Omesso
il bivacco di Bernasca nel titolo per evitare di renderlo troppo
lungo … e perchè mi ha fatto un po' arrabbiare il cartello trovato
la. Nelle foto il commento dedicato.
Questa
gita nasce proprio da questo bivacco, nella Valtartano che amo tanto
e che non conosco per niente. Vado sul sito di Diska (www.diska.it
ve lo consiglio!) e vedo che prima si sale al passo, poi si scende al
lago e quindi al rifugio. 1.100 m di dislivello, non ho contato i 146
negativi perchè di solito non si risale e penso che si, si può
fare.
Decido
anche di seguire le spiegazioni di Diska. Se non lo conoscete,
sapiate che con Diska NESSUNO si può perdere. Lui ti segna anche i
tornati a destra e quelli a sinistra, le pietre, i rivoli … per
farla breve, questa gita è stata stampata su 4 pagine!
All'inizio
della valle trovo un bel divieto. Come al solito i cartelli sono
messi in modo che non fai in tempo a leggere quello che c'è scritto,
probabilmente l'orario e la zona del divieto per cui salgo un po' in
apprensione. Inoltre i miei navigatori non mi danno né Campo Tartano
figuriamoci la frazione di partenza per cui ho il timore di toppare
direttamente all'inizio.
Invece,
vista la descrizione super dettagliata, riconosco il posto. Decido
però di andare al parcheggio successivo. Ma non ho letto bene la
relazione e non lo trovo. E mi trovo il blocco per lavori stradali.
Torno
indietro e parcheggio al primo posto che avevo incontrato anche se
sulla strada.
Kyra
deve stare legata perchè siamo proprio sulla provinciale. Io mi
metto i miei scarponcini nuovi (ho capitolato dopo anni, più che
altro mi mancava il vibram …) e partiamo.
Incontro
due signori belli e simpatici e siccome non c'erano cartelli alla
base (avrebbero dovuto esserci) chiedo a loro. Ridono. E' lunga! mi
dicono entrambi. Lui mi spiega la strada, allora c'è stato? No, pero
conosciamo. Sono teneri.
Ringrazio,
saluto e via. Loro mi dicono di svoltare a sinistra ma io svolto a
destra, voglio vedere dove era l'altro parcheggio e cosi mi leggo
anche meglio la relazione: con la macchina dovevo girare in una
strada laterale. Trovo il parcheggio … e Kyra fa i suoi bisogni. Ma
porca paletta, non potevi aspettare nel bosco? Raccolgo nel mio
sacchetto e cerco un cestino. Che non trovo.
Mi
incammino fino a trovare il bivio dove sarei arrivata se salivo a
sinistra. Nessun cestino. Allora metto il mio sacchettino li in mezzo
ai cespugli con l'intento di prenderlo al ritorno.
Iniziamo
finalmente la nostra gita. Il primo pezzo è nel bosco, un bellissimo
bosco, fitto ma con un sentiero molto ben tracciato. E ci credo, da
qui salgono le mucche quando caricano gli alpeggi e ci scendono pure
quando tornano a valle.
Quando
si esce dal bosco si incontra una “strada” che ha ben poco di una
strada per cui non è noiosa a salire. E poco dopo iniziamo a vedere
le mucche al pascolo, la valle si apre e ti si apre anche il cuore.
Kyra al guinzaglio fino a che non siamo abbastanza lontane dalle
mucche e continuiamo a salire. La strada termina praticamente alla
testata della valle. Ultimo strappo e si è al colle. Vento. Freddo.
Una goduria. Metto per 5 minuti il pile, faccio qualche foto e mi
godo l'ambiente. Il lago ancora non si vede per cui riprendiamo la
camminata.
Quando
il lago sbuca fuori rimango incantata: è davvero molto bello! Li in
fondo si vede anche il rifugio e non mi sembra troppo lontano per cui
decido di andare li a mangiare.
3
ore e 40 per arrivare con due piccole soste. Non è vicinissimo e ho
anche fatto mente locale sul fatto che mi toccherà risalire per cui
ai 1.100 si dovranno aggiungere i 146.
Ormai
non è più tempo di dire speriamo di farcela. Vorrà dire che faremo
delle soste in discesa per riposare.
Questo
bivacco dicono che serve per emergenza. Ma la chiave è in
fondovalle. Dice che non ci possono entrare i cani, ma so che sono
praticamente obbligati a mettere questo cartello. Non sarà che anche
la faccenda dell'emergenza sia per risolvere qualche problema
burocratico?
Cmq
io non posso entrare, non che mi serva vista la splendida giornata.
Mangio.
Kyra ha preso un brutto andazzo che è quello di chiedere cibo umano.
No, piccola, ti fa male, li c'è la tua pappa per cui da ora in poi
niente più cibo umano. A ognuno il suo. Io mi metto forse a
chiederti un croccantino? No, e quindi tu non devi più chiedere
nulla, come facevi fino a qualche mese fa.
Un
po' di foto e poi ci rimettiamo in moto, ci toccano i 146 m di
salita.
