lunedì 14 dicembre 2009

Una cima cosi difficile e lunga – 14 Dicembre 2009

Ci sono cime difficili da salire. Non è mia la citazione, ma di una persona che raccontava cosi la nascita di un nipote.
La mia montagna difficile invece si chiama LCA. Una dura salita che durerà 5 mesi.
La parte più difficile spero davvero che sia la prima, quella di questi giorni. Devo abituarmi alle stampelle, non è facile vivere da soli e non poter usare le mani mentre cammini.
Cammini.
Qualche passo da qui a li.
E poi tanta fisioterapia. Per fortuna a casa. Però è ancora molto dolorosa. Se tanto mi da tanto dovrebbe però essere in calo questo dolore. Dovrei migliorare giorno dopo giorno.
E allora, con questo pensiero, auguro a tutti un sereno anno nuovo e pieno di montagne!






sabato 12 dicembre 2009

Monte Bregagno da San Bernardo m 2.107 – 12 Dicembre 2009

E’ arrivata la chiamata …
Questa, se tutto va secondo i piani, sarà la mia ultima uscita invernale.
Sono un po’ preoccupata; sia per l’operazione ma anche perché il ginocchio “lo sento”. Sarà stata la sciata di mercoledì (20 km di pattinato … non il massimo per il mio ginocchietto!) sarà la visita del prericovero dove il Proff. mi ha rigirato in tutti i modi il ginocchio, sta di fatto che temo per la discesa.
Siamo in macchina e arriva la proposta: e se andassimo al Bregagno? Va bene, rispondo ovviamente. Non ho mai dubbi sulle proposte di Giuliano, lui conosce la mia situazione e propone sempre cose adeguate.
La strada per arrivare sotto la chiesa di San Bernardo è davvero spettacolare. Man mano che sali si stringe, poi diventa sterrata fino a che non finisce.
Fa caldo. Cavolo! Altro che guanti pesanti! Qui si sale in maglietta :-(
Abbiamo dato comunque un’occhiata alla cresta e decidiamo di portare lo stesso i ramponi che l’ultimo tratto è ripido.
Ciaspole sullo zaino partiamo. Dapprima su sentiero pulito, arrivati nei pressi della chiesa inizia la neve. E’ già spettacolare! Lo conosco questo ambiente, il lago l’ho visto dall’alto non so quante volte ma da qui è davvero fantastico! Da lasciarti senza fiato. Sarà per la luce, c’è un sole velato che ora ci fa sentire finalmente una bella temperatura di inizio inverno.
Siamo soli, la neve non abbondante ci induce a salire senza ciaspole. Sono veloce per i miei std, riesco a star dietro a Giuliano. Ci sono pezzi anche piuttosto ripidi ma la neve tiene talmente bene, ho la traccia di Giuliano da seguire (quando la vedo …) e quindi sono tranquillissima.
Passiamo il primo cimotto. Dai che non manca molto. Saliamo ancora ma la cima non è quella che pensavamo, è ancora più in la.
Io oggi mi sento benissimo. Non ho neanche la necessità di mangiare ma il mio socio insiste: che abbia voglia lui di assaggiare la mia crostata con marmellata di arance???
Dopo mangiato proseguiamo. Vediamo 2 sci alpinisti dietro di noi, le uniche altre presenze oggi.
Il crestone è sempre più bello. Ultima anticima e poi, leggera discesa con relativa risalita, ed eccoci in vetta!
Il freddo. Mamma mia che freddo!!! Ci copriamo ben bene (e si vede dalle foto di vetta) e aspettiamo lo sci alpinista che, solitario, arriva in cima. Ci scambiamo il favore delle foto poi lui scende per ricongiungersi con il suo amico che non se l’è sentita di salire in cima.
Noi ci sediamo un momento, riparati dalla base della croce, a goderci lo spettacolo e a chiacchierare un po’. Per un bel po’ di tempo non salirò, non vedrò questi panorami, non vedrò gli amici della montagna … ma sono contenta cosi. E’ una cosa che mi spaventa ma la devo affrontare se voglio continuare a camminare per i monti. Gli amici saranno li ad aspettarmi quando torno in forma (almeno lo spero …) devo solo avere pazienza e anche questa passerà.
Mentre ci prepariamo per la discesa mi cade l’occhio su un tubetto di pastiglie di sali. Ma chi diavolo l’ha lasciato in giro! Lo prendo. Sembra pieno. Lo apro … contiene una matita e dei fogli arrotolati: MA E’ IL LIBRO DI VETTA!!! Con i guanti e infreddolita cerco di lasciare la traccia del nostro passaggio poi Giuliano mette il tubetto ben fermo alla base della croce. Se salite, cercatelo!
Scendiamo. Man mano che ci abbassiamo il sole diventa più forte fino ad uscire dalla nuvole. Propongo una sosta: non posso lasciarmi scappare questo calore! Ci fermiamo li, sulla neve, a goderci il tepore.
Poi ancora giù. Io lentissima, contrariamente alla salita. Lo sento il ginocchio e non mi sembra il caso di farmi male proprio ora. Mentre chiacchiero presto poca attenzione e scivolo 2 volte. Devo stare attenta, continuo a ripetermi cosi Giuliano, che non mi ha aspettato più di tanto in salita, lo deve fare ora in discesa.
Altra sosta al laghetto per finire la torta e poi verso la macchina.
Che giornata! Bellissima! Giuliano non poteva trovarmi una migliore conclusione per le mie escursioni invernali!


