Accetto, poi (ovviamente poi) guardo la cartina e cosa ti vedo? Un bellissimo anello!
La relazione dice che ci sono circa 1.600 m di dislivello e salendo in
macchina mi auto-prendo in giro dicendo che passo da una gita da
pensionati ad una tosta.
E' ormai un mesetto che sono ferma e a me basta alla grande per perdere l'allenamento.
Inutile dire cosa mi piacerebbe ma ci medito. Ho perso l'allenamento,
sono ancora con la testa alla mano malata (guarita la ferita ma per la
riabilitazione ci vorrà un sacco di tempo!) ma … prendo quello che mi
dice
Nano
come una sfida e decido di tentare l'anello … dopo aver chiesto i
chilometri presunti. Probabilmente il mio errore di valutazione è qui:
15 – 16, mi dice
Nano, invece saranno 21
E poi ci aspettavamo si un po' di neve, ma non cosi.
Cmq, arriviamo a Dangri verso le 8. Non si potrebbe fare quella strada
in macchina in quanto, appena dopo il cimitero, la strada non è
collaudata. Se però lasci la macchina in paese ti sciroppi altri 3 km e
altrettanti al ritorno.
Nano non chiede nemmeno cosa vogliamo fare, prosegue e basta.
Al Crotto c'è qualcuno: bene, pensiamo, ci fermeremo al ritorno per un panino e una birra.
Saliamo a Baggio, uno splendido villaggio dove, per arrivare, abbiamo
subito uno strappo. Sono 300 m secchi che facciamo in circa mezz'ora. La
mulattiera è molto bella e, appena incrociata una chiesetta, parte la
via crucis (da tenere ben presente per il ritorno!) Ma i tornanti li
hanno fatti apposta o sono capitati per caso tanti quante le tappe della
Via Crucis? :)
Proseguiamo con un interminabile traverso fino al ponte di Borgo
(mezz'oretta senza dislivello) e passati di la dal fiume si riprende a
salire … gradatamente. Al ponte di Pianezza (nelle cui vicinanze c'è il
bivacco … chiuso) ci vorrà ancora un'oretta scarsa. E qui abbiamo
guadagnato mezz'ora sulla tempistica dei cartelli.
Ora giriamo a destra, verso il Bivacco Ledù. Prima Alpe Inghirina (dove
finalmente mi permettono una piccolissima sosta per bere e mangiare la
banana) e poi via. Verso la neve. Purtroppo la incontriamo verso i 1.900
m
“Dobbiamo risalire questo salto e poi girare a sinistra” ci informa
Nano.
Inizio a sentire un briciolo di stanchezza. Non posso usare i bastoni
e, sarà una mia idea, ma faccio più fatica a salire se non posso
scaricare un po' sulle braccia.
Ora perdiamo il sentiero. Perdiamo quindi anche un po' di tempo per
cercare i segni sotto la neve. Pinuccio davanti batte traccia,
Nano
consiglia su dove andare da dietro e fa da balia alla sottoscritta (la
mia manina ancora malaticcia evidentemente da da riflettere pure a lui).
Finalmente ri-incontriamo i segni. Ci portano a fare un traverso e
iniziano i massi, quelli dove mettere un piede in fallo è normale senza
neve, con quella patina di pochi centimetri che copre magistralmente
ogni buco … per farla breve: inizio a rallentare.
Risaliamo, altri massi bastardi da attraversare. Lungo traverso. Altri massi bastardi da attraversare.
Risaliamo. Vedo lassù il colle.
Nano
ha già brontolato che siamo in ritardo e arriveremo con il buio. Non mi
sono scomposta e ho proposto ai 2 di continuare che io torno da dove
sono venuta, ma non ne vogliono sapere e allora, a testa bassa, si va.
Mi avvicino al colle, e mi tranquillizzo, di la c'è il rifugio. Mi
affaccio: una magnifica conca … innevata … ma non ci doveva essere il
lago?
L'amara sorpresa arriva proprio qui: vedi quelle guglie la in fondo? Ecco, la Bocchetta di San Pio è quella.
Gulp!
Ah no, è troppo lunga, io non ce la faccio.
Come se non avessi parlato.
Il traverso è maledetto. Io non voglio appoggiare la mano, sia per non
bagnarla sia per non sforzarla ma alla fine ne sono obbligata.
Nemmeno un minuto di sosta allo splendido lago delle streghe ormai quasi completamente ghiacciato.
Scivolo che è una meraviglia, le ghette sono rigorosamente nello zaino e il tempo passa.
Già sono imbranata con la neve, con la prima neve poi lo sono ancora di
più :( Devo prenderci la mano (o meglio, il piede) e rifarmi la testa.
