Le foto
MI SONO PERSA!!!!
Ecco, questo versante dei corni non mi vuole.
Ma partiamo dall'inizio. Giornata di sole, sono ferma da troppo per cui si va.
Solo che prevedono vento. Ha nevicato, fa freddino ma il vento no. Quindi niente San Primo e lasciamo stare anche il Cornizzolo che abbiamo già dato anni fa con il vento in cresta.
Ah giusto, il Trial! Quando porto Kyra a fare un giro, spesso arriviamo a quel cartello che mi incuriosisce e mi sono sempre ripromessa di andare a vedere dove sale questo sentiero. Parte da dietro i corni, a Canzo ma verso la strada provinciale, per intenderci.
Fa freddo, ho le mani gelate e inizia praticamente subito la neve. La prima tappa è il “sassone”, noi lo chiamiamo cosi ma ha un nome ben specifico: Sass de la Prea. Una balconata su Canzo, Castelmarte e Caslino e si vede pure un pezzetto di Lago del Segrino.Mi fermo per bere, giusto il tempo di bagnarmi il sedere seduta per terra.
Riprendiamo il sentiero tutto in mezzo al bosco, tratti di sole dove le piante lo lasciano passare. I segni si fanno più labili segnati sui tronchi, devo fare molta attenzione. La neve aumenta e mi arriva sopra le caviglie. Povera Kyra, ha già le zampe e la pancia piene di palline di neve. Mi fermo per pettinargliele via. Lei salta come uno stambecco, si diverte un sacco mentre io inizio a preoccuparmi un po'. I segni sono sempre più labili anche se il sentiero si intuisce.
Quando siamo partite c'erano tracce di moto (???) che ci segnavano la strada. Quasi ora le rimpiango. Ad un certo punto il sentiero scende e poi il nulla. Non c'è più alcun segnale. La zona la conosco, ho visto dove sono i corni e il Cornizzolo per cui so dove andare e cerco di trovare una via logica dove fare un sentiero per scendere. Arrivo ad un pianoro e vedo due casotti. Bene, penso, se ci sono i casotti ci saranno pure arrivati in qualche modo. Mi prende invece lo sconforto quando mi accorgo che uno dei due è un casotto di caccia (sigh!) mimetico. Per fortuna l'altro no. Siamo circondati dagli alberi e io non so più dove andare. A questo punto chiedo aiuto a Santo GPS che mi dice che siamo cmq sul sentiero. Devo scendere ancora verso sinistra. Ok. E iniziano le scivolate. Cavolo, non posso neanche farmi male in pace visto che tra pochi giorni devo subire una operazione, cerco di lasciarmi andare durante la scivolata per evitare il peggio.
E poi finalmente una strada! Ecco, cerco un punto dove scendere e poi mi avvio nella direzione dei corni.
Occavolo! Una catena ci sbarra il passaggio. Ok, passiamo sotto, mi giro e … SONO SBUCATA IN UNA AREA PRIVATA!!! In effetti avevo visto una casa che non avevo mai visto e tutt'ora sono perplessa: ma dove cavolo sono finita?
Vado avanti. Avanti …. avanti … inizio a preoccuparmi di nuovo ma finalmente incontro un'altra strada, deve essere per forza quella che incrocia il sentieri.
E in effetti incrocio il sentiero 5. Solo che non ho voglia di scendere da li, preferisco continuare sulla strada e andare a terz'Alpe, dove mi fermerò a mangiare. La nostra avventura finisce qui.
Penso.
Bivio.
A sinistra il mio sentiero Trial Corni di Canzo, a destra niente. Vorrei andare a destra ma poi penso che se devo tornare indietro … no, prendo il sentiero segnato. Beh, mi sono ritrovata sul sentiero n1. Ok, da qui c'è il sentiero che porta a terz'Alpe.
Niente, non lo trovo.
Poi trovo il cartello della deviazione per la frana che indica anche la ferrata. Va bene, da li c'è il sentiero che mi porta giù, un po' più lungo arrivare alla mia meta ma pazienza.
Saliamo. Saliamo. Saliamo. Qui a scendere ci vogliono i ramponi. No, non voglio scendere di qui. Però mi rendo conto che ormai manca poco a scollinare e vista la stanchezza col cavolo che vado a Pianezzo.
Ok, ci si ferma a mangiare. Sedere nel bagnato ma ci riposiamo. E qui arriva un signore con cui scambio 4 chiacchiere. Mi tranquillizza, mi dice che scendendo arrivo al “pianetto” e da li devo proseguire dritto in discesa e arrivo a terz'Alpe. Però io quel sentiero non l'ho visto e tornare sui miei passi per perdermi di nuovo non ne ho tanta voglia.
Metto i ramponi, Kyra è convinta che si salga … no tata, dai che scendiamo.
Piano piano che non mi devo fare male arrivo al “Pianetto”. Cavolo, io di sentieri che scendono non ne vedo. Mi sto incamminando a destra quando giro lo sguardo e lo vedo quel sentiero che scende! Mi guardo meglio intorno e finalmente lo vedo: tra due massi un piccolo passaggio … ma va in mona!
Ora sono tranquilla.
Stanca ma tranquilla.
So che il rifugio è chiuso ma fino all'ultimo spero in un caffè e una torta. Niente.
Pazienza. Scendiamo fino a quasi il primo parcheggio dove trovo mamma, figlia e cana con cui ci mettiamo a chiacchierare. Non andremmo mai via se non fosse che Kyra protesta per andare e io inizio ad avere freddo.
Casa. Doccia. Poi uno splendido tramonto che solo l'inverno sa regalare.
Ci torneremo per capirci qualcosa quando non ci sarà neve.
E mi ripeto ancora una volta: non si fanno sentieri nuovi con la neve, non si fanno sentieri nuovi con la neve, non si fanno sentieri nuovi con la neve, non si fanno sentieri nuovi con la neve, non si fanno sentieri nuovi con la neve, non si fanno sentieri nuovi con la neve, non si fanno sentieri nuovi con la neve, non si fanno sentieri nuovi con la neve …
HeliSLaLenta , & Kyra
I dati secondo Gipsy:
Quota partenza: m 402 (altezza di Canzo)
Quota arrivo massima: m 1.062
Dislivello: m circa 700, ci sono molti saliscendi
Tempo totale: 6 h 9 m compreso di tutto
Km percorsi: 11 km circa
Percorso canabile: Si
Acqua sul percorso: Fontane e torrenti solo dopo Terz'Alpe
Come potete constatare, anche dalla foto del percorso, Gipsy mi sta abbandonando, è sempre peggio … devo trovare un altro GPS