Quota partenza: 1.055 circa
Quota arrivo: 2.107 m
Dislivello, secondo il mio altimetro: 1.184
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto: Poco più di 5 ore

Le foto sono di Nano e mie amichevolmente mischiate





martedì 8 dicembre 2009

Sentiero dei Pizzetti – Crocione di San Martino – Sentiero Silvia m 1.028 – 8 Dicembre 2009


Ma chi si muove con un tempo simile?
Il nostro terzetto ovviamente!
Ci troviamo al bar di Eupilio tutti e 3, ridendo della nostra pazzia. Ma si, andiamo ai Pizzetti! E cosi scopro che Mario non c’è mai salito mentre Nano li deve aver fatti anni fa. Ergo, sono quella più informata sulla gitarella di oggi!
Bene, stiamo per salire in macchina e Mario ci guarda: non devo prendere nulla io!
Ah … vieni cosi? E le scarpe?
ARGHHHHH!!! Non sarebbe la prima volta che Mario arriva alla base della salita senza scarponi :-D Cmq, rimediato alla dimenticanza, ci avviamo verso Lecco.
Con calma arriviamo al mitico cancello verde, accarezziamo i gatti che stazionano li e poi si parte. Memore della scorsa esperienza, questa volta non faccio sbagliare il sentiero al primo bivio e poi su per il ripido sentiero.
Nebbia, goccioline, umido … ma chi ce l’ha fatto fare! Lo diciamo ridendo perché nessuno di noi 3 oggi stava a casa volentieri. E poi, il sentiero ha il suo fascino anche cosi, il panorama già lo consociamo per cui va bene.
Le rocce anche se sono bagnate non sono tanto scivolose per fortuna e quando arrivano le catene salgo pure io tranquilla.
Siamo orami alle porte del Natale e la natura fa il suo corso: sono fioriti gli helleborus che i ragazzi chiamano bucaneve. Ecco, non potendo fotografarli manco li vedo :-( Alla fine me li devono far notare; io sono tutta presa a camminare senza restare indietro :-)
Ma no che con questa luce e la mia macchinetta cmq le foto non verrebbero. In effetti, guardando poi quelle fatte, ci rendiamo conto che molte sono mosse.
Non incontriamo nessuno fino alla fine del sentiero. Su al rifugio Giuliano ed io ci concediamo un mezzo panino a testa (ecco perché è brutto … SI MANGIA!!! … o meglio, si mangia perché è brutto … insomma, fate voi!) e poi il caffè che Mario non rifiuta mai.
Discutiamo su quale deve essere il sentiero di discesa. Si pensa ai Tecett, ma nessuno di noi l’ha mai fatto e non si vorrebbe dover tornare dalla strada. Chiediamo ma ce la sconsigliano: è bagnata. Ci guardiamo … veramente noi veniamo dai Pizzetti … Alla fine però decidiamo di non farla ma di salire al Crocione di San Martino e di scendere dal Sentiero Silvia, quindi alla chiesetta e poi a Rancio, sperando di trovare un sentiero che ci riporta alla chiesa dei cappuccini.
Me la ricordavo ripida e “lunga”, ed in effetti è ripida e mi da l’idea di non arrivare mai.
In cima c’è un ragazzo che ci sconsiglia il Sentiero Silvia: si scivola …
Bene, io l’ho fatto sia in salita che in discesa, e se ho fatto i Pizzetti in salita devo dire che il Silvia è MOLTO meno problematico con la pioggia, per cui ci avviamo. In effetti arriviamo alla chiesetta senza eccessivi problemi. I problemi iniziano ora.
I sentieri acciottolati sono un vero martirio quando sono bagnati e scivolare qui è la parte davvero pericolosa di tutta la passeggiata odierna.
Scendiamo sperando di trovare un sentiero che ci porta a destra. Alla fine però ci ritroviamo sulla strada che non porta da nessuna parte sulla quale mi sono ritrovata pure io l’altra volta :-(
Eccoci sistemati.
Ma no, andiamo giù per il prato.
Bene.
Poi il prato finisce.
Ci sono le case con le recinzioni, dei roveti pieni di pattume ripidi ripidi ripidi fino a che ci troviamo di fronte ad una splendida recinzione. E ora?
Mario va avanti. Abbiamo davanti a noi un cancello: ce la fai a scavalcare? Io? Con voi si, qual è il problema? Poi Mario trova un varco. Beh, chiamarlo varco è dire troppo. Diciamo che hanno smesso di mettere la recinzione perché li ci ha pensato la natura a creare una barriera. Noi siamo passati di li :-)
Incolumi alla strada. Prime case, poi delle macchine, finalmente delle persone a cui chiediamo. Ovviamente sono straniere e non riescono ad aiutarci. Arriviamo a Rancio e li ci danno le dritte giuste. La strada, non lunghissima, ma ce la siamo fatta lo stesso.
Ora siamo al sole, il venticello è fresco … ma che dicembre! Questo è marzo!!!





Quota partenza: 270
Quota arrivo: 1028 m
Dislivello, secondo il mio altimetro: 900
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto: meno di 4 ore