Oltretutto non è che abbia fatto poi cosi tanti ghiacciai questa estate e
se ci mettiamo dentro la preoccupazione per la mano il gioco è presto
fatto.
Se Dio vuole arriviamo alla bocchetta. Mentre scollino penso per la prima volta al di la: ci sarà neve? Ci saranno massi?
Quando vedo che c'è un ripido canale tiro un respiro di sollievo: niente massi … :)
Scendo non velocissima ma scendo, l'erbetta sotto la neve è scivolosa, Pinnuccio vola mentre
Nano
mi assiste. Finito il grosso della neve inizia veramente il brutto.
Senza sentiero, poca neve a farti solo scivolare, la stanchezza che
ormai è alle stelle (dopo la prima sosticina non ne abbiamo fatte altre
se non una volta per bere!) e le mie gambe non ne vogliono sapere di
scendere.
Solo che è tardi, e bisogna darsi una mossa. In un modo o nell'altro
eccomi al lago; mi giro … guardo il canale appena sceso … sento dietro
di me una voce che dice: “se venivamo qui col cavolo che salivamo alla
bocchetta!”. Vero, verissimo! Col cavolo che facevo quel canale … se
penso poi a quello che avrei dovuto fare per scendere dall'altra parte …
qui almeno abbiamo doppiato la metà strada e dal rifugio sappiamo che
in circa 3 ore saremo alla macchina.
Sostina al rifugio, credo almeno 10 minuti, il tempo di cambiare le
calze e mangiare un biscotto e poi giù … presto che è tardi!
Ho omesso di dire un fatto importante: la presenza dell'acqua … i
sentieri da queste parti ne sono pienissimi! Scendendo dobbiamo guadare
almeno un migliaio di volte, alcune davvero poco agevoli soprattutto per
la mia altezza da puffo.
Perdiamo il sentiero ancora una volta ma per fortuna i miei ometti mi
ascoltano e invece di girovagare torniamo verso l'ultimo segno, dove
troviamo il successivo … altro guado.
Ora inizia la vera tortura. Non ne possiamo più di guadare, di
sguazzare nell'acqua. I miei scarponi l'acqua la tengono benissimo,
peccato che sia entrata dall'alto durante un guado per cui sciak pum …
sciak pum … (per fortuna solo uno scarpone) si scende anche con i piedi
umidi. Non fa freddo ma la luce pian piano se ne va.
Arrivati a Pianezzo ho una brutta sorpresa: il ginocchio, quello sano, inizia a farmi male.
Non dico niente, tengo duro e proseguo. Arrivati all'ultimo ponte ormai zoppico vistosamente e non posso più tacere: duole!!!!
Ma si deve scendere. Iniziamo a cantare a squarciagola tutte le canzoni
della nostra gioventù per non pensare alla stanchezza e al dolore al
ginocchio. Pinuccio è un pochino più avanti ma a Baggio ci
ricongiungiamo: lui ha avuto la fortuna di avere un incontro ravvicinato
con un cervo femmina e ne è rimasto giustamente scosso. Peccato, noi
urlavamo troppo perchè qualsiasi bestia ci si potesse avvicinare.
Ora il dolore è insopportabile e la luce è sparita del tutto,
nonostante faccia capolino una luna piena stupenda. Ovviamente abbiamo
una sola frontale (chissà di chi è … ) e la usa
Nano
per illuminare il percorso a tutti e 3. Purtroppo ricordo fin troppo
bene la discesa, la Via Crucis, la mulattiera nel bosco. Mi devo
aggrappare ai miei due soci per scendere. Fa male … occavolo … non
faccio in tempo a guarire la mano che si ammala il ginocchio?
Ma non è questo il pensiero di adesso, ora devo solo pensare di arrivare alla macchina.
Ci arriviamo dopo poco più di 10 ore di cammino pressoché continuo.
Con la frontale ci cambiamo, risaliamo in macchina e via verso casa che è tardissimo!
Il giro, senza neve, è fattibile in 7 – 8 ore. Mettici la mia
proverbiale lentezza, la mia proverbiale imbranataggine su neve, il mio
ginocchio entrato in sciopero e arrivare a 10 ore è un attimo.
Il giro è davvero molto bello e non sono per niente pentita di aver accettato la sfida … anzi! Sono grata a
Nano e Pinuccio di aver creduto in me.
Grazie ragazzi … alla prossima!
Quota partenza: m 650
Quota arrivo: m 2.198
Dislivello secondo Gipsy: circa m 1.835
Tempo totale, comprese le soste: 10 h 18 m
Km percorsi secondo Gipsy: 21
Quota arrivo: m 2.198
Dislivello secondo Gipsy: circa m 1.835
Tempo totale, comprese le soste: 10 h 18 m
Km percorsi secondo Gipsy: 21
heliSLaLenta
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