPS è rimasto a casa