Le foto sono di Nano e mie amichevolmente mischiate






domenica 6 dicembre 2009

Monte San Primo m 1.686 – 6 Dicembre 2009

- CLICCA SUL TITOLO PER VEDERE LE FOTO -

Oggi uscita con il socio storico: Andrea!
Lo convinco a venirmi a prendere a casa :-) e a partire non troppo presto visto che saranno “solo” 600 m di dislivello.
La scelta cade su questa meta perché Andrea se la menava, giustamente, a causa della neve caduta in questi giorni e io non mi sento mai molto tranquilla su neve se non c’è qualcuno più esperto di me. Il San Primo l’abbiamo già salito, io un paio di volte da entrambi i versanti, ma ci manca la versione invernale e allora proposta accettata!
Certo, mi aspettavo di trovare gente, ma che mi desse cosi fastidio no.
Certo, mi aspettavo di trovare neve, ma di affondare cosi tanto no.
Certo, mi aspettavo di essere triste, ma cosi tanto no.
E cosi Andrea si è dovuto sorbire una compagna di camminata con il muso. In macchina gli racconto le novità, con me sono sempre tante anche se ci siamo sentiti pochi giorni fa. Mi capisce e cerca di consolarmi.
Decidiamo di seguire il mio Tom Tom e questo mi porta a casa di Giuliano … no, guarda che ti stai sbagliando! No, imperterrito il Tom Tom mi dice che siamo sulla strada giusta.
Allora propongo la sosta caffè dove di solito vado con il mio socio “lacustre” e mi riconoscono: non se ne fa scappare una, vero?” Beh, in fin dei conti è vero, appena posso vado in montagna a camminare. Che ci posso fare se è la mia passione?
Riprendiamo il viaggio e arriviamo senza intoppi alla colma. Parcheggio e poi alla ricerca del sentiero. La volta che sono salita da qui non avevo parcheggiato dove siamo ora ma Andrea dice che il sentiero parte in direzione Nord … già, dov’è il Nord? Lui ovviamente lo sa e allora decidiamo di provare a prendere quel sentiero li. Ci apostrofa un signore con uno splendido cane: siete pratici della zona? Assolutamente no. Ah … perché andavate dritti da li e pensavo che ci fosse un sentiero che sale anche da li.
Probabilmente ci saremmo arrivati lo stesso, ma siamo scesi e abbiamo girato intorno al rifugio dove abbiamo trovato i cartelli.
La strada.
Al San Primo da questa parte si sale dalla strada. Non c’è tantissima gente ma sempre troppa per il mio morale. Saliamo silenziosi, Andrea tende a lasciarmi in pace quando vede che non sono di luna buona, io invece avrei bisogno di qualcuno che mi eviti di pensare troppo.