Non
pesano molto a dire il vero. Dal colle in poi sarà tutta discesa. E
mentre scendiamo vedo la prima persona della giornata. Dall'altra
parte della valle sento qualcuno che parla. Lo cerco e finalmente lo
vedo e mi chiama: ha visto delle pecore? Urka! No, mi dispiace, di la
non ci sono, almeno fino al rifugio. Arrivo dalla ragazza e scopro
che è con il pastore. Praticamente ha portato li pecore da un'altra
valle e queste sono scappate. Questi si che sono problemi perchè ne
hai di strada da fare quando non hai idea di dove possano essere
andate.
Poi
incontro un ragazzo che non mi sembra italiano ed in effetti non
riusciamo a parlare, peccato.
Kyra
non si lascia scappare un fischio di marmotta. Corre 2-300 m e poi
lascia stare. E per quelli che “povere marmotte” faccio presente
che la marmotta fischia per me prima ancora di vedere il cane.
Cerco
di tenermi sul sentiero dell'andata che qui un po' si perde (viva il
GPS!) e ci ritroviamo sulla strada.
Era
tanto che non mi succedeva ma ho visto una marmottona ad una decina
di metri. Indecisione totale: prendo Kyra, cerco di fotografarla …
non ho fatto in tempo a fare ne una né l'altra cosa, peccato.
Nelle
foto troverete poi dei commenti ai vari luoghi incontrati io vorrei
solo far presente che Diska ha ben detto di fare attenzione a dove si
entra nel bosco dalla strada perchè la strada finisce in niente.
Solo
che non mi sembrava di essere stata cosi veloce e cosi mi ritrovo nel
niente.
Risalgo,
ormai è pomeriggio e il caldo è potente (si era stati cosi bene
fino ad ora!) ma ritrovo l'ometto che mi fa entrare nel bosco. Spero
in un po' di fresco ma all'inizio il bosco è rado e fa caldo lo
stesso.
Ci
fermiamo un attimo, ber bene più che altro ma mi rendo conto che
sedermi è una goduria e questo mi fa capire che sono stanca.
Poi.
Poi capita quello che non doveva capitare.
SONO
CADUTA !!! FACCIA AVANTI !!! E AVEVO LA MACCHINA FOTOGRAFICA
AGGANCIATA SUL DAVANTI DELLO ZAINO !!!
E'
stato tutto al rallentatore. Il piede sinistro inciampa, metto avanti
il destro per bilanciarmi ma inciampa pure quello. Inizia la caduta
che capisco non si può più arrestare. Penso subito alla macchina
fotografica cosi allungo le braccia (cosa che si dovrebbe sempre fare
ma a ma non viene poi cosi spontaneo) e cerco di cadere sulla destra,
la macchina è sulla sinistra. Sento subito il labbro che si spacca e
il ginocchio sbucciato e il dito destro che ha attutito il colpo. Non
so come sta il pollice ma per adesso non me ne preoccupo. Sto ferma
un secondo per capire che sono ferma e la caduta non continua. Mi
guardo e capisco che è andata bene, la macchina fotografica non
dovrebbe aver subito colpi. Intanto Kyra torna indietro e mi si mette
proprio dietro. Non so se a volermi consolare o difendere da
eventuali persone (???) che potrebbero passare. Mi siedo e poi mi
alzo. Sento il sapore del sangue in bocca. Mi accorgo che il pollice
è arrossato nella parte verso il polso ma … la macchina
fotografica??? Mi fermo ancora un po' traballante e la provo. Si
accende. Ma funziona? La provo. Funziona. Guardo la foto fatta,
funziona. Un sospiro di sollievo e posso mandare i mille accidenti al
labbro spaccato, al ginocchio sbucciato e al pollice che non ho
ancora ben capito se ha danni.
Mi
pulisco e scendo, stavolta con più attenzione. Un'attenzione che non
mi lascerà più fino alla macchina.
Recupero
il mio sacchettino che butterò nel cassonetto al parcheggio.
Incontro
ancora un signore che raccoglie legna e una signora ottantenne che
vive nel borgo (grazie ancora della chiacchierata)
Che
dire. Sono rimasta incantata da questi luoghi. Valtartano da
scoprire.
Tornata
a casa mi chiama Giuliano che non capisce bene dove sono stata (ho
sbagliato a dargli il nome del lago). E cosi mi dice che alla mia
destra, arrivata al passo, avevo il Seleron, la montagna più alta
della Valtartano e che da li c'è una cresta facile, anche se non
segnata.
Ci
sono rimasta male.
Poteva
mica dirmelo prima che almeno gli facevo una foto?
heliSLaLenta
& Kyra
I
dati secondo Gipsy:
Quota
partenza: m 1.146
Quota
arrivo massima: m 2.236
Dislivello:
m 1.277
Tempo
totale: 7 h 48 m compresa di tutto
Km percorsi: 15,3
circa
Percorso canabile:
Si
Acqua sul percorso:
Torrenti e lago e fontana
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