E allora, quando finalmente finisce la strada e arriva una delle cimette di questa passeggiata propongo al socio di salire in cresta. Incredibilmente accetta e non solo, mi dice che vede una traccia. Ottimo! Io su neve non vedo una fava ma di lui mi fido per cui decidiamo di andarla a prendere.
Beh, meno male che non mi ha cazziato perché ho fatto una fatica bestia a salire visto il versante piuttosto ripido con sotto tanta bella erbetta ancora verde. Prova a passare avanti lui ma io insisto che sono più allenata e mi sobbarco la traccia.
Un traverso e poi la prima cimetta finisce. Ancora un pezzetto di strada e arriviamo finalmente all’Alpe di Terra Biotta. Ma quant’è lungo questo avvicinamento! Non siamo saliti quasi di nulla!
Sosta. Andrea mangia e beve, io bevo e basta. Poi arrivano altri ad occupare il posto vicino a noi e noi allora riprendiamo la marcia. Su per la cresta. A volte affondo fino al ginocchio, soprattutto quando decido di deviare per superare qualche gruppetto che fa la “fisarmonica”.
Andrea mi sta dietro abbastanza bene, lui non è allenato come me e ho un po’ di paura che mi schiatti. Però sono anche “solo” 600 m di dislivello mi ripeto e allora via!
Cavolo … ma è davvero lunga questa cresta! Finita quest’altra elevazione ne abbiamo ancora una che finalmente ci porterà in cima. Le ciaspole le abbiamo già tolte prima della cresta, non ne vale la pena in salita e facciamo anche più fatica. Siamo in ritardo rispetto ai tempi che mi ero posta ma non è questo che mi fa “correre”. Vorrei arrivare stanca, tanto stanca da far si che le “cellule grigie” non girino più ma in cosi poca strada non è possibile.
In vetta gente, non tanta ma un po’ si. Ci sediamo, mangiamo (io una banana …) e poi mi alzo per fare qualche foto. I soliti imbecilli davanti alla croce (con tutto lo spazio che c’è!) ma si accorgono e si spostano. Il lago è meraviglioso, il panorama si vede quasi tutto, nonostante le nuvole.
Poi torno da Andrea, mi siedo e gli dico: sono proprio a terra oggi.
Andrea è un tesoro, tenta di consolarmi ma lo sa che c’è poco da fare, purtroppo ci sono cose che non dipendono da me ma mi coinvolgono parecchio.
Mi passa. Scendiamo che la temperatura non è gradevole e sta raffreddando. Per scendere scegliamo le ciaspole con 2 ottimi risultati: non le portiamo sulle spalle e non affondiamo troppo.
Scendendo cerco di convincermi a mettere in atto il mio motto:
“Se c’è rimedio, perché te la prendi? E se non c’è rimedio, perché te la prendi?”
La montagna è sempre una gran consigliera e macinando un passo dietro l’altro un po’ mi passa. Ora inizio io a chiacchierare con Andrea che capisce che il mio umore sta migliorando e allora chiacchiera un po’ di più.

Perché vi racconto questi miei stati d’animo? Perché di certo il racconto non può avere “verve” in queste condizioni per cui, abbiate pazienza, sono momenti che passeranno … prima o poi passeranno!

Ma quanto è lunga sta strada! Non finisce più! Ad un certo punto decidiamo di togliere le ciaspole, ci mangiamo un mandarino (SLURP) e poi a testa bassa fino alla macchina. INFINITA!!!
Quando ho detto ad Andrea che il posto dove abbiamo bevuto il caffè fa un ottimo gelato insiste per offrirmi la merenda e allora si torna alla gelateria … DAVVERO BUONO!!!
Poi casa, passando da Meda sfruttando il Tom Tom per provare una strada diversa.
Davvero un peccato che Andrea quest’anno sia incasinato. Le gite con lui hanno sempre un non so che …

Quota partenza: 1.124
Quota arrivo: 1.686 m
Dislivello, secondo il mio altimetro: 690
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto: circa 5 ore e mezza




sabato 5 dicembre 2009

Passo di Tartano m 2.103 – 5 Dicembre 2009


La valle è davvero meravigliosa, te ne rendi conto già salendo in macchina, e rivedendo le foto questa mattina mi sono goduta ancora di più lo splendido panorama regalatomi da questa che forse è la mia ultima uscita di un certo “peso” per questo inverno.
Innanzi tutto c’è da dire che la mia prima (e probabilmente ultima almeno per quest’anno) uscita di sci alpinismo è stata mercoledì. Niente male per una pippa come me se non fosse per gli scarponi … CHE MALE!!! Non vedevo l’ora di scendere per poterli togliere, una tortura pazzesca! Vero che me li hanno regalati, ma visto che sono in attesa della chiamata in ospedale non mi sembra il caso di imbarcarmi quest’anno in un acquisto cosi impegnativo. Per cui, per ora, ci metto una pietra sopra.
Ma sabato c’è anche Rino e lui e Giuliano non vedono l’ora di mettere gli sci. Mi portano dietro lo stesso. Saliamo insieme, dalla strada, poi nel bosco, senza eccessivi problemi. La valle è davvero bella, la neve dal mio punto di vista perfetta! Poca gente e purtroppo anche poco sole.
Cmq, siamo in vista del Passo e Giuliano mi chiede se me la sento di salire la cima. Beh, si, però sono intimorita dalla discesa. Loro hanno gli sci e io invece mi devo arrangiare a scendere dalla via di salita, magari con qualche sci alpinista che ancora vien su :-(
Quindi mi guardo la cima. Per male che vada tolgo le ciaspole, penso, e si, dai, la possiamo fare.
Arriviamo al passo e i ragazzi iniziano a fare la conta. E cosi “scoprono” che se si partiva un’oretta prima la cima ci stava. Pazienza, vuol dire che si apre un altro piccolo “tormentone” :-).
Siamo al passo, mangiucchiamo qualcosa e poi io, la tartarughina del gruppo, inizio a scendere.
Poco dopo arrivano i ragazzi che mi aspettato ad ogni pezzo.
Bene, penso :-) questa volta non sono sola (l’esperienza dell’anno scorso, mollata in cima per la discesa più divertente per gli sci alpinisti lo ammetto, mi ha davvero scottato!).
Però mi dispiace perché cosi loro si perdono il gusto della sciata. In fondo la strada fatta a salire era molto tracciata e siccome nessuno ci scende da li la dovrei trovare nelle stesse condizioni anche al ritorno.
E poi arriva la domanda: te la senti di scendere da sola. Voi cosa avreste risposto?
Non ci sono altre risposte che si, certo che me la sento, vai tranquillo per il bosco.
Eccomi di nuovo sola soletta nella neve.
L’appuntamento era al ponte. Ma si, ho risposto, tanto arrivate prima voi e vi vedo.
Al ponte non c’è nessuno.
Proseguo. Sicuramente avrò capito male io. E intanto laggiù vedo due persone ferme. Bene, sono loro allora. Proseguo tranquilla e anche loro proseguono.
Ma come … se ne vanno! Uffi, questo non è un comportamento da Giuliano e quindi proprio non capisco.
Altro ponte. Nessuno. Ora non so proprio cosa pensare. Saranno loro la davanti? E’ che ogni volta che riprendo il cammino lo riprendono pure loro.
Non capisco perché non mi hanno aspettato, immagino che abbiano freddo … ma no, non fa cosi freddo. Che non siano ancora arrivati? Naaaaaaaa, questa non la prendo neanche in considerazione.
Con un po’ di muso lungo proseguo. Ora sono sola. Va bene, meglio se mi fermo a fare pipi. Mi rialzo e chi ti vedo arrivare da dietro? Rino.
RINO???? Ma …. Che ci fai qui??? Non risponde, si gira e inizia a chiamare Giuliano.
Scoppio a ridere! Non erano mica quei 2 la davanti! Mi sembrava strano, non era da Giuliano quel comportamento ed in effetti Giuliano è la indietro che mi aspetta. Quando mi rendo conto che deve essere al primo ponte rimetto lo zaino, riprendo i bastoni e mi incammino.
Rino mi chiama con le chiavi della macchina in mano: vai in macchina che torno su io.
No, grazie, vado io.
No vado io.
No vado io.
No vado io.
No vado io.
Alla fine io continuo a camminare. Non è il caso di andare entrambi! E’ vero, gli rispondo, vado io.
Mi sento in colpa. So di aver sbagliato qualcosa e vorrei rimediare. Immagino che Giuliano non sia arrabbiato ma mi sembra giusto salire io. Anche se … Rino sarebbe sceso prima con gli sci.
Uffa! Fa niente, ormai la decisione l’ho presa e risalgo.
Passa il primo gruppetto di sciatori e chiedo se per caso hanno visto Giuliano. No, non abbiamo visto nessuno al ponte.
O cavolo …
Chiedo all’altro gruppo … niente.
Incrocio l’ultimo gruppo e uno mi apostrofa: ma torni su? E io: si, uno non è sceso e devo andare a recuperarlo … :D :D :D Mi è venuta cosi spontanea che mi sono messa a ridere da sola.
Finalmente arrivo all’ultimo ponte ed eccolo li.
Bene, non è arrabbiato. Mi spiega che hanno avuto dei problemi a scendere, hanno dovuto guadare il fiume 3 volte e si sono trovati un po’ nei casini per cui ci hanno messo di più di me.
Ecco. Ora lui scivola sugli sci e io arranco sulle ciaspole. Ma racconto un po’ delle mie baggianate e Giuliano, per starmi ad ascoltare, deve frenare in continuazione … povero!
Alla fine non ce la fa più, mi farfuglia qualcosa che poi capisco essere un “ci vediamo alla macchina” e va.
Manca poco ormai. Io cerco di togliermi le ciaspole perché piene di neve e cammino male. Ma sono ghiacciate e non si slacciano :-( Ci vorrà l’intervento dei due ragazzi per aprire quei maledetti ganci!
Cmq tutto è bene quello che finisce bene e finisce con una bella visita al caseificio e scorpacciata di formaggio.
Morale: sarà meglio che mi torvi un/una ciaspolatore/ice che venga con me … va beh, tanto dovrebbe arrivare a breve la chiamata e la mia stagione invernale finirà presumibilmente la prossima settimana :-(

Quota partenza: 1.395
Quota arrivo: 2.013 m
Dislivello, secondo il mio altimetro: 883
Tempo totale di marcia comprensiva di soste, foto e risalita: circa 5 ore

Le foto sono di Nano e mie amichevolmente mischiate